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Autore: _BlueLady_    02/12/2018    2 recensioni
Comincia tutto con un caso. Un piccolo incidente sovrappensiero. Poi succede ancora. E ancora. E ancora. E allora Adrien comincia a pensare che non si tratti più di semplici coincidenze, ma che qualcosa di strano - di Miracoloso? - sta accadendo al suo corpo, qualcosa che va oltre il semplice prendersi troppo sul serio come supereroe. E quando il limite viene oltrepassato, poi diventa difficile tornare al punto di partenza. Forse.
[Raccolta di One-shots dedicate ad Adrien/Chat Noir, e al suo "felinizzarsi" a poco a poco]
Dodici proverbi dedicati ai gatti, per i gatti, sui gatti. Perché se vi siete mai chiesti come può essere la vita di un felino, beh, ora avrete modo di scoprirlo.
#1. Impasto - "Avere le zampe in pasta"
#2. Nastro - "Agli occhi dei gatti, tutto appartiene ai gatti"
#3. Penna - "Tetto che non piove, gatta ci cova"
#4. Farfalla - "Quando il gatto non c'è, i topi ballano"
#5. Fusa - "I gatti atterrano sempre sulle zampe"
#6. Soffio - "Il gatto che oggi lecca, domani graffia"
#7. Sacchetto - "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco"
#8. Piume - "Una bella gatta da pelare"
#9. ???
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3.
PENNA

*
“Tetto che non piove, gatta ci cova”
 
Tic.
Un suono ovattato, discreto, pungente seppur modesto, andò a solleticarle l’orecchio come una punta di spillo.
Marinette, di ritorno dal bagno, temporeggiò un istante prima di rimettersi a sedere al suo posto in classe. Stranita, si voltò indietro, nella direzione dalla quale aveva sentito provenire quel curioso ticchettio, riscoprendo poco distante ai suoi piedi una penna che giaceva inerme a terra a pochi centimetri dal banco di Adrien, il ragazzo che l’osservava dall’alto incuriosito, immobile, quasi fosse qualcosa di mai visto prima, senza accennare alcun movimento per raccoglierla.
Imbarazzata – come sempre quando si trattava di lui – si chinò a terra al posto suo, poggiandogliela delicatamente sul ciglio del banco, un timido sorriso a velarle le labbra.
- Aehm, ti-ti è caduta questa – gli disse in un flebile sussurro, mentre già sentiva le gote imporporarsi quando le iridi cristalline si intrecciarono a quelle smeraldo di lui.
Il ragazzo, quasi riscossosi da uno stato di trance, batté due volte le palpebre, sorridendole a sua volta.
- Ah, grazie – rispose docile e cordiale, e a Marinette non restò che ritentare di raggiungere il suo posto a sedere, non senza sentirsi mancare il respiro mentre il cuore prendeva a scalpitarle feroce in petto.
Adrien, dal canto suo, tornò a fissare la penna poggiata sul ciglio del banco con estremo interesse, le pupille dapprima ridotte a due fessure ora dilatate, i sensi all’erta, la voglia improvvisa che l’aveva colto qualche istante prima di sfiorare l’oggetto con la punta delle dita e tocco ovattato a solleticargli la coscienza, senza che potesse fare nulla per frenare l’istinto.
Non fece in tempo a sedersi, Marinette, che di nuovo l’orecchio venne catturato dalla medesima distrazione di qualche istante prima.
Tic.
Si voltò ad osservare il ragazzo, questa volta più incerta, mentre di nuovo si apprestava a raccogliere da terra la penna che, ancora una volta, lui non osava nemmeno sfiorare.
Marinette, posatagliela sul banco una seconda volta, non poté che osservare Adrien con occhio scettico, incuriosito.
È insolito, pensò alzando un sopracciglio. Quell’atteggiamento richiamò inevitabilmente in lei la sensazione che il ragazzo stesse cercando di attirare la sua attenzione. Un po’ come quando lei cercava disperatamente di farsi notare da lui - ma non troppo – e finiva inevitabilmente per rendersi ridicola.
...
Un momento. P-Può essere che…?
Un dubbio si insinuò in lei, quasi una piccola fiammella di speranza, e non poté evitare al suo cuore di perdere un battito, seppur incerta della sua diagnosi.
Gli piaccio anche io?
Scosse la testa, rassegnata. Era pressoché impossibile. Si sistemò a sedere composta per seguire la lezione, quando ancora un suono giunse a solleticarle l’orecchio.
Tic.
Assottigliò gli occhi a due fessure. Sospirò. Si alzò.
...

Tic.

Angolo Autrice:

Torno dopo un pò di tempo ad aggiornare finalmente questa raccolta. Mi scuso del ritardo nel postare, ma sono oberata di lavoro e mi è riuscito praticamente impossibile entrare su EFP fino ad oggi. 
Spero di essermi fatta perdonare l'assenza regalandovi un capitolo simpatico. Questa è una delle caratteristiche che accomuna tutti i gatti, ovvero quella di osservare qualcosa per ore, immobili, toccarla con la zampa per farla cadere dal tavolo/mobile su cui era posata, e restare fermi impalati come statue a fissarla per ore, forse  nella speranza che l'oggetto inanimato improvvisamente prenda vita per poter rendere la caccia più interessante xD la mia gatta mi fa morire perchè quando studio qualsiasi cosa, che sia una penna, una matita o un evidenziatore, butta tutto per terra e li nasconde sotto al tappeto, così se non te ne accorgi e ci cammini sopra, avverti improvvisamente uno strano corpo estraneo duro sotto la pianta del piede. A volte lì sotto ci trovo montagne di tesori. 
Per chi ha un gatto: anche i vostri fanno così? Sarei curiosa di sapere se solo io ho una gatta scema xDD
Detto questo, spero di essere riuscita almeno un poco a rendere questa simpatica caratteristica felina nel nostro Adrien, che si sta pian piano "gattizzando". Mi rendo conto che certe immagini forse avrebbero più efficacia se viste che non lette, ma la mia arma sono le parole, e spero sia stato apprezzato il tentativo.
Vi do appuntamento al prossimo capitolo, spero con meno ritardo di questo.
Grazie a tutti coloro che mi seguono!
Baci sparsi

_BlueLady_



 
  
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