Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _Trixie_    02/12/2018    6 recensioni
Calendario Swanqueen dell'Avvento 2018 (sì, di nuovo, mi dispiace).
Sempre Emma e Regina alle prese con il Natale e la sua magia.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

II
Dolce
 
 
 
«Credo che la nonna stia esagerando con i biscotti».
«Cosa? Perché?» domandai, incuriosita.
«Siamo già alla quinta teglia!»
«Fidati, ragazzina, quei biscotti basteranno a mala pena per me, tua nonna mi conosce fin troppo bene» sghignazzai.
 
***
 
 
Dicembre 2018


Avendo sacrificato i propri poteri magici per poter salvare la propria famiglia, o almeno fare un tentativo, Zelena, con la piccola Robyn che aveva ormai sei anni e adorava le visite a Storybrooke dalla zia Regina, si era trasferita a Seattle dove, con l’aiuto finanziario di sua sorella, aveva acquistato un piccolo bar, il Roni’s, grazie al quale poteva assicurarsi che alla figlia non mancasse mai nulla.
Tuttavia, ogni qualvolta si presentasse l’occasione, a Natale in particolare, Zelena tornava volentieri al numero 108 di Mifflin Streer perché Robyn potesse vivere in quell’atmosfera di famiglia e amore che a lei era mancata per tutta l’infanzia. E Regina era la zia perfetta tutto l’anno, con i regali e i pensieri che faceva avere a Robyn per posta e le chiamate che faceva ogni giorno per parlare con la sua nipotina.
«Allora, come vanno le cose con Emma?» domandò Zelena, seduta su uno sgabello all’isola della cucina, sorseggiando il proprio tè mentre Regina insegnava a Robyn e usare le formine per fare i biscotti.
Regina alzò uno sguardo interrogativo su sua sorella, ma Zelena avrebbe giurato che le sue guance erano diventate rosse all’improvviso.  
«La signorina Swan?»
«Quante altre Emma conosci, esattamente?»
Regina alzò gli occhi al cielo. «Non capisco la natura della tua domanda. Che cose dovrebbero andare, tra me e Emma? È sempre in ritardo, continua a mangiare come una bambina e non risponde mai alle mie e-mail di lavoro. È tutto come è sempre stato» rispose Regina, evitando lo sguardo di sua sorella. «Premi un po’ di più la formina, tesoro» aggiunse poi, rivolta a Robyn.
«Così, zia?»
Il sindaco annuì e diede un bacio sui capelli alla nipotina «Perfetto».
«Ha divorziato, non è vero?» domandò Zelena, fingendo un tono casuale.
«Separata, per ora. L’ho aiutata a compilare la richiesta dopo la terza volta in cui ha invertito il campo di nome e cognome» confermò il sindaco, provando a nascondere il proprio divertimento con finta impazienza.
«Hai compilato la sua separazione di matrimonio?» domandò Zelena, una luce maliziosa negli occhi. «Sorellina, qualcosa della Regina Cattiva ti è rimasto».
«Non so di cosa tu stia parlando. Ho solo aiutato un’amica».
«Un’amica. Va bene. Se lo dici tu».
Regina le fece una smorfia, interrogativa.
Prima che Zelena potesse rispondere, la porta d’ingresso si aprì. «Mamma! Sono a casa! La zia è già arrivata?»
«Henry!» squittì subito Robyn, scendendo con l’aiuto di Regina dal basso sgabello dove era costretta a stare per raggiungere il piano su cui stava facendo i biscotti. Corse immediatamente verso il cugino, che non si era nemmeno tolto la giacca pur di essere pronto a prenderla in braccio. Robyn era un uragano e lo slancio con cui raggiunse Henry per poco non li fece cadere entrambi a terra.
«Zia Regina mi sta aiutando a fare i biscotti!» annunciò poi Robyn, mentre trascinava il cugino verso la cucina, tenendolo per mano. «Guarda, guarda, guarda!»
«Lascia che Henry si tolga la giacca, Robyn» le ricordò Zelena, sorridendo al nipote.
«Ciao, zia» la salutò Henry, riuscendo con fatica ad abbracciarla, dal momento che Robyn richiedeva, impaziente, la sua totale attenzione. Il cuore di Regina si scaldò.
«Henry» rispose Zelena all’abbraccio. «Come sta Violet? So che la stavi aiutando al maneggio». 
«Oh, bene, bene. Grazie. I biscotti sono per noi, vero?»
«E Neal» aggiunse Regina. «Ciao, tesoro. Hai preso freddo? Vuoi una cioccolata?»
«No, grazie. Pensavo di andare a trovare la mamma in stazione e prendere qualcosa al Granny’s sulla strada. Mi ha scritto che si sta annoiando. Sono passato solo per vedere se Robyn o la zia volessero venire con me».
«Da Emma?» domandò Robyn, mentre Regina scuoteva la testa, esasperata.
«Di’ a tua madre che la licenzio, se non mi consegna il budget del trimestre entro questa sera!»
«Sì, da Emma» rispose Henry a sua cugina. Aveva imparato negli anni a ignorare quelle battute che entrambe le sue madri facevano, l’una sull’altra. Emma non avrebbe mai consegnato i documenti della stazione in tempo e Regina non l’avrebbe mai licenziata e nulla a Storybrooke sarebbe mai cambiato in ogni caso, era inutile preoccuparsene.  
«Alla stazione?» incalzò Robyn.
Henry annuì.
«Mamma!» urlò Robyn, una nuova ondata di eccitazione ad animare i suoi piccoli saltelli. «Posso andare con Henry? Posso, posso, posso?»
«Se Henry vuole-»
«Henry!» fece Robyn, afferrando le gambe del cugino. «Posso venire con te? Posso, posso, posso?»
Henry rise e le scompigliò i capelli.
«E lasci zia Regina a finire da sola i biscotti per venire da Emma?»
Robyn annuì. «Emma mi lascia sempre mettere il suo distintivo».
«Perché avere un minimo di professionalità sarebbe pretendere troppo, immagino» commentò Regina a mezza voce.
Zelena e Henry si scambiarono un’occhiata.
«Niente, eh?» fece la donna al nipote, che scosse la testa, rassegnato.
«Cosa?» fece Regina, facendo saettare lo sguardo da uno all’altra.
«Niente» rispose Henry, prendendo Robyn per mano e tornando con lei verso l'ingresso.
 

 
***
 
 
«Zia Regina sta facendo i biscotti» disse Robyn, seduta sulla scrivania di Emma con le gambe a penzoloni e il distintivo dello sceriffo tra le mani.
«Ma non mi dire!» esclamò la signorina Swan. «Quelli con lo zucchero a velo?»
«Sì» confermò Henry. «E ha anche detto di consegnarle il budget del trimestre».
«Oppure ti licenzia!» aggiunse Robyn, sghignazzando. «E regala a me il tuo distintivo!»
«Sono sicura che la seconda parte l’abbia aggiunta tu» le disse Emma, facendole il solletico sulla pancia. Robyn rise, la bocca sporca della cioccolata che aveva appena finito. «Mentre non stento a credere che abbia minacciato di licenziarmi. Ma non lo farà mai in ogni caso» considerò Emma.  
Henry si strinse nelle spalle. «Un giorno di questi si vendicherà, vedrai».
«Tua madre? Nah. Non con me, sono troppo carina».
Il ragazzino la fissò per qualche secondo prima di sospirare.
 
***
 
«Regina! Mi hai portato i biscotti?» domandò Emma il giorno seguente alla visita di Robyn e Henry nel suo ufficio. Abbandonata sulla sua sedia superergonomica, cinque rotelle, seduta reclinabile, poggiatesta e poggiapiedi estraibile, acquistabile in ben sette colori differenti, Emma aveva sollevato i piedi sulla scrivania e teneva le mani incrociate dietro la testa.
«No» rispose il sindaco, togliendosi i guanti e infilandoli nella propria borsa. «Sono venuta per il budget che mi avresti dovuto consegnare la settimana scorsa».
Emma grugnì. «Ti ho inviato un’e-mail questa mattina!»
«No, non l’hai fatto».
«Sì! Sono stata sveglia tutta notte, per il tuo dannato budget».
«Se lavorassi durante le tue ore d’ufficio invece di messaggiare con tuo figlio dandogli un pessimo esempio di professionalità, sono sicura che non passeresti nemmeno una notte in bianco!» esclamò Regina.
«Hai detto una frase molto lunga con un solo respiro, Regina. Sono impressionata».
«Sceriffo Swan. Il budget».
«Regina, l’ho inviato!»
«No! Controlla» intimò Regina.
«No! Sono sicura di-»
Il sindaco appoggiò bruscamente la propria borsa sulla sedia accanto a lei, prima di aggirare la scrivania dello sceriffo e farle scivolare i piedi a terra per potersi chinare sul computer.
«Ehi!» protestò Emma. La sua indignazione tuttavia si esaurì non appena si rese conto della vicinanza di Regina, il gomito della donna che premeva appena sulla sua spalla mentre digitava sul computer dello sceriffo.
E nemmeno il sindaco doveva essere poi tanto indifferente alla situazione in cui si era cacciata suo malgrado, a giudicare dalle volte in cui cliccò per sbaglio sulla cartella e-mail sbagliata. Riuscì infine ad aprire quella delle bozze ed evidenziarne una il cui oggetto recitava: “Portami i tuoi preziosi biscotti o non vedrai mai più il tuo amato budget”.
Con la schiena dritta e le mani sui fianchi, Regina fissò Emma, le labbra strette in una linea severa.
Lo sceriffo si strinse nelle spalle. «Devo aver cliccato salva invece che invia. Può capitare a chiunque».
Regina alzò gli occhi al cielo, scosse la testa. Si chinò ancora per un secondo, durante il quale le guance di Emma avvamparono, e inviò l’e-mail all’indirizzo del suo ufficio, prima di recuperare la propria borsa e dirigersi a passo veloce verso l’uscita.
«E comunque l’oggetto è chiaro e io di biscotti non ne vedo! Sono stata sveglia tutta notte per questo budget, Regina!» le urlò Emma.
 
***
 
“Voglio i miei biscotti, mi spettano”, diceva il messaggio che Emma le aveva appena inviato.
Regina scosse la testa.
“Ti spettano? Per aver fatto il tuo lavoro? Io non credo proprio, signorina Swan”.
“Regiiiiiiina! Per favore!”
Il sindaco sorrise.
«Chi è?» domandò Zelena, seduta accanto a lei sul divano. Robyn, data l’ora tarda, era già andata a dormire, mentre Henry era fuori con Violet.
Regina scosse la testa. «Emma».
«Fa’ vedere!» esclamò sua sorella, provando a strapparle il cellulare dalle mani.
«No!» fece Regina, stringendolo a sé mentre un breve suono annunciava l’arrivo di un nuovo messaggio. Era ancora Emma.
“Prometto di consegnare il budget entro la scadenza la prossima volta”.
«Doppio messaggio? Dannazione, allora le cose stanno diventando serie» commentò Zelena.
Regina sbuffò. «Sei ridicola» disse a sua sorella, prima di rivolgere la propria attenzione al cellulare.
“Quando è la prossima scadenza, signorina Swan?”
“Giugno?”
“Marzo. Niente biscotti e non fare promesse che sai di non poter mantenere!”
“REGINA! La mia sopravvivenza dipende dai tuoi biscotti!”
«Vado in cucina. Va’ pure a dormire, se hai sonno» annunciò il sindaco alla sorella, dopo un attimo di esitazione.
«Cosa? Perché? Cosa devi fare?»
«Nulla, ho solo… Una cosa».
Zelena sospirò.
Una cosa. Già, probabilmente una di quelle cose dai contorni mai definiti la cui unica costante era Emma Swan.
Oh, sorellina.
 
***
 
Quella mattina, Emma aprì la porta di casa e quasi calpestò un piccolo cestino di vimini, di quelli che Regina usava per raccogliere le mele.
Incuriosita, Emma sollevò il lembo del piccolo rettangolo di stoffa che copriva il contenuto, rivelando dei sacchettini trasparenti con gli inconfondibili biscotti del sindaco. Sorrise immediatamente e la sua felicità fu tale che non poté fare altro se non sedersi sulle scale d’ingresso di casa e scartare uno dei pacchetti.
Solo quando si fu riempita la bocca con una manciata di biscotti, Emma lesse il bigliettino che li accompagnava. 
La scadenza è il 10 marzo, signorina Swan.
Non un giorno di ritardo.
R.
 
 





NdA
Buona domenica <3
Sì, la “sedia superergonomica, cinque rotelle, seduta reclinabile, poggiatesta e poggiapiedi estraibile, acquistabile in ben sette colori differenti” di “Sull’amore” è essenziale in ogni versione della signorina Swan, dobbiamo accettarlo con rassegnazione come fa ogni versione di Regina.
Grazie mille per l’entusiasmo verso questa nuova raccolta, ammetto che è stata inaspettato, ma molto, molto gradito * abbraccia *
A presto,
T. <3
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _Trixie_