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Autore: DarkJessy94    07/12/2018    5 recensioni
Missing moment 4x07, contiene spoiler.
Era da giorni che non si faceva più sentire la sua migliore amica, tanto che Kara pensò che qualcosa non andava. Infatti, indagando sulla situazione, si accorse che James e Lena avevano litigato e non avevano ancora chiarito. Conoscendo la ragazza, sapeva che avrebbe concentrato tutte le sue energie sul lavoro, però sapeva anche che avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui parlare.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Non ai tuoi occhi.

 
Era da giorni che non si faceva più sentire la sua migliore amica, tanto che Kara pensò che qualcosa non andava. Infatti, indagando sulla situazione, si accorse che James e Lena avevano litigato e non avevano ancora chiarito. Conoscendo la ragazza, sapeva che avrebbe concentrato tutte le sue energie sul lavoro, però sapeva anche che avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui parlare.
Era seduta alla sua scrivania della Catco sovrappensiero, sia per il prossimo articolo che per Lena, guardando di tanto in tanto lo schermo del suo cellulare, aspettando un segno di vita da parte della giovane Luthor, quando improvvisamente il cellulare iniziò a squillare. Kara subito rispose, pensando fosse un'emergenza in cui era richiesta supergirl oppure fosse Lena che finalmente aveva deciso di mettersi in contatto con lei e invece, al sentire la voce di Eve, si stupì incredibilmente.
-Eve? Cosa è successo?! Arrivo subito! - e non se lo fece ripetere due volte. Prese il volo, lontano dagli occhi indiscreti, per arrivare il prima possibile alla L-Corp. Eve non le aveva detto nulla sulla questione e, incontrata nella sala d'attesa degli ospiti, Kara iniziò a farle domande, impaziente
-Cosa è accaduto? - le chiese. Eve la guardò, sgranando gli occhi.
-Come fai ad essere già arrivata? - Kara la guardò malissimo e incrociò le braccia in segno di negazione e Eve capì al volo che non le avrebbe risposto e ripresero l'argomento principale -Lena è molto giù perché l'ultimo progetto che abbiamo terminato, non è andato come speravamo. -
-Di cosa tratta questo progetto? – chiese Kara, aggiustandosi gli occhiali.
Eve si mostrò dubbiosa su cosa dire e cosa non dire, tanto che boccheggiò, guardando il pavimento, non sapendo come dare voce all'argomento cavia.
-N-non credo che debba essere io a parlartene, ma... Vorrei che non facessi troppe domande a Lena. Credimi, ciò che è stato fatto era per un bene superiore, ma da quando è andato tutto storto, si è spenta. Ho provato a parlarle per farle capire che io ci sono, ma lei non vuole aprirsi con me. L'unica con il quale è veramente a suo agio, sei tu. Quindi ho pensato di chiamarti per farla scuotere dal momento che sta vivendo, perché si sta chiudendo in una scatola senza emozioni...-
Eve era veramente preoccupata per il suo capo e il tono della sua voce sembrava pregante nei confronti di Kara. Quest'ultima non riusciva a capire effettivamente cosa stesse succedendo e aveva paura. Ripensava alle parole che le aveva detto Lena un anno fa dopo il funerale di Jack, la paura di diventare qualcuno che non voleva essere. Cosa avevano fatto in quel laboratorio? Lena probabilmente non glielo avrebbe detto, come poteva?
Kara bussò lievemente alla porta dell'ufficio, ma non sentì nessuno. Si girò per riguardare Eve che la incoraggiò ad entrare, dandole un sacchetto e così fece come aveva già fatto altre volte. Entrò senza permesso.
Si guardò in giro, era tutto scuro. C’era solo una piccola lucina accesa che illuminava una bottiglia mezza vuota di whisky sulla scrivania candida ed elegante, affiancata da un bicchiere vuoto di vetro, le scartoffie al coprire la restante superficie della scrivania bianca e Lena era di spalle, mentre guardava al di fuori della grande vetrata il panorama di una National City notturna.
-Eve ti ho già detto che non dovevi disturbarmi... – si voltò appena e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Kara. La bionda le sorrise con affidabilità e una certa dolcezza, avvicinandosi alla Luthor
-Sono passata di qui e volevo venire a salutare la mia persona preferita, hai tempo per me? Ho anche portato qualcosa per... – alzò il pacchetto che le aveva dato Eve, sperando di essere convincente.
-Non ho fame – l’interruzione di Lena fu brusca, tanto che Kara non si aspettava una risposta del genere. Non era abituata ad essere trattata come gli altri. Lena sembrò accorgersi della cosa, perché il sorriso di Kara si spense -Scusami, non volevo essere dura con te. Ti ringrazio per essere passata. Lo sai che mi fa sempre piacere quando vieni a trovarmi. E solo che sono dei giorni pesanti per me, sono piena di… impegni aziendali. – suonò come una delle peggiori scuse. Era ovvio che non fosse vero.
Kara annuì appena, non convinta da Lena, che finalmente decise di voltarsi e prendendo il bicchiere e la bottiglia di whisky, andò a sedersi sul divano con movimenti sciatti. Posò il tutto sul piccolo tavolino davanti ad esso e diede una pacca sulla superficie al suo fianco -Vieni, siediti. – disse alla bionda, un attimo interdetta.
Dove era finito il suo solito sorriso, il suo abbraccio e il suo illuminarsi quando entrava Kara nella stessa stanza. Era già cambiato tutto? Era già troppo tardi?
Kara si sedette al suo fianco e commentò la situazione con rimprovero -Lo sai che non dovresti bere Lena. – le disse, anche se non portò via il bicchiere di nuovo pieno che Lena si portò alla bocca.
La mora, di risposta, accennò un mezzo sorriso. Bevve un sorso e riportò il bicchiere giù. Si rese conto che ormai era già ubriaca.
-Kara sei così pura. – si lasciò scappare. -Lo sai che apprezzo l’alcol. Le persone dicono che aiuti a non pensare, eppure credo che non sia vero. Più lo bevo e più mi sento un rifiuto umano, ma almeno mi fa sentire qualcosa. – le rispose.
Kara posò la busta che aveva portato, contenente dei donuts caldi, sul tavolino. Il profumo dolce inebriò l’aria, ma Kara non si lasciò attrarre. Invece si girò verso Lena e, questa volta, prese il bicchiere dalle sue mani e lo svuotò lei al suo posto in un unico sorso.
Lena sgranò gli occhi, non credendo che Kara reagisse in quel modo, tanto che la bionda, non contenta, prese la bottiglia e la finì completamente, bevendo direttamente da essa. Lena cercò di togliergliela, ma invano, non ci riuscì. Kara l’aveva bloccata con il braccio, intercettando le sue mani e girandosi dal lato opposto.
Quando finì, posò la bottiglia svuotata e puntò Lena con un dito.
-Sono stufa! Stufa di vederti comportare in questo modo! Te ne stai lì a piagnucolare in silenzio e a deprimerti con dell’alcol e non mi dici nulla dei tuoi progetti, di quello che fai, di quello che stai combinando della tua vita e mi escludi ogni volta, come se dovessi restare nella mia gabbia dorata perché vuoi che io veda solo la superficie. Lo so che non sei perfetta, anche se per me sei la persona più splendida, generosa e bella che io conosca, ma non puoi escludermi così, solo perché non è andata come volevi tu. Non trattarmi come una bambina che non può capirti. Parlami, per favore. Sono qui! Guardami. – Lena aveva girato il viso per non intercettare il suo sguardo. Gli occhi erano più luminosi del solito, inumiditi dalle lacrime che minacciavano di uscire e dalla sbornia iniziale del momento, non riusciva a reggere lo sguardo indagatore di Kara e tutto ciò che le stava dicendo.
Kara, dopo la sfuriata, si rese conto che Lena stava tremando. Posò il braccio attorno alle sue spalle, avvolgendola e la portò contro di lei -Sono qui. Non vado da nessuna parte e lo sai. Io ci sarò sempre. Devi solo capire questo. – sussurrò Kara, sospirando. Strinse una delle sue mani con la sua e restarono in silenzio per un po’, sperando che Lena si calmasse. Forse non avrebbe dovuto attaccarla. Aveva fatto il contrario di quello che Eve le aveva chiesto, eppure non sopportava più di vederla reagire in quel modo. Avrebbe voluto che Lena si confidasse realmente con lei, ma non parlava.
Le accarezzò i capelli neri e diede un bacio sul suo capo. Il silenzio della stanza fu interrotto dal lieve singhiozzare. Lena aveva provato a parlare, ma non riuscì, non riuscì più a trattenersi e le lacrime fluirono irruente dai suoi occhi, bagnando il suo viso. Kara iniziò a cullarla, stringendola a sé e continuò a dirle che era lì per lei e che non sarebbe andata via, mai. Continuò ad accarezzarle i capelli, finché non sentì il silenzio e il respiro calmo della giovane Luthor. Forse si era addormentata. Teneva ancora la mano stretta tra le sue.
- Ho paura. – sussurrò appena. Era ancora sveglia.
- Di cosa? – chiese Kara con voce comprensiva. Aveva deciso di non bloccarla dal suo discorso questa volta. Doveva farla parlare.
- Ho paura che non mi vedrai più con i tuoi occhi, se ti dicessi cosa ho fatto. Sono egoista e tu sei l’unica persona che riesce ancora a vedere del buono in me. Non voglio dirtelo eppure dovrei farlo. Ma non posso mostrarti ciò, non posso fare questo, non ai tuoi occhi. -
Kara si allontanò da Lena in modo da poter prendere il suo viso tra le sue mani e incontrare il suo sguardo -Dammi la possibilità di capirti. – le disse con voce calma. Gli occhi blu e sinceri di Kara fissavano Lena con apprensione. Lena aprì la bocca, sospirando. Sembrava essersi arresa e provò a spiegare il suo punto di vista.
- Ti ricordi la cena del ringraziamento e della discussione sugli umani e gli alieni? – domandò Lena e Kara lasciò il viso della mora e annuì, così continuò – Lo so che nessuno è d’accordo con quello che penso, però ho trovato dei punti di svolta. E James fa sempre quello che vuole. Non mi ascolta e si mette sempre nei guai anche quando gli dico di non andare. Volevo fare qualcosa per proteggerlo, per renderlo più forte. -   
Kara si accigliò – Aspetta. So che vuoi solo proteggere le persone che ami. Ma… - l’interruzione della bionda non fu presa bene da Lena.
- Tengo a lui. So che la nostra relazione non potrà mai funzionare perché non mi comporto come la donna che vorrebbe, non sono come te Kara. Mi ha lasciato! -  Kara era sicura che sarebbe riuscita a gestire di nuovo una Lena ubriaca, eppure era difficile riuscire a tenere un dialogo pulito con lei. Pensava che le avrebbe spiegato cosa avesse fatto, ma non era lucida. – Nessuno mi ama per quella che sono e pensavo che vivere una relazione mi avrebbe smossa. E invece non è stato così, avevo solo bisogno di qualcuno che mi facesse sentire voluta, che mi facesse sentire viva. Non la trovi la cosa più triste e disperata che potresti mai sentire? Perché è così che mi sento. Dipendente di qualcosa che non è mai esistito, di un sentimento non vero, di una mera illusione che ricerco nelle persone e mi sono stufata di essere così. Di elemosinare sentimenti e di fare cose per gli altri solo per tenerli al mio fianco. Non voglio perdere più nessuno Kara, ma non riesco a comprendere se ciò che provo è amore o dipendenza e non voglio essere così. -
Lena si era alzata e camminava avanti e indietro per l’ufficio, parlando e sfogandosi. Diceva qualsiasi cosa le passasse per la testa, eppure a Kara, anche se il tutto le sembrava un po’ sconnesso, aveva trovato un senso.
- Io ti amo – disse Kara e Lena si zittì, fermandosi dal suo girovagare. – Non ti basto? – chiese ingenuamente.
Lena scoppiò a ridere. Cosa era, una battuta? Kara prese un donut dalla busta. Era semplice, con una glassa allo zucchero, il preferito di Lena. Lo allungò verso la giovane Luthor, invitandola a tornare da lei. Non se lo fece ripetere due volte e si riaccomodò al suo fianco, prendendo il delizioso donut e si spinse verso Kara, accoccolandosi alla bionda con il dolciume fritto appena accaparrato – Certo che mi basti, sciocchina. Sei tutto ciò di cui ho bisogno. – le rispose, dando un piccolo morso alla ciambella.
Kara sorrise alle sue parole – Solo che? – domandò. Voleva sapere ed era il momento giusto per farla parlare.
- Non voglio sporcarti. Tutto ciò che toccano i Luthor viene distrutto. Volevo solo trovare qualcuno che non fossi tu… - confessò Lena. Era la prima volta che lo diceva anche a sé stessa. Forse era il whisky a parlare.
- Non sono perfetta come pensi. – commentò Kara e Lena si voltò per guardarla. Il viso era troppo vicino al suo e si perse nei suoi occhi chiari e luminosi.
- Mi vuoi? – chiese Lena dopo che passarono alcuni secondi, doveva saperlo. Era tutto così irrazionalmente illogico. Eppure doveva chiederglielo.
- Sempre… - sussurrò Kara, non riuscendo a mentirle e le sue guance si imporporarono.  
- Allora hai ragione, non sei perfetta- Lena si spinse in avanti, incoraggiata dalla risposta dell’altra.
Le loro labbra si toccarono e Kara alzò la mano a sfiorarle la guancia accarezzando delicatamente la sua pelle. Assaporò le labbra della giovane Luthor, sapevano di glassa di zucchero e whisky.
Whisky…
Kara si staccò, non poteva farlo. Lena era ubriaca e non era la cosa giusta da fare. La mora si accigliò, confusa dal comportamento dell’altra -Non possiamo…- sussurrò Kara con tristezza.
- Perché? -
- Perché non sei… non siamo lucide. – le rispose.
- Non serve aspettare il giorno dopo per dirti che quello che stiamo facendo è reale. Non me ne pento e non sono confusa. E tu? -
La bionda scosse la testa. Non era pentita, ma era un po’ frastornata, perché tutto era avvenuto in modo improvviso. Prima era la sua migliore amica, ora invece era… altro? La vicinanza di Lena le svuotava la mente e le rendeva il cuore palpitante e si sentiva scottare. Lena si appoggiò a lei ancora di più, schiacciando morbidamente le sue forme contro le sue.
- Kara non mangi? – chiese Lena con tono divertito accompagnato da una vena di malizia. La stava prendendo in giro? Deglutì rumorosamente e, guardando in basso, adocchiò il donut che Lena aveva ancora tra le sue mani. Si sporse velocemente verso di esso rubandone un morso. -Ehi! Non il mio! – esclamò Lena mentre Kara se ne stava lì a masticare con la faccia soddisfatta della malefatta. Scoppiarono a ridere entrambe e la situazione si alleggerì.
Forse, se fossero restate sincere l’una con l’altra, la cosa sarebbe potuta funzionare. Forse…
C’erano ancora dei segreti non svelati da parte di entrambe, ma quel giorno decisero di metterli da parte e vivere in un mondo tutto loro, lontane dalla realtà. Passarono le ore tra baci rubati e carezze, finché Lena non si addormentò, stringendo Kara a sé non volendo che se ne andasse e Kara non lo fece, rimanendo a vegliare su di lei.

P.s. nel frattempo finì tutti i donuts del sacchetto.





nota: questa storia l'ho scritta in mezza giornata. Spero vi piaccia, non l'ho betata quindi può contenere errori. Devo dirvi però che il "ti amo" usato in questo caso da Kara, è in senso affettivo come quello usato in lingua inglese, quindi è per questo motivo che Lena reagisce non in modo esagerato.
Kara è un po' scossa, ma sa che è vero quello che prova. La vuole e l'ha sempre voluta, solo che fa paura essere l'unica persona presente nella vita di Lena (c'è anche Eve, solo che non se la caga, poverina). Kara voleva usare qualcuno di differente che completasse la vita di Lena, qualcuno che potesse stare al suo fianco senza lasciarla mai da sola, così puntò su James. Peccato che ha puntato sul cavallo sbagliato. Come ho detto, ci sono segreti da parte di entrambe e non è detto che, dopo questo giorno, le cose possano funzionare tra loro due. Lena ne uscirebbe distrutta e non so se Kara potrebbe effettivamente accettare quello che Lena ha fatto. Sa che è fragile ed è una grossa responsabilità non farla sprofondare, ha paura anche lei. Lena invece, come ho scritto nella storia, vorrebbe non essere dipendente da nessuno ed è difficile capire la differenza tra dipendenza e amore. L'unica cosa certa è che Kara le scalda le giornate come nessun'altra persona sa fare. Se solo sapesse che è supergirl, la persona che l'ha giudicata con tanto astio.
Questa fanfiction doveva essere più angst, solo che poi mi sono ritrovata a scrivere altro. Tanto già basta quello dello show, una piccola gioia in un grande dolore meglio metterla che toglierla, ma Kara e Lena hanno bisogno di un confronto al più presto.

 
  
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