Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    06/12/2018    7 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 56 - CREATORE



I'll never leave you behind,
It's one for all, and all for life
Still I wonder, why go to heaven, when my best friends burn in hell?
Heaven. What the hell would I do in that place without you?


Alone in heaven: http://https://www.youtube.com/watch?v=U1RxUyzSLvs
 
 

 
Una crepa nell'aura, poi il vuoto totale. Tensing cadde riverso sull'addome, con due occhi ancora spalancati dal terrore ed il terzo, quello sulla fronte, completamente accecato dal raggio violaceo che aveva attraversato il suo cranio.
Morire così, in pochi secondi, per mano di un essere che avevano già sconfitto plurime volte... che sfregio, che fine poco gloriosa per un guerriero coraggioso, scaltro e sveglio come lui. Inutile dire che il silenzio di Riff caricò l'aria di tensione a tal punto da risultare irrespirabile. Guardò il corpo esanime del suo fedele amico ancora una volta, un'ultima volta prima di scegliere la via dell'odio, del disprezzo. Si gettò in direzione del suo aguzzino con tutte le forze che gli erano rimaste e fece l'unica cosa che avrebbe potuto fare per vendicare la morte del suo più caro alleato: ucciderle quel mostro.
Tentò di sradicare la sua vita in tutti i modi, ma così facendo si rese conto che in quel modo stava esaurendo anche le ultime briciole di forza combattiva. Se ne rese conto ma poco gli importava: non aveva più nulla da perdere, non aveva più raziocinio per pensare che agendo in quel modo avrebbe sprecato l'occasione ultima di aiutare altre persone. Troppo odio, troppo rimorso.
E così, dopo l'ennesimo sforzo disumano, il piccolo combattente cadde sulla neve senza sentire più nemmeno il freddo. Guardò di nuovo il corpo del suo amico poco distante da lui e, nel percepire i passi del suo avversario farsi sempre più prossimi, chiuse i piccoli occhi in attesa dell'estremo giudizio.
«Perdonami Tensing, non sono riuscito a vendicarti» sussurrò lui.
Avvertì una piccola lacrima congelarsi sulla guancia, poco prima che la sua testa venisse distrutta in mille pezzi, schiacciata dalla suola dello stivale del nemico.
Poco sopra di quella straziante scena, però, vi era un combattente che non avrebbe lasciato che il fatto passasse inosservato. Si era ripromesso che nessun altro amico sarebbe morto, si era ripromesso che avrebbe fatto di tutto per proteggerli. Gogeta si infiammò con un urlo ridondante e talmente profondo da far tremare il terreno, capillari rossi come fragole circondarono le iridi dei suoi occhi azzurro cielo, conferendogli un aspetto spaventoso. Si infiammò di rabbia, di dolore. Ogni cellula del suo corpo sembrava voler esplodere, spasmi involontari gonfiarono i suoi già possenti muscoli e, da quel momento, il freddo e il gelo arrecato dall'arido Ki di Loraymo non rappresentò più un problema.
E così, finalmente, grazie alla cieca rabbia dovuta alla perdita di ben due alleati, Gogeta riuscì finalmente a procedere nello scontro frontale con il nemico senza rischiare di morire assiderato. Fuoco, calore. Il cuore del Super Saiyan ibrido riscaldò il paesaggio fino a sciogliere il ghiaccio e la neve.

 

Inutile dire che, quando Dende aveva scoperto che le sfere di Shenron erano rimaste attive, aveva fatto i salti di gioia. Quando le avevano recuperate in precedenza per chiedere di riportare in vita Pan, infatti, il drago non aveva esaudito la loro richiesta, e così facendo le sfere non si erano affatto ri-trasformate in pietre.
Velocità di volo, fortuna dalla loro parte e radar cerca-sfere di alta precisione, Goku Jr e Martha riuscirono a recuperare quattro sfere nel giro di un'ora e anche Dende, in solitudine, nello stesso tempo aveva trovato le tre rimanenti. Si radunarono al tempio del Supremo ancora con il fiatone, con le sfere ben nascoste nelle loro giacche. Sperarono con tutto il cuore che nessun drago li stesse osservando e, di conseguenza, che nessun nemico giungesse in quel posto con l'intento di fermarli nella loro missione – missione che, per tutti a parte Dende, era ancora incomprensibile.
Il Supremo entrò di corsa all'interno del tempio, intimando a tutti gli altri di seguirlo nel grande atrio bianco e dorato e, quando finalmente posò le tre sfere del drago sopra a un piccolo altare in velluto verde invitando i due bambini a fare lo stesso con le loro, tra i presenti si scatenò il panico più assoluto.
«Dende!? Cosa accidenti stai pensando di fare?» lo ammonì il gatto Karim frapponendosi tra lui e le sette sfere.
«Non dirci che hai intenzione di invocare Shenron per combattere direttamente con lui! Perché se è così tu sei completamente pazzo, non abbiamo possibilità!» aggiunse Jirobei con gli occhi fuori dalle orbite.
«Già, in che modo pensi di far fuori un drago gigantesco? Ti ricordo che quelli forti sono nel ghiacciaio a combattere» puntualizzò Oscar, con le gambe tremanti dalla paura.
«Se è così io credo che me ne andrò più lontano possibile da qu-»
«VOLETE FARE SILENZIO O NO?!» li interruppe Dende con un urlo irritato, facendo finalmente calare il silenzio tra tutti i presenti. «Non ho intenzione di uccidere personalmente i Draghi».
I civili all'interno del tempio tirarono un sospiro di sollievo, sentendosi poi parecchio stupidi per avere anche solo ipotizzato che Dende potesse compiere un gesto così sconsiderato e suicida.
«Ma esiste un modo certo per poterli distruggere anche senza combattere» aggiunse Dende incrociando lo sguardo allibito di Popo il quale, proprio in quell'istante, giunse all'epifania avuta dal Supremo senza bisogno di ulteriori chiarimenti.
«Disattivare le Sfere del Drago!» soffiò egli.
Scompiglio e fermento si levarono tra la piccola folla. Martha e Goku Jr, finalmente, compresero il reale motivo della loro missione. Inutile dire che i due bambini rimasero un po' delusi dal fatto che non avrebbero visto il drago in persona – erano già parecchio gasati, insomma! – ma compresero perfettamente che era ben più importante la salvezza del pianeta piuttosto che un loro capriccio.
«Esattamente» confermò Dende, volgendo poi il suo sguardo in direzione dei sette piccoli globi luccicanti. «E l'unico che può farlo è il suo creatore, o colui che l'ha sostituito».
I suoi grandi occhi neri si socchiusero leggermente, ed un fremito percorse la sua intera colonna vertebrale. Le Sfere del Drago Shenron erano state create tantissimo tempo prima dal Dio della Terra e, dopo tantissimi anni, erano giunte sotto suo possesso. Era lui il responsabile delle Sfere del Drago, colui che aveva modificato il loro potere, colui che dava la vita stessa alle sfere. Le sentiva sue, era interconnesso con le loro virtù, erano parte di sé oramai.
«Supremo... dici che funzionerà?» domandò Alphonse inarcando un sopracciglio, grattandosi la barba dorata. Eva gli aveva raccontato tutto delle sfere, del loro funzionamento, del loro grande e immenso potere. Non aveva mai conosciuto personalmente nessuno di quei personaggi, ma era venuto a conoscenza di ogni loro impresa.
«C'è solo un modo per scoprirlo» rispose il namecciano, tentennante. Deglutì sonoramente, non era certo che il suo piano funzionasse. E se qualcuno li avesse scoperti? E se avessero mandato un sicario per ucciderli? E se li stessero spiando proprio in quell'istante?
Si guardò intorno con fare circospetto, con un groppo alla gola dovuto al terrore.
«Dende, ma se tu disattivi le Sfere del Drago... Pan e il Genio non potranno più tornare in vita» intervenne Marron, la quale non aveva mai smesso di cullare la propria bambina tra le braccia nel tentativo di farla stare tranquilla.
«Già... e purtroppo devo darvi un'altra orribile notizia» confessò il namecciano abbassando il volto cupo, percependo il respiro di tutti farsi più agitato. «Anche Tensinge Riff ci hanno lasciati».
Sospiri, tremiti, agitazione. I guerrieri stavano cadendo uno dopo l'altro come alberi sradicati dalla tempesta. Dovevano fare presto, dovevano assolutamente trovare il modo di aiutarli, e se l'unica soluzione era quella di distruggere le tanto amate sfere, allora così avrebbero fatto.
«Dobbiamo provare e in fretta, prima che ci siano altri morti da piangere. Cielo, spero che la mia Videl stia bene» bofonchiò Mr Satan con dei leggeri colpi di tosse. Le sue condizioni di salute si stavano aggravando giorno dopo giorno, sentiva nelle ossa che il tempo sulla Terra stava andando verso la conclusione, ma mai avrebbe voluto vedere sua figlia morire prima di lui.
Tutti si guardarono in pena, con un profondo dispiacere nell'animo nei confronti dei loro amici, non accorgendosi però che, nascosto tra la folla, il più piccolo di loro aveva appena realizzato qualcosa che l'avrebbe cambiato per sempre. Attirò l'attenzione con un singhiozzo che non riuscì proprio a trattenere, nascondendo poi il viso dietro un ciuffo di capelli neri che gli ricadde sulla fronte.
«G-Goku?» lo chiamò la dolce Patricia, la badante di Mr. Satan, sollevandogli delicatamente il viso con due dita. Egli tirò su con il naso, asciugandosi gli occhi con la manica della tuta verde.
«Io... io non vedò più la mia mamma» sussurrò il piccolo, con il labbro inferiore tremante, caricando tutta la forza spirituale che possedeva per non scoppiare a piangere. Avrebbe dovuto essere forte ad ogni costo: era un guerriero oramai.
Tutti trattennero il respiro. La pena che provarono per quel povero bambino fu talmente insopportabile che, per alcuni, fu impossibile dire qualcosa, parlare, rassicurarlo. Si congelarono.
«Goku... mi... mi dis-» sussurrò Dende in preda alla disperazione, interrotto però dal bambino il quale, con voce più ferma possibile, parlò e strinse entrambi i pugni.
«Fallo».
«C-come dici?» domandò il namecciano. Goku Jr alzò la testa per incrociare il suo sguardo; era fiero, coraggioso, potente. Poté percepire la sua aura aumentare, il suo Ki divenire più stabile, e in quel momento gli ricordò tantissimo Vegeta.
«Devi distuggele. Non voglio che anche il nonno muoia, e nemmeno la zia. Nessuno» parlò con sicurezza Goku Jr, comprendendo appieno che non ci sarebbe stato più nessuno che avrebbe riportato indietro la sua mamma, nessun drago, nessun desiderio, e quindi che sarebbe stato necessario distruggere le Sfere del Drago per poter salvare tutti gli altri.
Del resto aveva ragione, e questo lo capirono tutti: oramai Shenron non era più dalla loro parte e, dato che nessun drago avrebbe accettato di resuscitare i loro amici, allora tanto valeva non farsi troppi scrupoli.
E così Dende prese finalmente coraggio, lo prese da quel bambino che ne aveva da vendere, lo prese dal suo sguardo e dalla sua tenacia. Prese coraggio perché non ci sarebbe stato altro modo per contribuire a porre fine a quella guerra sanguinosa, per onorare coloro che erano caduti, per poter dare la possibilità a chi ancora aveva un cuore pulsante di speranza nel petto.
«È deciso allora» decretò il namecciano, voltando di scatto il capo in direzione delle sette sfere lampeggianti. «Distruggerò Shenron».

 

Caldo, fuoco, lampi di luce. Gogeta era inarrestabile, il freddo non prendeva più possesso delle sue giunture, non vi era più alcun colpo che potesse temere. La rabbia e il dolore per la perdita di ennesimi alleati ardeva nel suo petto e nulla, nulla avrebbe potuto spegnere quel fuoco.
E così, per la prima volta da quando la battaglia era iniziata, Loraymo si trovò in estrema difficoltà. Ma cosa poteva cambiare, del resto? Anche se fosse morto sarebbe potuto rinascere dalle proprie ceneri, e l'ibrido saiyan lo sapeva bene. Eppure non gli importava, eppure andava avanti, combatteva, colpiva come se dovesse porre fine alla sua vita una volta per sempre.
«Non fai più tanto il gradasso ora che la temperatura si è alzata, eh?» commentò Gogeta, insinuando un potente pugno tra le costole del proprio nemico. I fiocchi di neve che cadevano intorno a loro si scioglievano prima che potessero anche solo toccare l'epitelio del saiyan, tanto era il calore che emanava. E Loraymo percepì la pelle ardere e bruciare sotto la lunga tunica nera. I suoi bei capelli lisci color indaco erano spettinati, alcuni cristalli incastonati nella sua fronte si erano scheggiati.
«Sai bene che uccidermi non vi salverà, sciocco» commentò il possente avversario rispondendo al pugno con una ginocchiata che però non scalfì minimamente il Super Saiyan, il quale rise sadicamente come solo Vegeta sapeva fare. Era così chiaro, oramai, che la parte preponderante in quel momento fosse proprio quella del principe.
«Eppure ti brucia la sconfitta, eh? Brucia nell'orgoglio, vero?» soffiò Gogeta mostrando i denti bianchissimi, colpendo il nemico sotto il mento con la suola dello stivale nero, facendolo ribaltare in aria. «Sai, Loraymo, ho imparato a conoscerti in così poco tempo. Io studio sempre il mio avversario».
«Non sai niente di me, scimmione» controbatté, scagliando un colpo del Ki oramai troppo debole per poter veramente scalfire l'avversario.
«La parte di Lorayo che è in te non avrebbe mai accettato di morire in battaglia. Ti rode vero? Ti rende irrequieto!» Gogeta continuò a provocarlo. Sferrò una serie di pugni a raffica e scalfì le guance del nemico, provocandogli gravi escoriazioni. «Non ti darò questa soddisfazione. Dovrai vivere questa sconfitta secondo dopo secondo, maledetto essere».
Il Super Saiyan colpì il suo viso ancora e ancora per lunghissimi minuti, guardandolo poi finalmente rovinare a terra con un tonfo. Si avvicinò a lui sorridendo, con il dito puntato in direzione del suo cranio, illuminandosi ancor di più di luce dorata.
«Ci rivediamo alla prossima vita» commentò Gogeta in procinto di lanciare il raggio mortale ma, prima che egli potesse farlo, prima che potesse infliggere una volta per tutte il colpo di grazia al proprio nemico, accadde qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere, non in quel momento.
Un lampo di luce abbagliante avvolse il corpo del Super Saiyan di quarto livello facendolo tremare e, in una frazione di secondo, le molecole dei corpi che componevano l'ibrido si scissero nuovamente, ricomponendosi in due corpi ben separati.
«DANNAZIONE!» urlò sua maestà.
Realizzò immediatamente quanto fosse successo, voltandosi di scatto in direzione del suo alleato il quale, ancora incredulo, non poteva credere all'incredibile sfortuna che li aveva appena colpiti. Il tempo della fusione era terminato - ed era già durato fin troppo con la quantità enorme di energia che avevano utilizzato.
«Che pessimo tempismo» commentò Goku alzando gli occhi al cielo, udendo poi una fragorosa risata da parte del nemico il quale, rinvigorito dalla forza magica superiore dei Draghi, si alzò in piedi sulla neve ancor più spaventoso di prima.
Li attaccò entrambi con una velocità sovrumana e, con entrambe le braccia tese che andarono a colpire i volti dei due saiyan, li fece ribaltare sulla neve prima che potessero emettere altro suono.
«Siamo fottuti» grugnì Vegeta colpendo ripetutamente i pugni nella neve, nervoso e frustrato da quella situazione impossibile.
«Non se combatteremo tutti insieme!» lo incoraggiò Goku, rialzandosi di scatto. «GOHAN! GOTEN! EVA!»
No, la partita non era ancora finita. Non si sarebbe dato per vinto, gliel'aveva insegnato proprio il principe dei saiyan in persona. I suoi figli e la nipote misero a fuoco le loro figure attraverso la tormenta e giunsero in pochissimi secondi sul luogo della battaglia.
«Ricevuto!» gridò Gohan poggiando entrambi i piedi nella neve, fiancheggiato dai suoi compagni. Ci avrebbero pensato Bra, Junior, Snar e i gemelli a tutti gli altri, se la sarebbero cavata senza difficoltà ora che gli alleati erano aumentati di numero.
Vegeta alzò lo sguardo verso i quattro saiyan schierati a muro in direzione di Loraymo. Eva, Kaarot, Gohan e Goten. Avrebbero combattuto tutti insieme contro quel mostro, non gli avrebbero dato il tempo di fiatare. E, inutile dirlo, al principe bastò solo quell'immensa carica che il suo rivale aveva saputo infondergli per tornare anch'egli in prima fila. Si illuminarono tutti di luce dorata nel medesimo secondo e, con un acuto grido di battaglia, si scagliarono in direzione del nemico.
Combatterono, combatterono senza difficoltà. Cinque contro uno, ma poco importava delle regole. Non c'erano regole in quella guerra, avrebbero fatto di tutto pur di vincere, anche ammettere di essere più deboli.
Calci, pugni, attacchi dell'aura. I cinque Super Saiyan accerchiarono Loraymo e lo colpirono con una Kamehameha combinata, poi si avventarono su di lui come leoni sulla preda. Ed egli rispose, era fortissimo, estremamente difficile da abbattere. Si illuminò di luce argentea e congelò ogni cosa intorno a sé, il freddo diventò quasi insopportabile. E ancora calci, ancora pugni, ancora attacchi fino a che, tutto d'un tratto, un forte scossone fece tremare la terra sotto i loro piedi. Ogni combattente sul campo di battaglia si fermò, la nebbia divenne ancora più fitta, il vento della tormenta ancora di più pungente. Durò parecchi secondi, durante i quali la Terra tremò senza sosta, rendendo quasi impossibile mantenere l'equilibrio. Poi, così come era iniziato, cessò. E il silenzio colpì quella lingua di ghiaccio ospitante la guerra.
«E adesso cosa diavolo succede?!»



 
Continua...
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti miei cari e mie care... ebbene, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Ed è sempre così, sta accidentaccio di fusione: si estingue nel momento meno opportuno! Argh! 
Spero di avervi fatto cosa gradita con questa pubblicazione di metà settimana. La verità è che ho gran fretta di arrivare ad un altro punto della storia... ma non posso spoilerarvi niente :D
Quindi riassumiamo tutto ciò che è accaduto con la nostra edizione straordinaria di Tg Kaioh!


Riff ha utilizzato le sue ultime energie per combinare poco o niente, e ci ha lasciato subuto le penne. Così, pim pum pam. Ciò ha mandato in ebollizione le cellule del nostro Gogeta il quale, finalmente, ha scaldato per benino la situazione iniziando a combattere bene. 
Al tempio del supremo, nel frattempo, Dende svela le sue reali intenzioni: distruggere le sfere del drago, e quindi far fuori Shenron. Non con poche difficoltà, insomma, la vita non è più così facile senza sfere del drago!
Proprio nel momento catartico, proprio quando ci mancava tanto così per far fuori quel farabutto, la fusione si interrompe. Eccallà. Ma Goku sembra aver preso tutta la grinta del principe e, chiamando a sé figli zii cuggini parenti cumpari e nipoti torna in prima linea a combattere contro Loraymo. Ma sul più bello, una scossa di magnitudo 7.8 colpisce la Terra. Che diavolo è successo?


Non concluderò mai i miei capitoli senza lasciarvi con un quesito, un tarlo nella mente. C'è sempre qualcosa lì, in sospeso! Sono molto curiosa di leggere le vostre ipotesi... 

Passiamo alle Pagelle di metà settimana:

-Riff: "era rimasto senza mamma... un po' di umanità" (Cit.) insomma, tutte le volte che muore sembra che debba combinare un gran macello ma alla fine non succede poco o niente se non, appunto, che muore male. Gran dispiacere, ma almeno ha raggiunto il suo amico. Voto 6
-Dende: riesce a gestire alla grande il comizio di fronte a tutti i suoi elettori. Millanta grandi cose per propaganda elettorale, ma poi ci riuscirà per davvero a mantenere le sue promesse? "Vota anche tu il Movimento Sette Sfere". Voto 7.
-Goku Jr: benvenuto nel mondo reale, piccoletto. Dove la morte è irreversibile e non esistono miracoli. Ha ereditato la saggezza dal suo nonnino. Voto 8
-Loraymo: son tutti capaci ad avere la ruota della fortuna sempre girata dalla propria parte. Di un antipatia devastante. Parla poco, ma quando lo fa mi fa venire il reflusso gastroesofageo. Voto 3
-Gogeta: fai qualcosa, dannazione. Sei bello, bravo, forte, maestoso. Ma ti prego, vai da una cartomante o qualcosa di simile e fatti togliere di dosso il malocchio perché così non si può. Voto Mai na Gioia

Ragazzi/e, l'appuntamento di domenica rimane invariato :) presto si scopriranno tantissime cose, promesso. Volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro i quali mi seguono oramai quasi da un anno e che spesso e volentieri mi lasciano un parere su EFP o sul Forum. Luu, Cleo, Summer, Kamehamegoku, Daishinkan, Virusimpazzito, Great Saiyaman. Siete veramente meravigliosi! Grazie per aiutarmi in questa lunghissima impresa, sono davvero felice che continui a piacervi.
Ho visto che c'è anche qualche nuovo lettore silenzioso: non siate timidi! Fatemi sapere cosa pensate di questa epopea. 
A domenica!
Eevaa
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa