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Autore: NIKELMANN    29/11/2018    0 recensioni
Questa storia parla di Davies, Moffat e Chibnall alle prese con la stesura di "The thirteen -plus one- doctors", ipotetico speciale di Doctor Who per il quindicennale del revival della serie. Tutti e tre i personaggi protagonisti non sono realistici, ma sono rappresentazioni di come li vede il fandom, sono tutte bravissime e talentuose persone, nella realtà, qui... ehm
Inoltre saranno presenti altre figure, come Strevens, che non conosco affatto, perciò me le sono immaginate di sana pianta. Per finire sarò crudele con molte figure che amo (come fare battute sul peso di Colin Baker, che è adorabile ed è il mio dottore vivente preferito), ma è unicamente a scopo comico.
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo V – The Dominatrix
 
Un detto popolare dice “Dio si è fatto uomo e il diavolo donna”. Al di là del sessismo miope del detto, parte dal preconcetto completamente errato che una donna sia in grado di portare un uomo alla follia, mentre in realtà l’uomo fa tutto da solo. Non è una donna a portarlo alla follia. È l’idea che se n’è creato.
 
Non mi illudo che voi mi possiate credere, ma quello che era successo in quella stanza andava contro ogni possibile spiegazione. Forse il subconscio di Steven Moffat si stava manifestando nella sua interezza, spinto dall’improvviso stress emotivo di dover scrivere una storia tanto importante. Forse era in parte colpa degli altri due autori e dello stesso Strevens che li aveva riuniti in una sola stanza, dove le loro onde creative potevano entrare in risonanza e piegare le stesse fondamenta della realtà.
 
Sta di fatto che, nonostante il sole non fosse ancora tramontato, la luce aveva smesso di entrare nella stanza… anzi, questo non spiega perfettamente quello di cui ero testimone: era come se la luce fuggisse da Moffat, concentrandosi quanto più lontano possibile da lui. L’immensa ombra che si stava creando alle sue spalle era buia quanto lo spazio profondo e stava prendendo la forma di una donna, con capelli fluenti fino alle spalle. All’improvviso gli occhi della donna si spalancarono e, oh, Dio, salva la mia anima, mi fissarono, mi fissarono!!! Sono sicuro che avrei perso il senno, se la voce di Russell T Davies non mi avesse riportato alla realtà:
 
«Dai, Steven! Ti sembra questo il momento?! Abbiamo un lavoro da fare!!!»
 
«CLARA OSWALD È TUTTO!!! TUTTO È CLARA OSWALD!!!»
 
Davies sbuffò e cercò lo sguardo di Chibnall che era confuso quasi quanto il mio. Il terzo autore gli chiese, terrorizzato:
«Russell, ma che cosa sta succedendo?!»
Davies si strinse nelle spalle:
«Ma niente, fa così quando gli parte per Clara…»
Moffat allungò una mano intrisa di pura oscurità a indicare Davies
 
«NON TI È PERMESSO NOMINARE IL SUO NOME SENZA GENUFLETTERTI!»
 
Davies roteò gli occhi:
«Altrimenti che cosa vuoi farmi, inumidirmi?!»
Moffat inspirò a fondo allargando le narici, mentre la luce gli si riavvicinò per un secondo, per poi emettere un grido, no, un verso disumano, che riempì la stanza nuovamente di buio, scaraventando noi altri tre verso la parete opposta. Io riuscì a proteggere il laptop su cui stavo scrivendo, ma il violento colpo sul retro della cassa toracica mi tagliò il fiato. Davies, il più pronto dei tre, riuscì ad aggrapparsi al bordo di un cestino della carta, inchiodato a terra dopo la misteriosa ondata di furti di cestini dell’anno precedente e afferrò la mano di Chibnall per tenerlo al sicuro. Con il corpo parallelo al suolo, scossi dalla potenza di Moffat, i due scrittori strinsero i denti, cercando di resistere:
 
«CHRIS!» gridò Davies «DEVO AMMETTERE CHE QUESTA VOLTA SEMBRA PIÙ GRAVE DELLE ALTRE!»
«CHE COSA POSSIAMO FARE?!» scandì Chibnall sopra il frastuono
«DOBBIAMO FARGLI SFOGARE L’IMPULSO DI SCRIVERE DI» il verso di Moffat si intensificò «DI COLEI CHE NON PUÒ ESSERE NOMINATA!!!»
Reggendosi gli occhiali con la mano libera, Chibnall tentò di annuire e gridò, rivolto a Steven:
«STEVEN! HAI VOGLIA DI RACCONTARCI DI… TU-SAI-CHI?!»
«Ma certo, credevo che non me l’avreste mai chiesto!» rispose Moffat gioviale, mentre quella furia ultraterrena si placò all’improvviso, ripristinando la luce e facendo cadere a terra i due. Tuttavia non tutto era tornato alla normalità: quella sagoma femminile restava stagliata alle sue spalle, saettando lo sguardo tra gli altri tre nella stanza!
«Allora, abbiamo lasciato Clara e Io nel loro TARDIS. Clara sente che la sua ora è già passata, ma sa di poter viaggiare ancora un po’, prima di rassegnarsi alla propria morte. Naturalmente il Dottore si ricorda in parte di lei grazie al lascito della Testimonianza, nello speciale con David Bradley. Allora la nostra storia parte dalla narrazione di Clara, qualcosa del tipo questa è la storia di come ho salvato il Dottore per la quindicesima volta, alla faccia tua, Rose»
Davies gonfiò le guance, Moffat proseguì:
«Allora, il TARDIS del Dottore comincia a tremare, ok? E c’è una terribile esplosione per i corridoi e il Dottore e i companion scappano verso una stanza sicura che è completamente bianca… anzi no, non può essere completamente bianca, deve essere qualcosa di molto comune, dove la gente va spesso…»
«Dentro al TARDIS?» chiese Chibnall «Come può esserci un posto dove la gente va spesso?!»
«Guarda, non deve avere senso. Può essere un luogo rassicurante per la maggior parte delle persone presenti che il TARDIS manifesta. Magari un posto che frequentano tutti…»
«Come un Tesco?» [NDA – supermercati molto diffusi in UK]
Moffat schioccò le dita:
«Sì, perfetto! Allora 13 e companion corrono in questo corridoio e saltano oltre a una porta entrando accanto al reparto surgelati di un Tesco, il Dottore si volta e sonicizza la direzione da cui sono arrivati, serrando l’uscita. In breve tempo si rende conto che anche gli altri dottori sono lì e arrivano all’unica conclusione possibile: il TARDIS sta saltando in aria e l’unica parte stabile è il suo centro, ossia, come lo chiama l’ottavo L’occhio dell’armonia! Ma poi…»
 
Davies approfittò della concentrazione di Moffat verso la propria storia per bisbigliare a Chibnall:
«Ascolta, abbiamo solo una possibilità: dobbiamo influenzare la sua storia in modo da cacciare fuori… essa
«Ma come possiamo fare?!»
«L’unico modo possibile è mettere in evidenza le contraddizioni: dobbiamo spingerla dentro a un plot hole
«Ma Moffat è il più esperto scrittore di Doctor Who! Che chance abbiamo che apra un buco nella trama?!»
«Ma che cosa dici?!»
«Hai ragione, scusa, sarà una passeggiata!»
 
«…e, a questo punto, sfondando il reparto inscatolati, la facciata di un diner invade la stanza» l’ombra alle spalle di Moffat tremò e i suoi occhi si piegarono in su, come se stesse gongolando «e, prima ancora che si depositino i calcinacci, sbem! entra in scena Clara Oswald! E, boh, vediamo se c’è Maisie Williams…»
«Moffat, scusa?»
«Dimmi, Russell»
«Un TARDIS non può atterrare dentro un altro TARDIS»
Un punto di luce comparve in mezzo all’ombra sul muro e quella si ritrasse da quel punto sussultando
«Ah, sì. Hai ragione… però Clara usa un transmat per entrare»
«Si può usare un transmat per l’interno di un TARDIS?» chiese Chibnall, facendo tremare nuovamente la sagoma oscura. Moffat digrignò i denti
«Il TARDIS la lascia entrare perché sa che la salverà» l’ombra si placò «Clara e i dottori scoprono che il problema non è contenuto all’interno del TARDIS, ma ogni singola stella, inclusa quella al centro dei TARDIS, l'occhi dell'armonia, sta esplodendo. L’unica cosa che tiene assieme lo spazio dove si trovano i dottori è l’enorme paradosso generato dalla presenza di tutti loro in un solo posto, che deforma lo spazio-tempo, rendendolo il centro del ciclone, impedendo che collassi.»
Davies fece per interromperlo nuovamente, ma Chibnall lo fermò e ammiccò verso la parete: la sagoma femminile li fissava attentamente. Se l’avessero attaccata nuovamente e non fosse morta, il suo contrattacco sarebbe potuto essere letale per loro! Moffat continuò:
«Così i dottori salgono tutti sul TARDIS di Clara e si recano verso il vero e proprio baricentro dell’universo, dove le astronavi dei Monaci, responsabili di tutto, stanno assediando il buco nero più grande dell’Universo, l’epicentro di questa enorme reazione a catena!»
Come a condividere l’entusiasmo, la stanza cominciò a tremare. Moffat abbassò lo sguardo e quando lo rialzò i suoi occhi erano diventati completamente neri:
 
«È A QUESTO PUNTO CHE CLARA DECIDE DI INTERVENIRE, AFFRONTANDO DI PETTO I MONACI, MENTRE TUTTI GLI ALTRI COMPANION SI RIVELANO COMPLETAMENTE INUTILI E IMPOTENTI, INGINOCCHIATI DAVANTI ALLA MAESTOSITÀ DEL NEMICO, MA SOPRATTUTTO DI CLARA OSWALD!!!»
Scossa dal tremore, una lampada cadde per terra e le scrivanie cominciarono a slittare sul pavimento. Due piastrelle si sollevarono a metà, mentre l’ombra sul muro assumeva un’aria trionfante con Moffat, suo araldo e portavoce tra i mortali, che continuava a decantare le sue gesta!
«Russell?!»
«Dimmi, Chris?»
«Ho il sospetto che quella figura sul muro sia Clara Oswald!»
«Ma grazie al…»
L’intero pavimento si aprì, in un abisso fatto di lunghe braccia femminili che cercavano di afferrare i due autori
«POI CLARA RACCONTA AI MONACI TUTTO QUELLO CHE HA PASSATO E SPIEGA LORO QUANTO SIA PERICOLOSO E FANTASTICO IL DOTTORE! INTANTO LE LORO NAVI STANNO ATTACCANDO IL TARDIS DI CLARA, MA 1, 2, 5, 6, 7 E 10 LO STANNO PILOTANDO, e forse c’è anche Ashildr, se Maisie Williams può, MENTRE TUTTI GLI ALTRI SONO NELL’ALA DINER E STANNO COMBATTENDO SUPERCARICANDO LE CASSE CON I SONICI E COLLEGANDOLE ALLA CHITARRA DI 12, CONFONDENDO I SISTEMI DI NAVIGAZIONE DEI MONACI E FACENDOLI ANDARE IN STALLO VICINO AL BUCO NERO!!!»
«Russell! Dobbiamo colpire adesso!!!» Chibnall tentava disperatamente di tenere gli arti demoniaci a bada usando una sedia rovesciata!
«Aspetta!!! Non è ancora il momento!» Russell si stava difendendo con la base della lampada. Le pareti attorno a loro, inclusa la porta e le finestre, si consumarono su se stesse, come fogli di carta scaldati da una resistenza elettrica, mentre l’oscurità permeava tutto attorno a loro
«Cosa sta succedendo?!»
«Dobbiamo resistere, Chris!!!»
«INTANTO I MONACI NON SONO IMPRESSIONATI DAL DISCORSO DI CLARA E LE DICONO DI AVER SCONFITTO IL DOTTORE IN PASSATO. LEI RISPONDE CHE, QUESTA VOLTA, SONO IN 14 E I MONACI GUARDANO I LORO STRUMENTI PER POI RISPONDERLE CHE NE CONTANO 15. 14 FUORI E UNA CON LORO, PER POI INDICARE CLARA!»
«C-cosa?! È completamente uscito di senno?! Il fandom lo ucciderà!!!»
«Chris, non ha paura della morte, adesso! La sua signora lo protegge!»
«CLARA È STATA IL DOTTORE FIN DALL’INIZIO, PRIMA ANCORA CHE DIVENTASSE LA SUA PRIMA INCARNAZIONE! CLARA È IL DOTTORE E LA COMPANION ORIGINALE ED È ANCHE…» Chibnall sbiancò
«No…»
«IL VERO PRIMO DOTTORE DONNA!!!»
 
Davies lanciò un’occhiata preoccupata a Chibnall:
«Non perdere la calma, conserva i plot hole, dobbiamo usarli tutti assieme!»
«Lo so, Russell. Ma adesso è personale.» Sollevò lo sguardo verso Moffat «Ehi, Steven!»
Moffat lo fissò con un sorriso sadico. Cioè più o meno come al solito, ma questa volta aveva anche gli occhi neri e tutta la cosa delle ombre attorno
«CHE COSA VUOI?!»
Chibnall assunse un’aria innocente:
«Sai che cosa ci starebbe bene? Il ritorno della Crepa nell’Universo.»
Moffat lo guardò stupito, per poi rivolgere lo sguardo al cielo, esplodendo in una risata ripugnante, tossica e corrosiva
«MA SÌ, CERTO!!! LA CREPA CHE HA RIPORTATO QUI GALLIFREY! È STATA CLARA AD APRIRLA, CON IL POTERE DELLA PROPRIA MAGNIFICIENZA! ORA CHE È UN DOTTORE SI COSTRUISCE UN CACCIAVITE SONICO, IL PRIMO, IL PIÚ POTENTE E LO FA MENTRE I MONACI CERCANO DI FERMARLA E LO PUNTA VERSO LO STESSO BUCO NERO, CHE COLLASSA SU SE STESSO E RIVELA AL SUO POSTO LA CREPA NELL’UNIVERSO!»
Era mostruoso: non solo Moffat aveva appena rubato il Dottore donna a Chibnall, le aveva anche fatto costruire da sola il suo sonico. Mi aspettavo che sarebbe stato distrutto, ma, invece, aveva un’aria vittoriosa nello sguardo e, in un attimo, mi resi conto del motivo: aveva appena dato a Moffat una terza idea!
«COSÌ I SIGNORI DEL TEMPO ESCONO FUORI DALLA CREPA E, SOTTO LA GUIDA DI CLARA, RICONOSCIUTA COME LADY PRESIDENT, CONGELANO I MONACI IN UN ISTANTE DI TEMPO E CLARA RIPORTA TUTTI A CASA, DIVENTANDO IL DOTTORE PER TUTTE LE STAGIONI FUTURE!!!»
«Ehi, Moffat?!» Chibnall gridò per farsi sentire, in bilico sulle poche piastrelle che avevano ancora stabilità «Se la crepa si è aperta adesso, come fanno i Signori del Tempo a essere già usciti?! Dovrebbe succedere dopo Trenzalore!»
 
Le ombre nella stanza sussultarono
«E credevo che si fosse aperta per il TARDIS che è esploso!»
Russell sorrise vedendo che l’oscurità si ritraeva. La sagoma alle spalle di Moffat si era portata una mano verso il petto, evidentemente sofferente
«E come fa Clara a morire a Londra e tornare a Gallifrey per diventare il primo Dottore?!»
La sagoma notò i buchi di trama che cominciavano a formarsi attorno a lei e si ritrasse, ma la sua oscurità era potente e decine di mani si misero attorno a loro, spingendo per richiuderli:
«NO, È… QUESTA È LA VERA CREPA DA CUI ESCONO, QUELLA DI PRIMA NON CONTAVA! E… QUESTA CLARA È UNA ECO!»
«Ma se è una eco, perché ha il TARDIS di Clara e Ashildr?!» Chibnall infierì, seguito da Russell
«E perché il suo TARDIS non sta esplodendo, come quello del Dottore?! Anche quello ha un occhio dell’armonia…»
«NO… LEI L’HA MODIFICATO PREVEDENDO TUTTO QUESTO!»
Non c’erano abbastanza braccia per chiudere questi altri buchi e la sagoma si ritirò verso il suo vessillo
Davies allungò una mano verso Chibnall
«Possiamo finirlo! A te l’onore!»
Chibnall annuì, determinato e Davies lo scagliò verso Moffat! Chibnall si preparò a colpirlo con il palmo aperto della mano, dentro al quale si stava formando l’ultimo plot hole:
«E se Clara è il dottore, perché si ricorda le avventure passate con 11 e 12?! Hai scritto te The Doctor Falls»
 
Ma Moffat non era ancora finito e parò il colpo di Chibnall:
«LO POSSO RETCONNARE!!!»
Chibnall sembrò smarrito un secondo, ma aveva ancora una mano libera:
«E vuoi retconnare anche The Name of The Doctor e la Ragazza Impossibile?!»
«NO…»
«Perché il Dottore…» l’ultimo plot hole si formò nella mano aperta di Chibnall «…non può entrare…» e colpì Moffat in pieno petto, facendo gridare la creatura «…NELLA SUA STESSA LINEA TEMPORALEEEE!!!»
«NUOOOOOOOOOOOOOOOOO in effetti è vero, non ci avevo pensato.»
 
Ansimavo, rannicchiato sotto a una scrivania. La stanza era completamente a soqquadro, ma quella creatura malefica era scomparsa nel nulla, assieme a tutti i fenomeni ultraterreni che si era portata appresso. Moffat fissò per un secondo la mano di Chibnall sul suo petto, poi la afferrò con due dita e se la scostò di dosso con delicatezza. Davies tirò un sospiro di sollievo:
«Oh, speriamo che non ci siano altre cavolate del genere e di poter lavorare in pace!»
Finì di dirlo e, dopo aver bussato, Gatiss fece nuovamente capolino nella stanza:
«È perme… oddio, cos’è successo?!»
Davies si strinse nelle spalle:
«Niente, Moffat voleva mettere Clara in una storia.»
Davies fece una risata sarcastica:
«Dovevi vedere quando ha scritto Hell Bent! Non hanno più trovato quello stagista…»
Tutti risero tranne me, che stavo appunto facendo uno stage alla BBC.
«Sentite, mi dispiace disturbarvi, ma c’è una cosa che credo sia importante che vediate…»
Gatiss tirò fuori il cellulare e lo sbloccò, mostrando una diretta su youtube. Era un uomo, con i capelli appiccicati alla fronte per il sudore, circondato da macchinari elettronici: lo riconobbi molto presto:
 
 
«Buonasera a tutti, mi chiamo Reece Shearsmith e vi contatto dal satellite BBC, in orbita bassa attorno al pianeta!»
   
 
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