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Autore: littlegiulyy    28/11/2018    2 recensioni
Ashley Rivera, dopo una vita passata nella sua riserva Navajo tra lupi, vampiri e continui problemi, sentendosi troppo stretta in quella vita, decide trasferirsi a Seattle per specializzarsi in chirurgia.
Tuttavia forse la sua vecchia vita un po' le manca, o forse no; forse le sembra tutto uguale o forse tutto cambierà.
Tratto dalla storia:
"“Tu saresti il chirurgo?” mi chiese con voce rotta da dolore e ansimante, accennando un sorriso forzato.
“Eh si sono proprio io” risposi guardando la sua gamba ridotta decisamente male.
Rise “Quanti anni hai? 18?”
Lo guardai meglio, e per la prima volta lo guardai in faccia.
Era decisamente un bel ragazzo, ogni cosa a suo posto e con un sorriso quasi abbagliante.
Sorrisi “Sei simpatico… mi dispiace deluderti, ne ho 23”
“Come me, piacere, Jacob Black” mi tese la mano destra, l’unica che poteva muovere
“Ashley Rivera” dopo qualche momento di indecisione gli strinsi la mano."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Embry Call, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Ciao a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo... aggiornato a tempi record rispetto al solito!
Questo è un super capitolo vi avviso, ci saranno dei risvolti importanti.
Fatemi sapere che ne pensate, aspetto recensioni.
Buona lettura :)


Tenni la bocca chiusa per tutto il viaggio, non sapendo proprio cosa dire ne fare.
Embry aveva il potere di mettermi in imbarazzo, nonostante io fossi stata sempre una persona estremamente sicura di sè e senza troppe paranoie.
Con lui era diverso, non appena mi guardava, mi toccava o mi sorrideva tutto dentro di me iniziava a girare e fare salti ed io non ci capivo più niente.
Perché un ragazzo come tutti gli altri mi faceva questo effetto?
Evidentemente non era come tutti gli altri se mi condizionava a tal punto…
Guardai gli alberi scorrere fuori dal finestrino, il paesaggio si ripeteva da qualche decina di minuti, ormai avremmo dovuto esserci.
Senza alcun preavviso sterzò in una stradina sterrata che ci condusse direttamente ad una casa, giusto qualche metro nel bosco.
Parcheggiò la macchina davanti a quella che riconobbi essere la casa di Sam ed Emily.
“Siamo arrivati” disse, prima di aprire la portiera e scendere.
Ci misi qualche secondo di troppo per razionalizzare la cosa.
Mi era venuto a prendere alle 6 precise, in perfetto orario come aveva detto. Qualità strana per un uomo.
Mi guardò da dietro il vetro per qualche attimo ed infine mi aprì la portiera risvegliandomi dai miei pensieri “Grazie” dissi scendendo in fretta dalla macchina “scusa, mi ero persa nei miei pensieri” farfugliai 
“Lo so… l’ho notato” si limitò a dire richiudendo la portiera dietro di me.
Mi guardai attorno imbarazzata.
Dopo quello che era successo a casa sua ero ancora più imbarazzata del solito e non sapevo perché, in fin dei conti che male c’era?
Tuttavia non avevamo ancora parlato della cosa, ne dopo il primo bacio ne dopo il secondo, quindi mi ritrovavo piuttosto spaesata ne avevo idea di quali fossero le sue intenzioni.
Era un ragazzo serio o uno di quelli che ci prova con tutti e regala bacetti in giro? Sospirai...
“E’ ancora presto, e oggi per la prima volta dopo giorni non piove… ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia prima di cena?”
Annuii sorridendogli e ci incamminammo in un sentiero continuando a limitarci al silenzio.
Solo qualche passo dopo arrivammo sulla spiaggia e per un momento mi mancò il fiato.
Il sole stava tramontando all’orizzonte e donava una sfumatura rossa, quasi violastra all’acqua. Un colore che qui, a LaPush, non avevo mai visto.
Delle grandi rocce uscivano dall’acqua e dei nuvoloni neri carichi di pioggia si avvicinavano sempre di più.
Il contrasto di colori era spettacolare, quasi surreale.
“Wow, che meraviglia” dissi senza neanche pensarci.
Questo posto era davvero stupendo.
Abituata a vivere in una grande città, erano rare le volte in cui mi ero ritrovata in mezzo alla natura, nonostante avessi sempre avuto un grande amore per la natura ed i boschi.
Mi donavano un senso di libertà e di tranquillità che non trovavo da nessun’altra parte.
“Lo so… qui a LaPush c’è un bel panorama…” disse guardando l’orizzonte. Lo guardai per un momento, il suo profilo illuminato dal tramonto lo rendeva ancora più bello del solito e il suo volto era disteso, rilassato.
Avevo sempre avuto un buon occhio nel capire le sensazioni delle persone, ma lui non riuscivo proprio ad inquadrarlo. Quel suo sorrisetto strafottente perennemente stampato in faccia, alternato a vari momenti di serietà, non mi permettevano di capire cosa stesse provando od a cosa stesse pensando.
Mi avevano sempre detto che la prima qualità che deve avere un medico è quella di essere un osservatore.
Quando sei un medico l’osservazione è tutto. Sono i dettagli che ti fanno capire tante cose.
Tuttavia con lui niente. Era come se fosse impenetrabile.
Vidi la sua bocca piegarsi in un sorriso e poi voltarsi verso di me, sussultai per un attimo quando mi scoprì a guardarlo “non potevamo scegliere momento migliore per venire qui… vieni andiamo” disse incamminandosi sulla sabbia.
Lo seguii affiancandolo ed infilando le mani nelle tasche imbarazzata.
“Da quanto tempo ti sei trasformata?” mi chiese continuando a passeggiare lentamente.
Guardai davanti a me “ormai è passato qualche anno… ero all’ultimo anno di scuola… una sera ero fuori con le mie amiche a fare shopping, compra questo e compra quell’altro e poi… beh… sai com’è… la febbre alta, ti chiudi in casa per qualche giorno, e improvvisamente ti ritrovi con zampe, coda e pelliccia”
“Si lo so bene” ridacchio
“Tu invece?”
“Anche io, dal penultimo anno però… è stato difficile all’inizio per me… sono stato il primo a trasformarmi tra i miei amici d’infanzia, cioè Jake e Quil. Inizialmente loro pensavano che avessi iniziato a far parte di una sorta di banda, guidata da Sam… siamo passati dal vederci tutti i giorni a non vederci mai, da un giorno all’altro. Hanno iniziato ad avercela con me ed io, per la paura di rivelare il segreto, li evitavo quando li vedevo”
“E poi?”
“E poi dopo di me, per fortuna, è stato il turno di Jake… quindi abbiamo sistemato tutto e poi è toccato anche a Quil, quindi tutto è tornato come prima”
“Ti capisco… anche a me ha creato non pochi problemi la trasformazione… ovviamente dovevo fare ronde, riunioni con il branco, quindi le mie amiche non le ho più viste per un bel po’ di tempo. Stavo sempre con i ragazzi, ma non è stato facile. Essere l’unica donna del gruppo è difficile…
Per fortuna c’era mio fratello… con lui ho sempre avuto un bellissimo rapporto e ci siamo trasformati quasi contemporaneamente… a distanza di poche settimane. Inizialmente non capivo perché fosse così strano, quasi diverso, ma dopo essermi trasformata ho capito”
Tirai un calcio ad un sassolino davanti a me, stringendomi nella mia giacca in pelle.
Era quasi dicembre e stava arrivando il freddo, ed io iniziavo a sentirlo.
Guardai Embry in maniche corte, risi scuotendo la testa.
“Perché ridi?” mi chiese
“Perché io ho freddo con la giacca e tu sei in maniche corte”
“Ma sei un lupo anche tu, non dovresti avere freddo” mi guardò sorpreso
“Sarò un lupo diverso dagli altri” scherzai continuando a camminare guardando il mare
“Su questo non ci sono dubbi” disse.
Lo guardai per un attimo, i nostri occhi si incrociarono e gli sorrisi.
Avvolsi le sue spalle con un braccio e gli diedi un bacio sulla guancia.
Non riuscii proprio a trattenermi dal farlo, quindi decisi di lasciarmi andare.
Ero stanca di questa continua maschera di freddezza e distanza che indossavo, se l’avessi abbandonata per un po’ non sarebbe stato di sicuro un problema.
Da quando mi ero trasferita a Seattle ero cambiata, ero più spenta, più cupa, nonostante fossi sempre stata una persona solare.
Ma da quando avevo incontrato Embry stavo tornando ad essere me stessa.
Mi strinse forte a lui, lasciandomi andare subito dopo e riprendemmo a camminare.
“E così hai un fratello?Quanti anni ha? Come si chiama?” mi chiese sorridendo
“Siamo gemelli… si chiama Alexander, ma per tutti è Alex ovviamente”
“Siete gemelli? Davvero?”
“Si… lui ha studiato legge, è un avvocato”
“saranno fieri i vostri genitori, un medico ed un avvocato”
Sorrisi “si, non possono lamentarsi, ma trovano sempre l’occasione per farlo lo stesso”
“Tu invece figlio unico…”
“Eh si… beh la mia storia te l’ho già raccontata “ disse abbassando lo sguardo e rabbuiandosi improvvisamente.
Mi pentii subito di aver tirato fuori il discorso, perché non potevo stare zitta?
“Tua mamma è stata bravissima a tirare su un figlio come te da sola”
Mi sorrise illuminandosi di nuovo, ricambiai il sorriso “ha sempre cercato di fare del suo meglio”
“E direi che l’ha fatto” conclusi.
Mi avvolse le spalle con il braccio ed il suo calore mi riscaldò subito.
“Non è stato facile… mi è sempre pesato molto non avere una figura maschile di riferimento… poi quando mi sono trasformato le cose si sono complicate ancora di più. Mia mamma non è ben vista nella riserva, ci sono anni perché venisse accettata”
“Una donna che va a lavoro tutti i giorni per tirare su suo figlio da sola per quanto mi riguarda ha tutta la mia stima Embry, se poi la gente è ottusa tu non puoi farci niente. Devi sentirti fortunato ad avere una madre come la tua, ed esserne fiero”
“Lo sono, assolutamente” concluse alzando lo sguardo.
Lo vidi fissare qualcosa in lontananza, il ciuffo spostato lievemente dal vento.
Spostai lo sguardo dove stava guardando e vidi un ragazzino farci segno.
“Andiamo, tra poco la cena inizia” mi disse stringendo il braccio intorno alle mie spalle e conducendomi verso una stradina sterrata.
“Pensavo avremmo mangiato a casa di Sam ed Emily” dissi spaesata. Dove mi stava portando?
“Quando facciamo le riunioni della tribù siamo soliti fare una grigliata tutti insieme, e poi gli anziani raccontano le nostre storie”
“Ma quindi questa è una riunione della vostra tribù?” chiesi sorpresa lasciandomi guidare ancora da lui
“Esattamente”
“Ma Embry non posso venire, non ne faccio parte, non è il caso che io venga”
“ma smettila, Jake qualche anno fa ci ha portato Bella, e adesso porta sempre Nessie che non fa parte della tribù”
“Ma è il suo imprinting” dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Per un attimo il suo braccio tremò e mi sembrò quasi più pallido del solito.
“Embry?” richiamai la sua attenzione, ma non sembrò sentirmi.
Si aprì un radura davanti a noi e vidi un gruppo di persone sedute intorno ad un fuoco acceso.
“Sei un lupo anche tu, non preoccuparti” si limitò a dire velocemente. Tolse il braccio dalle mie spalle e si incamminò velocemente verso il gruppo.
Ma cosa gli era preso adesso?
Lo seguii standogli dietro, non avevo capito fosse una riunione della loro tribù.
Le riunioni erano qualcosa di estremamente intimo e importante per ogni tribù, ero felice che avesse voluto coinvolgermi ma allo stesso tempo mi sentivo di troppo.
Gli altri erano d’accordo che ci fossi anche io?
“Ciao ragazzi! Vi stavamo aspettando” disse Emily non appena arrivammo più vicini, le sorrisi.
Si alzò in piedi e venne ad abbracciarmi “Ciao Ashley, sono così felice di vederti”
Ricambiai l’abbraccio “ Ciao Emily, sono felice anche io di vedervi”
Una ragazza dietro di lei si avvicinò subito “Tu devi Essere Ashley, piacere di conoscerti io sono Kim…” mi disse porgendomi la mano sorridente. Gliela strinsi sorridendo cordialmente.
“Ciao Shay, ti sei ripresa dall’altra sera?” mi chiese Jacob, abbassai lo sguardo imbarazzata annuendo “ciao Jake… sisi grazie”
“Cos’è successo ieri sera? Vogliamo sapere anche noi” rise Paul addentando una costicina.
“Ti ho detto di aspettare che tutti si siedano, maleducato” la sua ragazza, Rachel, gli tirò un ceffone strappandogli letteralmente la costicina dalla bocca. Risi gustandomi la scena.
“Niente, non stavo tanto bene” mi limitai a rispondere ridacchiando.
Probabilmente, leggendosi nel pensiero, sapevano tutti perfettamente cos’era successo un paio di sere prima, ma preferii non approfondire il discorso.
Cercai con lo sguardo Embry, in tutta questa confusione l’avevo perso di vista, ma non lo trovai.
“Allora come stai Shay? Cosa ci raccontini bello?”mi chiese Jared bevendo un sorso di birra
“Tutto bene grazie… un  po’ stanca” ammisi “tu come stai?”
“Ah io benissimo… ci credo che sei stanca, oggi niente turni strani in ospedale?”
“No, oggi no, per fortuna” sorrisi.
“Ci stavamo chiedendo tutti quando saresti tornata a trovarci…”
Un braccio mi avvolse la vita da dietro stringendomi, subito il calore del suo corpo si unì al mio
 “Jared smettila, la stai importunando come tuo solito?” chiese Embry ridacchiando. Mi sentii subito rassicurata dal suo arrivo, stare in mezzo a tanta gente che conosci poco non è sempre meraviglioso, nonostante loro fossero tutti simpatici e gentilissimi.
“No giuro fratello, non stavo molestando nessuno, questa volta” disse buttandosi in bocca una manciata di patatine e scrollando le spalle ridendo
“Appunto questa volta, non darle fastidio” disse Embry stringendo un po’ di più la presa sui miei fianchi “vieni Shay sediamoci” concluse ridacchiando.
Prendemmo posto su dei grossi tronchi posizionati intorno al fuoco, lui vicino a Jake ed io vicino a Embry e Kim.
Parlai un bel po’ con Kim, mi sembrava una ragazza apposto, molto simpatica e decisamente tranquilla. Mi fece decisamente un’ottima impressione.
Per un attimo invidiai la sua pacatezza anche nel parlare, qualità che purtroppo non avevo mai avuto, ma in fin dei conti la chirurgia d’urgenza ti porta anche a questo.
Parlammo del più e del meno, conoscendoci meglio.
Terminata la cena, dopo aver sparecchiato e buttato via i resti della cena spazzolata, venne abbassato il fuoco. L’atmosfera che ci creò era quasi surreale.
Per un attimo mi sentii a casa, dopo mesi e mesi di lontananza.
Nonostante non fosse la mia tribù, nonostante non fosse il mio branco, era così che mi sentivo… a casa.
La mano di Embry scivolò sulle mie gambe, ed iniziò ad accarezzarmi lentamente mentre mi persi ascoltando le parole degli anziani.
 
 
Quando terminarono i racconti, sbattei gli occhi qualche volta per tornare alla realtà.
Era incredibile come ogni volta, ascoltare la storia delle tribù indiane, potesse ricreare un’atmosfera talmente surreale da sembrare quasi magica.
Magica come il sangue che scorreva nelle nostre vene in fin dei conti.
Quale verità scientifica avrebbe mai potuto spigare quello che ci accadeva?
Per anni, mentre studiavo medicina, cercai delle risposte, qualcosa che potesse spiegarmi scientificamente, fisicamente e fisiologicamente la nostra trasformazione, ma non giunsi mai a niente.
“Tutto bene? Allora ti è piaciuto?” mi sussurrò all’orecchio Embry.
“Tantissimo… stando lontana dalla mia riserva, era tanto tempo che non partecipavo ad una riunione di questo tipo… ti ringrazio per l’invito Embry”
“Sono felice che ti sia piaciuta” disse sorridendomi e dandomi un veloce bacio sulla guancia.
Scattò in piedi “aspettami, arrivo subito, vuoi una birra o qualcos’altro da bere?”
“una birra va benissimo, grazie” risposi sorridendo.
Lo guardai dirigersi verso casa per prendere da bere, aveva dei jeans lunghi ed un maglioncino blu scuro sopra. Decisamente leggero per la stagione.
Ma in fin dei conti anche io indossavo una semplice giacca di pelle,quindi…
“C’è feeling tra di voi” la voce di Kim attirò la mia attenzione e mi voltai subito verso di lei
“Cosa?”
“Tra te ed Embry… c’è feeling” ripeté sorridendomi.
Abbassai lo sguardo imbarazzata “beh… si dai…”
“Si dai? Non l’ho mai visto così con una ragazza” rise
“In che senso?”
“Beh… Embry è sempre stato uno che ci sa fare con le ragazze… ne ha avute parecchie… ma non l’ho mai visto comportarsi così come fa con te! E il fatto che tu sia qui ne è la prova”
“Ed è un bene secondo te?” le chiesi avvolgendo le gambe con le braccia
“Beh… questo dipende da quello che vuoi tu” rise sistemandosi la frangetta “ma mi sembra che tu la tua scelta l’abbia già fatta”
Appoggiai il mento sulle ginocchia, avevo già fatto una scelta?
Perché ero così incerta? Sapevo perfettamente cosa dovevo fare… dovevo chiamare…
“Ecco qui la tua birra”
Alzai lo sguardo verso la birra che Embry mi stava porgendo sorridente.
“Grazie” la presi e l’aprii mentre lui si sedette nuovamente affianco a me. Guardai per un attimo Kim che mi fece un occhiolino, ridacchiai senza farmi vedere.
Mi stava proprio simpatica!
“Allora Kim, come procedono gli studi?” chiese Embry sorseggiando la sua birra
“Bene,grazie Embry. Questo mese sono riuscita a dare due esami…” si voltò verso di me “studio economia, ma per pagare la retta del college devo lavorare… quindi sono un po’ indietro con gli esami, ma sono quasi alla fine” disse spiegandomi.
“beh sei bravissima… non è facile lavorare e studiare insieme”
“No per niente, la maggior parte delle volte devo chiedere dei cambi per poter frequentare delle lezioni obbligatorie o per fare degli esami che altrimenti non potrei dare… è dura, ma piano piano ce la sto facendo. Tu invece cosa fai Ashley?”
“Io sono un medico, sto facendo il primo anno di specializzazione in chirurgia d’urgenza a Seattle…”
“Wow… mamma mia… tu si che hai le palle” disse spalancando gli occhi
Ridacchiai abbassando lo sguardo “dipende dalle situazioni, mettiamola così”
“E ti piace?”
“Non potrei fare nient’altro” dissi sicura bevendo un altro sorso della mia birra
“Io lavoro a Seattle, in un bar… lavoro come cameriera al Rosenow, non so se lo conosci… magari qualche volta puoi passare a trovarmi, o possiamo berci qualcosa insieme”
“Certo assolutamente, mi farebbe molto piacere”
“Perfetto, io vado ragazzi, si è fatto tardi… devo recuperare Jared prima che finisca tutte le scorte di birra dei prossimi 6 mesi” rise “è stato un piacere! Buonanotte”
“Buonanotte ciao Kim”
“Ah… sabato sera do una festicciola nel locale in cui lavoro per il mio compleanno, mi farebbe piacere che tu venissi” concluse facendomi l’occhiolino prima di andare via.
“Allora ci verrai alla festa?” mi chiese all’orecchio Embry.
Il suo fiato caldo sul mio collo per un attimo mi fece perdere la ratio.
Ok, calma Shay, continua a ragionare.
“Si” risposi sorridendo voltandomi verso di lui.
Le sue labbra così morbide e rosee erano decisamente troppo vicino alle mie ed i suoi occhi scrutavano i miei. I nostri nasi si sfiorarono.
Le nostre labbra si sfiorarono per qualche attimo…
La suoneria del mio telefono ci interruppe improvvisamente facendomi sobbalzare e riportandomi alla realtà.
“Scusa… devo rispondere” farfugliai tirando fuori il telefono dalla tasca.
“Si pronto Dottoressa Rivera, mi dica tutto…mmhmmh… si è  stato operato un paio di giorni fa da me e il Dottor Roy… va bene, arrivo” chiusi il telefono e bloccai lo schermo.
“Devi andare vero?”
Annuii decisamente contrariata, fosse stato per me sarei rimasta li per sempre.
“Devo fare delle ricerche, il mio capo le vuole sulla sua scrivania entro le 9 di domani mattina…” guardai l’orologio “ e sono già le 11.30, direi che devo muovermi”
“Va bene, ti riporto a casa”
“no, non preoccuparti, mi arrangio, tu rimani qui con i tuoi amici” dissi alzandomi in piedi
“Non esiste baby ti porto io e ti offro anche un caffè, così sarai pronta per passare questa nottata sui libri” disse incamminandosi infilando le mani in tasca.
Lo guardai per un attimo sorridendo, era davvero un tesoro.
Lo raggiunsi velocemente e lo affiancai “grazie Embry”
 
 
Sabato sera
 
Svoltai all’ultima stradina sulla sinistra e proseguii avanti.
Rilessi il messaggio che mi aveva inviato Kim il giorno prima, l’indirizzo era giusto, la via anche…
Improvvisamente una luce attirò la mia attenzione e finalmente lessi l’insegna “Rosenow”.
Accelerai il passo, per quanto fosse possibile indossando le scarpe con il tacco, e finalmente arrivai davanti all’ingresso. Gettai uno sguardo all’interno. Il locale era molto carino ed elegante, dei divanetti rossi in velluto circondavano dei tavolini in vetro e la parete dietro al bancone del bar era tappezzata di bottiglie.
Aprii la porta ed entrai subito, il caldo ed il profumo di Mojito furono la prima cosa che sentii.
Mi guardai intorno, avevo avuto parecchi problemi per decidere come vestirmi. Alla fine avevo optato per un tubino in velluto nero, con delle decorazioni argento senza spalline e delle scarpe con il tacco nere. Mi ero raccolta i capelli creando uno chignone di treccia e avevo steso un velo di trucco, eyeliner e rossetto. Niente di troppo elaborato, semplice ed elegante.
A quanto pare non avevo affatto sbagliato outfit e, più tranquillizzata, iniziai a cercare gli altri in giro.
La figura di Kim attirò la mia attenzione.
Era davvero bellissima!
Un vestito blu a maniche corte le fasciava il corpo perfettamente fino a metà polpaccio ed era slanciata da delle decolté nere.
Mi avvicinai e subito Kim si accorse del mio arrivo “Ciao Ashley! Che bello vederti” mi disse venendomi incontro “sono così contenta che tu sia riuscita a venire!” disse abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio “Grazie a te per l’invito Kim e tantissimi auguri! Sei davvero stupenda”
Rise “Io? Ti sei vista? Sembri una modella! Dai vieni, togliti il cappotto, dallo a me”
Tolsi il cappotto e glielo consegnai ringraziandola.
Un braccio caldo e decisamente muscoloso avvolse la mia vita facendomi voltare.
“Sei stupenda questa sera” sussurrò Embry a pochi centimetri dalle mie labbra
Per un attimo ebbi l’impulso di baciarlo, ma mi trattenni viste le circostanze.
“Anche tu non sei niente male” dissi a bassa voce sorridendo.
La camicia bianca gli fasciava perfettamente il torace e le maniche erano arrotolate con molta cura fino a metà avambraccio, ed i pantaloni eleganti gli calzavano alla perfezione.
Mi sorrise, con uno di quei sorrisi con cui probabilmente aveva conquistato molte ragazze perché dio, era davvero bellissimo.
“Vieni, andiamo a sederci” disse conducendomi verso uno dei divanetti.
Prendemmo posto vicino a tutti gli altri.
“Ciao Shay, che bello vederti, non pensavo saresti venuta” disse Jake salutandomi
“Perché mai non sarei dovuta venire?”
“beh non lo so… sei sempre a lavoro”
“So anche divertirmi Jake, lo sai bene” ridacchiai seguita da lui ed Embry.
“Oh ragazzi” disse Jared prendendo posto vicino a Jacob “non vi sembra che quel tipo stia troppo attaccato a Kim?”
Voltai lo sguardo nella direzione in cui il suo era fisso da qualche minuto, Kim stava ridendo e chiaccherando molto tranquillamente con un ragazzo che non avevo mai visto.
“A me sembra stiano solo parlando” commentai continuando a guardare
“Oh ciao Shay, scusami non mi ero accorto che tu fossi arrivata… stai benissimo questa sera” commentò Jared guardandomi “non so… a me sembra che lei stia ridendo un po’ troppo” aggiunse poi
“Smettila fratello sei paranoico, da quando si sono conosciuti non fai altro che pensare male” disse Jacob
“Ma chi è quel tipo?” chiesi cercando di capire meglio la situazione
“Un tizio che Kim ha conosciuto una sera al bar mentre lavorava… poi si sono visti un paio di volte per qualche caffè e per studiare insieme perché hanno scoperto di frequentare lo stesso college” mi spiegò Embry
“E da quando ha conosciuto questo tipo Jared non fa altro che pensare a cose strane” concluse Jake
“Io basta, non ce la faccio più” disse Jared alzandosi improvvisamente in piedi. Prese il primo bicchiere sul tavolo che gli capitò a tiro e se lo scolò in un solo sorso.
Lo guardai ingurgitare quel drink che aveva decisamente poco di analcolico e poi partì spedito verso Kim.
“Ma cosa vuole fare?” chiesi piuttosto preoccupata. Embry e Jake scoppiarono a ridere “Jared è un coglione, Kim non noterebbe mai nessun altro… è innamorata di Jared da quando abbiamo 11 anni… quando Jared ha avuto l’imprinting con lei probabilmente è stato il momento più bello della sua vita. Quei due sono fatti per stare insieme” commentò Embry.
Lo guardai per un attimo spostando poi lo sguardo di nuovo su Jared che, nel frattempo, si era avvicinato a Kim e a quel tipo e aveva avuto la brillante idea di prenderla e ficcarle la lingua in bocca davanti al tipo che ovviamente se n’era andato decisamente imbarazzato.
Risi scuotendo la testa.
“Voi uomini siete assurdi” commentai prendendo in mano un bicchiere di long Island.
“Perché voi donne no? Siete facilmente corruttibili” ridacchiò Embry sorseggiando il suo drink
“In che senso?”
“vi basta qualche attenzione in più, qualche regalo ed è fatta… ci mettete poco ad andare con un altro”
“No guarda forse ti stai confondendo con la figura maschile, dato che a voi uomini basta trovare una che vi dia tutto quello che volete… capite cosa intendo… per mandare a quel paese la vostra donna”
“E’ tutto facile quando non c’è di mezzo l’imprinting” ridacchiò Jake guardando Embry.
Non capii il loro scambio di sguardi, ma decisi di ignorarlo.
“Quando entra in ballo l’imprinting tutto si complica. Vuoi solo lei, lei e nessun altro” concluse Embry.
Lo guardai perplessa bevendo un altro sorso del mio drink “sembra quasi che tu l’abbia provato da come lo descrivi… hai avuto l’imprinting con qualcuna?” gli chiesi a bruciapelo lasciandolo decisamente spiazzato.
Le sue mani tremarono impercettibilmente.
Dovevo saperlo.
Non potevo permettermi di perdere la testa per qualcuno destinato a stare con qualcun altro.
Il mio cuore iniziò a battere velocemente quando notai che la risposta tardava ad arrivare.
“Beh no… ma leggo nella testa dei miei fratello e vedo cosa provano” farfugliò finendo in un sorso il suo drink. Lo guardai meglio, non capivo se potevo fidarmi di quello che mi stava dicendo o no.
Il suo sguardo non tradì alcuna emozione.
Guardai Jake, che aveva avuto la bellissima idea di voltarsi da tutt’altra parte lasciandoci un po’ di privacy nel discorso. Peccato, forse da lui avrei potuto capirci qualcosa in più.
Per un attimo mi resi conto che, anche se le parole di Embry fossero state vere, il lato negativo c’era comunque. Se non aveva ancora avuto l’imprinting questo voleva dire che un giorno avrebbe potuto averlo.
Ma perché mi stavo preoccupando tanto?
In fin dei conti c’era stato solo qualche bacio tra di noi e niente di ufficiale.
Non avrei più dovuto pensarci.
“Hai mai pensato di fare lamodella?” mi chiese improvvisamente cambiando totalmente discorso.
“Sono un medico… direi di no” risposi, ma che domanda era?!
“Peccato perché saresti stata perfetta”
“Facevo la cheerleader però” dissi ridendo “non è proprio la stessa cosa ma vabbe”
“Oddio… eri quel tipo di ragazza? Quelle che vanno sempre in giro tiratissime e altezzose?” mi chiese facendo finta di essere sconvolto. Scoppiai a ridere tirandogli una pacca sulla spalla “ma smettila, no! Non ero assolutamente così, te lo assicuro”
“Mi sono sempre piaciute le cheerleader” commentò sistemandosi sul divano e facendomi l’occhiolino.
Scossi la testa in segno di disapprovazione “sei un caso perso Embry”
“Oh eccome se gli piacevano le cheerleaders” si intromise Paul ridendo “si è portato a letto metà squadra di cheerleaders della Forks high school, nonostante noi frequentassimo la scuola della riserva” concluse ridendo. Mi voltai sorpresa verso Embry “ah, metà squadra?” gli chiesi ridacchiando ironicamente
“Paul è un cretino esagera sempre” disse fulminando con lo sguardo Paul “me ne sono fatta qualcuna dai…” concluse alzando le spalle buttando giù uno shot.
Ne buttai giù altri due anche io, avevo decisamente bisogno di bere dopo aver saputo che il ragazzo che mi piaceva era andato a letto probabilmente con metà Forks.
Aspetta un attimo, avevo davvero pensato “il ragazzo che mi piace”?
Ero fottuta.
La testa iniziò a girarmi abbastanza dopo questi due shot, segno che mi sarei dovuta fermare se non avessi voluto rifare la stessa fine di qualche sera prima. Ma avevo proprio voglia di divertirmi, quindi ordinai un altro drink.
“Non te la sei presa vero?” mi chiese Embry all’orecchio per non farsi sentire da nessuno
Ridacchiai “perché dovrei, infondo non c’è niente tra me e te no?”
Lo vidi sorridere strafottente e buttare giù un altro shot “no infatti” disse appoggiando la mano sulla mia gamba iniziando ad accarezzarla.
“Allora perché mi stai toccando?” gli chiesi avvicinandomi alle sue labbra.
Avevo deciso, avrei fatto il suo gioco.
Guardò per un attimo le mie labbra e spostò subito lo sguardo altrove sorridendo “perchè mi piace la tua pelle” mi sussurrò avvicinandosi al mio orecchio.
Un brivido mi percorse la schiena quando il suo fiato caldo arrivò sul mio collo.
“Non puoi toccarmi così quando ti pare Embry” gli dissi allontana domi un po’ e ristabilendo le distanze. Il suo sguardo si abbassò sulla mia scollatura “e neanche guardarmi le tette” conclusi cercando di tirargli un ceffone. Ovviamente mi bloccò il polso prima che potessi raggiungere il contatto con la sua pelle.
Rise.
E per un attimo ebbi davvero voglia di ammazzarlo.
Improvvisamente il suo telefonò squillò.
Guardo un attimo il display “scusami devo rispondere”.
Si alzò in piedi e si allontanò per rispondere.
Non appena si allontanò, rilassai tutti i muscoli che erano stati in tensione fino ad ora, a causa dei suoi continui sguardi. Mi appoggiai al divanetto, perché mi faceva questo effetto?
Mi resi conto che la testa mi girava, tanto anche.
Ridacchiai da sola continuando a sorseggiare il mio drink, era decisamente una bella festa!
“Era mia madre” disse sedendosi di nuovo accanto a me “ha il turno di notte e crede di aver lasciato accesa una pentola sul fuoco. Devo tornare a spegnere tutto se non voglio che casa mia vada a fuoco. Vado e torno qui” sbuffò alzandosi in piedi. Lo vidi guardarsi intorno per un attimo decisamente spaesato.
“Tutto bene?” gli chiesi
“si, mi gira solo un po’ la testa “ ridacchiò
“Ti accompagno, vengo con te”
“Sei sicura?”
“In due il viaggio sembra più breve no?” dissi alzandomi in piedi. Mi attaccai subito a lui scoppiando a ridere “non so chi sia messo meglio tra i due, ma andiamo” conclusi.
Embry spiegò a tutti cos’era successo brevemente e in pochi minuti ce ne andammo.
Tra una risata e l’altra riuscimmo ad arrivare a casa di Embry sani e salvi.
Non so come precisamente, ma ci riuscimmo.
Arrivati sotto il portico di casa sua, inserì la chiave nella serratura e la girò.
Aprì la porta ed entrammo in casa, mi resi conto che era già la seconda volta che entravo in casa sua nel giro di pochi giorni. Mi tolsi il cappotto, appoggiandolo sul divano.
Embry si diresse subito verso la cucina…
“Dannazione, mia mamma si era davvero dimenticata il fuoco acceso. Per poco non andava a fuoco la casa…” rise spegnendo il fornello.
Lo raggiunsi ridendo a mia volta “può capitare Embry… è sempre così piena di cose da fare”
“Si ma dovrebbe stare più attenta può essere pericoloso”
“Hai ragione”
Si voltò ed il suo sguardo volò sulla mia figura.
Si soffermò per qualche attimo sulle gambe nude “sei stupenda questa sera” disse improvvisamente guardandomi negli occhi.
Risi avvicinandomi a lui, mi fermai a pochi centimetri da lui “solo questa sera?” chiesi provocandolo.
Sorrise strafottente, con una mano mi sistemò una ciocca di capelli che doveva essere scappata dalla mia acconciatura dietro all’orecchio e, lentamente, sfiorandomi il collo, arrivò alla spalla.
“Hai due tatuaggi dietro alle braccia, non me n’ero mai accorto” sussurrò al mio orecchio mentre un brivido percorse la mia schiena.
Trattenni il respiro, i bicchieri bevuti poco prima non mi permettevano di pensare razionalmente.
“Non ne ho solo due” risposi sorridendo a mia volta “solo che gli altri non puoi vederli”
Senza alcun preavviso, si abbassò e mi baciò il collo.
Appoggiando le mani sul suo petto, lo spinsi via immediatamente “non penserai di potermi conquistare come tutte le altre che ti sei fatto in questi anni” ridacchiai appoggiandomi al tavolo.
“Questo non l’ho mai pensato” disse ridendo a sua volta “sono curioso, dove ce li avresti gli altri tatuaggi?” mi chiese appoggiandosi al bancone della cucina ed infilando le mani in tasca.
Avevo cinque tatuaggi in realtà, tutti molto piccoli.
Due dietro le braccia, che erano i tatuaggi della mia tribù, una piccola scritta sulla schiena, un cerchietto sulla caviglia ed una mezza luna appena sotto il reggiseno lateralmente.
Sorrisi “Questo non te lo dico”
Sorrise scuotendo la testa, aprì la dispensa e ne tirò fuori una bottiglia di Tequila. La aprì e ne bevve un sorso per poi porgermela “vuoi?”
“Grazie” dissi prendendo in mano la bottiglia e bevendone subito un sorso.
Quanto amavo la tequila.
Abbassai leggermente la scollatura del vestito di lato, in modo tale che potesse vedere la mezza luna “eccolo qui un altro dei miei tatuaggi” dissi ridendo e bevendo un altro sorso di tequila.
Ero sempre stata una brava provocatrice, e questa volta, avendo un seno decisamente abbondante e non indossando neanche il reggiseno, la provocazione mi era decisamente venuta bene.
Risi guardando la sua faccia diventare paonazza.
“Che c’è Embry? Adesso fai il timido?” gli chiesi appoggiando la bottiglia sul tavolo.
Si riprese subito “niente che non abbia già visto in fin dei conti no?” disse avvicinandosi pericolosamente a me. Mi bloccò tra il tavolo ed il suo corpo, appoggiando le mani dietro di me.
Trattenni il respiro per un attimo, mi ero cacciata in un bel guaio.
“Mai provocare un lupo Shay” ridacchiò abbassandosi sul mio collo.
Improvvisamente, prima che io potessi pensare razionalmente, le sue labbra si scontrarono con le mie.
Mandai a quel paese tutte le limitazioni che mi ero data.
Lo volevo.
Avvolsi il suo collo con le braccia approfondendo il bacio e le sue mani iniziarono a vagare sul mio corpo facendomi perdere la testa.
In un attimo la sua mano si infilò sotto la gonna del mio vestito e iniziò a giocherellare con il pizzo delle mie mutande. Gli afferrai una spalla facendo aderire meglio i nostri corpi e in un attimo, spostando la mano sul mio sedere mi fece sedere sul tavolo.
Con un amano mi abbassò la scollatura del vestito, iniziando a lasciare una scia di baci dal collo fino al seno. Trattenni un gemito di piacere e gettai la testa all’indietro.
Dio, quanto mi faceva impazzire questo ragazzo.
La mia testa era vuota.
Mi prese in braccio e velocemente iniziò a camminare verso le scale.
Entrammo in camera sua senza mai staccarci e smettere di baciarci, era come una droga. Le sue labbra morbide continuarono a torturare le mie.
I miei piedi toccarono il pavimento proprio davanti al suo letto.
Sfilai le scarpe senza smettere di baciarlo e in un attimo gli sbottonai tutti i bottoni togliendogli la camicia.
Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata mentre qualcosa dentro di me mi diceva di prenderlo e non lasciarlo andare via mai più.
Mi fece stendere sul letto delicatamente e mi sfilò il vestito.
Rimase per qualche attimo a guardarmi, mi guardò in un modo strano, come se fossi la cosa più bella del mondo. Non mi ero mai sentita così.
“Sei bellissima” farfugliò prima di rigettarsi sulle mie labbra prendendo posto tra le mie gambe.
In un attimo sparirono anche tutti i suoi vestiti.
Le mia mani continuavano a vagare sulla sua pelle liscia e ancora più calda del solito.
Guardandomi negli occhi entrò in me e mi lasciai sfuggire un gemito di piacere.
In un attimo tutto cambiò.
Tutto per me divenne diverso.
Io e lui. Lì, in quel momento.
Era come se fosse la cosa più giusta che stessi facendo da mesi.
Stavo bene, stavo terribilmente bene.
Iniziò a spingere lentamente, il suo profumo ormai era dentro di me.
Baciai il suo collo caldo e subito intrappolò le mie labbra tra le sue aumentando le spinte.
Non riuscii a trattenere gemiti di piacere, rendendomi conto che probabilmente stavo facendo il sesso più bello di tutta la mia vita.
Avvolsi le gambe intorno alla sua vita e le spinte divennero sempre più profonde.
La testa iniziò a girarmi da tutte le emozioni che stavo provando insieme.
Sentii il mio cuore battere all’impazzata, o forse era il suo, questo non lo riuscivo a capire.
“Em…bry…” riuscii solo a farfugliare prima di raggiungere l’orgasmo seguita da lui.
Si accasciò su di me appoggiando la fronte sulla mia.
Chiusi gli occhi, proprio con lui. Ascoltai il suo respiro, ancora affannato dallo sforzo proprio come il mio.
Mi concentrai per ristabilire una frequenza respiratoria normale.
La mia testa, per la prima volta dopo mesi, forse dopo anni, era vuota. Priva di tutti quei pensieri che mi avevano sempre causato problemi o ripensamenti.
Nessun ripensamento questa volta, nessun rimorso.
Avevo fatto la cosa giusta.
Non sapevo perché, ma sentivo che era così.
Si spostò lasciandosi cadere sul materasso affianco a me.
Rimasi in silenzio, ancora troppo sconvolta per parlare, aspettando dicesse qualcosa lui.
Si voltò verso di me, baciandomi come non aveva mai fatto prima. Una delicatezza che mai prima aveva usato. Ricambiai il bacio, mentre una sua mano scivolò sul mio seno.
“Mi fai perdere la testa Ashley” disse staccandosi e guardandomi negli occhi… “ti va di dormire qui con me?”
“E la festa?”
“gli altri capiranno” ridacchio.
Ci pensai un attimo “va bene” dissi voltandomi verso di lui e appoggiando la testa sul suo petto. Le sue braccia subito strinsero il mio corpo e mi diede un bacio sulla testa.
“Buonanotte principessa” disse ridendo felice.
“Buonanotte Embry” conclusi sorridendo e stringendomi di più a lui.
 

 
 
 
 
 
  
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