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Autore: Alyss Fibel    04/12/2018    0 recensioni
Gaara è appena diventato Kazekage.
Riuscirà a diventare importante per qualcuno e a farsi amare?
Amatsu è sconvolta dopo la verità scoperta. Riuscirà ad andare avanti e a riconoscere l'amore davanti agli occhi?
Non tutto è come sembra. Anche la notte più buia è illuminata dalle stelle più belle.
Un incontro felice. Un passato difficile. Una riconciliazione improbabile. Un grande amore.
-"Amatsu..." la sua voce era roca.
-"Gaara" sussurrai allungando una mano, che fu subito afferrata dalla sua. Era calda.
-"Grazie al cielo..." disse piano stringendo la presa.
Le lacrime che stavo trattenendo a stento solcarono il mio viso. Sorrisi, grata di essere qui con lui.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Così il tempo passa ed il mondo attorno a me cambia , ovunque io ti cerchi non riuscirò a mai a trovarti.
Così chiudo i miei occhi ed apro il mio cuore..
.

 

 

<< Oji-chan, quando arriveremo al Villaggio della Sabbia? >> sospirai sconsolata.

Stavamo camminando da circa due ore, il sole era alto nel cielo limpido d'estate. Nessuna nuvola contornava l'immenso blu e il caldo si faceva sempre più intenso.
Il desert era enorme, una vasta superficie di sabbia fine e chiara si apriva all'orizzonte come un oceano. Per quando si potesse inalare aria, questa sembrava venire a mancare ad ogni passo.
Aver viaggiato da villaggio a villaggio mi aveva permesso di scoprire con i miei occhi la varietà del mondo. Non avevamo una casa alla quale fare ritorno e i nostri soggiorni nelle varie città si limitavano ad una settimana, se andava bene a due. Non avevo amici, ma c'era sempre il nonno a tenermi compagnia, così non mi sentivo tanto sola.


Una leggera folta di vento alzò da terra dei granelli di sabbia; nell'aria danzarono illuminati dal sole. Risplendevano di un colore oro, proprio come i miei occhi.

<< Siamo arrivati Amatsu cara >> rispose lui facendo un cenno con la testa.
Mi feci un po' di ombra con una mano e aguzzai lo sguardo; davati a noi si eregeva un'enorme entrata ad arco.

<< Fermi lì! >> Uno shinobi si materializzò davanti a noi prima che potessimo varcare la soglia dell'entrata.

<< Chi siete? >> chiese con tono autoritario, sospetto.
Il nonno si tolse il cappuccio che portava sempre e guardò il suo interlocutore.

<< Ma voi siete...? >> Lo shinobi fece un passo indietro guardando il nonno da capo a piedi e posando poi lo sguardo su di me. Ogni volta, in ogni villaggio, assistevo alla stessa scena. Non c'era bisogno di presentarsi, una volta che ci vedevano in volto, le persone capivano immediatamente chi eravamo. Il nonno era solito ad essere convocato da diverse persone per svolgere delle importanti missioni top secret. Questa volta fu addirittura convocato dal Kazekage in persona.

<< Akihito-san, il Kazegake vi attende al palazzo... >> Un'altra voce maschile giuse alle spalle dello shinobi di Suna. <> disse facendo un cenno con la mano.

Il Villaggio della Sabbia, nonostante fosse circondato da un deserto, era molto popolato; le case avevano una forma particolare, i tetti delle case erano arrotondati e i colori chiari dell'esterno erano uniformi e simili tra loro.

Il palazzo del Kazekage si trovava al centro del Villaggio. Il tetto era arrotondato, le finestre ad arco di diverse dimensioni. Era una struttura alta e larga.
Le mura all'interno erano decorate da pochi quadri e il pavimento era in legno, un marrone chiaro. L'ufficio dell Kazekage si trovava al quarto piano. Diversi shinobi entravano ed uscivano dal palazzo, alcuni incuranti della nostra presenza, presi dai loro impegni, altri invece si erano fermati a bisbigliare alle nostre spalle.

<< Amatsu, tu aspetta qui >> disse il nonno indicandomi una poltrona di pelle appena fuori dall'ufficio.

Il Kazekage, un uomo dall'aspetto giovane e dai capelli rossi lo accolse con un sorriso.
Seduta sulla poltrona mi portai le ginocchia al petto. 
Mi annoiavo sempre ad aspettare il nonno, le sue riunioni andavano ogni volta per le lunghe e di conseguanza finivo con l'intrattenermi parlando al mio oraschitto di peluche.

Lo scatto della maniglia davanti a me attirò la mia attenzione. Dall'ufficio del Kazekage uscì un ragazzino dai capelli rossi; occhi chiarissimi verde mare contornati da due occhiaie scure. Doveva avere all'incira sei anni, la mia età, tuttavia era più minuto e basso di me. Quando incontrò il mio sguardo sul volto gli balenò un espressione sorpresa, ma svanì in un attimo lasciando posto all'incertezza.

<< Ciao >> dissi alzando una mano in segno di saluto << Io sono Amatsu, tu come ti chiami? >> chiesi curiosa. Non capitava spesso di vedere qualcuno della mia età durante le noiose ore d'attesa. Speravo volesse conversare e magari giocare con me.

Il ragazzino abbassò lo sguardo, poi mi guardò un po' imbarazzato, aprì la bocca poi la richiuse.

<< Io sono Gaara >> disse dopo un momento di silenzio. Si avvicinò a me.

<< Vuoi giocare con me? >> chiesi saltando giù dalla poltrona << Mi era parso di vedere un parco giochi venendo qui. >>

Il bambino mi guardò insicuro e si portò le mani al petto.
<< Sei... sicura? Ti...ti va bene ... davvero? >> balbettò in un sussurro.

<< Eh? Che stai dicendo? >> chiesi inclinando leggermente il capo <> risposi convinta con un sorriso.

Gaara ricambiò il sorriso gli occhi verde mare divennero più chiari e dolci.

<< Dai andiamo! >> dissi prendendolo per mano.

***


Entrammo dal cancello arrugginito.
Ad accoglierci furono sguardi di paura e smorfie di disgusto da parte degli altri bambini presenti.
Non ne capivo il motivo; mi guardai attorno senza scorgere una possibile causa che potesse suscitare quelle reazioni. Gaara al mio fianco strinse la mia mano in una presa calda e salda, aveva il capo chino verso terra.

<< Yokuse-chan, la palla è rimasta incastrata su un albero! >> una voce femminile fece girare tutti i presenti.

Gaara al mio fianco fece un passo avanti e allungò il braccio sinistro. Della sabbia si materializzo davanti a lui per poi allungarsi fino all'albero, salire sul ramo e far scendere la palla davanti alla ragazzina che aveva parlato poco fa.
Lei guardò la palla e si allontanò all'istante, così come gli altri bambini.

<< Sei un mostro! >> urlò uno di loro. << Vattene! >> intimarono in coro. I loro sguardi erano pieni di odio.

Gaara abbassò lo sguardo, triste e scoraggiato.
Lasciai andare la sua mano e mi avvicinai alla bambina, presi la palla da terra e la strinsi con entrambe le mani.

<< Il minimo... il minimo che potete fare è ringraziare Gaara! >> urlai contro di loro. << Gli unici mostri siete voi, brutti maleducati... >> gli fulminai con lo sguardo, i miei occhi erano oro vivo, acceso.

<> disse il ragazzo di nome Yokuse.

<< Quelli pazzi e senza cervello siete voi! Sparite, non abbiamo bisogno di persone come voi. Io e Gaara giocheremo da soli! >> urlai a squarcia gola.

Una folata di vento mandò indietro il mio cappuccio, scompigliandomi i capelli bianchi come la neve. Tutti i bambini scapparono via.

***

<< Che bello!! >> Mi avvicinai alle costruzioni in sabbia di Gaara con gli occhi sgarnati.

<< Grazie... >> udì da parte sua, un sorriso sul volto.

Passai un dito sul contorno del castello che Gaara aveva costruito con fare sognante.

<< Gaara, nostro padre ti chiama >> Un ragazzo dai capelli corti marroni, vestito di nero, ci raggiunse. Aveva un'espressione diffidente.

<< Che succede Kankuro? >> chiese Gaara in tono calmo continuando a giocare con la sabbia.

<< Questa ragazzina chi è? >> domandò l'altro.

Le due domande di sovvrapporsero e Gaara fu il primo a rispondere.

<< Lei è Amatsu... >>

<< Sono un'amica di Gaara! >> aggiunsi per precisare. Gaara fu colto di sorpresa, ma non nascose il barlume di felicità che balenò sul suo pallido viso. Kankuro alzò un sopracciglio scettico.

<< Amica? >> ripeté poco convito.

<< Che c'è? Non mi verrai a dire di stargli lontano, o peggio ancora di definirlo mostro! >> dissi alzandomi << Perchè in tal caso giuro che ti strappo i capelli. >>
Kankuro mi guardò sorpreso, poi scosse la testa.

<> disse infine a tono basso.

Calò il silenzio.

<< Ti chiedo scusa >> dissi mordendomi l'interno della guancia.

Kankuro fece un mezzo sorriso << Non ti preoccupare... >>


<< Amatsu, cara, ecco dov'eri! >> Nonno Akihito aveva finito di parlare con il Kazekage e mi aveva raggiunto al parco. Il tono sollevato della sua voce mi fece capire che doveva essersi preoccupato molto.

<< Gomen ji-chan! >> sorrisi complice <> dissi indicando il ragazzino di fianco a me, che nel frattempo si era alzato.

<< Piacere Gaara-kun, io sono Akihito, il nonno di Amatsu. Spero non ti abbia dato fastidio, sa essere una bambina molto insistente...e - >> 
<< Ji-chan!! >> lo ripresi facendo una smorfia << non è vero! >> gonfiai una guancia aggrottando le sopracciglia.

Gaara fece un sorriso timido mentre il nonno mi accarezzava la testa ridendo.
<< Dobbiamo andare Amatsu. >>
Sapevo che dovevo andare, ma mi sarebbe piaciuto così tanto restare a giocare con Gaara. 
<< Lo so >> dissi con un sospiro.

Mi avvicinai a Gaara e quando fui a pochi centimetri da lui lo abbracciai forte. La sua schiena rigida si rilassò tra le mie braccia e fui felice di sentire la sua presa avvolgermi. Aveva ricambiato l'abbraccio.

<< Sei una persona molto gentile, spero di incontrati di nuovo. >>

<< Grazie per aver giocato con me Amatsu... >> sorrise arrossendo leggermente.

Le parole della piccola bambina frullarono nella testa di Gaara.
Lui era gentile? Non lo sapeva.
Se era gentile perché gli altri bambini scappavano da lui? E perché Amatsu era rimasta invece? Perché i suoi stessi fratelli sembravano a volte avere paura di lui? Perché suo padre non mostrava affetto?
Era davvero lui a comportarsi in modo sbagliato? Non sembrava.
Era confuso, felice e triste allo stesso tempo. Non avrebbe mai pensato che si potessero provare diverse emozioni contemporaneamente.


***

<< Oh! >> esclamai battendo le mani sulla testa del nonno << ho dimenticato il mio peluche! >> dissi guardando verso il cielo. 

Intanto a Sunagakure...

<< Gaara, e quello di chi è? >> chiese la sorella, una biondina dai capelli ribelli e occhi verdi, indicando il peluche che il bambino teneva in mano.

<< È di Amatsu >> si limitò a rispondere con un sorriso.

<< E chi sarebbe? >>

<< Una mia amica! >> rispsose entusiasta, lasciando la sorella di stucco.

<< Gaara, vieni subito qui! >> la voce del Kazekage, severa e autoritaria, rimbombò nell'aria pomeridiana, come un tuono a ciel sereno. Senza dire una parola, ubbidì e corse dal padre.

<< Ha davvero detto "amica"? >> domandò la sorella.
<< Eh già...sono sorpreso quanto te >> rispose Kankuro.

 

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Konnichiwa minna!
Grazie per aver dedicato del tempo a leggere il primo capitolo della mia fanfiction. Spero vi sia piaciuto!
Cercherò di tenere fede al carattere di Gaara. Un volta adulto però vedrò di dargli una sfumatura più "umana" senza esagerare.
Continuate e seguirmi!


Alyss 

   
 
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