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Autore: Xandalphon    06/12/2018    0 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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11) Guess who's coming to dinner - part one

NewGen2

Sulla via del ritorno a casa, Haruna non riusciva a calmarsi. C'erano troppe emozioni che si accavallavano tra la testa e lo stomaco. Si sentiva angosciata per aver fatto una porcata grande come una casa, ed allo stesso tempo era contenta per aver passato l'esame. Inoltre era la prima volta che doveva tenere nascosto qualcosa alla zia Anko. Certo non poteva dirgli che aveva tentato di fare l'ombra della serpe! Ma c'era un ricordo particolare della giornata su cui, senza nemmeno farlo apposta, tornava ogni cinque minuti: quel “dannazione! Baka! Mi hai spaventato a morte!”, detto dal suo (e stavolta era ufficiale) maestro. Riconosceva di essere abbastanza lenta a capire le cose, ma quello che aveva in mente Naruto sensei l'aveva afferrato bene.

Era preoccupato! Per me! Aveva paura che mi capitasse qualcosa... A me!, pensò tra sé.

Quella affezione era vera? Quel ragazzo biondo che ora era suo maestro aveva davvero in mente quel che aveva detto? Dopotutto non aveva bisogno di altri nella sua vita, a parte sua zia Anko. Né di Konohamaru e Iruka sensei... Men che meno dei suoi compagni d'accademia, come quella spocchiosa di Ai, quel ghiacciolo insipido di Ran, quei bulletti montati di Tetsuo e Genji... E quanto avrebbe voluto far ingoiare ad Hanabi la sua perenne aria di superiorità! Ako e Sei non erano meglio: dietro la loro svogliatezza nascondevano solo chili e chili di boria. Che ne sapevano loro di quanto duramente doveva lottare lei per stare al passo? Quanto si ammazzava per dimostrare a tutti di non essere una 'sfigata', fallendo sempre miseramente nel suo intento?

Che ne poteva sapere Naruto sensei? La conosceva da un giorno! Eppure aveva mostrato più cuore nei suoi confronti di tanti, tantissimi altri. Cosa avrebbe dovuto fare? Doveva concedere a quella persona il beneficio del dubbio? Oppure sarebbe finita delusa, come con Akari, che si era finta sua amica solo per umiliarla pubblicamente? Voleva credere, voleva disperatamente credere che quel suo mondo fatto solo da due persone si potesse allargare, ma... Era davvero possibile farlo?

Fino ad ora, nei suoi tredici anni di vita, solo grazie ad Anko ba-chan e al suo unico amico, Hachi, aveva provato la gioia di potersi abbandonare completamente, di potersi fidare. Improvvisamente sentì un forte desiderio:

Ok, Io farò la mia parte, mi impegnerò al massimo. E se proprio vogliono, imparerò anche ad andare d'accordo con quelle due saputelle spocchiose. Vedremo se con il nuovo sensei cambierà qualcosa o se tutto resterà come prima...

Si avvicinò a grandi passi verso quella porcilaia che Anko aveva l'ardire di definire “casa”. Aprì la porta, ansiosa di dare la lieta notizia: “Anko ba chaan! Indovina un po' chi è ufficialmente una nin-”

Si bloccò prima di finire perché vide niente meno che il suo maestro che parlava con sua zia.

Si fece immediatamente rossa paonazza. Un po' per i pensieri di prima, un po' perché affiorò subito il sospetto: Dannazione! Naruto sensei è venuto a dirle che ho provato quella tecnica... Adesso vedrai che si mette a urlare, poi mi gonfia come una zampogna!

Strano a dirsi, non accadde nulla del genere. Anzi, la zia la accolse con il più caldo dei suoi sorrisi.

“Harucchi! (No! Non quel maledetto nome davanti al maestro!, pensò sconsolata ed imbarazzatissima Haruna) Naruto-kun, ahem, sensei, è venuto a darmi personalmente la notiziona! Adesso vedrai che nel giro di qualche anno, con l'aiuto di questo baka biondo, riuscirai a sconfiggere persino me!”

“Sicuro! Non te ne accorgerai nemmeno, per quanto arriverà rapidamente l'ora della disfatta per mano di tua nipote”, disse Naruto, con fare maldestramente arrogante. Nel frattempo si accorse che quest'ultimo gli aveva fatto un occhiolino ed un segno di intesa. Che voleva dire? Ah, forse stava per un tranquilla, non ho fatto la spia?

“Va beh, belle signorine, ora tolgo il disturbo e mi fiondo alla residenza degli Hyuuga. Haruna, mi raccomando, domani alle sette puntuale!” Senza dar loro modo di replicare, il biondo era già scomparso dalla vista.

Appena se ne fu andato, il sorriso di Anko si trasformò in un'espressione seria, quasi minacciosa.

“Ecco che ci siamo... Aspettava che Naruto sensei se ne andasse per darmi la mazzata.” Pensò Haruna.

Anko esordì, in tono stranamente pacato: “Il tuo maestro mi ha detto una cosa. Mi ha confessato che desideri ardentemente padroneggiare la mia tecnica di evocazione proibita... E ha insistito perché ti insegnassi a controllarla. Gli ho risposto di no. Ma a quel punto mi ha supplicato. Te lo chiederò una volta soltanto: ne sei assolutamente convinta?”

Haruna rimase a bocca spalancata. Questo non se lo aspettava. La stima per il suo maestro si alzò di parecchi punti. “Sì, zia.” rispose risolutamente.

Allora era vero.

Allora quel biondino poteva far accadere sul serio delle cose imprevedibili.

Allora poteva fidarsi. Poteva allargare il cerchio del suo piccolo universo a quella persona.

Allora lei avrebbe potuto... Essere lei, essere Haruna, non 'la sfigata'.

Allora quel ragazzo un po' idiota e dall'apparenza inaffidabile poteva essere... Sì, poteva essere un maestro. Il suo maestro.

Però devo proprio far finta di sopportare Hana-chan e Ako-chan?

Quella sera, prima di andare a dormire, Haruna fissò a lungo la foto di suo padre e sua madre insieme. Aveva pochi e vaghi ricordi della madre e praticamente nessuno del padre...Colta da una strana pensata, andò a recuperare una matita, sfilò l'immagine dal vetro e tracciò tre piccoli segni, come fossero dei baffetti, su ogni guancia del papà. Poi, dopo aver contemplato per un attimo l'effetto del suo operato, soddisfatta, rimise la foto nel vetro e si infilò sotto le coperte con un sorriso sulle labbra.

  
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