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Autore: Feisty Pants    29/11/2018    1 recensioni
Seguito di "High School Holmes".
Anna, Kristoff, Judy, Nick, Elsa, Jack e amici hanno ognuno la propria vita. Lavoro, amicizia, famiglia, felicità ma anche tante difficoltà quotidiane. Ora, come protagonisti, ci sono i loro figli immersi nella scuola e in tutte le sue avventure. La ribelle Emma, la dolce Ariel, la calma Aurora, il musicista Michele e tanti altri vivranno dei momenti significativi per ogni adolescente. Anna, Kristoff e company riusciranno ad affrontare la missione più difficile di tutte, ovvero essere dei buoni genitori?
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO III

AMICHE CRESCIUTE

 
“Buongiorno principessa” sorrise un uomo biondo con gli occhi celesti intento ad abbottonarsi la camicia.

“Jack, vai già?” chiese la donna dalla chioma dorata stropicciandosi gli occhi per poi ricadere sul cuscino.

“Dormi pure, Aurora è già andata a scuola. Io ho un’udienza tra un’ora. Tu continui a poltrire dormigliona?” rise Jack avvicinandosi alla moglie e porgendole la cravatta per farsi aiutare.

“Sei sempre bellissimo!” constatò la moglie ammaliata dall’aspetto del consorte.

“Anche tu. Oggi che fai?” chiese poi lui indossando la giacca.

“Io e Judy abbiamo il giorno libero dal lavoro e come brave donne incinte parleremo un po’, verrà nel pomeriggio” aggiunse Elsa accarezzando il leggero rigonfiamento.

“Che cose da femmine! Ci vediamo stasera, ciao amore!” salutò Jack rubando un bacio alla moglie per poi allontanarsi… e tornare di nuovo da lei per baciarla di nuovo, con più gusto e passione questa volta.

Elsa ormai conosceva bene quella tradizione. Suo marito sapeva che quel minuto in più speso per salutarla meglio magari lo avrebbe fatto arrivare leggermente in ritardo al lavoro, ma sicuramente gli avrebbe permesso di cominciare la giornata con il piede giusto.

Nel pomeriggio…


“Buongiorno signora Bjorgman siamo qui per parlare di sua figlia” iniziò la professoressa di scienze, nonché coordinatrice della classe della ragazza.
“Sì, mi dica quello che ha da dirmi su mia figlia e poi le risponderò” disse Anna sedendosi di fronte.

“Siamo solo all’inizio dell’anno ed è quindi difficile da giudicare. Emma l’anno scorso ha terminato la prima superiore con risultati eccellenti e ci auguriamo che possa fare lo stesso anche quest’anno. Per ora le prime valutazioni, per quanto riguarda la mia materia, sono discrete. Non sta dando il meglio di sé ma alla sufficienza o al sette ci arriva. L’unica cosa che volevo chiederle è se mi può confermare queste due assenze effettuate negli ultimi giorni di settembre e settimana scorsa.” Cominciò la docente mostrando il registro di classe.

“La studentessa Emma Bjorgman esce alle ore 11.00 per motivi familiari”

“La studentessa Emma Bjorgman è stata assente nel giorno 3 ottobre per malattia”

Anna guarda le due giustifiche e cerca di nascondere la sua preoccupazione. Osserva la firma riportata alla fine delle frasi e si meraviglia della bravura di Emma nel copiare perfettamente la calligrafia di Kristoff. Anche Anna aveva provato a falsificare la firma dei suoi genitori durante i primi anni di superiori ma almeno sapeva di averlo fatto solo per l’ebrezza di provare a marinare la scuola ma, Emma perché lo faceva? Dove era andata in quei due giorni?

“Signora Bjorgman? Tutto ok?” riprese la professoressa interrompendo i pensieri della madre.

“Ehm, sì sì. Confermo queste due assenze.” Concluse Anna cercando di farsi vedere sicura. Se avesse smentito la docente avrebbe disposto la sospensione della figlia e non sarebbe stata la scelta migliore in quel momento delicato.

“Bene allora non ho altro da aggiungere” disse la docente facendo per alzarsi.

“Mi scusi, un’ultima domanda. Per caso voi vedete chi frequenta mia figlia? E’ da un po’ che non mi parla dei suoi amici e vorrei capire con chi trascorre le sue giornate” domandò Anna sperando di trovare un indizio.

“In classe la vedo dialogare un po’ con tutti i compagni mentre fuori dall’aula l’ho intravista qualche volta insieme ad un gruppo di giovani di altre classi, ma più di questo non le so dire mi spiace! Se ritiene opportuno che venga monitorata me lo faccia sapere”

“Va bene, grazie mille professoressa e a presto!” concluse Anna stringendole la mano ed allontanandosi dalla scuola.
Quel colloquio avrebbe dovuto aiutarla, invece l’agitò ancora di più: ora sapeva solo che Emma marinava la scuola e a volte usciva con ragazzi di altre classi.

Nel frattempo in un’altra casa…


“Ciao Judy!” salutò Elsa facendo accomodare in casa sua una donna affascinante dai lunghi capelli corvini e gli occhi violacei.

“Che strano vederti senza divisa!” ironizzò la bionda sedendosi in soggiorno.

“Mi mancava la maternità! Ovviamente noi poliziotti dobbiamo stare attenti, non potevo restare in servizio con questo pancione.” Rise l’altra accarezzandosi il grembo.

“Come sta procedendo? Avete saputo qualcosa sul sesso del nascituro?” domandò Elsa offrendo una tazza di thé all’amica.

“Potremmo saperlo ma abbiamo deciso di non volerlo vedere. Sarà una sorpresa quando nascerà. Michele è in trepidazione anche se manca ancora un po’!”

“Che bello! Nick e sua madre invece?” chiese Elsa sapendo di aver toccato un tasto dolente.

“Nick sta benissimo, ora si occuperà lui del lavoro. Sua madre purtroppo peggiora. La mia cura ha potuto solo rallentare il tutto, ma ora le rimane poco. Grazie a Michele si sta godendo questi ultimi attimi. Per ora dobbiamo tenercela stretta. Tu invece?” ricambiò Judy puntando al grembo dell’amica.

“Sto per entrare nel terzo mese. Non ci credevo più sai? Sono anni che Aurora ci chiede un fratellino ed ora, anche se hanno molti anni di distanza, potranno finalmente stare insieme. Lo sai meglio di me purtroppo… non è facile avere dei figli” spiegò Elsa abbassando lo sguardo.
Dopo l’arrivo di Aurora, lei e Jack provarono e riprovarono ma il secondo figlio non voleva proprio arrivare.

“Lo so cara, è quasi questione di chimica. E’ uno dei processi più semplici ma anche complessi che esistono in natura. Rapunzel ed Anna le hai sentite recentemente? Merida dovrebbe tornare in Italia verso Natale, ovviamente faremo il solito pranzo tutti insieme.” domandò lei cambiando di nuovo discorso.

“Rapunzel è in tour. Ora è in Francia a suonare presso un’orchestra molto importante. Anna invece…”

Elsa non fece a tempo a terminare la frase perché ecco lo schermo del cellulare illuminarsi e squillare.

“E’ Anna, parli del diavolo e spuntano le corna proprio!” rise la bionda accettando la chiamata e portandosi il cellulare all’orecchio.

“Elsa, sono disperata. Ho appena finito di parlare con i professori! Emma marina la scuola!” urlò Anna dall’altra parte dell’apparecchio e la sua voce era talmente forte da essere sentita pure da Judy.

“Come mai si sta comportando così? Dove sei tu adesso?” domandò la sorella maggiore inarcando le sopracciglia dubbiosa.

“Sto per salire in macchina. Non ne ho la più pallida idea! Magari dovrei contattare Judy e chiederle di pedinare Emma e…”

“Vuole che arresti sua figlia?!” sussurrò Judy continuando a sentire la conversazione.

Elsa scoppiò a ridere e, dopo aver scosso la testa, fermò i fiumi di parole della sorella.

“Anna, Anna, fermati! Ascolta, vieni a casa mia che ne parliamo. Judy è qui con me e ha sentito tutto, vedremo come aiutarti. Magari Jack potrà fare anche un esposto alla procura per questa cosa.” Ironizzò la maggiore provocando anche la risata dell’ospite.

“Pensi che lo possa fare davvero?!” rispose Anna ingenua non capendo la proposta.

“Ma ti pare?! Dai muoviti furia scatenata e raggiungici così ne parliamo con calma” concluse Elsa accennando un ultimo sorriso per poi tornare a parlare con Judy.
Le due amiche avevano scherzato sull’ingenuità di Anna ma, in realtà, anche a loro stava a cuore la storia di Emma e avrebbero fatto di tutto per aiutarla.
  
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