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Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    06/12/2018    0 recensioni
"Tre storie che voglio raccontare.
La storia di James, e di come l'ho conosciuto.
La storia di Richard e di Nicholas, e di come mai ora sono tanto famosi.
Ma, sopratutto, voglio raccontarvi la mia storia: la storia di Nicholas Aurelion William Scotland Nik Newtoon Artemis Peverell (giuro che non userò più il mio nome per intero.) e di come ho combattuto l'ultima grande guerra magica. Di come sono diventato "l'Auror del tempo", "il romanziere" o, come mi conoscono in molti, "il mago dalle molte bacchette". Questa è la storia del mio combattimento con Artemis, è la storia di quando abbiamo quasi distrutto la scuola (due volte...) e sono, sopratutto, le righe dove vengono raccontati due eventi dimenticati che non devono rimanere tali.
Questa è la storia della Giratempo elementare, e di come ha quasi distrutto l'unico futuro in cui i maghi potevano ancora vivere in pace.
Dedicata a Richard Underhill, Petrus de Bello, Nataly e William Wiliams e alle due streghe più pazze che conosca."
Dai diari di Nicholas Peverel, il padrone della morte.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 8: Un uomo con il cappuccio

 

Diagon Alley era quasi completamente deserta. I negozi erano aperti, ma nessuno sembrava essere interessato ad entrare per acquistare qualcosa. Alcuni maghi mattinieri avevano deciso di consumare la colazione in uno dei tanti bar della via e tra loro c'erano Nicholas e Richard. Il primo non avrebbe voluto passare un solo altro secondo con i suoi genitori, mentre l'altro era molto ansioso di scambiare qualche chiacchiera con la famosa Sara, invitata anche lei.

-Tuo fratello?- domandò a Nick.

-Non è qui. Sarà già al binario, a fare colpo con chiunque abbia bisogno di fare complimenti.- rispose guardando l'orologio. Le due erano in ritardo.

-Arriverà.- tranquillizzò Richard.

-Sei tu quello più ansioso di me.- ridacchiò l'altro. -Non hai fatto fermare quella gamba da quando ci siamo seduti.-

-Sì, sono un po' emozionato, e allora?- domandò quasi arrabbiato.

-Nicholas?- domandò una voce alle sue spalle, attirando lo sguardo di entrambi su di sé. Gli ondulati capelli nocciola e gli occhi azzurri lo fecero sorridere.

-Ciao Nataly.- salutò impacciato alzandosi. Lei si lanciò su di lui, abbracciandolo e colorandogli di porpora le guance in pochi attimi. La mascella di Richard per poco non toccò il suolo vedendo la scena. Nicholas Peverell, il Nicholas che conosceva fin troppo bene, stava parlando con un'altra persona, per inciso una ragazza, che l'aveva abbracciato senza preavviso. Se non si fosse svegliato quella mattina, avrebbe giurato di trovarsi in una sogno.

-Nick! È da così tanto tempo che non ci sentiamo!- esclamò staccandosi. -Ogni pomeriggio attendevo il tuo gufo.-

-E io ogni sera.- scherzò lui abbozzando un sorriso. -Permettimi di presentarti il mio amico Richard Underwood, Rick, lei è Nataly Wiliams. Una normalissima strega di bassa lega.- ridacchiò incrociando le braccia.

-Io non sono una strega di bassa lega!- sbuffò incrociando le braccia e sbattendo i piedi. Nick allungò le labbra ancora di più, questa volta in maniera più spontanea.

-Be', però lo sembri.- ridacchiò una voce alle spalle dei due, facendo spalancare la bocca di Richard ancora di più. Sara White si fece passare le dita della mano destra tra i capelli biondo scuro, spostandoli all'indietro. -È un piacere rivederti Nicholas, mi dispiace che tu non sia riuscito a passare.-

-Sai, i miei genitori sono già restii a farmi venire ad Hogwarts, se riesco ad uscire di casa per me è qualcosa di straordinario.- sospirò mettendosi le mani nel cappotto.

-Quello... non è un po' troppo pesante?- domandò Sara osservandolo il soprabito rapidamente. Era un mountgomery di un triste blu scuro di qualche taglia più grande del dovuto con spalle irrigidite, lungo fino alle ginocchia del ragazzo. Le tasche grandi davano spazio per un magro libro, in quella sinistra, ed un quaderno in quella destra.

-A me piace, e poi non ho altre giacche per passare tra i babbani. L'anno scorso sono andato alla stazione da solo, sotto uno di quei mantelli trasparenti.- spiegò mettendosi a sedere.

-Un Peverell sotto un mantello dell'invisibilità? Trovo la cosa divertente.- ridacchiò Sara facendo altrettanto, occupando il posto di fianco a Nick.

-Lo prendo già sufficientemente in giro io sull'argomento, non c'è bisogno di infierire.- disse Rick sorridendo a sua volta. -Avete già fatto colazione.-

-Sì.- rispose Sara mentre Nataly annuiva. -Mio padre ha lasciato anche i bagagli al binario.-

-E mia madre ha fatto lo stesso.-

-Anche io e Nick. Mio padre si è offerto di lasciare i bauli mentre noi facevamo colazione qui.- spiegò Richard guardando l'amico.

-A che ora siete arrivati?- domandò Nataly.

-Verso le sette. Io ero impaziente mentre Nicholas non voleva passare un secondo in più con la sua famiglia.-

-Mia madre non ha smesso di parlare della purezza del sangue e di come io dovrei comportarmi in qualità di mago superiore per tutta l'estate. E non ero neanche in casa! Mi inviava strillettere difficili da ignorare, anche perché il suo gufo le fa sapere se le ascolto o no.- raccontò incrociando le braccia. -Ma per il resto le mie vacanze sono andate bene, sono stato con Richard nella fattoria di un nostro amico, ci sta insegnando molte cose utili sugli animali e...-

Nicholas si fermò immediatamente. Mentre parlava spostava lo sguardo lungo la via di fronte a sé, e fu in quel momento, per un solo istante, che lo vide: un uomo non molto alto e paffuto, coperto da un mantello semi trasparente. Sentiva che lo stava fissando, e che si era accorto che il ragazzo stava facendo altrettanto. -Nick... va tutto bene?- domandò Nataly incuriosita.

-Sì... benissimo...-

-Allora sarà meglio sbrigarsi, il treno parte tra venti minuti.-

-Voi andate.- disse semplicemente alzandosi, sistemando rapidamente il nuovo cappotto.

-Cosa? Dove vai?-

-Non ne ho idea, ma sento che io debba farlo. Sento che se non lo faccio succederà qualcosa di veramente brutto, e che mi sta per succedere qualcosa di davvero strano... ha senso?-

-No.- risposero i quattro all'unisono. Anche James, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, distaccato dal gruppo, non approvava la cosa, anche se, esattamente come gli altri, non aveva capito molto.

-Fidatevi di me, voi andate al binario, io vi raggiungo.- concluse Nick avviandosi verso il piccolo vicolo. I tre, leggermente contrariati, decisero di seguire le sue direttive, alzandosi dal piccolo tavolo ed avviandosi verso la stazione. Richard, prima di unirsi alle ragazze, lanciò un altro sguardo all'amico. Stava andando verso un posto dove non c'era nessuno, ma sembrava aver riconosciuto qualcosa... o qualcuno. -Tu... sei vivo?- domandò confuso. Si accorse solo dopo di quanto quella domanda potesse essere bizzarra.

-Più o meno... diciamo che sono legato alla morte come lo sono alla vita.- rispose. Sembrava star sorridendo, anche se non riusciva a vederlo in volto. Riusciva a scorgere solo un grande mantello grigio argento molto lungo, come indossato da qualcuno di una spanna più bassa del proprietario, che a terra formava un mucchietto di pieghe lucenti. -Non credo sia un bene, però, dirti chi sono. Non sei ancora pronto per accettarlo. In verità, non sei pronto per accettare molte cose.-

-Lo dici come se venissi dal futuro.- commentò Nicholas con tono diffidente, incrociando le braccia.

-Chiedi a tuo zio. Lui conosce molti modi per ingannare il tempo, anche se a me ne interessa solo uno. A te ne interessa solo uno.-

-Si può sapere chi sei? Di cosa diavolo parli?-

Come se fosse una risposta, tirò fuori dal mantello una sottile valigetta rigida in pelle nera. A Nick venne immediatamente in mente quella dello zio Newt, in cui era entrato un paio di volte. -Aprila, ti torneranno comode queste cose.-

Il ragazzo la prese tra le mani, incuriosito. L'avrebbe volentieri voluta aprire, ma conosceva parecchie maledizioni, apposte su alcuni oggetti a casa, che avrebbero potuto rivelarsi anche con l'apertura di quella valigia. Non gli andava di rischiare ancora prima di arrivare ad Hogwarts.

Alzò lo sguardo per aggiungere qualcosa, nella speranza di raccogliere altre informazioni, ma lo sconosciuto ed il mantello erano scomparsi. Sembrava quasi non essere mai stato lì.

-NICK! Che diamine! Ti sto cercando da una vita!- sbottò Richard afferrandolo per un braccio.

-Una vita? Sono passati pochi minuti...- borbottò abbassando lo sguardo sulla valigia.

-Cosa... senti, parliamo dopo, il treno parte tra dieci minuti. Mio padre ci aspetta all'entrata del Paiolo Magico.- aggiunse, nonostante avessero già cominciato a camminare in quella direzione.

Percorsero Diagon Alley a grosse falcate e le sette brevi vie che li distanziavano dalla stazione correndo. Entrambi indossavano abiti babbani, anche se il lungo cappotto di Nick rese il tutto molto appariscente.

Raggiunsero il binario e senza fermarsi dalla corsa puntarono la parete che divideva il binario nove dal dieci. Senza aggiungere una parola, Richard, parecchio più veloce, corse verso il muro a tutta velocità e... SBAM!

Puntando i talloni, Nick si fermò pochi metri prima dell'amico, che era caduto a terra di schiena, spostando rapidamente lo sguardo da lui alla parete. -Ehi! Tu! Cosa ti è saltato in mente?!- domandò furente un uomo calvo e paffuto in un'uniforme blu scura da controllore.

-Oh, mi scusi, è che mio figlio... ecco... colleziona farfalle! Sì, lo fa. Ne aveva visto un esemplare e... be'... non è riuscito a resistere.- improvvisò Theoden Underhill mettendosi di fronte i due.

Dopo averlo aiutato a rialzarsi, Nicholas toccò la parete un paio di volte con la mano, spingendo il palmo contro i mattoni. Ma non si muovevano, né avevano intenzione di lasciarli passare attraverso di essi.

-Cosa è successo?- domandò Richard massaggiandosi il naso. Non sembrava nulla di grave.

-Non lo so, il passaggio si è semplicemente chiuso.- bisbigliò Nick.

Una fitta al cuore, improvvisa. Per un istante gli era sembrato che avesse smesso di battere. Si accasciò contro la parete, e i soccorsi di Richard non tardarono ad arrivare. -Cosa succede?- chiese preoccupato James, attraversando il muro di mattoni come se non ci fosse. Con il fiato corto, Nicholas si voltò verso il binario. Chiunque avrebbe visto un pedone inciampare e cadere sulla ferrovia libera del binario nove, e alcuni bagagli cadere verso il dieci, occupando il marciapiede. Ma lui riusciva a vedere lo spettro che, non curante degli ostacoli, come se volesse raggiungerlo ad ogni costo, si avvicinava a grandi passi. Mentre tutti si domandavano come potessero essere caduti tanti bagagli, Nick si chiedeva chi fosse, e perché avesse tanta paura. L'idea che non fosse uno spettro non gli sfiorò neanche lontanamente l'anticamera del cervello. Il dolore era sparito nello stesso modo in cui era comparso, pochi secondi dopo, come se fosse stato un avvertimento. -Jack.- sussurrò James. Nicholas non sapeva se gli spettri provassero paura, ma James sembrava averna molta mentre l'altro, un ragazzo dai lunghi e sporchi capelli neri con una barba che probabilmente non era mai stata tagliata, si avvicinava sempre più. -Nick, dovete andare via.-

-Io mi smaterializzo.- avvisò mettendosi in piedi, la mano sinistra serrata sul manico della valigetta appena ricevuta.

-Dove andiamo?- chiese Richard con la spalla contro quella di Nicholas. Il pensiero di mandare l'amico da solo non lo aveva sfiorato neanche per un istante. Gli strinse il braccio.

-La collina che dovevamo raggiungere l'anno scorso.-

Scomparvero.

 

-Che fortuna.- commentò Nick. Si era smaterializzato seicento metri a nord della banca, in mezzo a quella che avrebbe definito come una foresta con pochi alberi. William la conosceva in un altro modo: Central Park.

-Sto iniziando ad abituarmi.- annunciò prendendo respiri profondi. -Cos'è tutto questo freddo? È solo ottobre.-

-Dissennatori.- rispose secco Nicholas, come se Will leggesse nei suoi pensieri. -Probabilmente le peggiori creature del mondo magico. Dove vanno loro... be', diciamo che serve il cappotto.- spiegò tenendo alta la bacchetta. -In ogni caso non ne dovresti vedere uno, ma se sentissi ancora più freddo, mettiti dietro di me.-

-E noi stiamo cercando un dissennatore?- domandò impaurito, avvicinandosi a Nick di alcuni passi.

-No, stiamo cercando Sully.-

-Oh, be', dal nome sembra un bell'animaletto.-

-Dipende dai punti di vista: è un acromantula, un ragno di circa cinque metri con una dieta a base di prede molto grandi.-

-Tu non hai la minima idea di come tenere calmo qualcuno, vero?-

 

La sensazione era esattamente come la immaginavano e come era stata raccontata loro decine e decine di volte. Richard, ancora più di Nicholas, aveva sviluppato una vera e propria ossessione nei confronti della smaterializzazione, e anche per questo fu felice di sentirsi spingere con estrema forza e decisione dentro un minuscolo tubo.

Quando riapparvero caddero a terra. Avevano sbagliato l'altezza, e ciò li fece precipitare per un paio di metri. Nick aveva ancora il fiato corto per lo spavento, e gli occhi spalancati che fissavano le fronde degli alberi. Aveva visto perfettamente quel luogo quando si era smaterializzato insieme all'amico, nonostante non ci fosse mai stato. James era di fianco a lui, in piedi e senza nessun segno di qualche trauma. Richard, non molto distante, era completamente euforico, e camminava avanti e indietro cercando di calmarsi.

-C... come abbiamo fatto ad arrivare qui? Perché mi sembra di conoscere questo luogo?- domandò ancora elettrizzato guardandosi intorno. Evidentemente non avevano sbagliato solo l'altitudine, dato che intorno a loro erano sparsi numerosi mattoni chiari, precedentemente ubicati presso la stazione di King's Cross.

-James...- sussurrò Nicholas rimettendosi in piedi con estrema calma. -Me lo ha come mostrato. Poi, quando ti ho toccato, mi è sembrato di spiegartelo, ma non ho detto una parola. Siamo ad una manciata di metri dai confini della scuola, stando alle sue indicazioni.-

-Effettivamente eri già sufficientemente impegnato a portare via mezzo binario.- commentò Richard indicandosi attorno. -Non voglio neanche immaginare cosa potrebbe dirmi mio padre... o peggio, mia madre.-

-I miei non mi diranno nulla. Si chiederanno solo perché in questo mio incidente non abbia fatto avvenire la morte di qualche babbano, conoscendoli.- rispose portandosi le mani alla vita. -Prima, l'ho visto.-

-Chi?-

-Jack, ho visto Jack.-

-Lo spirito del mago che uccide i medium? E come mai? Che ci faceva a King's Cross, poi?-

-Vediamo... lui uccide i medium, io sono un medium... tirando a indovinare direi che è andato lì perché il negozio all'entrata ha un'ottima acqua in bottiglia.-

-Ok, hai reso l'idea, ma perché farlo adesso? In uno dei momenti in cui sei più al sicuro e non farlo mentre sei a casa? Insomma... non sei una minaccia contro di lui. Non esistono incantesimi che proteggano dagli spettri, e quindi tu sei completamente inoffensivo.-

-Il tuo migliore amico sa davvero come far sentire le persone a proprio agio.- osservò James incrociando le braccia.

-Dopo un po' ci si fa l'abitudine.- spiegò facendo spallucce.

-James è qui?-

-Mi lascia in pace solo a scuola, per il resto è come un amante compulsivo.-

-Seguitemi, voi due, vi porto oltre gli incantesimi difensivi.-

-Nick...-

-Vieni, mi sta guidando...-

-Nick...- la voce di Richard questa volta si fece più insistente.

-Cosa c'è?- domandò annoiato voltandosi. Il suo piano era andare immediatamente dal professor Silente per spiegargli l'accaduto e i suoi timori, ma quando si girò si ritrovò spiazzato e spaventato come lo era stato poche volte in vita sua. Un uomo li stava osservando con sguardo torvo, avvolto nel suo mantello nero. Non sarebbe riuscito ad arrivare dal preside.

 

-Be'... in fondo non è andata poi così male...-

-Tu dici?- domandò Richard. -L'anno scolastico non è ancora iniziato e già è tanto se i miei genitori non mi sbraneranno. Senza contare che abbiamo più possibilità di essere espulsi! Ah, forse non te ne sei accorto, ma siamo stati trovati dal professor Piton!-

-Tu mi hai dato l'ok.- borbottò Nick abbassando lo sguardo.

-Cosa avrei dovuto fare?!- chiese esasperato.

-Trovare una soluzione prima di me che non comprendesse usare la magia. Se non avessimo la traccia non ci avrebbero mai trovato.-

La porta dell'aula di pozioni si spalancò di scatto, ed il professor Piton mostrò ai due un volto furente. Né Richard né Nicholas erano mai andati molto d'accordo con il professore di pozioni, nonostante non avessero mai ottenuto un voto inferiore alla E. Lui si limitava a tollerarli senza togliere punti, anche se quella che si era presentata quello stesso pomeriggio sembrava l'occasione ideale. -Entrate.- ordinò ringhiando, avviandosi verso la cattedra a grandi passi e facendo volare il gigantesco mantello nero. I due si alzarono di scatto e si incamminarono verso l'aula, trasalendo ancora prima di entrare. Sgranarono gli occhi quando videro, di fianco la scrivania, il Ministro della magia Cornelius Caramell in un elegante abito verde acqua. Teneva una bombetta grigia in mano, e la picchiettava con i polpastrelli freneticamente. I due si scambiarono uno sguardo preoccupato prima di continuare i loro passi, fermandosi di fronte il grosso banco scuro del professore, seduto di fianco il Ministro. Alzò la prima pagina de “la gazzetta del profeta”, mostrando la copertina ad entrambi. Appena i ragazzi videro l'immagine, abbassarono lo sguardo -Siete stati visti... da non meno di settantasette babbani!- sbottò sbattendo il quotidiano sulla cattedra. -Avete una vaga idea della gravità della cosa?! Avete rischiato di rivelare il nostro mondo! Senza considerare il lavoro extra degli Auror a guardia del binario, che sorvegliano l'espresso da prima che voi nasceste.-

-Professore... se lo abbiamo fatto posso assicurarle che è stato per un buon motivo.- borbottò Richard.

-SILENZIO!- esclamò scattando in piedi, facendo sussultare Caramell. -Adesso ci vorranno mesi perché il binario torni operativo, e la scuola, le vostre famiglie e molte altre persone saranno sottoposti ad inchieste a causa di questa vostra stupida bravata!-

-Professore, sono stato io a convincerlo. Punisca solo me, per favore.- sussurrò Nick, facendo un minuscolo passo in avanti.

-Ho detto... SILENZIO!- ripeté amplificando il tono di voce. -Vi assicuro che se apparteneste alla casa dei Serpeverde ed il vostro destino dipendesse da me, entrambi, vi ritrovereste sul treno di ritorno questo stesso pomeriggio.-

-Be', allora è davvero una fortuna essere più coraggiosi che furbi.- disse Nick facendo spallucce.

-Signor Peverell, posso assicurarti che troverai un posto...-

-...Al banchetto di inizio anno.- interruppe il professor Silente. Gli occhi dei quattro si puntarono sul preside, e sulla professoressa McGranitt in piedi di fianco a lui. La donna, in particolare, li fissava con sguardo di disappunto, sguardo che entrambi conoscevano molto bene dato che se lo ritrovavano contro ogni volta che, a lezione, dimostravano quanto fosse semplice l'incantesimo studiato, facendo ben oltre quello che veniva loro chiesto.

-Signor preside... questi ragazzi si sono fatti beffe degli articoli della legge di restrizione di arti magiche tra i minorenni. Con ciò...-

-Sono consapevole di quello che dicono le nostre leggi, Severus, visto che ne ho stilate alcune io stesso.- sorrise chinando impercettibilmente il capo verso il Ministro, che fece altrettanto in maniera più vistosa. -Ma loro due rientrano sotto la giurisdizione della professoressa McGranitt, quindi sta a lei scegliere cosa succederà loro...-

-RICHARD THEODEN UNDERHILL!- sbottò una voce spalancando la porta. Richard impallidì non appena sentita la voce di sua madre, seguita a grandi passi dal padre, un uomo basso e smilzo dai corti capelli grigi, e da un affannato Argus Gazza.

-Mi scusi preside, ma hanno insistito per entrare...-

-Si può sapere cosa ti è saltato per la testa, Richard?- domandò Nayara una volta arrivata di fronte al figlio.

-Signora... devo chiederle di...-

-Sto parlando con mio secondogenito, faccia silenzio, per favore!- sbottò la donna interrompendo Cornelius Caramell, che per qualche strano motivo decise che ribattere non sarebbe stata la migliore scelta e non aggiunse una parola. -Hai trascinato il povero Nicholas in uno dei tuoi folli esperimenti!-

-In... realtà è stata colpa mia...- interruppe Nick alzando una mano, titubante.

-Oh... be'... tranquillo caro, tutti possiamo commettere degli errori.- gli sorrise con fare rassicurante. -Stai bene, vero? Vuoi una caramella?-

-Cara... non qui...- borbottò Theoden alla moglie.

-Sì, giusto.- convenne ergendosi in tutta la sua modesta altezza, non superando il marito e facendolo di poco con il figlio. Raccolse le mani in avanti, sistemandosi di fianco il Theoden.

-Prepariamo le nostre cose, allora.- mugugnò Richard.

-Di cosa stai parlando, signor Underhill?- domandò perplessa la professoressa McGranitt.

-Lei ci espellerà, non è vero?- continuò.

-Non oggi, signor Underhill.- disse lei in quello che, per i più attenti, sembrò un sorriso invisibile. -Il preside ed il Ministro hanno già conferito che i danni non sono gravi come il professor Piton possa avervi fatto sembrare, quindi credo che una serata nelle cucine per pulire tutto quello che è servito per preparare il banchetto di inizio anno possa essere più che sufficiente, come punizione.-

Il sorriso sul volto dei due scomparve a vista d'occhio, ma non persero tempo ad annuire, tenendo il capo chino. -Effettivamente, credo che il vostro professore possa aver ingigantito la cosa. Ma devo comunque ordinarvi di non fare più uno spettacolo del genere. Non possiamo ricostruire King's Cross ogni anno!- esclamò il Ministro scoppiano in una fragorosa risata, che non venne però condivisa da nessuno. Aveva messo le mani sulle spalle di entrambi i ragazzi, che osservavano quel gesto confusi mentre la risata si affievoliva sempre più rapidamente fino a svanire.

-Signor Ministro, sarò lieto di riceverla nel mio ufficio per decidere quali provvedimenti prendere nei confronti della scuola. Non vogliamo che altri studenti emulino queste azioni, giusto?- chiese Silente facendo un paio di passi verso l'uomo. Caramell lasciò la presa sui due ed indietreggiò della metà di quella distanza.

-Certo... e poi, questi due hanno una punizione, no?- l'uomo, nel tono di voce, era visibilmente teso, come se fosse stato colto sul fatto in un losco intento. -Spero di rivedervi presto entrambi.- aggiunse verso i ragazzi, che chinarono il capo in segno di saluto mentre lo vedevano avviarsi verso la porta preceduto dal preside.

-Ah, voi due, una volta che avrete finito con le stoviglie, gradirei che mi raggiungeste nel mio ufficio.- avvertì Silente fermandosi. -Dovrei parlarvi di una cosa, quindi venite dopo cena, sono sicuro che io ed il Ministro avremo finito per allora. Buona serata.-

E i due uscirono dalla stanza.

   
 
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