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Autore: valedia    29/11/2018    0 recensioni
Mia Summer, ventenne di Wolwerhampton dopo la perdita, a causa di un'incidente, dei suoi genitori, diventa alcolizzata.
Liam Payne, venticinquenne di Wolwerhampton, alcolizzato cronico, si troverà a far la guerra con i suoi fantasmi del passato. Si incontreranno? Liam dirà che è stato lui a strapparle i genitori?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come al solito,da più o meno tre anni, mi ritrovo al bancone di un sudicio bar, dalle pareti color panna andata a male, sgabelli malconci, e il legno della porta mangiato dai tarli.
Il barista, che so chiamarsi Adam, appena mi vede, mi sorride compiaciuto, e mi versa il solito: due dita di rhum con tre cubetti di ghiaccio. Gli sorrido di rimando, e comincio a sorseggiare il primo di una lunga lista di drink, che saziano, a metà, il mio senso di colpa.
Era una fredda serata di autunno, le scuole erano chiuse, ed io stavo appena tornando a casa, da una festa a casa di un mio compagno di liceo.
"Ce la faccio a guidare" dissi sicuro delle mie capacità motorie. Avevo bevuto un paio di bicchieri di punch,mi ero divertito,  e arrivata una certa ora, ero uscito per mettermi alla guida della mia utilitaria. La metto in moto, accendendo il riscaldamento, dato che l'aria pungente di autunno, entrava nelle ossa.
Mi strinsi nella mia felpa rossa con il cappuccio, misi le mani sul volante, e ingranai la marcia. Non feci caso ad un semaforo rosso, continuai la mia corsa, e, contromano, presi in pieno un'altra macchina. Spaventato, scesi dalla mia auto, e andai a controllare le condizioni degli altri passeggeri. La scena che mi si presentò davanti  mi spiazzò del tutto: l'uomo, sulla cinquantina, con la testa sul volante, mentre la donna al suo fianco, con il viso insanguinato, e piena di pezzetti di vetro su di esso. Con le lacrime agli occhi, presi il telefono dalla tasca del jeans,  chiamai l'ambulanza, e me ne andai.
Da quel giorno, non faccio che maledirmi ogni secondo della mia esistenza. Ho rovinato una famiglia, ho ucciso delle persone, e non potrei non sentirmi una merda, e in colpa. Sarei dovuto morire io in quell'incidente, non loro.
" Dammene un'altro, Adam" dico capovolgendo il bicchiere sul bancone, e prendendo l'altro drink, prontamente  preparato e messo sotto al mio naso.
Bevo anche il secondo, e in me che non si dica, mi ritrovo appoggiato ai muri esterni del locale, a vomitare come un dannato. Mi passo la manica della felpa sulle labbra, il sapore amaro della mia bile, mi fa voltare ancora di più lo stomaco.
Mi metto in piedi, -se, certo!- e mi costringo a camminare fino ad arrivare a casa. Una volta arrivato, fatico per un paio di minuti a mettere la chiave nella toppa, e quando ci riesco, entro dentro, e inciampo nel tappeto all'ingresso " Maledetto tappeto!" Lo prendo a calci, e mi rimetto in piedi. Vado in cucina, e mi verso un bicchiere d'acqua fredda, mandandolo giù tutto d'un fiato. Chi sono io? Cosa è successo al Liam prudente, sociale, simpatico?
Quell'incidente mi ha cambiato la vita, nel vero senso della parola. Sono diventato un'alcolizzato cronico. Chi ha detto che bere fa dimenticare, è un grandissimo stronzo bugiardo! Scuoto la testa, metto il bicchiere nel lavandino, e vado in bagno, apro l'acqua della doccia e chiudo la porta.
Nel mentre si riscalda mi spoglio, e mi guardo allo specchio. La barba rasata la settimana scorsa, i capelli tutti arruffati, gli occhi rossi e liquidi, le guance incavate.  Da quando mi trascuro così? Da quando, tre anni fa, hai ucciso delle persone?
Mi beffa la mia coscienza, prendendosi gioco di me. Stringo i pugni, devo darmi da fare, trovare un lavoro, redimere la mia anima, ormai nera, e rimettermi in carreggiata. Entro nella doccia, e comincio ad insaponarmi i capelli, per poi prendere la spugna e insaponarmi il corpo.
Devo ritornare in palestra, rimettermi in gioco e tornare ad essere quel Liam simpatico e dolce, che ero un tempo, prima della tragedia. Esco dalla doccia, metto un' asciugamano in vita e torno in camera. Apro l'armadio e cerco cosa indossare: jeans nero, strappato sulle ginocchia, maglia bianco panna a maniche corte, e un giacchetto di jeans del medesimo colore. 
Torno in bagno, e mi asciugo i capelli, li sistemo con il gel e sono pronto per uscire, e ritrovare quel ragazzo giovane e spensierato che ero prima.
   
 
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