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Autore: Luna_Holmes    05/12/2018    0 recensioni
Nuova scuola, nuova città, nuovi amici. Che poi, ne avesse di amici. Era isolata. Per scelta. O per obbligo. Per lei era la stessa cosa. L'unico dettaglio che accomunava tutte le città in cui aveva vissuto era un segreto. Il suo segreto. Un segreto oscuro, se non pericoloso. Ma qui, in questa città c'è qualcosa di diverso. O meglio, qualcuno.
La storia è disponibile anche su Wattpad (sono LunaCraft Moon).
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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-Fratello, te lo dico col cuore... Sei un’idiota! – sbotta Brian, dopo aver saputo della scenata di Chris in mensa dall’amico del cugino della sorella del… Insomma, un bel po’ di gente.
-Giuro che non volevo! – Chris alza le mani, come a dimostrare la sua innocenza. Un pugno, non forte, gli arriva sul braccio. – “Giuro che non volevo” non lo devi dire a me! – gli fa il verso l’amico, esasperato. Hanno cominciato quella conversazione da più di mezz’ora e sono ancora a un punto morto. Brian sbuffa. Solo lui può avere un amico così degenere. -Sei tu lo stupido che fa scappare tutte le ragazze che ti ronzano attorno! E fidati se ti dico che non sono poche! -. Il corvino apre la bocca per protestare, ma l’altro è fermamente deciso a chiudere lì la conversazione.

I due camminano in completo silenzio per un tempo indefinito. Brian osserva il mondo intorno a lui come se lo stesse scoprendo per la prima volta. L’aria pungente gli scompiglia i capelli e lo fa rabbrividire. Forse sarebbe dovuto uscire con una felpa più pesante, pensa. I diversi colori delle foglie lo fanno sorridere come un bambino che riceve una caramella. Verde, giallo, arancione, rosso, marrone. Brian ripete queste parole nella sua testa per una decina di volte. Gli piace provare a immaginarli. Le punte delle dita della mano gli fremono. Vorrebbe allungare la mano e, come in quegli stupidi giochi sul telefono, colorare il mondo. Chris, una volta, molti anni prima, quando si erano appena conosciuti, gli aveva detto “il mondo è bello perché è colorato”. Non ha mai provato a vivere in un mondo in bianco e nero. Non ha mai sentito il desiderio di poter vedere come tutti. Non ha mai saputo com’è non sapere il colore delle cose. Una volta gli aveva chiesto “di che sfumatura sono i miei occhi?”. Chris l’aveva guardato a lungo, stranito. Poi c’era arrivato. “Sei daltonico? Totalmente?”. Era una domanda semplice, ma Brian si era preso del tempo prima di dargli la risposta che il ragazzo attendeva. Era la prima volta che ne parlava con qualcuno che non fosse della sua famiglia. Come si sarebbe comportato? Si sarebbe allontanato urlando, pensando, erroneamente, che il daltonismo fosse contagioso? Dopotutto avevano solo cinque anni all’epoca. “Sì”. Le due lettere erano uscite dalla sua bocca, non poteva tornare indietro. L’amico era rimasto a lungo in silenzio. Molto a lungo. Al piccolo Brian ogni singolo secondo era sembrato lungo un’eternità. “Vuoi che ti descrivo i colori che vedo?” aveva chiesto timidamente Chris. Tutti i dubbi infondati del daltonico si erano dissolti. Il corvino era suo amico e lo sarebbe stato per sempre. Quel Davies era riuscito a colorare, in parte, il mondo di Brian…

-Ti piacciono gli unicorni? -. Chris lo interrompe dai suoi pensieri in questo modo. Brian si sforza di non ridere. –Stavo formulando pensieri profondi, mi hai interrotto! – protesta. Ha una scintilla divertita negli occhi. –Sì, sì, ok, ma io ti ho posto una domanda – si giustifica il corvino. –Ma che ne so! Credo di sì. – risponde l’altro. L’amico lo guarda storto. –O sì o no. -. A Brian non resta altro da fare se non annuire. A chi non piacciono?, pensa. –Pensi che se regalo ad Ashley un unicorno di pezza mi perdona? -. Il daltonico vorrebbe rispondergli dicendo qualcosa come “Ti sembro Ashley?” o, meglio, “Non sono una sfera di cristallo per vedere il futuro”, ma le scarta optando per: -Prova a regalarglielo e vedi la sua reazione. -. –SEI UN GENIO! – grida Chris, entusiasta. La conversazione si chiude così e un altro silenzio cala tra i due.
- Ohi, mi accompagni a comprare un unicorno? -. Brian non risponde, si limita ad alzare gli occhi al cielo e a cambiare strada, subito seguito dall’amico, che lo ringrazia. Tanto sa già che alla fine il corvino gli chiederà i soldi per comprare il fantomatico unicorno e prometterà di restituirglieli subito. Come le scorse volte.

-Mi devi ancora i soldi del cinema – gli ricorda Brian.
–Quale cinema? –
-Ci siamo andati due anni fa. –
-Ah. Domani ti porto anche quelli! –
Brian si limita a sorridere, scuotendo la testa.
   
 
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