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Autore: dreamlikeview    08/12/2018    4 recensioni
Dean Winchester è al matrimonio di suo fratello, quando tra gli invitati nota un meraviglioso uomo dagli occhi blu. Il suo nome è Castiel Novak, e tra i due scatta la scintilla; dopo una forte reticenza, Castiel cede e tra i due nasce una travagliata storia d'amore, che li porta ad affrontare le loro famiglie. Tuttavia, il loro è un amore proibito e un matrimonio si frappone tra di loro.
[Destiel, forbidden love, homophobia, song-fic, long-fic]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartegono, la storia è scritta per puro divertimento personale e il mio intento è solo quello di divertire (leggarsi far soffrire) il lettore e non intendo offendere nessuno con questa. Da tutto ciò non guardagno assolutamente nulla (se avessi un euro per ogni fanfiction scritta sarei milionaria).

NDA: Per evitare brutte figure e strafalcioni, la storia è ambientata in un'epoca storica indefinita, in un passato indefinito. Ugualmente il luogo dove è ambientata è fittizio, viene chiamato Nazione e non è localizzato geograficamente. Enjoy!


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It's up to you. And it's up to me
No one can say what we get to be
And why don't we rewrite the stars?
Changing the world to be ours



Dean era chiuso nella biblioteca della tenuta da diversi giorni, usciva solo quando necessitava di farsi vedere da suo padre, per discutere circa il suo imminente matrimonio o quando la sua presenza era strettamente fondamentale e necessaria per qualche decisione politica, non che la sua opinione importasse a John, ma le apparenze erano importanti, così gli diceva sempre l’uomo; a volte non usciva nemmeno per pranzare o cenare, tant’era immerso nelle ricerche, sapeva che il tempo era poco, le nozze erano ormai troppo vicine e per questo motivo non usciva da lì. Era intento a fare ricerche su una meta che lui e Cas avrebbero potuto raggiungere, per poter vivere la vita che entrambi desideravano, insieme, per allontanarsi definitivamente da un luogo che li rendeva solamente infelici; avrebbero dovuto imbarcarsi, navigare verso luoghi lontani, e magari trovare un posto abbastanza lontano dove John, Chuck o altri non avrebbero potuto mai trovarli. Se solo immaginava l’ira che il suo gesto avrebbe causato a suo padre, quando lui e Cas sarebbero fuggiti, poteva già percepire quanto sarebbe stato furioso l’uomo e non riusciva nemmeno ad immaginare cosa avrebbe fatto a lui e Cas, se l’avesse scoperto prima del tempo, ma in realtà non gli importava, perché quando li avrebbero scoperti, loro sarebbero già stati lontani, su una nave che li avrebbe portati verso la loro felicità, e soprattutto sarebbero stati insieme, come desideravano fin dal primo momento in cui si erano incontrati. Avevano concordato entrambi di trovare sui libri qualche mappa, qualsiasi cosa che avesse potuto aiutarli a capire dove andare e come arrivarci. Si sentiva elettrizzato ed emozionato, la loro relazione clandestina aveva raggiunto un picco altissimo di clandestinità, tanto da farli sembrare dei fuorilegge che progettavano una fuga. Nonostante ciò, non trovava nulla di sbagliato in ciò che avevano intenzione di fare, in cuor suo sapeva che quel desiderio di libertà non fosse sbagliato. Come poteva essere sbagliato il desiderio di essere liberi? Di essere felici? Di scegliere chi amare e di non sposare chi veniva loro imposto?
Quando sarebbero stati abbastanza informati, si sarebbero incontrati e avrebbero progettato la fuga, dovevano essere rapidi, dovevano essere veloci, perché il tempo scorreva inesorabilmente veloce e mancava ormai poco tempo al matrimonio. Dean, se ci pensava, rabbrividiva, se non avesse chiesto a Castiel di scappare, avrebbe dovuto passare tutta la vita accanto ad una persona che non voleva, e la cosa lo faceva rabbrividire. Non che Anna Novak non fosse una donna affascinante, ma non era innamorato di lei, per ovvi motivi. Castiel gli aveva parlato tanto di lei, e si vedeva quanto le fosse affezionato, forse era legato a lei dallo stesso sentimento forte che univa lui a Sam; sapeva che suo fratello gli sarebbe mancato più di chiunque altro, ma doveva farlo, doveva andare via da lì, doveva fuggire da una vita che non faceva per lui, da una vita che non lo avrebbe mai reso felice. Lo doveva a se stesso e a Castiel, che era pronto a fare una pazzia del genere insieme a lui, era pura follia, ne era certo, ma era l’unica speranza che avevano per un futuro migliore per entrambi. Lì non sarebbero mai stati felici, non avrebbero trovato ciò che volevano. Se desideravano cambiare qualcosa, dovevano farlo loro; il mondo intero non poteva cambiare per loro, ne erano consapevoli, ma loro due potevano cambiare il loro piccolo mondo, e scegliere un altro tipo di vita, una vita che li avrebbe resi felici; era ciò che desideravano, era ciò che meritavano. Già immaginava di passare le nottate seduto a guardare le stelle con lui, o le giornate che avrebbero trascorso a scrivere poesie insieme, a correggersi a vicenda, finendo quelle giornate a baciarsi su un letto tutto loro, che avrebbero condiviso ogni notte, senza il timore di essere scoperti dai propri parenti. Quella piccola fantasia nella sua mente, gli fece spuntare un dolce sorriso sul volto, che non riuscì a svanire nemmeno quando uno dei domestici andò a chiamarlo perché apparentemente John aveva bisogno di parlare con lui. Ovviamente, con l’avvicinarsi del matrimonio, gli incontri tra lui e suo padre erano diventati più abituali, e anche meno duri; Dean era bravo a fingere, recitava perfettamente la sua parte di figlio maggiore che stava ubbidendo agli ordini del padre, anche se in realtà progettava una fuga con l’amore della sua vita. Tuttavia, ciò non gli impedì di sentire un brivido di paura, scuotere la sua schiena. Se solo quell’uomo avesse avuto un minimo sospetto, avrebbe reso la sua vita impossibile, peggiore di com’era già; cercò di non pensare al peggio, e dopo aver nascosto le mappe che aveva trovato, e chiuso i libri che aveva consultato, uscì dalla biblioteca e si recò da John, che lo aspettava nel suo studio.
«Dean» lo accolse l’uomo quando il giovane entrò nella camera «Sono giorni che stai in biblioteca» disse seriamente «Devo preoccuparmi di qualcosa?» domandò guardandolo dritto in faccia, cercando sul suo viso prove della sua colpevolezza. Il ragazzo deglutì, allora non era passato inosservato a John il tempo che aveva trascorso lì, come poteva uscire illeso da quella discussione?
«Ci sono problemi, padre?» domandò nella voce un leggero tremito «Sono forse mancato a qualche incontro con te o con gli altri?» chiese, cercando di non far tremare la voce, imponendosi sicurezza e fermezza.
«No, anzi, ti stai comportando davvero bene» disse «Tuttavia non mi è sfuggito il tempo che trascorri in biblioteca» spiegò l’uomo «Consultando dei libri che parlano di viaggi. Mi stai nascondendo qualcosa, Dean?» chiese.
E fu in quel momento che Dean ebbe un piccolo momento di panico, possibile che John avesse capito? Possibile che avesse scoperto la sua storia con Castiel? Possibile che sapesse e non lo avesse ancora ucciso in modo doloroso?
«Non ti nascondo niente, padre» disse cercando di mantenere la voce ferma e di non tremare «Non potrei mai disobbedirti, so qual è il mio compito, devo sposare Anna Novak, così che tu… cioè la nostra amata famiglia abbia un potente alleato» deglutì «E io sono felice di poterti aiutare a realizzare questo futuro roseo per noi» non si riconosceva nemmeno lui, ma forse dallo sguardo che aveva, John sembrava credergli «Mi dispiace aver ostacolato le tue idee in passato».
John annuì, fiero «Sembra che tu finalmente abbia trovato la retta via».
«Beh, cosa posso dire? Hai fatto un ottimo lavoro» disse, alludendo a tutte le punizioni fisiche che gli aveva inflitto nel corso degli anni, ferendolo fisicamente e nell’orgoglio, senza riuscire però a minare la sua integrità. Dean solo apparentemente si comportava come ci si aspettava che facesse, in realtà era rimasto lo stesso ribelle di un anno prima.
«Non posso che concordare con te» disse l’uomo annuendo «Tuttavia, come spieghi i libri di viaggio?» Dean si fece forza su se stesso, e continuò a mentire, perché sembrava che lo avesse distolto dall’idea di una potenziale fuga, non poteva farsi scoprire proprio in quel momento.
«In biblioteca leggo qualche libro, solo per alleggerire la tensione, anche i libri di viaggio, sono solo un piacevole passatempo» disse poi, mantenendo una faccia impassibile «Il matrimonio si avvicina, e presto avrò una famiglia di cui occuparmi» affermò, dicendo tutte le cose che John si aspettava che dicesse «Non potrò più concedermi tali piaceri, quando sarò sposato» continuò senza perdere il contatto visivo con lui «Se vuoi che smetta, non devi far altro che chiedere».
«Hai ragione» concordò l’uomo annuendo pensieroso «Va bene, allora, concediti pure i tuoi momenti di tranquillità prima del matrimonio» affermò «Ma non mancare agli incontri».
«Ti ringrazio, padre» lo ringraziò lui con un sorriso sul volto «Non mancherò».
«Puoi andare ora» lo congedò. Dean fece un breve inchino ed uscì dallo studio; solo quando si chiuse la porta alle spalle, si concesse il lusso di tirare un sospiro di sollievo, perché fortunatamente non era stato scoperto, il suo segreto era ancora al sicuro e poteva, adesso, continuare le sue ricerche in tranquillità, conscio che John avesse creduto alla sua recita. Si diresse di nuovo in biblioteca, dove riprese a leggere il volume sulle rotte marine, e sui porti più lontani da quelli della Nazione. Non sarebbe stato facile raggiungere uno di questi, ma dovevano progettare tutto nel minimo dettaglio, per far sì che tutto andasse per il verso giusto, e per farlo avevano bisogno di avere quante più notizie possibili. Passò tutta la nottata in biblioteca, poi trovò alcune mappe che forse potevano fare al caso loro, alcune portavano in luoghi inesplorati dall’uomo, altre in zone dove vivevano solo pescatori e contadini. Lui e Cas avrebbero dovuto prendere una nave per uno di quei luoghi, ed essere abbastanza furbi da non tradirsi in nessun modo con nessuno. Sperava solo che Castiel, alla sua tenuta, impegnato nelle stesse attività, avesse un po’ di fortuna e trovasse qualche informazione in più.
 
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Castiel, da bravo topo da biblioteca quale era sempre stato, era da giorni che se ne stava nella biblioteca della sua tenuta, alla disperata ricerca di un posto perfetto per lui e il suo amato Dean, dove avrebbero potuto trascorrere una piacevole esistenza, lontani dalla sofferenza e dal dolore che erano costretti a sopportare lì, in quella terra dove tutti volevano da loro tutto ciò che loro non potevano dare a nessuno. Aveva trovato numerose mappe che raffiguravano le possibili rotte, quali erano le imbarcazioni giuste per raggiungere porti lontani. Era sempre rintanato lì, ma a nessuno sembrava importare, solo Anna era stata da lui un paio di volte per chiedergli perché sparisse di continuo, ma lui non l’aveva detto nemmeno a lei, troppo rischioso condividere il segreto. Lui e Dean non avrebbero corso rischi inutili, solo perché lui era stato debole e aveva confessato tutto a sua sorella, ed aveva mentito anche a lei, per tutti lui era in biblioteca per leggere e per oziare com’era solito fare. A nessuno importava se lui non partecipava alle riunioni e altro, c’erano altri tre figli maschi più grandi di lui a farlo, a loro padre non importava molto di lui – infatti era l’unico che non ancora aveva subito la pressione di dover prendere una moglie, e ormai quell’ipotesi era lontana da lui – e a lui non importava di tutte quelle faccende. Non voleva che nessuno si insospettisse dei suoi movimenti, che nessuno capisse le sue vere intenzioni poiché non voleva che tutti i piani, suoi e di Dean, crollassero davanti a loro. Quando trovava una mappa che gli sembrava interessante, la piegava con cura e la riponeva in una sacca che teneva nascosta sotto alla casacca, poi la portava nelle sue stanze e chiuso lì, lontano da occhi indiscreti tracciava le possibili rotte che lui e Dean avrebbero potuto prendere. Immaginava una vita felice insieme a lui, magari su un’isola perduta in mezzo al mare, sdraiati sulla calda sabbia di giorno, ad osservare il cielo e di notte a guardare le stelle, stretti l’uno nell’abbraccio dell’altro; oppure una vita campagnola, rustica, in qualche piccolo villaggio su una delle terre lontane dalle loro, avrebbero potuto persino costruire una fattoria se avessero portato abbastanza denaro con loro, e poi lì, avrebbero vissuto una vita dignitosa, povera, ma vissuta a pieno e completamente felice. A volte si ritrovava a sognare ad occhi aperti quel finale allegro che lui e Dean stavano tessendo per loro, ed era così immerso nelle sue fantasie da non accorgersi delle persone che erano intorno a lui. Più volte, Michael durante le cene aveva avuto l’accortezza di fargli notare che non stesse prestando ascolto ai discorsi di loro padre. Quando ritornava con i piedi sulla terra, si guardava intorno leggermente spaesato e restava deluso, era ancora lì, e la morsa dolorosa allo stomaco ancora presente, segno che lui e Dean non erano ancora liberi. Ringraziava il fratello con rapidità e prestava ascolto a Chuck, ogni tanto intervenendo in modo annoiato nelle discussioni, dicendo la sua inutile opinione, alla quale nessuno prestava ascolto. Desiderava unicamente che quei lunghi giorni di ricerca passassero, così che potesse rivedere Dean e organizzare al meglio la loro fuga d’amore. Non vedeva l’ora di salire sulla nave che li avrebbe portati lontano da quella vita. Andare via in nave era l’alternativa migliore per fuggire via ed andare più lontano, più velocemente possibile. Andare via a cavallo o via terra, era lento e li avrebbero raggiunti in fretta. In quel modo, avevano più possibilità di andare via, ed essere liberi senza essere trovati.
Era ancora immerso nella lettura di un enorme tomo sulle tradizioni di alcuni popoli che vivevano a pochi mesi di navigazione da lì, quando uno dei suoi fratelli entrò nella biblioteca, sbattendo la porta con forza. Castiel sbiancò, come se fosse stato colto sul fatto, e poi si rilassò, non potevano sapere nulla, stava solo leggendo uno dei libri della biblioteca.
«Castiel» lo chiamò con la sua voce dura Michael «Dobbiamo parlare».
«Di cosa, Michael?» domandò chiudendo con cura il tomo che stava leggendo, rivolgendo lo sguardo al fratello.
«Di quello che stai combinando» disse duramente. Castiel impallidì, non osava immaginare quali punizioni sarebbero giunte su di lui, per tutto quello che aveva fatto con Dean, anche se pensava fermamente che ne fosse valsa la pena, si sentiva male pensando che tutto finisse così, con Michael che irrompeva nella biblioteca perché era stato troppo incauto, e senza poter dire addio a Dean. Si preparò a ricevere un fendente, sperava in una morte rapida e indolore, ma poi la voce di Michael lo raggiunse di nuovo «So che stai combinando qualcosa con Anna, so che lei non vuole sposare Dean Winchester» disse il maggiore freddamente guardando il fratello con sguardo omicida «E se scopro che stai organizzando qualcosa per farla fuggire prima del matrimonio, Castiel, giuro che non la passi liscia» disse con tono minaccioso, guardando i libri che aveva tra le mani «So del vostro rapporto di confidenza. Spero per voi che non stiate tramando qualcosa per sfuggire ai vostri obblighi» disse con serietà. Castiel trasalì, ma tirò un sospiro di sollievo interiore, finché suo fratello non voleva parlare di lui e della sua voglia di fuggire con Dean, o della sua relazione con quest’ultimo, andava bene, se sospettava di Anna andava bene, perché così allontanava qualunque sospetto da sé, e lui poteva continuare ad organizzare la sua fuga senza alcun problema; ma comunque era nei guai, perché a suo fratello non sfuggiva mai nulla, dannazione, doveva stare dieci volte più attento, adesso, a suo vantaggio andava il fatto che lui pensava che stesse facendo le cose per Anna, e non per se stesso, doveva solo essere bravo a tranquillizzarlo, che le cose andavano bene e che nessuno sarebbe scappato. Poi avrebbe scritto urgentemente a Dean, per avvertirlo e dirgli che dovevano incontrarsi al più presto per organizzare la fuga.
«Anna non verrà meno ai suoi obblighi» disse imponendosi di mantenere un tono fermo «Non glielo permetterò» disse, guardando il maggiore dritto negli occhi «E non lo farò nemmeno io. Non sono così sciocco anche se tutti pensate il contrario». Dopo quelle parole deglutì, sperando che la sua recita convincesse suo fratello, o quanto meno lo tranquillizzasse in quel momento.
«Bene» concesse il maggiore «Non voglio trovarmi con un’altra situazione Lucifer da gestire».
Al solo sentire quel nome, Castiel trasalì di nuovo, un brivido di terrore attraversò la sua schiena e sperò che suo fratello non se ne fosse accorto. Lucifer era morto perché si era ribellato a Chuck, e ora lui stava per fare la stessa cosa, ma lui sarebbe stato più furbo del suo predecessore, e sarebbe stato lontano quando si sarebbero accorti della sua fuga.
«Non succederà» promise. Solo dopo aver sentito quelle parole, Michael gli rivolse un sorriso storto e si alzò, congedandosi da lui. E così com’era arrivato, se ne andò, lasciando Castiel in un mare di dubbi e terrore.
Adesso era più esposto, adesso Michael aveva dei seri sospetti, e se avesse iniziato a guardare più a fondo tutta la faccenda, avrebbe sicuramente capito cosa stava accadendo, avrebbe capito che lui aveva intenzione di fuggire con Dean, avrebbe capito che loro due avevano una relazione clandestina, ne avrebbe parlato con Chuck, sicuramente – perché Michael diceva tutto al padre, soprattutto se riguardava la famiglia – e lui avrebbe detto addio a tutti i suoi sogni e ai suoi progetti con Dean, senza nemmeno dire addio a quest’ultimo. Deglutì nuovamente, e cercò di essere ottimista, come gli diceva sempre il suo compagno, ma non riusciva nemmeno a focalizzare cosa fosse corretto fare, se Michael l’avesse visto agitato o altro, dopo il loro discorso, sicuramente avrebbe iniziato a mettere i puntini sulle I («Ho notato che sei uscito dalla sala… sei rimasto fuori per molto tempo» gli aveva detto «Stavo solo prendendo una boccata d’aria, lì dentro c’era troppa folla e avevo caldo» aveva risposto al maggiore, che sembrava avergli creduto «Oh, è appena rientrato Winchester, spero che non stesse cercando l’ennesimo modo di sabotare questa felice alleanza» «Non credo sia così stupido») il ricordo di quella conversazione, avvenuta non meno di due settimane prima, durante un banchetto in onore di una dama, ritornò nella mente di Castiel e gli diede solo la conferma che Michael era ad un passo dallo scoprire tutto, e che doveva stare attento, lui e Dean, se volevano fuggire, dovevano farlo al più presto. Senza aspettare troppo, senza ragionare, dovevano andare via, prima che Michael capisse ogni cosa e ostacolasse il loro nuovo destino. Doveva scrivere immediatamente al compagno e allertarlo. Fu con le mani tremanti che, mentre era ancora in biblioteca, prese una piuma d’oca e una pergamena e scrisse quella rapida missiva a Dean.
 
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Quando aveva ricevuto la lettera di Castiel, in cui lo implorava di vedersi al più presto, perché il tempo che avevano per organizzare la fuga stava finendo, Dean non ci aveva pensato due volte a rispondergli e a dargli appuntamento alla loro radura per pochi giorni dopo. Aveva preso tutte le mappe, le pagine di libri e le pergamene che era riuscito a trovare, le aveva messe in una bisaccia ed era partito alla volta della radura. Qualcosa doveva essere successo alla tenuta, se preoccupava tanto Castiel. E dovevano risolvere le cose insieme, dovevano sostenersi a vicenda in quei momenti di terrore e panico, e non riusciva ad evitare di pensare al peggio: se qualcuno aveva scoperto Castiel? Se qualcuno aveva scoperto che loro volessero fuggire insieme? Se qualcuno avesse scoperto del loro amore? Come avrebbero fatto? Come avrebbero spiegato le cose? Come avrebbero potuto salvarsi in quel caso? Dean non lo sapeva, e più non sapeva cosa fosse accaduto, più era corroso dai dubbi. Solo quando arrivò alla radura, smontò da cavallo, e raggiunse il suo amante, arrivato probabilmente da pochi minuti, riuscì a trovare un barlume di ragione in quel mare di irrazionalità che era stato la sua mente durante quei giorni d’attesa e durante quel viaggio.
«Cas!» lo chiamò raggiungendolo e prendendolo subito tra le sue braccia «La tua ultima lettera mi ha preoccupato a morte, stai bene? Cosa è successo?» domandò apprensivo.
«Dean, meno male che sei qui» disse piano, guardando l’altro negli occhi «Dobbiamo andare via appena possibile, mio fratello, Michael, sospetta qualcosa, crede che io voglia far fuggire Anna o qualcosa del genere, ma gliel’ho letto in faccia, lui sa di noi, in qualche modo, non so come, ma so che lui sa, Dean» spiegò agitato, scuotendo la testa «Oh mio dio, scoprirà tutto e io sarò il secondo Lucifer della famiglia e tu mi odierai e…» se il suo tono iniziale era calmo, poi divenne man mano sempre più nervoso, confuso, spaventato. Dean doveva fare qualcosa per calmarlo, per tranquillizzarlo, perché in quel momento non avrebbe potuto nemmeno aiutarlo a stare meglio.
«Calmati, Cas, calmati» disse Dean, era in preda al panico, lo sapeva che presto o tardi qualcosa del genere sarebbe accaduto; il ragazzo prese il volto del suo amante tra le mani e lo guardò negli occhi «Non succederà niente di tutto ciò, okay? Siamo qui, siamo insieme e non c’è nessuno a parte noi» lo tranquillizzò, gli prese il mento con due dita e gli fece alzare il volto verso il proprio, guardandolo negli occhi «Ehi, io non potrei mai odiarti» disse in un sussurro, con tutta la sincerità di cui era capace «Andrà tutto bene, te lo prometto» Castiel annuì, ma Dean sapeva che non fosse ancora del tutto calmo, così gli diede un leggero bacio a stampo e lo strinse a sé più forte «Ho portato tutto, organizzeremo la nostra fuga oggi stesso» aggiunse poi accarezzandogli la schiena «Anche mio padre sospetta qualcosa, perché l’ultima volta che gli ho parlato era troppo accomodante nei miei confronti».
«Oh mio dio, siamo nei guai…» soffiò Castiel sentendo le ultime parole dell’amante.
«Andremo via prima che se ne accorgano» disse con sicurezza, dandogli un bacio sulla tempia «Io ti amo, supereremo tutto e tra qualche giorno saremo felici e liberi da tutto, solo io e te verso una nuova vita, okay?»
Solo dopo quelle parole, vide Castiel tirare un sospiro pesante e poi lo sentì appoggiare la fronte contro la sua spalla: «Mi dispiace essere così agitato» sussurrò piano contro di lui, Dean lo sentiva tremare tra le sue braccia e lo strinse più forte a sé, lasciandogli dei delicati e leggeri baci tra i capelli per tranquillizzarlo, e sembrava funzionare.
«Andrà tutto bene, Cas, te lo prometto» ripeté in un sussurro tra i suoi capelli «Andrà bene».
«Grazie, Dean» mormorò, staccandosi appena dal suo petto, guardandolo negli occhi «Mi ero ripromesso di non farmi prendere dal panico e invece ho fallito» disse rammaricato e evidentemente arrabbiato con se stesso.
«Va bene, è normale. Può succedere, soprattutto in una situazione particolare come la nostra» disse comprensivo, accarezzandogli dolcemente una guancia, il moro man mano si rilassava sotto il suo tocco e lui sentiva un peso in meno sul cuore, non sopportava vedere Castiel soffrire in nessun modo, e sì, sapeva che quella situazione era particolare e stressante, ma avrebbe voluto poter fare qualcosa per evitargli tutta quell’ansia e quella sofferenza, avrebbe voluto proteggerlo da ogni più piccolo dolore che provava, ma sapeva di non averne il potere.
«Organizzeremo la fuga oggi?» domandò.
«Sì, andremo via quanto prima da questo posto infelice» promise, stringendolo forte contro di sé. Solo quando sentì Castiel completamente calmo contro di sé, si decise a lasciarlo andare, e insieme andarono a sedersi sotto al solito albero, dov’erano soliti sostare in quel piccolo paradiso che da qualche mese era diventato il loro nido d’amore.
«Ho portato alcune mappe, su alcune sono segnate anche delle rotte; e il porto più vicino dista da qui mezza giornata di cavalcata. Se partiamo di notte, possiamo arrivare all’alba con una cavalcata veloce e senza soste» spiegò, mentre l’altro si accoccolava al suo fianco per guardare e studiare insieme le mappe.
«Sì, mi sembra un buon piano» concordò il moro, un leggero sorriso rilassato sulle labbra «Dove andremo?»
Dean aprì la propria mappa e la mostrò all’amante «Ho letto che qui ci sono alcuni villaggi di pescatori» disse indicando un punto a nord della mappa «Mentre qui ci sono villaggi di contadini» disse indicando un altro punto.
«E qui?» domandò Castiel, puntando il dito su un punto che Dean non aveva mai osservato bene. Aggrottò la fronte, e osservò bene il punto sulla mappa indicato da Cas, non aveva letto niente a riguardo, ma dalla mappa non sembrava distare molto dagli altri due villaggi che aveva trovato.
«Non saprei, Cas, credo sia una foresta o comunque un posto inabitato, non c’era scritto nulla da nessuna parte».
«Sarebbe bello» disse il moro, guardando sognante quel punto «Solo io e te, uno spazio inabitato e una nostra fattoria».
Dean sorrise appena, anche lui aveva immaginato di costruire insieme a Castiel una fattoria, di costruire pezzo dopo pezzo una vita insieme, lontana da tutta quell’infelicità, per vivere nella semplicità e felicità.
«Sarebbe davvero bello» confermò dandogli un bacio sulla guancia, mentre l’altro appoggiava la testa nell’incavo del suo collo, sospirando appena. Poteva percepire ancora un po’ di paura nei suoi movimenti, nelle sue parole. Doveva trovare il modo per tranquillizzarlo, perché non sopportava che Cas stesse male, il suo cuore si stringeva al solo pensiero che l’altro soffrisse, e non riusciva ad essere tranquillo nemmeno lui. Voleva solo che fosse felice, che non avesse nessun tipo di pressione e sapere che anche un po’ per colpa sua, Michael aveva sospettato qualcosa, lo faceva sentire in colpa; avrebbe dovuto occuparsi da solo delle ricerche e non coinvolgerlo in nessun modo. Strinse un braccio attorno ai suoi fianchi per fargli capire che fosse lì, a sostenerlo in qualsiasi momento, anche in uno difficile, anzi soprattutto in uno difficile, come quello. Il bacio leggero che l’altro gli diede sulla guancia, dopo diversi minuti passati a contemplare le mappe davanti a loro, placò leggermente il suo animo tormentato, ma non del tutto.
 
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Solo quando si era trovato tra le braccia sicure di Dean, il suo animo tormentato aveva trovato un barlume di pace. Dopo la conversazione poco pacifica con Michael, aveva immediatamente scritto a Dean, chiedendogli di incontrarsi, perché stavano iniziando a sorgere dubbi e problemi. Il suo amante aveva risposto dopo i due consueti giorni, accordandosi per incontrarsi dopo pochissimo tempo, a partire dal giorno in cui aveva ricevuto la lettera; era difficile comunicare così, ma era il solo modo che avevano; il tempo che passava da una lettera all’altra era troppo e lasciava entrambi in uno stato di preoccupazione e ansia inspiegabili. Per fortuna, Dean aveva risposto tempestivamente (soli due giorni da una lettera all’altra) e Castiel aveva ringraziato mentalmente l’essere così protettivo e presente di Dean, e quando aveva letto la sua risposta, si era messo in viaggio durante la notte, per non destare alcun sospetto nei suoi familiari; non voleva insospettire ancor di più il maggiore ed era arrivato davvero troppo presto, perché Dean non era lì. Nei momenti in cui non l’aveva visto arrivare, aveva pensato al peggio, che lo avessero scoperto, che avessero scoperto le loro lettere e altri pensieri negativi che non avevano fatto che aumentare la sua paura e la sua ansia. Poi era arrivato, lo aveva preso tra le braccia e tutto si era placato, il suo mondo era tornato al proprio posto per un istante. O almeno lo aveva creduto, si era agitato ancora di più quando gli aveva raccontato tutto, ma il suo amato aveva saputo gestire la situazione e lo aveva tranquillizzato con calma. Quando si erano seduti sul prato, a guardare la mappa di Dean, aveva sorriso e sì, lì si era calmato anche se non del tutto, poteva sentirsi più sollevato. Adesso che Dean era lì con lui, non doveva temere più niente, presto sarebbero partiti e salpati verso una nuova vita insieme e sarebbero stati felici.
«Cosa ti succede?» domandò Castiel, lo sentiva strano, teso contro di sé, come se qualcosa non andasse, ed era strano, non era da Dean essere così, di solito tra di loro, era quello che prendeva in mano la situazione e non si faceva prendere dal panico, mai; eccetto quella volta alla locanda, ma era accaduto mesi prima che entrambi l’avevano quasi del tutto dimenticato. Dean era la roccia forte della coppia, Castiel lo sapeva, anche se l’altro si ostinava a dire il contrario. O forse erano l’uno la roccia dell’altro, questo non lo sapeva.
«Odio vederti soffrire» confessò l’altro, senza lasciarlo andare «Sapere che sei stato male in questi giorni, corroso dall’ansia e dalla paura, mi uccide. Avrei voluto essere con te e tranquillizzarti subito, non farti aspettare quattro giorni» disse tutto d’un fiato, facendo sorridere con dolcezza Castiel. Dean era una perla rara, in quel mare di persone finte e senza sentimenti, lui si distingueva per il suo animo puro e il suo essere così protettivo nei confronti delle persone a cui teneva.
«Adesso sto bene» lo tranquillizzò a sua volta, accarezzandogli un braccio con gentilezza «E presto partiremo per la nostra nuova vita insieme, non potevo chiedere di meglio dalla mia vita» confessò.
Vide le labbra di Dean tendersi in un sorriso: «Sai sempre cosa dire per placare i miei sentimenti negativi, vero?»
«Come tu sai placare la mia paura e la mia ansia» disse guardandolo negli occhi «Per questo, noi ci apparteniamo e ci completiamo, Dean» sussurrò vicino alle sue labbra, prima di congiungere le loro labbra con dolcezza. Perché erano nati in quel mondo? Perché erano due uomini e non potevano amarsi liberamente? Se le persone avessero visto quanto puro e meraviglioso fosse il loro rapporto, non li avrebbero di certo considerati abomini.
«Sì, hai ragione» concordò l’altro accarezzandogli una guancia, facendolo tremare d’emozione pura «Organizziamo la nostra fuga d’amore, che ne dici?» domandò.
«Non vedo l’ora di partire con te, Dean Winchester» disse sorridendo, appoggiando la testa sulla sua spalla, e riprendendo a guardare le mappe e le pergamene che entrambi avevano trovato. C’erano molti posti in cui potevano andare, c’erano molti luoghi che potevano visitare, c’erano molte cose che avrebbero potuto fare, una volta fuori da quella vita triste e infelice. Qualcuno avrebbe potuto dire che non avevano motivi per essere infelici, visto che avevano un mucchio di denaro, ma per loro non era importante, affatto. In fondo, erano due poeti, e tutti sapevano che i poeti vivevano d’amore, di poesia e di sentimenti da esprimere in versi, nient’altro.
«Potremmo dire di essere fratelli» disse il moro guardando Dean «Due fratelli che vivono insieme, non destano sospetti quanto due uomini amici che vivono insieme» spiegò «Acquisteremo un terreno lontano da qualsiasi villaggio, saremo due fratelli per tutti, ma in realtà vivremo la nostra favola da amanti».
«Potrebbe essere un’idea, nessuno sospetterebbe che due fratelli possano essere amanti» concordò l’altro, Castiel sorrise, mentre Dean lo guardava con gli occhi illuminati di nuova speranza, ogni paura e negatività sfumata in un battito di ciglia «Sei un genio, te l’hanno mai detto?» Castiel ridacchiò, coprendosi il volto con una mano e negò con la testa, sarebbe stato bello vivere di quegli attimi con Dean, di quei momenti apparentemente insignificanti che gli accendevano una fiamma nel cuore «Beh, te lo dico io» asserì serio l’altro «Sei un genio e io amo la tua meravigliosa mente» disse dandogli un bacio sulla fronte, facendolo ridacchiare ancora una volta.
«Ti ringrazio, Dean» sorrise guardandolo negli occhi. Stavano davvero organizzando la loro fuga, stavano davvero pensando ad una vita insieme, a costruire una casa su un terreno acquistato da loro, in una terra nuova, in cui sì, avrebbero dovuto fingere di essere fratelli, ma in cui avrebbero potuto amarsi tra le mura di una casa che sarebbe stata solo loro, in cui nessuno avrebbe mai potuto intromettersi.
«Partiremo tra due giorni da qui» disse serio Dean «Andremo al porto più vicino e salperemo all’alba» spiegò mentre Castiel lo ascoltava attentamente e seriamente.
«Dovremmo portare con noi viveri, acqua, indumenti e denaro» disse Castiel con serietà «Altrimenti non potremmo fare nulla di ciò che abbiamo immaginato».
«Hai ragione» annuì seriamente «Acqua, viveri, indumenti e denaro, ma viaggiamo leggeri, arriveremo prima».
«Solo il necessario per vivere?» domandò l’altro sorridendo.
«Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno per vivere» disse Dean stampandogli un bacio sulle labbra, mentre Castiel sentiva il proprio cuore battere all’impazzata per la frase appena detta dal suo amante «Ma sì, solo il necessario per vivere» confermò poi, sorridendo.
«Qui tra due giorni, dopo il tramonto del sole».
«Sarò qui ad attenderti» promise il moro, dandogli un bacio a fior di labbra, il sole iniziava a sorgere ed entrambi dovevano ritornare alle rispettive tenute, prima dell’inizio delle vite delle loro famiglie, affinché non sospettassero nulla, ma quella sarebbe stata l’ultima separazione, entrambi ne erano consapevoli; presto sarebbero partiti, salpati verso una nuova vita, e tutto quello sarebbe rimasto unicamente alle loro spalle. Insieme potevano realizzare tutto, potevano anche cambiare il loro destino e le stelle che avevano imposto loro quel destino, bastava solo volerlo con tutto il cuore.


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Hola people!
Buon venerdì notte/sabato mattina, dipende da quando leggerete, a tutte.
Il capitolo è leggermente più breve degli altri, ma è intenso, no? Nella prima parte, sia Dean che Cas vengono sottoposti a interrogatori duri (scommetto che non indovinierete mai chi li ha beccati, LOL) e presi dall'ansia, nella seconda parte, si incontrano e decidono di anticipare la fuga, incontrandosi in fretta. Ormai non hanno più tempo, il matrimonio è vicino e molti sono sospettosi. Come si comporteranno i nostri eroi? 
Cosa posso dirvi ora? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la storia fino a questo momento non vi abbia annoiato. e spero che sarete tutti presenti la prossima settimana con l'ultimo appuntamento di questa storia. (ma io non vi abbandonerò ho un paio di storielle brevi complete che arriveranno presto, ma PRIMA la storia di Natale, pensavate di scansarvela? EH NO)
Grazie a tutte le persone che supportano e leggono questa storia, chi la aggiunge tra preferite/seguite/ricordate e chi instancabilmente commenta sempre, grazie a tutti.
Ci si becca la prossima settimana, con l'ultimo capitolo!

Stay tuned!

   
 
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