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Autore: xWarriorStayStrong    04/12/2018    0 recensioni
Lei è Amelia Veronica Jhonson.
Lui è Alexander Ethan Miller.
Erano amici, forse qualcosa di più. Poi è arrivato il successo, per lui. E se ne andò.
Aveva promesso che sarebbe tornato. Ma quando?
Lei ne ha passate tante, non vuole cedere a lui di nuovo.
Chissà il destino cosa riserverà loro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2
 
Il giorno seguente Maggy mi passò a prendere e la routine giornaliera ricominciò.
Mentre entravamo nel cortile dell’università, Jesse ci veniva incontro spedito dalla direzione opposta.
“Buongiorno ragazze” ci salutò una volta che ci raggiunse. “Ricordate quel lavoro a cui avevo fatto domanda?”
Il book fotografico?
“Esattamente quello” mi indicò. “Sono stato scelto! E indovinate chi sarà la star?”
Scrollai le spalle.
“Non mi dire Alexander Miller!” rise lei. E quando lui annuì, io mi bloccai di colpo.
“Tutto bene?” mi chiese Maggy.
Ancora lui, dimmi che non c’è il tuo zampino!
“Ovvio che no!” esclamò lei. “Senti, mi spiace per ieri. Davvero, non sapevo dell’appuntamento del coreografo. Altrimenti non ti avrei detto di venire.”
Va bene, andiamo a lezione. Siamo già in ritardo.
..
Siamo in pausa pranzo, nel giardino della scuola e sto lavorando a una traduzione, Maggy è persa tra gli appunti di chimica e Jesse se la dorme beatamente sul prato.
“Vuoi venire oggi all’arena?” mi domando la mia amica.
Alzai gli occhi dal libro di Cinese e la guardai.
Vuoi affrontare davvero questo discorso?
“Amy, ti voglio bene lo sai. Farei qualsiasi cosa per te.” sospirò “ma non credi che magari sia cambiato anche lui?”
Non chiamarmi più così! E si, sarà solo peggiorato.
“Dimmi solo se vieni…” insistette ancora.
Va bene.
Lei sorrise e annuì. Entrambe riprendemmo lo studio da dove lasciammo, fino al riinizio delle lezioni.
Una volta dentro, ci separammo. Io Cinese, lei Chimica e Jesse andò in laboratorio per Fotografia.
Finite le lezioni della giornata, ci incontrammo nel parcheggio alla macchina di Maggy.
“Allora sta sera maratona film?” domandò il nostro amico.
Che fine ha fatto Nathan?
Lui scrollò le spalle. “Non voglio parlarne.”
Nathan era il suo fidanzato e stavano insieme da circa 6 mesi. Facevano sul serio.
“Allora maratona sia!” confermò Mag.
Ci vediamo da me per le 8?
“Ovviamente” risposero in coro.
Baciai Jesse e salii in macchina. Maggy mi seguì subito dopo e partimmo in direzione dell’arena.
Lei era una delle ballerine state scelte dalla sua scuola per ballare al concerto. 
Dopo lo scandalo che riportavano i giornali sul cantante, il suo manager aveva dichiarato che il prossimo concerto avrebbe coinvolto ballerini, fotografi e musicisti locali. E i miei amici non si erano fatti certo mancare un’occasione del genere.
L’unica a non avere talenti ero io. O meglio, l’unico talento che avevo era il disegno e la conoscenza di molte lingue. E a dire la verità non era molto utile.
Tornai alla realtà quando Maggy spense il motore e mi accorsi che fummo arrivate a destinazione.
Scendemmo ed entrammo nell’arena.
Andai con lei nel camerino, dove lei si preparò e poi andammo verso il palco. Io mi sedetti sulle prime tribune, mentre lei si avvicinò alle scale. Poi si rivolse a un ragazzo che c’era lì, che mai avevo visto ovviamente, e poi mi indicò.
Mi fece gesto di avvicinarmi, così mi alzai e la raggiunsi.
“Lui è Mark, ti darà qualche strumento da accordare. Okay?” mi domandò.
Annuii.
“Vieni, prendiamo qualche chitarra.” Mi disse lui.
Così lo seguii. Cinque minuti dopo ero seduta sul bordo del palco, con le gambe a penzoloni, che accordavo le chitarre.
Una volta finito cominciai a strimpellare qualche accordo, di vecchie canzoni che ricordavo.
Tutti erano impegnati a far qualcosa, così mi guardai attorno in cerca di qualcosa da fare. 
A lato del palco c’era un pianoforte. Così mi alzai e lo raggiunsi. Mi sedetti sullo sgabello e passai la mano sui tasti.
Suonai qualche nota.
“Ciao” sentii alle mie spalle e dallo spavento per poco non caddi dallo sgabello, portandomi la mano al petto.
“Scusa non volevo spaventarti.” mi disse lui.
Non preoccuparti. 
Mi alzai e feci per andarmene.
“Aspetta..” mi fermò lui “puoi rimanere a suonare.”
Devo studiare, non posso.
Mi guardò strano e si gratto la testa. “Mi spiace ma non capisco l’ASL.”
Scrollai le spalle e mi allontanai verso la tribuna a recuperare la mia borsa. Poi andai nello spogliatoio e presi le chiavi della macchina di Maggy. L’avrei aspettata lì.
E così successe. Soltanto che, come sempre, Maggy non mi era di aiuto.
Stava uscendo dall’arena chiacchierando e ridendo con Alex. Come diavolo era possibile che sembravano amici?
“Eccoti!” mi salutò lei “Pensavo ti avessero rapita.”
No, volevo solo evitare brutti incontri, ma ovviamente non è servito a molto.
Ero ancora seduta in macchina con il finestrino abbassato.
“Non esser così dura” mi rispose lei.
Sbuffai e tornai con la testa sui libri. Ovviamente ascoltavo loro, mica leggevo.
 “Cosa fate sta sera, ragazze?”  buttò lì lui.
Alzai la testa e incrociai i suoi occhi. Dio, perché lo avevo fatto. Non risposi, ma Maggy lo fece per me.
“Maratona film!” esultò lei. Roteai gli occhi. “Vuoi aggiungerti?” Le scaraventai addosso l’astuccio e lei si voltò verso di me. “Ahi, che c’è?”
Vuoi morire adesso o subito? Lui è nella lista nera.
Magari è la volta che vi riconciliate! mi rispose a gesti lei, per non farsi capire. Le alzai il dito medio e sbuffai.
“Come siamo volgari.” esclamò lei portandosi una mano al petto, fingendosi ferita.
Lui rise. E Maggy lo seguì a ruota.
Sorrisi, di nascosto. Erano in sintonia, però. Ma avrei potuto mettere la mano sul fuoco che Mag non si sarebbe avvicinata in quel senso. Avevamo stretto un patto quando ci conoscemmo, ormai dieci anni fa.
Chi era sulla lista nera era un tabù per entrambe.
“Verrei volentieri” accettò lui, sorprendendomi. Ma non aveva di meglio da fare? Qualche star da vedere?
“Perfetto! Allora lascia pure il tuo numero a Ronnie, così ti può mandare l’indirizzo” disse Mag girandosi verso di me e facendomi un ghigno soddisfatta “sai, ci troviamo a casa sua”.
È definitivo, l’avrei uccisa.
“Certo” rispose lui. Poi si sporse dal finestrino della guida e mi dettò il numero che segnai su un foglio sporgente dal libro.
“Allora.. a sta sera.. mmh?” 
Annuii.
Come era arrivato, così se ne andò. E lo segui con lo sguardo fino a quando non entrò nell’arena.
Non mi accorsi nemmeno di Maggy che si era seduta al posto di guida e mi fissava. 
Quando voltai lo sguardo, lei se la stava ghignando.
Che c’è?
“Oh nulla” rise lei scrollando le spalle. Poi avviò il motore e partimmo direzione casa mia.
Una volta arrivati, mi lasciò sul vialetto.
“Il tempo di una doccia e sono da te. Manda un messaggio ad Alex con ora e indirizzo.”
Vuoi anche che per caso ordino la cena?Chiesi sarcastica.
Per tutta risposta, ingranò la retromarcia e, mentre faceva manovra, gridò soltanto “Cinese, ecco perché ti voglio bene”.
E si, nonostante tutti i “primo o poi, la uccido”, lei era la terza persona al mondo a cui volevo bene. La prima se non contavo i miei nonni.
Entrai in casa e andai a farmi una doccia. Poi ordinai la cena e mandai un messaggio striminzito ad Alex: indirizzo, ora e firma, giusto perché così sapeva fossi io.
   
 
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