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Autore: by_cecylia    06/12/2018    0 recensioni
There are very few monsters who warrant the fear we have of them.
Caelie Sheppard, Lily per gli amici, ha 18 anni e vive a Quantico, in Virginia. Da una città così particolare chiunque si aspetterebbe una vita spericolata, da agente segreto. Invece Lily vive una vita perfettamente normale, fino a quella sera. 31 Ottobre, Halloween. Quella dannata sera che stravolgerà la vita di Lily e la trasformerà in un incubo. Ma nel suo tormento, la ragazza riuscirà a trovare chi la aiuterà e, chissà, forse è solo questione di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Spencer Reid ha 22 anni, vive a Quantico, in Virginia, e lavora come agente per la BAU, Unità Analisi Comportamentale dell'FBI. Ma quello che gli sembrerà un caso come un altro, lo farà scontrare con una ragazzina intelligente, eccentrica e combattiva. Una ragazza che, senza nemmeno farlo apposta, scaraventerà il dr. Reid fuori dal suo mondo, per portarlo in un territorio sconosciuto ad entrambi.
Spesso per tirare qualcuno fuori dal baratro basta tendere una mano.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Derek Morgan, Jennifer JJ Jareau, Penelope Garcia, Spencer Reid
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Oggi è Sabato 7 Novembre, sono le dieci, trentadue minuti e ventisette secondi e sono seduto dietro alla mia scrivania. Riordino dei fogli dentro le rispettive cartelle, mentre Morgan mi parla di qualcosa che non ascolto davvero, ma sembra divertente da come ride. Non colgo sempre a pieno le sue battute, ma accenno un sorriso. Vedo JJ attraversare la sala con una ragazza bionda poco più alta di lei. Bella, oggettivamente. Entrano nell'ufficio di JJ e, esattamente tre minuti e quarantacinque secondi dopo, Hotch varca la stessa soglia. Anche Morgan li ha notati e mi guarda "Caso?" "Probabile." rispondo, poco prima che i nostri due colleghi aprano la porta dell'ufficio, facendoci segno di entrare. La ragazza è china sulla cattedra, con una mano sulla fronte e una busta gialla in mano. JJ è seduta di fronte a lei e le carezza delicatamente la mano, cercando di consolarla. Derek fissa la situazione per una frazione di secondo per poi rivolgersi ad Hotch "Che sta succedendo?" "Abbiamo un nuovo caso. Tutti in sala riunioni, presto." dice risoluto. Esce velocemente dalla stanza senza aggiungere altro e Morgan lo segue a ruota. Io mi soffermo ancora un attimo sulla ragazza, della quale non riesco più a scorgere il viso, ma quando incrocio lo sguardo di JJ intuisco che la situazione è più seria di quanto pensassi e mi affretto a raggiungere gli altri in sala riunioni. Circa un quarto d'ora dopo, Rossi, JJ e Garcia si uniscono a noi, mostrandoci foto di due cadaveri di ragazze morte. Un'unica pugnalata al petto, capelli malamente tagliati. Garcia inizia ad esporre il caso, chiudendo gli occhi pur di non vedere quelle sue povere ragazze. "Queste sono Theresa Mills e Katherine Anderson, due ragazze trovate morte dopo essere andata dalla polizia a sporgere denuncia per stalking. Entrambe le vittime ricevevano quotidianamente loro foto in buste gialle, recapitate a mano dall'S.I. direttamente a casa loro. Sulle missive compariva il nomignolo delle ragazze e le foto, consegnate sempre di sera, ritraevano le vittime durante tutto l'arco della loro giornata. Oggi siamo qui perché la polizia locale ci ha contattato, avendo ricevuto denunce di stalking con lo stesso modus operandi". JJ è accigliata "Dobbiamo soltanto evitare che si ripeta. Salvare l'ultima ragazza". "Fermiamo questo figlio di puttana" sussurra Morgan. Hotch si avvicina alle immagini proiettate e indica il taglio di capelli "Ha tagliato lui i capelli?" Garcia annuisce "Entrambe portavano i capelli lunghi". Decido di intervenire "Questo S.I. è decisamente preferenziale, basta guardare le vittime: bionde, magre, carine, tutte giovanissime, non più di vent'anni direi. Deve ricordargli una qualche donna del suo passato". Hotch fa un cenno d'assenso con la testa e guarda JJ "Che cosa può dirci di più la ragazza?" "Crede di poterci fornire un identikit di un ragazzo di cui sospetta, anche se generico". "È pur sempre un punto di partenza" afferma Morgan. Hotch si sfrega le mani "Bene allora: Garcia, ho bisogno che tu scavi nel passato della testimone, cerca amici, parenti, chiunque abbia una connessione con lei che abbia dei precedenti per stalking, stupro o molestie. Morgan, Prentiss e JJ, voi andate dal commissario della polizia locale e iniziare a lavorare sulla vittimologia, io e Rossi dal medico legale. Reid, tu vai dalla ragazza, sottoponila ad un'intervista cognitiva se necessario, cerca di scoprire quanto più possibile sull'SI". Annuisco e ritorno nell'ufficio, dove trovo la ragazza che singhiozza. Mi schiarisco la voce prima di entrare "Ehi... Io sono il dr. Spencer Reid". Alza gli occhi dalle foto e mi fissa per pochi secondi con due occhi grandi e marroni, gonfi di lacrime. Alza la mano come per salutarmi "Caelie Sheppard. Lily". Apprezzo il fatto che non abbia voluto stringermi la mano, mi avrebbe messo a disagio. Si trasmettono più batteri tramite una stretta di mano che in qualsiasi altro contatto; in pratica sarebbe più sano baciarsi. Caelie mi guarda avanzando un sopracciglio "Lei è qui per interrogarmi, vero dottore?" "In effetti, sono qui proprio per questo..." Scuote lentamente la testa "Non so quanto sarà in grado di ricavarne, il mio è solo un sospetto, ma ne sono stranamente convinta..." Mi siedo di fronte a lei, cercando di guardarla negli occhi "Potresti raccontarmi qualcosa di più? Partiamo dalle fotografie ... posso vederle?" "Tenga" sussurra sibillina, passandomi le foto. Ed è in questo momento, quando le nostre dita si sfiorano per un istante, che una scossa particolarmente forte mi attraversa la mano. Lei si ritira istintivamente, ridendo "M-mi scusi, dottore, le ho dato la scossa..." "Non ti preoccupare, non è nulla" le sorrido. Prendo le fotografie ed inizio a sfogliarle "Sembra che chi ti abbia fatto queste le abbia scattate da molto vicino... sicura di non aver notato nulla?" "Mi sento... mi sento costantemente osservata, ogni sera spero che questa cazzo di busta non arrivi mai, che finisca tutto... come se fossi in una gabbia, una gabbia in cui ho gli occhi di questo maniaco costantemente addosso. Io che pensavo di essere diventata pazza". Mi soffermo ancora un po' sulle fotografie: sono fatte davvero bene, la macchina fotografica dev'essere di ottima qualità e questi sono scatti selezionati. Alzo gli occhi e guardo Caelie: sembra così piccola... spero soltanto non le abbiano fatto vedere le immagini dei precedenti omicidi. "C'è altro, dottore?" chiede, riscuotendomi dai miei pensieri. Strabuzzo gli occhi "Ehm, sì sì scusami stavo... stavo pensando. Mi hai detto di avere un sospetto, dimmi qualcosa di più di questa persona." Abbassa istintivamente gli occhi, evitando il mio sguardo, e comincia "Era la sera di Halloween e la mia scuola aveva organizzato una festa allo Space Club, ha presente? Quello di fianco al supermercato... ecco lì. Io sono andata insieme ad alcune amiche ed è stata una serata normale, almeno fino alla fine. Eravamo delle ragazze normali che ballavano in discoteca, non ci vedevo nulla di strano. Ad un certo punto, vero l'una circa, mi stacco dal gruppo per cercare Martha, una mia amica... dovevamo tornare a casa insieme. Ma non l'ho trovata. Quando stavo per uscire si è avvicinato questo ragazzo, molto alto, con i capelli corti chiari e il nasone. La faccia non mi ispirava per nulla sicurezza quindi ho provato ad andarmene, ma mi ha tenuto per i polsi e portata a ballare. Poi... poi ha iniziato a mettermi le mani addosso, insomma non proprio addosso, ma mi dava comunque fastidio. Quindi mi sono divincolata e a quel punto mi ha lasciato i polsi. Mentre me ne andavo mi ha urlato dietro che ci saremmo rivisti presto. E quella sera stessa, più tardi, sono arrivate le foto. Foto di me in discoteca, con le amiche, in fila per il drink..." Annuisco. Tutto ciò che ha detto fa pensare al profilo dell'S.I. che stiamo cercando. Le sorrido, cercando di rassicurarla "Grazie mille Caelie-" "Lily" mi interrompe "preferisco essere chiamata Lily." "In qualunque caso, sei stata davvero brava. Non è facile ricordare esperienze traumatiche e tu sei stata molto coraggiosa. Sai in realtà soltanto il 27% delle persone rivivono questi avvenimenti senza ricavarne gravi danni psicologici... Ehm. Aspettami qui, torno subito." Si volta di scatto "Dottor. Reid aspetti, l'ultima cosa!" Mi fermo sulla soglia e lei continua "Sapeva il mio nome... ma io sono sicura di non averglielo mai detto." Annuisco ed esco. Ora non mi resta che aggiornare gli altri su quello che mi ha detto Lily.
   
 
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