Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: FeBookworm    04/12/2018    7 recensioni
[Testament of Youth]
Vera Brittain, scrittrice inglese e autrice del domando Testament of Youth (Generazione perduta in italiano), si confronta con il dolore per la perdita di suo fratello Edward.
Dal testo:
"Più il tempo passa, più mi rendo conto che Edward non sperimenterà mai quello che sto vivendo io. Non si sposerà mai, non avrà mai dei figli, non diventerà mai l’uomo che sperava di diventare.
Semplicemente non sarà mai, perché qualcuno ha deciso che non dovesse più essere. Più esistere."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali, Dopoguerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima e Dopo


 
A mio nonno.
 
 
La linea del tempo di ognuno di noi non è mai continua. A un certo punto nella nostra vita avviene un fatto che la divide irreparabilmente in un “prima” e un “dopo”.
Per i membri della mia generazione c’è un prima e un dopo la guerra. Siamo andati avanti con le nostre vite, perché siamo dei sopravvissuti, ma il modo in cui viviamo adesso, dopo la guerra, è diverso rispetto allora, prima della guerra.
Mio marito George molto romanticamente divide la sua vita in “prima di te” e “dopo di te”. Non prima e dopo il matrimonio, questa definizione non è abbastanza per lui. George sostiene che l’avermi conosciuto lo abbia spinto all’azione, a dire a voce alta le sue convinzioni. Da come ne parla, sembra che l’amore per me lo abbia trasformato in un altro uomo. E’ davvero romantico da parte sua ed è così maturo e accorto da non pretendere, o peggio fingere, che anche io faccia e dica lo stesso.
George sa perfettamente che la mia linea del tempo si è spezzata molto prima di conoscerlo e che lui non può fare niente per cambiare le cose.
E’ dal 1918 che la mia vita è divisa in “quando Edward era ancora con me” e “da quando Edward non è più con me”. I vent’anni che sono passati da allora, George, il matrimonio, i nostri figli e il mio libro non hanno cambiato il mio modo di percepire il tempo. Dal 1918 ogni cosa che mi accade rientra nella linea del tempo “da quando Edward non è più con me”.
Il dolore causato dalla perdita di Edward e il vuoto lasciato dalla sua scomparsa sono ferite che mai più si rimargineranno nel mio cuore, anche se col tempo ho imparato a conviverci.
Il più delle volte immagino che Edward sia semplicemente lontano, come quando era alla scuola di Uppingham ed io ero costretta alla semplice e ottusa vita della campagna inglese. Immaginare che sia semplicemente in un altro luogo, ma nel mio stesso arco spaziale e temporale, mi rendono più accettabile la sua assenza. Tutti i miei sforzi però diventano vani quando di notte gli incubi prevalgono su di me. Immaginarlo da solo, così lontano da casa, nella stretta tomba di legno in cui riposa, lui così amante degli spazi aperti e del verde, rendono impossibile qualsiasi forma di guarigione.
Più il tempo passa, più mi rendo conto che Edward non sperimenterà mai quello che sto vivendo io. Non si sposerà mai, non avrà mai dei figli, non diventerà mai l’uomo che sperava di diventare.
Semplicemente non sarà mai, perché qualcuno ha deciso che non dovesse più essere. Più esistere.
Eppure, adesso che sono qui nella sua stanza della nostra casa d’infanzia a Buxton, il fatto che lui non sia più qui con me mi sembra impossibile. Qui tutto è cristallizzato nel tempo, come se Edward non fosse mai più ripartito per il fronte.
La sua uniforme è stirata e appesa nell’armadio, il pigiama è piegato con cura sul letto come se dovesse essere indossato tra poco. Sulla scrivania c’è ancora un pentagramma rimasto aperto, quasi in attesa che Edward completi la musica lasciata scritta a metà.
Nemmeno un granello di polvere è qui presente ad indicare i venti anni di assenza di Edward, perché mamma fa pulire ogni stanza a giorni alterni.
Tra me e lei non so chi sia più brava a fingere che Edward possa tornare da un momento all’altro e inondarci di nuovo con la sua allegria.
Mi chiedo spesso che cosa mi direbbe, se solo avessimo ancora un paio di minuti per noi. Il “ti voglio bene” tra noi sarebbe sprecato, perché è così ovvio l’amore che ci legava e che ci lega ancora adesso. E anche il “sono felice per te, Vera” sarebbe scontato. Edward è sempre stato felice per qualsiasi mio traguardo, anche se piccolo e insignificante.
Vorrei che mi dicesse quanto è fiero di me, questo sì. So perfettamente che lo sarebbe, perché sono diventata tutto quello che sognavo di diventare.
Ma quanto… questo è il mio dubbio.
Sarebbe timidamente fiero come quando gli ho detto del mio fidanzamento con Roland? O rumorosamente fiero come quando urlò tutto spavaldo in faccia a papà della mia ammissione a Oxford?
Questi dubbi non avranno mai risposta.
E realizzarlo in questa stanza, in trepidante attesa del suo proprietario che mai ritornerà, rende tutto ancora più difficile. La fisicità e la staticità di questi oggetti che sono sopravvissuti allo scorrere del tempo non fanno che acuire dentro di me il senso di perdita e vuoto che mi accompagnano da quando Edward non è più con me.
Le mie mani tremano mentre afferrano con troppa forza la custodia del violino di Edward.
Se stringessi il violino al petto, sarebbe come abbracciare Edward? Violino e archetto sono sempre stati come un prolungamento delle braccia di Edward, ma non hanno il suo calore, il suo profumo.
Se mio figlio John si approcciasse a questo strumento con la stessa passionalità di mio fratello, sarebbe come risentire Edward suonare?
Quando Edward era ancora con me mi sembrava impossibile che qualcuno potesse suonare come lui, o addirittura meglio di lui.
Ora… chissà.



Nota dell'Autrice:

Di solito non dedico le mie storie a qualcuno, ma questa sentivo il bisogno di farlo perché attraverso i sentimenti di Vera per la scomparsa di Edward, parlo anche dei miei per la scomparsa di mio nonno. Così come Vera, più passa il tempo più mi sembra impossibile fare i conti con la sua assenza.

Per rispetto per le persone citate, volevo dire che sono stata il più fedele possibile agli avvenimenti. Vera Vrittain sposò George Catlin nel 1925, insieme ebbero due figli, John e Shirley. Il figlio John era un artista, si appassionò un po' a tutte le forme d'arte, ma il rapporto con la madre era problematico.
Il libro che Vera cita nei suoi pensieri è Testament of Youth, uscito nel 1933 e che in Italia è stato tradotto in Generazione perduta. Nel 2014 è uscito l'omonimo film con Alicia Vikander nel ruolo di Vera (perfetta per la parte) e Taron Egerton nel ruolo di Edward.

Vi lascio il link della mia pagina autrice, se mai vi venisse voglia di seguirmi:

https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/?ref=bookmarks

-Fé-
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: FeBookworm