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Autore: fotone    01/12/2018    1 recensioni
Enrico è freddo, distaccato, lontano; eppure, riesce a raggiungere Giulia, la quale è rinchiusa nella sua testa, torturata dai suoi demoni, baciandole le ferite. I loro baci viaggiano e si baciano ovunque, quando decidono di far danzare i loro demoni con i demoni dell'altro.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Siedo sulla panchina che c’è alla fermata del pullman, con una sigaretta tra le dita e lo sguardo puntato sulla pioggia che scende battente sulla strada che ho di fronte. Mi sento vuota, mi sento triste, mi sento oppressa da sensazioni negative e torturata da pensieri autodistruttivi. Vedo arrivare in lontananza il mio amico Enrico, con la solita espressione fredda e distaccata che decora il suo pallido viso. Quando mi saluta e si siede, noto che ha le nocche rovinate; gli chiedo che gli è successo, mi dice che ieri sera ha fatto a botte, come al solito, anche solo per buttare fuori la rabbia e il disgusto che prova per il mondo, con la scusa di una sciocca litigata al bar. Non commento, non avendo lui neanche commentato i miei occhi lucidi e i miei tagli sui polsi. Non ha nemmeno senso avere amici così stronzi ed egocentrici, così concentrati su loro stessi e sul loro dolore, totalmente ignari – o indifferenti – dell’esistenza degli altri e del dolore altrui. Nota il mio silenzio stizzito e mi prende per mano, io intreccio le mie dita con le sue per provare un maggiore senso di affetto, un maggiore senso di protezione; se lui non mi darà sensazioni di benessere, me le prenderò io. Farò finta che sia dolce con me, sperando di manipolare il mio cervello a sentirsi felice, appagato. Lo userò come un pezzo di carne. Mi mette un braccio intorno alle spalle, mi accarezza la guancia e mi guarda negli occhi, chiedendomi il perché di quei tagli. Incredibile, ho attirato la sua attenzione. Gli dico che non sono niente più dell’impulsiva reazione al mio dolore, che non c’è nessuna parola poetica scritta tra quelle righe. Me li accarezza, con occhi tristi. Guarda me, le mie labbra e i miei tagli. Alza il mio braccio a livello del suo viso, e bacia i miei tagli. Sono felice che abbia confutato la triste idea che avevo di lui. Ne sono davvero felice. Dopo aver dato alcuni baci al mio braccio torturato, si volta verso di me e mi mormora: “Giulia, io non voglio che ti faccia male. Io lo merito, perché sono uno stronzo e un coglione, ma tu sei una piccola creatura dolce, indifesa, e delicata: mi prometti che non ti farai mai più una cosa del genere?”. Io sospiro e abbasso lo sguardo; non credo di potere. Lui mi alza il viso con un dito, in modo da far incontrare di nuovo i nostri sguardi. Ci guardiamo intensamente per qualche secondo, mentre lui si avvicina. Finalmente, posa le sue labbra sulle mie. Sento la tiepida morbidezza del suo sorriso, con il gelido distacco del suo piercing al labbro, che mi tortura dolcemente, che lecco teneramente. Metto le mani sul suo viso, accarezzo le sue nocche. Lui le lascia scorrere sul mio corpo, mi tiene il sedere. Mi sposta i capelli dietro l’orecchio, io mi stacco di qualche millimetro e lo guardo, pensando che forse dovrei riempire il mio vuoto di baci e carezze, anziché riempirlo di sangue e di alcol. Mi alzo, decidendo di balzare la scuola, sperando che lui mi segua, cosa che effettivamente fa. Entro in casa mia, proprio di fronte alla fermata, dall’altra parte della strada: gli bacio le labbra ancora una volta, gliele accarezzo, per poi sedermi sul divano, dove mi tolgo i vestiti. Lui si avvicina a me delicatamente, guardandomi come si guarda un fiore, o una statua di cristallo che non si vuole distruggere. Mi accarezza delicatamente, bacia ogni mio centimetro di pelle, mi tocca ovunque, anche dove il suo tocco mi agita, mi fa perdere il controllo. Lo guardo sognante, gli salgo sulla gambe a cavalcioni, seguo le sue azioni incantata. Gli provoco tanto piacere quanto lui ne provoca a me; lo sento gemere, sospirare. Le sue mani esplorano gli angoli più remoti del mio corpo, viaggiano nei punti più rosa. Questo sarà il mio modo di sfuggire al mio dolore, e spero di aiutarlo a proteggersi dal suo. Invece che decorare il mio corpo di distruzione, lo decoreró di piacere. Invece che costringere le mie labbra ad emettere urla, pianti e silenzi, farò del mio meglio per far sì che l'unica cosa che esca da loro siano gemiti e orgasmi.
   
 
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