Nami
non potè credere ai
suoi occhi quando, camminando per la strada coperta di neve, si
trovò
davanti l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di incontrare.
Erano passati anni dall'ultima volta che si erano visti, ma
nonostante il suo aspetto fosse molto cambiato, lo riconobbe subito
sentendo il cuore aumentare di colpo i suoi battiti e i sentimenti di
un tempo riaffiorare dalla spessa coltre che tanto a lungo li aveva
nascosti. Si era fatto più uomo adesso e questa
consapevolezza,
unita al suo sguardo intenso che la fece sentire nuda per un attimo,
le smosse dentro qualcosa su cui al momento non volle soffermarsi.
“Luffy!”
esclamò,
sollevata e felice, azzerando in un attimo la distanza che li
separava.
“Nami”
mormorò a fatica
lui, riprendendosi dalla sorpresa giusto in tempo per permetterle di
tuffarsi tra le sue braccia. Non si aspettava una simile accoglienza
dopo ciò che aveva fatto e vederla così... donna
rispetto a
come la ricordava, gli aveva fatto uno strano effetto. Non era
più
la ragazza che gli era stata più vicina alla tragica morte
del
fratello, l'amica di sempre che aveva cercato in tutti i modi di
convincerlo a guardare in faccia la realtà e andare avanti
ricevendo
in cambio solo giorni di silenzio e squilli a vuoto prima del
biglietto che le aveva infilato sotto la porta di casa la notte in
cui era partito nel disperato tentativo di dimenticare gli ultimi
momenti prima dello schianto che per poco non gli era costato la
vita.
Con il tempo aveva capito di
aver sbagliato a scappare ma non aveva avuto il coraggio di provare a
richiamarla e quando la fortuna gli aveva voltato di nuovo le spalle
togliendogli il lavoro che l'aveva sostenuto fino a quel momento,
aveva deciso di tornare nel luogo in cui era nato e cresciuto senza
però illudersi di ritrovare gli amici. Per questo aveva
deciso di
non cercarli nemmeno, certo com'era che gli avrebbero sbattuto la
porta in faccia come lui aveva fatto con loro, rimettendo quindi
piede in città con l'insensata speranza di non incontrarli
per caso
come gli era appena successo con Nami. Sapeva già come
sarebbe
finita a quel punto e non voleva vedere quanto le sue fantasie si
avvicinassero alla realtà.
Purtroppo o per fortuna,
però, la sorte aveva voluto diversamente facendogli
incontrare per
prima la persona che più di tutte aveva temuto di rivedere.
Nell'istante in cui l'aveva riconosciuta era stato infatti sicuro di
ricevere un pugno e una marea di insulti come minimo di lì a
pochi
istanti prima che questa gli voltasse le spalle una volta per tutte,
invece lei era ancora lì a piangere sulla sua spalla
stringendolo
forte e inebriandolo con il suo profumo...
Luffy ricambiò lentamente
quell'abbraccio disperato accarezzandole i capelli molto più
lunghi
del caschetto sbarazzino di un tempo senza curarsi degli sguardi dei
passanti mentre cercava di capire le parole sconnesse che gli stava
sussurrando vicino all'orecchio rimanendo sempre più
sorpreso. Non
poteva essere che proprio lei gli stesse confessando di aver atteso a
lungo il suo ritorno e di essere felice che fosse vivo e vegeto senza
insultarlo neanche una volta... Cosa era successo alla Nami che
conosceva? Che ne era stato della ragazza focosa sempre pronta a
dettar legge e picchiare con forza chi la faceva arrabbiare?
Non poteva sapere quanto
l'amica avesse pianto leggendo quel biglietto la mattina dopo, le
cose irripetibili che aveva urlato facendosi probabilmente sentire da
metà del quartiere appena ne aveva realizzato il significato
prima
di calmarsi e affermare che sicuramente era stata colpa sua e di
ciò
che gli aveva detto tante volte nei giorni precedenti, per non
parlare poi delle notti insonni che aveva passato a chiedersi dove
fosse e se stesse bene.
Quando era stato in grado di
ragionare di nuovo a mente lucida l'aveva immaginata furiosa come non
mai e pronta a ucciderlo seduta stante se se lo fosse ritrovato
davanti, ma lui in realtà non aveva mai capito cosa ci fosse
dietro
alla sua costante vicinanza a dispetto di pugni, insulti e
rimproveri, e incapace di vedere altro che non fossero gli ultimi
istanti di vita di Ace, aveva tradito lei e i suoi amici
convincendosi poi di averli persi per sempre. Del resto, mettendosi
nei loro panni, non poteva neanche dar loro torto, visto l'impegno
che ci avevano messo, quando aveva ripreso conoscenza, per tirarlo su
di morale...
“Da
quanto sei qui,
Luffy?” gli chiese a un certo punto Nami con una voce strana
e il
ragazzo si riscosse accorgendosi che, stranamente, gli stava ancora
circondando il collo con le braccia.
Con l'impressione che il
cuore avesse mancato un battito per il tono dolce che aveva usato,
incontrò i suoi occhi arrossati e lucidi di pianto
perdendosi di
nuovo per un attimo mentre ne scrutava le iridi scure. Era diventata
ancora più bella negli anni in cui erano stati lontani e
l'affetto
che lesse nel suo sguardo gli fece dimenticare per qualche secondo
come si facesse a parlare.
“Pochi
giorni” le
rispose alla fine un po' esitante, incerto se temere di più
il
probabile pugno o la delusione sul suo volto.
“Pochi
giorni? E si può
sapere perchè non ce l'hai detto? Ti saremmo venuti
incontro!” lo
sgridò invece lei, allontanandosi un po' per scrutarlo con
occhio
critico e un cipiglio molto simile a quello di un tempo senza
tuttavia colpirlo.
“Lo
avreste fatto
davvero?” si ritrovò a chiedere senza volerlo,
fissandola come se
non riuscisse a credere alle sue orecchie.
“Certo
che sì, stupido!
Aspetta che lo sappiano gli altri!” esclamò la
ragazza,
trattenendo a fatica le risate e prendendolo per mano per tirarlo
nella direzione da cui era appena venuta, immaginando già le
reazioni del resto della sgangherata “ciurma”, come
erano stati
spesso definiti, alla notizia del ritorno di colui che in fondo li
aveva uniti per anni.
“Aspetta!
Cosa intendi
dire?” la fermò l'amico sorpreso, costringendola a
voltarsi.
“Che
ci sei mancato” gli
rispose con semplicità lei avvicinandosi di nuovo.
“E
soprattutto, che sei
mancato a me” aggiunse poi abbracciandolo e facendogli
sgranare gli
occhi per un attimo a quel sussurro vicino al suo orecchio, che lo
fece sorridere e sentire finalmente a casa.
“Grazie,
Nami. Anche tu mi
sei mancata” le disse a quel punto, ricambiando la stretta.
Sorrisero entrambi mentre si
abbracciavano felici e sollevati, del tutto dimentichi del freddo e
del mondo intorno a loro, con l'impressione che il tempo non fosse
mai passato.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e di aver reso al meglio le emozioni dei personaggi
risultando il più possibile chiara e piacevole da leggere,
nonostante l'argomento non proprio felice. Purtroppo temo che mi
siano venuti entrambi parecchio OOC (Luffy soprattutto), ma ho
pensato che potesse esere plausibile in un'AU in cui i protagonisti
hanno qualche anno in più rispetto alla storia originale e
mi auguro
che abbiate apprezzato lo stesso questo mio piccolo esperimento.
Se
ne avete tempo e voglia, vi esorto come sempre a lasciarmi un
commentino in modo da aiutarmi a migliorare, ma ringrazio ovviamente
di cuore anche tutti coloro che si limiteranno a leggere. Siete
sempre tantissimi! <3
Se
qualcuno fosse interessato, vi ricordo di aver creato tempo fa un
gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche
sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in
pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :D
Penso
di non avere altro da dire, quindi per ora vi saluto augurandovi una
buona serata e buonanotte per dopo.
Bacioni
e alla prossima,
Ellygattina