Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Ro90    07/12/2018    1 recensioni
Questa storia è stata "concepita" mentre ascoltavo "sex on fire" dei Kings of Leon.
Rebecca per gli amici Becca ha 18 anni.
Becca, Jared e Shannon sono migliori amici.
Becca ama Shannon.
Shannon non deve assolutamente scoprirlo.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi di cui scrivo non mi appartengono. I fatti narrati sono completamente inventati.

Method to the madness.
I'm on the corner waiting for a light to come on
That's when I know that you're alone
It's cold in the desert, water never sees the ground
Special unspoken without sound
Cold desert, Kings of Leon.
14-15 Settembre 2008

La spiaggia era il mio posto preferito per restare sola, per riflettere. Ero lì, immobile ad osservare le onde da non so quanto tempo.
Era quasi l’ora del tramonto e la brezza leggera accarezzava la mia pelle e anche il mio cuore.

“Hey, da quanto sei qui?” era Jared, ovviamente.
“Hey” dissi voltandomi “ da parecchio mi sa. Che ore sono?”
“Sono quasi le 7. Oggi sei sparita…ho provato anche a chiamarti, avevi il telefono staccato.”
In realtà non avevo nessuna idea di dove il mio vecchio samsung fosse andato a finire.
“Non avevo molta voglia di stare in compagnia. La nonna mi cercava?”
“No, mi ha detto che sei uscita presto e che avevi lo zaino … sapevamo tutti che ti avrei trovato qui”.
La torretta numero 60, quella dei bagnini per interderci, era il mio rifugio, l’avevo scelta, quando ero piccola, perché aveva l’asta della bandiera più alta di tutte.
“Hai sentito Shan?” dissi, pentendomi subito della mia domanda sciocca.
“No, in realtà. Lo sai che quando parte per lavoro  è troppo distratto dalla ricerca del caffè perfetto.” disse sedendosi al mio fianco
“Già, sto invidiando tutte le piantine di caffè del sud America in questo momento!”
“Stupida! E’ gasatissimo per questo nuovo progetto, non si è dimenticato di te, del tuo compleanno. Non ha neanche chiamato mè che sono suo fratello!”

Oggi era il 14 Settembre, il mio compleanno. Oggi compivo 18 anni.
Odiavo il mio compleanno. Lo odiavo da quando non avevo più una famiglia con cui festeggiarlo, una famiglia che mi festeggiava, che mi voleva bene.
Avevo 6 anni quando mia madre morì, tentando di dare alla luce mio fratello. Entrambi morirono e con loro anche una parte di me e di mio padre, che pensò bene di lasciare tutto e trasferirsi lontano dalla California, lasciandomi alle cure di mia nonna materna; mi rimproverava di avere gli stessi occhi verdi di mia madre e per questo non era capace di reggere il mio sguardo senza provare dolore.

Volevo bene a mia nonna, era la mia unica “famiglia”, era vedova ormai da tanti anni, il dolore per la perdita delle persone più care era il collante che ci teneva unite, ma aimè su certi aspetti eravamo completamente distanti: lei aveva una fede di ferro, sosteneva delle teorie cattolicissime come la serenità dopo la morte o una vita successiva in cui saremmo stati di nuovo tutti insieme, ma per me erano solo un mucchio di fandonie. Come si fa a credere in un “Dio”, lo stesso che ti ha portato via la tua famiglia?!


Shannon mi mancava.
Ero dispiaciuta per la sua assenza, parecchio, da quando si era messo in testa l’idea di aprire una caffetteria era diventato ingestibile! Le piantagioni di caffè, gli interni per il locale, la sede in cui aprire, i fornitori, le spedizioni,  pensava solo al caffè e l’idea di diventare imprenditore lo rendeva così fiero di se stesso, orgoglioso, quello sarebbe stato il suo vero lavoro. Il Black Fuel lo aveva portato lontano da casa e non aveva neanche trovato il tempo per telefonarmi.

“Si infatti, se non ha chiamato te… perché avrebbe dovuto telefonare a me? E’ il dovere di ogni  fratello maggiore  assicurarsi che il minore abbia consumato la sua giusta dose giornaliera di the verde!Dovresti rimproverarlo.” dissi prendendolo in giro.
“Come siamo simpatiche oggi! Lo sai che Shannon non si dimenticherebbe mai di te, ti vuole così bene che mi sacrificherebbe per te!”
“Idiota! Ti invidio sai? Tu Shannon non lo perderai mai, resterà sempre al tuo fianco..”
“Beh non è detto, visto le mie manie, presto o tardi si stancherà di me e mi baratterà per un pugno di caffè! Andiamo a casa simpaticona, fa fresco”.
“Comunque Leto Junor non mi hai dato neanche un abbraccio!” dissi, mentre mi porgeva una mano per alzarmi dal bagnasciuga.
“So che gradisci di più gli abbracci di qualcun altro, ma visto che è il tuo compleanno mi sforzerò di fingere che ti piacciono anche i miei.” Disse abbracciandomi.
“Infatti sei solo un ripiego, i tuoi abbracci fanno schifo Jay! “ sussurrai stretta nel suo abbraccio.
“Ti voglio bene anch’io”mi rispose.

Jared aveva sempre la parola giusta al momento giusto. Era dotato di grande empatia e riusciva a capire molto bene gli stati d’animo di chi gli stava intorno. Era molto di più dell’ego smisurato che metteva in mostra, era davvero abile nel canto, nella musica e nella recitazione, ma c’era molto altro. Era la persona più altruista che io avessi mai conosciuto, gentile e leale, un VERO migliore amico.
Lui sapeva della mia "cotta" per Shannon ma non ne aveva mai fatto parola con nessuno, sebbene suo fratello fosse più importante della sua vita stessa, aveva deciso di omettergli questo piccolo particolare, solo perché si trattava di me. Sull’argomento non si era mai sbilanciato troppo ma, al contrario di ciò che invece avrebbero fatto in molti, non mi aveva mai giudicato.


Quando rientrai a casa, trovai la tavola imbandita, al centro in bella vista c’era il mio dolce preferito, il tiramisù; mia nonna aveva persino invitato Costance, qualche mia amica di scuola e un paio di sue amiche della chiesa e sebbene fossi una nipote sconsiderata lei non mi avrebbe mai permesso di non festeggiare il mio compleanno perché mi voleva bene (parole sue!).
“Tua madre è con te, anche adesso” mi disse prima di andare a dormire.


“Mamma, se davvero mi stai guardando, mandami una gioia!” dissi in un sussurro sconsolato.

POV. SHANNON

Volevo farla incazzare, sapevo che ignorandola ci sarei riuscito.
Avevo chiesto a Jared di non dirle nulla. Dopotutto ero solo in ritardo di 24 ore. Ero stato fin troppo fortunato a trovare il volo che mi avrebbe permesso di essere a casa oggi. Avevo stravolto tutti i piani per esserci, ma volevo esserci a modo mio.

Nonostante l’età me la cavavo ancora bene ad entrare nelle stanze delle fanciulle dalla finestra. Ovviamente alle 8 del mattino non potevo che trovarla a letto, ancora nel mondo dei sogni.
Non la vedevo da ben due settimane e Cristo se mi era mancata.
Era nella sua solita posa, rannicchiata sul fianco sinistro, indossava una maglietta fin troppo familiare, probabilmente era roba di Jared o mia.

Era la ragazza più strana che io avessi mai conosciuto.
Era bella, di quelle bellezze senza tempo, oggettive. Aveva il viso da bambina, lineamenti delicati, occhi grandi e capelli lunghissimi e ribelli. Temevo che se l’avesse vista qualche amico fotografo o pubblicitario di Jay me l’avrebbe portata via, rendendola famosa.
Era bella, dicevo, ma lei non se ne rendeva conto. Per avere 18 anni era abbastanza spericolata su molte cose e non aveva paura di niente, eccetto che dello specchio. Abiti da maschiaccio, zero  trucco, nessuna acconciatura strana, niente smalto o accessori…lei era completamente naturale.
Chi non la conosceva abbastanza la considerava una ragazza trascurata, per altri era troppo sicura di sé, ma la verità era che lei si sentiva poco carina, inferiore alle altre, “poco donna” aveva detto lei stessa, un giorno, seguito da una scrollata di spalle.
Pensava questo non per il suo carattere ma per il suo aspetto fisico, poco abbondante e molto bambinesco. In realtà in molti le sbavavano dietro, ma lei non se ne accorgeva.Lei sosteneva di non dare molto peso alla cosa ma io sapevo che non era così. Doveva soffrirci parecchio.
Magari col tempo sarebbe cambiata, era solo una fase, pensavo, presto o tardi sarebbe diventata un’appassionata di shopping, come tutte le donne del resto, ma in cuor mio speravo il più tardi possibile.

Volevo svegliarla, così decisi di punzecchiarla un po’; rispose abbastanza velocemente ai miei pizzicotti, digrignando i denti, lamentandosi, girandosi su se stessa un paio di volte. Era così buffa.
La stavo innervosendo parecchio, eppure non accennava aprire gli occhi.
“Jay smettila” sussurrò. Da quando mio fratello entrava nella sua stanza di mattina?
Continuai a solleticarle il braccio, fino ad arrivare al gomito e scendere alla pancia, il suo punto debole.
“Mmm, smettila o ti ammazzo!” disse poco convinta
Non riuscivo più a trattenere le risate perciò le dissi:
“Mi uccideresti? E poi come faresti senza di me?!”
La vidi aprire gli occhi di colpo, ci mise un po’ a mettermi a fuoco, aveva un enorme punto interrogativo stampato sulla fronte.
“Sorpresa!” dissi tirandola a me in un abbraccio.

Nel capitolo precedente mi sono accorta di aver sbagliato la data, per ora, la storia è ambientata nel 2008, 10 anni fa. Grazie a chi è arrivato fin qui. Un abbraccio.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Ro90