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Autore: Anonima Italiana    06/12/2018    7 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Persefone osservava esterrefatta colui che aveva davanti.

- Ma voi…voi siete l’uomo del bosco!- esclamò  la ragazza.

- Vedo che non ti sei dimenticata di me-  rispose Ade sorridendo, avvicinandosi a lei. Ora che era finalmente sveglia avrebbe potuto raccontarle tutto. Da dove cominciare?

- Come ti chiami, dolce fanciulla?-

- Io sono Persefone. E voi?-

- Io sono Ade- rispose lui. A sentire questo nome, la povera Persefone sgranò gli occhi terrorizzata.

- Voi…siete…Ade?! Il Signore degli Inferi?!-

- Al tuo servizio, mia cara- Rispose lui, sospirando dentro di sé. Non era certo una novità quel tipo di reazione quando pronunciava il suo nome.
Persefone  cominciò a balbettare:

- Ma allora…mi trovo negli Inferi?! Allora…se è così…vuol dire che sono morta?! O Dei! E come è successo? Non ricordo nulla, solo che coglievo fiori e poi improvvisamente il sole si è oscurato e….-

A quel punto fu sopraffatta dall’angoscia e scoppiò in un pianto disperato, chinando il viso tra le mani.
 
Ade la guardava dispiaciuto. Non si era aspettato salti di gioia, ma aveva sperato che, forse, ricordandosi del loro incontro nel prato, Persefone non sarebbe stata sopraffatta dalla paura. Non pensava sarebbe stato facilissimo per lei, ma vedere tutto quel dolore addolorava lui stesso, oltrefargli conoscere una sensazione finora sconosciuta: si sentiva in colpa perché consapevole del fatto che quel dolore, glielo stava causando lui.
 
- No Persefone, non sei morta! Vedi…ho deciso di portarti qui con me perché…- ebbe un attimo di esitazione- vorrei tu diventassi la mia Regina.-

 Al contrario di quanto Ade aveva pensato, Persefone reagì nuovamente sconvolta.

- Io….Regina…degli Inferi?! Ma io sono la Dea della Primavera! Non posso andare bene qui dove c’è solo morte e desolazione! Vi prego, lasciatemi libera! Riportatemi a casa!-

Ade si alzò e la fissò, il bel volto diventato una maschera di pietra.

- QUESTA è la tua casa, ora! Sei libera di fare ciò che vuoi e andare dove vuoi, non sei una prigioniera. Di qualunque cosa tu abbia bisogno, puoi rivolgerti alle tre ancelle che ti ho destinato, si occuperanno loro di tutto. Altrimenti puoi chiedere a me: ti darò qualunque cosa tu voglia, soddisferò qualunque tuo desiderio.  Non hai che da chiedere, qui dentro sei la padrona. Ma non chiedermi mai più di riportarti indietro, è l’unica cosa che non posso fare.-A queste parole Persefone crollò di nuovo sulle lenzuola disfatte, seppellendo il viso tra i cuscini e ricominciando a piangere disperata. I singhiozzi laceranti della poveretta avrebbero commosso chiunque, ma Ade senza dire altro si alzò e se ne andò dalla stanza.


Dopo qualche ora, Persefone decise che non poteva continuare così: piangere non sarebbe servito a nulla, doveva reagire e affrontare  la situazione in cui suo malgrado si era venuta a trovare con intelligenza. Solo così sarebbe riuscita a ottenere qualcosa…cosa, solo gli Dei lo sapevano.  Ma non c’era altra via.
Così, si riscosse dal suo torpore e si rivolse alle sue nuove ancelle chiedendo loro di aiutarla : aveva bisogno soprattutto di un  bagno e di vestiti puliti. Le tre ninfe dell’Oltretomba si dimostrarono particolarmente efficienti: come prima cosa condussero la loro padrona presso un bagno termale che si trovava in posizione piuttosto nascosta, nei pressi delle stanze private di Ade. La giovane Dea si stupì che un simile lusso potesse essere presente in un posto come gli Inferi, tuttavia non rifiutò certo la meravigliosa consolazione di immergersi in quelle acque calde e rilassanti, massaggiandosi il corpo con olio profumato di rosa che chissà dove era stato preso. Era la prima cosa piacevole di quella triste giornata, ed ebbe su di lei un particolare effetto rigenerante.

Una volta terminato il bagno e tornate nella stanza   aiutarono Persefone a scegliere dall’armadio che si trovava nella sua stanza una nuova tunica, in sostituzione del vestito che indossava prima. Ve n’erano di vari tipi, tutte realizzate con preziosi tessuti, che la giovane Dea finora aveva visto indossate solo dalle Dee dell’Olimpo;  ne scelse una blu scuro con ricami d’oro, e infine si fece aiutare a pettinare e intrecciare la lunga chioma bionda.

- Come siete bella mia signora! Il Nostro Signore Ade sarà molto felice di vedervi così! Vado ad avvisarlo del vostro arrivo? - disse Leuce guardando ammirata la nuova padrona.

- Ti ringrazio, ma per ora non ho alcuna intenzione di vedere il “Vostro” Signore- rispose Persefone.

 - Piuttosto, voi conoscete molto bene questo regno in cui vivete? Vorrei visitarlo un poco, visto che comunque mi trovo qui e dovrò passarvi del tempo. Una di voi potrebbe farmi da guida, credo.-

- Si padrona, lo conosciamo abbastanza bene, naturalmente mai come il Nostro Signore che conosce ogni angolo del suo regno, anche quello più remoto e oscuro. Se volete, credo che lui sarebbe ben disponibile a mostrarvelo.-

- Non importa, andrà benissimo anche una di voi. Mynthe, sarai tu oggi a farmi da guida- decise Persefone, congedando le altre due ancelle.

Dopo di che, lei e Mynthe uscirono dalla stanza, e seguendo il desiderio della padrona, la ninfa dell’oltretomba cominciò a condurla in giro per il Regno, mostrandole la sua conformazione: i luoghi principali, i fiumi, le anime dirette verso la loro destinazione finale. Persefone osservava tutto con attenzione, domandandosi dentro di sé che tipo di persona potesse essere in realtà colui che da secoli presiedeva questo regno, occupandosi di tutto.
Perché a dispetto di quanto accaduto, a dispetto di ciò che lui le aveva detto poco prima, lei aveva ben impressi i suoi occhi neri e allo stesso tempo fiammeggianti…

(fine quinta parte)

 
   
 
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