Ushijima solleva le mani, allontanandole lentamente; non distoglie lo sguardo neppure per un istante, trattenendo il fiato come se temesse di spazzare via la sua opera d’arte con il solo respiro.
«Ushijima!»
Wakatoshi sobbalza, ancora inginocchiato di fronte al pupazzo di neve, poi volta il viso per guardare Oikawa.
«Oikawa, cosa c’è?»
«Me l’hai rubata» guardandolo dall’alto in basso, Tooru incrocia le braccia al petto, gonfiando leggermente le guance.
Ushijima sbatte le palpebre un paio di volte, confuso, poi, per una qualche ragione che non riesce a spiegare, sente l’esigenza di tornare a guardare il pupazzo di neve.
«La carota» sbotta l’altro. «L’ultima carota che avevamo: me l’hai rubata!»
Wakatoshi resta immobile per qualche istante, poi distende una mano, pronto a estrarre la carota dal suo pupazzo di neve per donarla all’altro, ma Oikawa è molto più veloce di lui.
«Non fare il finto tonto! Tu volevi boicottarmi!» Tooru si china e spezza la carota a metà. «Vai a farti fottere!»
Ushijima resta immobile, annichilito dalla cattiveria di Oikawa e dalla disastrosa visione del suo pupazzo di neve con il naso spezzato a metà. Stringe appena le labbra, confuso e mortificato, e guarda l’altro allontanarsi con la metà appuntita della carota. Quando Oikawa la sistema sul suo pupazzo di neve, poi, non gli risparmia di certo una risata alquanto canzonatoria.
Ushijima si alza e raggiunge l'altro, ora chinato per sistemare la sciarpa di lana azzurra attorno al collo del pupazzo.
«Oikawa.»
«Mh?» Tooru solleva lo sguardo, assottigliandolo leggermente, forse nella vana speranza di intimidirlo – non che Ushijima abbia intenzioni ostili, è solo confuso e un po’ triste.
«Stai suggerendo che dovrei fare sesso passivo con altre persone?»
Oikawa schiude le labbra e inarca le sopracciglia, e lasciandosi guidare dall’istinto afferra una manciata di neve per gettargliela addosso, colpendo in pieno il bavero del piumino. Lo conosce troppo bene per pensare che lo stia prendendo in giro: Ushijima è grande e grosso, ma ingenuo, e questo lo esaspera e gli rende difficile trattenere determinate reazioni.
Wakatoshi lo guarda senza dire una parola, passando una mano sulla giacca per togliere gli ultimi residui di neve.
«Oikawa, vai tu a farti fottere.»
Di nuovo, Oikawa schiude le labbra e aggrotta le sopracciglia in un misto di sorpresa e irritazione, ma questa volta riesce a calmarsi prima di gettargli altra neve addosso, in parte anche divertito da questa inaspettata sfacciataggine.
«Visto che prendi tutto alla lettera perché non mi dici: “Vieni a farti fottere”?» sibila poi, e la reazione dell’altro è subito tangibile, visto che sbarra gli occhi e si irrigidisce, come scosso da un brivido.
Ushijima resta immobile per qualche istante, poi gli volta le spalle, dirigendosi a passo rapido verso casa.
«Ehi, dove stai andando?» chiede subito Oikawa, un po' confuso e irritato.
«A casa,» Ushijima si volta, facendogli cenno di seguirlo «così possiamo fotterci a vicenda.»
Oikawa sbatte le palpebre un paio di volte, per poi accennare un sorriso divertito. Si alza, raggiungendo l’altro.
«Stai diventando troppo volgare, Ushiwaka-chan.»