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Autore: Aladidragocchiodiluce    07/12/2018    2 recensioni
Sono passati due mesi da quando i cybertroiani hanno lasciato la Terra, in particolare dalla separazione fra Starscream e Blue.
Ma non c'è tempo per i rimpianti!
La M.E.C.H. è tornata in azione più pericolosa che mai!
Nuovi nemici, vecchie conoscenze e nuovi alleati si uniranno a quest'avventura
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Le due ragazze saltarono ai lati per evitare l'assalto, che disintegrò la porta dell'ascensore, ma la creatura parve non interessare e, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé, usò i suoi poteri per far sbattere le ragazze contro le pareti laterali.

La slipter dai capelli blu vide le stelle quando la sua testa cozzò contro il duro muro metallico e ne rimase leggermente intontita mentre la mercenaria, grazie alla resistenza del proprio costume non ne risentì e fu abbastanza lucida da poter iniziare a sparare.

L'avversario non fece una piega mentre usava i propri vettori per bloccare i proiettili e alzò il braccio destro.

Accadde in un lampo.

Come aveva visto tante volte i suoi amici farlo, Blue assistette con la bocca spalancata dalla sorpresa, alla trasformazione dell'arto in un fucile blaster che puntò contro la mora.

Agì in fretta, attivando i propri vettori per afferrare l'arma e deviarla verso il soffitto.

L'esplosione che ne seguì fece saltare alcuni pannelli che sarebbero caduti addossi all'ibrido se esso non li avesse bloccati con i vettori e quello fu il momento giusto per la slipter che gli fu addosso, facendo cadere entrambi, e iniziarono una battaglia fra vettori, pugni e calci.

Jane si rialzò con l'intenzione di piantare una bella pallottola nel cranio di quella...cosa, ma non riusciva a prendere la mira da quanto le due erano avvinghiate e temeva di colpire la compare da quanto si muovevano.

Ma era una lotta impari; nonostante la blu tentasse di colpirle la faccia, all'altro bastò una ginocchiata ben assestata fra le costole per mozzarle il fiato in gola e scaraventarla lontano.

Probabilmente sarebbe stata uccisa dai vettori dell'avversario se Jane non fosse intervenuta, estraendo anche la sua seconda pistola e sparandole contro mentre la sciarpa, come animata da vita propria, estrasse un lungo coltello che getto ai proprio piedi in modo da, con un calcio, farlo scivolare alla compagna.

La distrazione funzionò e la slipter recuperò l'arma per poi gettarsi nuovamente contro l'ibrido nel tentativo di ferirlo, ma senza successo in quanto venne nuovamente bloccata a mezz'aria dai vettori.

Era chiaro che se avesse voluto ucciderle, l'avrebbe già fatto.

Stava solo giocando con loro.

La blu non si diede per vinta e usò i propri vettori per strappare velocemente i pannelli metallici dal pavimento e scagliarlo contro di esso, che si limitò a bloccare l''attacco ma permise all'altra di liberarsi e scappare assieme alla compare nella profondità della base.

-SMETTILA DI SALTARGLI ADDOSSO!

COSÌ TI FARAI SOLO AMMAZZARE!-Le urlò Jane mentre correvano lungo i corridoi.

L'ibrido non fece una piega, limitandosi ad usare i propri poteri per avanzare, quasi fosse un fantasma.

Consapevoli del fatto che a breve le avrebbe raggiunte, aumentarono il passo fino a ritrovarsi davanti ad una rampa di scale che portavano verso il basso e non persero tempo ad imboccarla.

Ben presto si ritrovarono nella parte più profonda della base, dove si trovavano i generatoti di corrente e altri enormi macchinari spenti.

Le due non avevano tempo per guardarsi in giro, così si divisero per potersi nascondere dall'ibrido e, occasionalmente, attaccarlo alle spalle.

Per maggior sicurezza, Jane, appena adocchiò il pannello principale lo fracassò con un paio di proiettili delle sue fedeli pistole, facendo calare il buio totale nella stanza.

Ma bastarono pochi secondi affinché sui generatori si accendessero luci rossastre, probabilmente erano collegate a generatori indipendenti e servivano a rivelare la posizione dei macchinari in caso di blackout.

L'inseguitore non ci mise molto ad entrare nella stanza.

Avanzò a passi lenti, l'occhio bianco scintillante nel buio come unico elemento che rilevasse la sua presenza.

Blue non lo vedeva e magari fosse quello il problema.

Non riusciva nemmeno ad avvertirlo.

Già, perché oltre a quel breve momento in cui aveva sentito la sua presenza, era come inesistente per lei; che fosse in grado di occultare la propria presenza alle slipter?

Dal canto suo, Jane poteva vederlo grazie al suo visore termico ma sapeva di dover aspettare, se avesse sparato il rumore avrebbe rivelato la sua posizione.

Doveva aspettare il momento in cui fosse abbastanza vicino in modo da essere sicura di non mancarlo e non deviasse il colpo.

La creatura si guardò intorno e proseguì passando molto vicina ad un generatore dietro la quale si nascondeva la mercenaria.

Essa si sporse leggermente e sollevò l'arma, ma non poteva sparare, era troppo lontana, così si limitò a tenerla di mira finché non fu fuori vista.

Sospirò di sollievo, ora doveva solo avvicinarsi all'uscita.

Non le importava di eliminare quella creatura, voleva solo uscirne viva.

Nel frattempo, cercando fare il più piano possibile, anche Blue si spostò ma non per mettersi in salvo.

Lei intendeva affrontarlo.

Non poteva permettere che quella cosa vivesse.

Solo quando fu davanti all'uscita, Jane si voltò per rendersi conto di quello che la compare aveva in mente.

La vide saltare addosso all'ibrido e iniziare una nuova lotta, con l'unica differenza nel fatto di essere armata del pugnale.

Rotolarono a terra, sbattendo contro uno dei generatori e stavolta la blu, riuscì ad infilare l'arma nella spalla dell'avversario, facendolo urlare di dolore prima che esso le infliggesse una craniata sul viso e la allontanasse con un pugno.

La slipter sbatté contro uno dei macchinari col naso rotto e grondante di sangue.

Vide l'avversario strapparsi il pugnale e stava per infilzarla ad una gambe quando si udì un colpo di pistola e la lama volò via.

-E MUOVITI!-La chiamò Jane, sparando nuovamente all'ibrido mentre si spostava lateralmente per non essere un facile bersaglio.

Approfittando della distrazione, la blu provò ad usare i vettori per attaccarlo ma esso usò i propri per bloccarli e riuscì a lanciarla contro la mora proprio un attimo prima che premesse il grilletto.

Il colpo che ne seguì colpì in pieno una conduttura del gas sopra la testa dell'ibrido, facendo scattare gli allarmi.

-Stà giù!-Ordinò la mercenaria, costringendo la slipter a strisciare a terra in modo da non farle respirare il gas mentre attivava i filtri della propria tuta.

Nel frattempo l'ibrido sembrò intuire qualcosa in quanto si voltò verso la centralina precedentemente distrutta da Jane.

Emanava scintille.

Si voltò e tornò ad usare i propri vettori per spostarsi e allontanarsi in fretta verso un uscita secondaria.

La mora, resosi conto del pericolo, cercò di trascinare via la compagna ma non fu abbastanza veloce.


 

L'ibrido era già all'esterno quando si udì il rumore di un esplosione.

Esso si voltò solo per un attimo a guardare l'edificio dal quale era uscito, conscio del fatto che ormai la base al suo interno era andata.

Un furgone fece la sua comparsa, fermandosi proprio di fronte a lui e aprendo la portiera per farlo salire.


 

Blue tossì per la gran quantità di fumo.

Era un po' sporca di fuliggine, sangue e con i capelli bruciacchiati ma viva.

Il merito della sua sopravvivenza andava a Jene: capito che non sarebbero uscite in tempo si era spostata a lato e fatto da scudo alla ragazza in quanto la sua tuta le avrebbe protette dal calore e la slipeter aveva avvolto entrambe con i propri vettori come ulteriore protezione.

Ora la mercenaria era in piedi di fronte a lei, dandole le spalle.

-C'è qualcosa che la tua tuta non può fare?-Chiese con voce gracchiate.

Con sua enorme sorpresa, essa si voltò e la afferrò per la collottola della maglia per avvicinarla a sé e urlarle:

-MA CHE CAVOLO VUOI FARE?!?!-

Prima che potesse rispondere la mollò, allontanandosi con le mani alla testa e ringhiando.

-HEY! Ma che ti prende?-Esclamò in risposta, alzandosi.

-CHE PRENDE A TE PIUTTOSTO!?!-

Jane sembrava veramente infuriata.

-Credi che sia cieca? Che non abbia capito?

Tu vuoi morire!-

Quelle parole colpirono la slipter che spalancò gli occhi dalla sorpresa, subito sostituita da rabbia.

-Ma che stai dicendo?

Certo che no!

Io...-

-NON MENTIRE!

È questo il tuo problema!

Non so cosa passi per la tua zucca ma ti ho vista: sembri essere convinta che la tua vita non valga nulla, credi forse che crepando per qualche “nobile scopo” sia bello? Vuoi mostrare di essere un eroe?

Tu non hai paura della morte, anzi, te ne freghi se crepi o vivi!- Sibilò.

Blue non sapeva proprio cosa la trattenesse dall'usare i suoi vettori per scagliarla via.

-Anche se fosse?-Ringhiò di rabbia.

-Tu sei l'ultima persona che si può permettere di giudicare la vita degli altri.-

A sorpresa, lei scoppiò in una risata amara, senza gioia.

-”Giudicare la vita degli altri”? Questo è un fatto!

Ti ho vista buttarti a testa bassa contro quella cosa e sono sicura che avresti continuato a farlo fino alla morte.

Quante volte l'hai già fatto? Attaccare e uccidere senza la pura di essere uccisi?

Scommetto che quando te ne torni a casa non te ne stai tranquilla sul divano a rilassarti.

No.

Tu aspetti la prossima occasione per poter entrare in azione, non sei capace di vivere normalmente perché ti sei cucita addosso il ruolo di “combattente”.

Forse lo fai per gli altri. Pensi che ciò ti faccia onore.

Ma devi smetterla di pensare agli altri e pensa a te stessa, chiediti se vuoi davvero essere solo un arma.-

Blue aprì la bocca per ribattere, ma si rese conto di non sapere cosa dire.

Nel frattempo la mercenaria le diede le spalle.

-Non so davvero che mi sia preso per decidere di portarti con me.-Borbottò, allontanandosi a grandi falcate, lasciandola sola.

La slipter abbassò la testa mentre la mente rielaborava le parole della mora.

Era vero.

Aveva combattuto la slipter i primi giorni della sua fuga, si era arresa quando avevano minacciato Starscream, non era scappata alla prima apparizione dei Renegate, ha insistito per infiltrarsi con il seeker, non ha esitato a combattere Kara e Abigal, ha partecipato di sua volontà allo scontro in Egitto, si era quasi rotta i polsi per liberarsi quando era prigioniera...

Tutto ciò l'aveva sempre fatto per qualcun altro, non aveva mai messo la propria vita in primo piano.

Quei quattro anni al centro le avevano tolto più di quanto potesse immaginare.

Le avevano fatto credere di essere insignificante.

Per un attimo si chiese se non fosse mai stata “salvata” da Starscream ma si fosse liberata da sola.

Si coprì la bocca con le mani appena realizzò.

Sarebbe morta.

Anche se fosse riuscita miracolosamente ad arrivare in Egitto, la sua vita avrebbe definitamente cessato di avere senso.

Aveva resistito e lottato solo per uscire da lì, ma una volta fatto, sarebbe comunque rimasta da sola e senza scopo.

Ormai andava avanti solo ad inerzia; viveva solo per difendere gli altri dal pericolo che lei stessa rappresentava.

Due grosse lacrime le scesero lungo il viso.

Perché non ci aveva mai fatto caso?

Voleva essere libera ma era ancora prigioniera.

Inciampò nel gradino all'uscita dell'edifico, rischiando di cadere.

Non si era nemmeno resa conto di star camminando.

Si guardò intorno.

Jane e la sua moto erano spariti.

Ora come tornava a casa?

   
 
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