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Autore: Colpadellestelle_394    01/12/2018    0 recensioni
Come sarebbe la tua vita se fossi allergico alle persone?
Min Yoongi, genio informatico e ricco, a causa di una singolare forma di allergia vive isolato e lontano da ogni tipo di contatto con gli umani
Finché un giorno la sua esistenza viene incontro a quella di Park Jimin, o meglio dire AG-3.
AG-3 è un robot di sembianze umane, ideato dal Team Santa Maria guidato dallo scienziato Kim Taehyung. Il caso farà che il robot abbia esattamente le sembianze di Park Jimin.
Come si intrecceranno le esistenze dei due protagonisti?
"E' possibile amare un robot? "
ATTENZIONE:
Questa storia è ideata sulla base del drama Sudcoreano "Non sono un Robot", scritto da Kim Sun-mi.
Genere: Comico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: Lemon, Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fallacia alia aliam trudit.
(Un inganno tira l'altro, Terenzio)

*

*

*

"Bene!" Il professor Kim Taehyung battè le mani, facendo avanti e indietro per la stanza; rivolgeva un sorriso smagliante al suo Team.

"Jungkook, come sono andato?" Fece un occhiolino al compagno di squadra, che alzò gli occhi al cielo.

"Bene professore... è andato bene..."
Il suddetto sospirò, continuando a tenere gli occhi incollati allo schermo del computer.

L'indomani mattina avrebbero dovuto mandare AG-3 a fare un test di prova nella casa del direttore Min Yoongi. Il test sarebbe durato tre ore, ovvero il lasso di tempo della batteria del robot.

"Aish... sono così stanco..." Kim Namjoon sbadigliò, tenendo in mano una lattina di birra; accanto a lui Kim Seokjin, occhi stanchi e occhiaie fino al mento.

AG-3 intanto, era sottoposto agli ultimi controlli, busto scoperto e cavi in vista. Gli occhi azzurri del robot fissavano il nulla mentre un braccio elettrico, controllato da Jungkook, montava alcuni pezzi all'interno del suo petto.

Jungkook si strofinò gli occhi, staccandoli per un momento dallo schermo e rivolgendoli ai compagni.
Impallidì all'istante quando vide la lattina di birra in mano a Namjoon.

"HYUNG" Si alzò di scatto, facendo voltare il collega con sguardo interrogativo

"Lo sai che se solo un goccio d'acqua o di qualunque altra sostanza finisce tra gli ingranaggi tutto va in corto circuito e siamo NELLA MERDA???"
Dopodiché il ragazzo, dopo aver lanciato un'occhiata fulminante al collega, si era seduto nella sua postazione e aveva continuato a fare ciò che faceva prima.

Taehyung si era fermato, facendo per la seconda volta un occhiolino a Jungkook. "Rude, Kookie..."

Namjoon era rimasto per un momento fermo a fissarlo, interdetto, poi aveva annuito.

"Si... sto andando a buttarla, guard-AH"

Jin si era coperto gli occhi.

Namjoon era appena inciampato in uno dei tanti cavi disseminati nel pavimento e la lattina gli era volata di mano.

Quando SeokJin riaprì gli occhi, aveva davanti a se uno spettacolo raccapricciante.

A terra, un Namjoon dolorante si lamentava mentre cercava di rialzarsi, fallendo miseramente visto che aveva i piedi incastrati tra i cavi. 
Taehyung teneva le mani davanti la bocca e sembrava che i suoi occhi dovessero sgusciare via dalla propria cavità oculare da un momento all'altro.
Jungkook era di un bianco cadaverico e fissava con gli occhi sbarrati AG-3, che era completamente ricoperto di fumo, la lattina di birra finita esattamente tra i cavi.

"No ragazzi, io me ne vado di qui..." Jungkook si era alzato, sguardo fisso nel vuoto, e si era diretto verso la porta d'ingresso.

Ma prima che potesse afferrare la maniglia e uscire fuori, un braccio lo bloccò. Quando Jungkook si girò, il professor Kim Taehyung teneva gli occhi inchiodati sulle punte delle proprie scarpe.

"Jungkook aspetta... " deglutì, mordendosi il labbro.

"Ho una soluzione..."

*

*

*

Quando Park Jimin si tolse il casco, la piacevole aria autunnale di Seoul gli accarezzò i sottili capelli biondi.

Jimin ispirò, chiudendo gli occhi e godendo di quella sensazione. 
Adorava l'autunno e tutte le sue sfumature di colore.

Fu riportato alla realtà però, quando il fastidioso suono di un clacson gli perforò i timpani. Sbuffò, guardandosi per un momento alle spalle e mandando un'occhiataccia al conducente della costosa auto nera, per poi rimettere il casco con tutta la lentezza del mondo e riaccendere il suo vecchio motorino bianco disseminato di adesivi, visto il semaforo verde.

Si sentì urlare dietro un "Vuoi anche caffè e cappuccino già che ci sei? COGLIONE" e soffocò una risata.

Park Jimin era così, provava un infinito divertimento nel prendere in giro le persone; "Sadico di merda" era soprannominato da Jong-in, il suo migliore amico.

Park Jimin aveva conosciuto Kim  Jong-in durante uno dei suoi numerosi turni di lavoro.

Che lavoro faceva? Diciamo che "si  batteva per gli acquisti delle persone", (definizione di Jong-in).

Quel giorno di tanti mesi fa, era stato ingaggiato dal suo miglior cliente per comprare un edizione limitata di una delle strane statuette che interessavano a quel ricco pezzo di merda del suo "capo"; Suga si faceva chiamare quel coglione.

Tra colleghi si spettagolava molto sulla misteriosa vita di Suga, 
alcuni dicevano che non avesse una vera identità e che una volta si facesse chiamare Agust D, poi in seguito ad un misterioso evento, era diventato Suga. 
Sinceramente, Jimin non dava molta importanza a questi pettegolezzi, l'importante era che, Suga o Agust D o qualunque fosse il suo nome, sganciasse la paga dal suo borsellino pieno di bigliettoni verdi.

Quel giorno così, dopo ore e ore passate ad aspettare che quel fottuto negozio aprisse, in mezzo a una mandria di nerd incalliti, le porte finalmente si aprirono e Jimin fu il primo ad alzarsi e a correre dentro, seguito dall'ammasso di ragazzine e ragazzini occhialuti.

Però, non tutto andò come Jimin aveva programmato, si sentì tirare da dietro e cadde a terra sbattendo il sedere. Un ragazzo alto come una montagna (ovviamente secondo i criteri di valutazione di Park-sonotappo-Jimin) lo aveva superato solamente dopo avergli fatto un occhiolino con i suoi fantastici occhi castani.

Jimin si era alzato come una furia e aveva spinto il ragazzo-montagna facendo cadere anch'esso a terra.

"Aish, nanetto! Sei forzut-" Ma Jimin non lo stava ascoltando, era corso tra i vari corridoi e scaffali pieni di videogiochi ed edizioni varie, alla ricerca della fantomatica Action Figure.
Quando finalmente il biondo individuò lo scaffale di Action Figure in edizione limitata, si affrettò ad alzarsi in punta di piedi ma, maledetta la sua altezza, lo scaffale era troppo in alto per lui.

Sbattè i piedi a terra disperato e riprovò una seconda, una terza e una quarta volta, ma niente da fare.
Già Jimin pensava con le lacrime agli occhi ai 500000 won* che avrebbe perso se non fosse riuscito a comprare quell'edizione limitata.

Provò ad arrampicarsi sugli scaffali ed era sul punto di cadere e combinare un disastro quando improvvisamente una mano si posò sul suo sedere e l'altra gli cinse la vita, sorreggendolo così. Jimin spalancò gli occhi indignato e cominciò ad urlare insulti e a dimenarsi incastrato tra gli scaffali e il petto di quello sconosciuto

"Brutto pezzo di merda lasciami stare pervertito, appena scendo ti infilo quella tua mano su per il culo, brutto stronzo, vuoi per caso morire?!" 

Sentì una risata provenire dall'individuo dietro di lui

"Ehy Super Mario stai fermo o combinerai un disastro con quelle tue gambe corte."

Jimin aprì la bocca offeso, ma prima che potesse mettere in funzione la lingua e sputare altri insulti, una mano prese l'acquisto per cui era stato ingaggiato e, dopo averlo rimesso a terra, glielo porse.

"Volevi questo, Super Mario?"

Jimin lo guardò sconvolto, era il ragazzo che prima lo aveva spinto e AVEVA SPINTO, perché era così gentile nei suoi confronti?

Jimin un secondo dopo però, aggrottò le sopracciglia.

E PER QUALE CAZZO DI MOTIVO GLI STAVA ANCORA TOCCANDO IL CULO????

"Yah!!" Tolse velocemente e in maniera aggressiva la mano di quel ragazzo dal suo sedere.

E dopo aver preso la confezione che il ragazzo gli porgeva con un sorrisino ed avergli rivolto un'occhiataccia fulminante, si voltò avviandosi verso la cassa, dove un commesso guardava sconvolto la mandria di ragazzini che correvano avanti e indietro per il negozio.

"Hey Jimin!" Si voltò in maniera fulminea verso il ragazzo a qualche metro da lui.

"Come cazzo fai a sapere il mio nome??"

Il ragazzo sventolò in aria il biglietto da visita di Jimin, che solitamente il ragazzo teneva sempre nella tasca posteriore dei jeans.

"YAH MA COME TI PERMETTI!" Jimin urlò, facendo girare mezzo negozio e il commesso, che gli intimò quasi con le lacrime agli occhi di abbassare la voce.

"Comunque io sono Jong-in~ "

E con quella frase era nata un'amicizia che legava i due ragazzi da ormai molti mesi.

Ovviamente aveva consegnato l'acquisto a Suga, che con i suoi occhi da felino aveva ispezionato la scatola nei minimi dettagli e dopo aver individuato un graffietto, probabilmente provocato dalla maniera rude in cui Jimin aveva preso la scatola dalle mani di Jong-in, lo aveva guardato in maniera sufficiente

"Mi dispiace, dovrò darti solo metà della paga, non mi hai consegnato l'acquisto in maniera ottimale"

Da quel momento in poi, Jimin nutriva un profondo odio nei confronti di Suga.

Lui con quei soldi mica giocava! Si costruiva un futuro!

Riemergendo dai ricordi ed essendo quasi arrivato a casa sua, il biondo sospirò e accostò il motorino al lato della strada.

Il suo telefono cominciò a squillare e Jimin, in maniera teatrale si tolse il casco osservando con occhi stanchi e melodrammatici Yeontan, il cagnolino che ormai aveva preso casa (o meglio cuccia) davanti casa sua.

"Ah Yeontan... Sono tropo impegnato..."

Quando rispose al telefono però, il sorrisino che si era formato sulle sue labbra scomparì subito.

"Jimin ti prego ascoltami..." la voce implorante del suo Ex gli parve assolutamente indifferente.

"Cazzo vuoi Taehyung..." gli ringhiò contro

"Jimin ti prego... ascoltami, devo offrirti un opportunità di lavoro... sarai anche ben pagato!"

Il ragazzo sospirò, spostando gli occhi dal cane e posandoli sul manubrio del proprio motorino.

"Parla..."

"D-d-dovresti... ehm... " il tono di Taehyung si era fatto imbarazzato e balbettante

"Se si tratta di qualche sporco lavoro giuro che ti spacco la facc-"

"Devi far finta di essere un robot"

Jimin spalancò chi occhi

"CHE?"

 

N.A. :

*500000 won sono 390,16 Euro

   
 
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