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Autore: Montana    08/12/2018    0 recensioni
"Preoccuparsi significa soffrire due volte"
Newt è tornato da New York e per la prima volta dopo molti anni è felice.
La sfortuna però sembra avere un debole per il povero Hufflepuff, che viene trascinato in un'indagine trans-continentale. Tra segreti, bugie, nemici vecchi e nuovi, la strada che Newt deve percorrere si allunga per tutta l'Europa; riuscirà, con un po' di aiuto, ad arrivare sano e salvo alla fine?
[Seguito di "Cos'è successo a Newt Scamander"; non seguirà il canon degli eventi di "Animali Fantastici-I Crimini di Grindelwald"]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Newt Scamandro, Nuovo personaggio | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Newt Scamander's Saga'
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VI.
Dove Tina apprende un nuovo concetto di famiglia
 
6 Febbraio 1927
Appartamento di Amelia Prewett, Tottenham Court Road, Londra
Ora di pranzo
 
Theseus aveva un buon motivo per non stare col fiato sul collo al fratello per quanto riguardava l’indagine: moriva dal desiderio di scoprire cosa c’era tra Newt e l’Auror Goldstein e sapeva che l’unico modo perché il fratello si aprisse con lui era lasciarlo stare. Nel frattempo poteva sempre torchiare Amelia.
Ecco perché si era pressoché autoinvitato a casa sua quel giorno, usando come scusa il fatto che non si vedevano da tantissimo tempo; ma non aveva fatto i conti con la dote di cui Amelia andava più fiera, la lealtà.
«Ti prego, dimmi qualcosa. Qualsiasi cosa! Non farò mai il tuo nome, te lo prometto» la supplicò.
Inflessibile, Amy si limitò a versargli un altro po’ di zuppa nel piatto «Theseus, ti facevo più svelto di cervello: ti ho detto di no, se vuoi farti gli affari di tuo fratello chiedi direttamente a lui»
«Non me lo dirà mai, lo sai benissimo! Sto iniziando a valutare l’ipotesi di indagare su di lei, ci hanno mandato dei fascicoli dal MACUSA e… ahia! Ma che ti è preso?» si lamentò Theseus, massaggiandosi la testa dove Amy l’aveva colpito.
«Theseus Scamander, non ci pensare neanche. Non puoi invadere la privacy delle persone solo perché sei un Auror, non è professionale e poi Newt non te lo perdonerebbe mai. Devi aspettare e quando vorrà parlarti lo farà, ma deve decidere lui. L’unica cosa che posso dirti te l’ho già detto: Newt mi ha detto che è una brava persona. Gli standard di tuo fratello sembrano essere nettamente migliorati»
«Ma io voglio sapere… tra quanto potrò cominciare a chiedere a Newton?»
«Ti ho detto di aspettare che sia lui a parlarti! Nel frattempo non lasciare che questa cosa distragga né te né lui, avete problemi ben più importanti di cui occuparvi. Come vanno le indagini?”
«Sai che non potrei parlartene»
«Sono il vostro membro di riserva, più informazioni ho meglio sarà se dovrò entrare in gioco»
Theseus la squadrò contrariato «Chi ti ha messo in testa questa idiozia? Abbiamo già abbastanza civili nella squadra, non ce ne serve di sicuro un altro. Certo, se Dumbledore uscisse un po’ più spesso da quel dannato castello…»
«È tornato a Hogwarts?»
«Non se n’è mai andato, in realtà. Solo che nelle ultime settimane, mentre noi continuiamo a trovare un vicolo cieco dopo l’altro, ha improvvisamente sentito il bisogno di dare più attenzione ai suoi studenti che a noi»
Theseus non si era veramente reso conto di quanto fosse frustrato dall’atteggiamento del professore fino a quel momento ma si trovò improvvisamente furioso «È stato lui a convincerci che Newton era necessario per la squadra, pensavo l’avrebbe protetto in ogni modo e invece se ne sta là nel suo castello e lascia a noi i problemi. Lo sai quanto è difficile fingere di non sapere che mio fratello rischia la vita ogni giorno di più? Dover far finta di niente e pregare ogni sera che la sua buona stella non lo abbandoni? Merlino, vorrei sbatterlo ad Azkaban e gettare via le chiavi!»
Amy lo guardò comprensiva «Alla fine di tutto potrai davvero sbattere qualcuno ad Azkaban, sperando non sia Newt. Capisco bene quello che stai passando e mi dispiace tantissimo che…»
Theseus la zittì con un gesto «Lascia stare, non è colpa tua. È mio fratello, è mio dovere proteggerlo a prescindere da tutto. Pensavo di passare dal Ghirigoro oggi pomeriggio, c’è una presentazione del suo libro. Vuoi unirti a me?»
Amy sorrise, gli occhi un po’ lucidi «Volentieri, volevo proprio fare autografare la mia copia»
 
 
Libreria Il Ghirigoro, Diagon Alley, Londra Magica
Più tardi
 
Poco avvezzo com’era ai bagni di folla Newt trovava faticoso incontrare il pubblico per sponsorizzare il suo libro. Avrebbe preferito di gran lunga limitarsi a rispondere alle lettere degli ammiratori nel comfort della sua valigia, ma sapeva bene che no gli conveniva mostrarsi ingrato agli occhi del Ministero. Quindi anche quel pomeriggio era da ore impegnato al Ghirigoro a firmare copie su copie e a rispondere alle più svariate domande dei clienti.
«Signor Scamander, mi scusi, dove posso acquistare uno Snaso?» gli chiese una vecchietta dall’aria adorabile.
Newt cercò di essere il più cordiale possibile «Signora, lo Snaso per quanto piccolo è un animale molto difficile da tenere in casa. Le consiglio di pensarci bene e di iniziare con qualcosa di più gestibile, magari»
La vecchina parve molto soddisfatta dall’a risposta che lui aveva dato ad almeno altre cento persone prima di lei, lo ringraziò per l’autografo e finalmente si tolse dalla fila. Un’altra copia del suo libro gli sfilò sotto gli occhi, pronta per essere autografata.
«Che nome devo scrivere?» chiese diligentemente intingendo la penna nell’inchiostro.
«Amelia, grazie. Potrebbe disegnarmi anche un Asticello, signor Scamander?»
Newt stava per rispondere in malo modo poi collegò il nome alla voce e alzò gli occhi sorpreso «Amy! Cosa ci fai qui?»
«Da quando sei diventato famoso non ti si vede quasi più in giro, questo è diventato l’unico modo per incontrarti» lo redarguì lei ridendo. Da dietro le sue spalle occhieggiava un titubante Theseus.
«Non dire così, che poi mi sento in colpa. Theseus, noi ci vediamo fin troppo invece, o sbaglio?»
«Volevo vedere come te la cavi con i bagni di folla, e poi non posso lasciare che Amelia giri da sola la sera, sono un cavaliere. Firmi una copia anche a me?» aggiunse l’Auror, porgendo il libro a suo fratello.
«Non pensavo ti interessassero certe cose» disse Newt, pentendosi subito della nota polemica nella voce. Theseus però non fece una piega «Magari questo libro mi aiuterà a capirci qualcosa in più. Tra quanto finisci? Io e Amelia volevamo invitarti al Paiolo Magico per una burrobirra»
Newt guardò l’orologio «Tra circa mezz’ora, se la fila non aumenta. Aspettatemi qui fuori»
Una volta in strada, l’attenzione di Theseus fu subito catturata da un mago con l’aria losca che si avvicinava a Notturn Alley.
«Ehi Amelia, è un problema se vado un attimo a controllare? Sono pur sempre un Auror in servizio…»
«Vai pure, io resto qui ad aspettarvi»
Immersa com’era nella contemplazione della vetrina piena di cose, Amy non si accorse che qualcuno le si era avvicinato finché una voce alle sue spalle non disse il suo nome, facendola sobbalzare.
«Oh scusami, non volevo farti spaventare!» continuò la voce, che Amy girandosi constatò con stupore che apparteneva a Tina, piuttosto imbarazzata. Imponendosi di non pensare al loro precedente incontro le sorrise «Non preoccupati, ero solo sovrappensiero. Tina, giusto?»
«Tina Goldstein, sì. Sei qui per Newton? So che aveva un impegno qui oggi pomeriggio»
«Sì, io e Theseus siamo venuti a farci autografare le nostre copie. Poi pensavamo di andare tutti insieme a bere qualcosa al Paiolo Magico, vuoi unirti a noi?»
Tina fu presa alla sprovvista da tale cordialità «Oh no, non vorrei assolutamente disturbare»
«Non penso sarai un disturbo, anzi ci farà molto piacere averti con noi. Newt e Theseus lavorano con te e io devo ammettere che ho proprio voglia di conoscerti»
Tina non sapeva se prenderla come una buona o una cattiva notizia ma decise di far buon viso a cattivo gioco e rispose «In effetti ci siamo viste pochissime volte nonostante tutto. E il nostro primo incontro non è stato proprio il massimo, vorrei di nuovo scusarmi»
Amy rise e sollevò le mani «Non preoccuparti, è acqua passata. Direi di metterci una pietra sopra e ripartire da qui, che ne dici?»
«Mi sembra un’ottima idea: piacere, io sono Tina Goldstein» disse, porgendole la mano.
Amy gliela strinse calorosamente «Amelia Prewett, piacere mio»
«Tina! Amy… cosa state facendo?» s’intromise una voce. L’espressione di puro terrore sul volto di Newt era così comica che Amy dovette trattenersi per non scoppiargli a ridere in faccia «Stiamo familiarizzando, Newt, e mi sono presa la libertà di invitare la signorina Goldstein ad unirsi a noi per la cena»
«Sempre che non sia un problema» aggiunse rapida Tina.
«Sì! Cioè, no. Non è un problema. Sì, mi fa piacere. Dov’è Theseus?» balbettò Newt e questa volta anche a Tina venne da ridere per la sua espressione stralunata.
«È andato a controllare che non si commettessero crimini a Notturn Alley sotto la sua sorveglianza. Ah ecco, sta tornando!»
Theseus arrivò sistemandosi la cravatta e lanciò un’occhiata stupita a Tina «Buonasera Goldstein, qual buon vento ti porta qui? Ci sono novità?»
«No, ho lasciato che fosse Wolf a passare la notte in ufficio per una volta. Ero venuta qui a fare un giro poi ho incontrato la signorina Prewett e ora a quanto sembra verrò a cena con voi»
Theseus avrebbe voluto battere il cinque ad Amy ma fece finta di nulla «Mi sembra un’ottima idea. Andiamo?»
 
Forse era per il calore del locale, forse per il cibo nello stomaco, forse per quei sorsi di burrobirra che aveva bevuto ma Tina si sentiva decisamente bene, seduta a tavola con quelle persone.
Amelia, che tanto l’aveva messa in soggezione con la sua familiarità con Newt, era in realtà una persona assolutamente adorabile, solare e divertente. Inoltre Tina la trovava uno spirito affine in quanto donna che faceva un lavoro “da uomini” e ammirava la passione con cui parlava della banca e dei casi più strani che le erano capitati. Anche Theseus, che dentro l’ufficio Auror assumeva sempre l’aria da padrone di casa diligente e maniaco della precisione, si era sbottonato e si era rivelato un uomo divertente e spiritoso; finalmente Tina poteva vederlo giù dal piedistallo su cui inevitabilmente lo metteva quando erano al Ministero.
E poi c’era Newt, ovviamente. Newt con Pickett addormentato nella tasca, col ciuffo spettinato e gli occhi stanchi ma con quel sorriso inossidabile. Sembrava meno testo del solito; Tina si era resa conto di quanto era spaventato per Grindelwald ma non aveva mai trovato un modo per affrontare l’argomento senza sentirsi invadente, era contenta di vederlo godersi un po’ la vita. Avrebbe volentieri passato ogni singola serata della sua esistenza a guardarlo ridere e a sentirlo parlare…
Si riscosse, arrossendo per i suoi stessi pensieri. Cosa le saltava in mente? Non era quello il momento di pensare a certe cose, non con una tale spada di Damocle sospesa sulle loro teste.
Bevve un altro sorso di burrobirra, sospirando. Non era quello il momento ma sperava che prima o poi ne sarebbe arrivato uno opportuno. Anche perché riflettendoci era da anni, forse addirittura da Ilvermorny, che non si sentiva così a casa con qualcuno.
 
A fine serata anche Newt poteva dire di sentirsi così. Aveva temuto che quell’arrembaggio fattogli da Theseus si rivelasse solo una scusa per sorvegliarlo e quando era arrivata anche Tina avrebbe voluto smaterializzarsi in Islanda per l’imbarazzo, ma poi era andato tutto bene. Si era anche reso conto che quella serata puzzava troppo di Hufflepuff per essere un’idea di suo fratello.
Usciti dal Paiolo Magico si salutarono prima di smaterializzarsi, Theseus a casa sua, Tina in albergo e Newt e Amy a casa di quest’ultima. Newt avrebbe voluto riaccompagnare Tina, ma davanti a così tanti testimoni gliene mancò il coraggio.
«È stata proprio una bella serata, non trovi?» disse all’amica nel tragitto verso casa.
Amy annuì «Ci voleva proprio, Theseus ha avuto una buona idea»
«Theseus?»
«L’idea della cena è stata sua, voleva passare un po’ di tempo con te senza pensare alle indagini. Dovresti essere meno duro con lui, è pur sempre tuo fratello. Anche Tina la penserebbe così, secondo me»
«Tina? Ne hai parlato con lei? Ti ha detto qualcosa su di me? Chi l’ha invitata? Lo sapevi?»
Questa volta Amy non poté non ridere «L’ho invitata io, immaginavo che sarebbe passata dal Ghirigoro per salutarti. Volevo conoscerla, tu ti ostini a non portarla a casa quindi mi sembrava l’unico modo»
«Non pensavo volessi conoscerla, visto com’è andata l’ultima volta»
«Così mi offendi, ovvio che la voglio conoscere. È una persona così importante per te, come potrei fare altrimenti?»
Newt si sentì quasi commosso, anche se forse era solo un effetto del caldo dell’adrenalina di quella sera. Avrebbe potuto dire qualcosa di melenso ma si trattenne, limitandosi a mormorare un «Grazie Amy» che fece sorridere l’amica.
 
 
7 Febbraio 1927
Ministero della Magia, Londra magica
Ufficio Auror
Mattina
 
Dopo una serata così rilassante c’era da aspettarsi una giornata faticosa. Tina lo sapeva, se l’era detto subito appena alzata, se l’era ripetuto mentre leggeva la settimanale lettera di Queenie e mentre viaggiava verso il Ministero. Quando varcò la soglia dell’ufficio Auror e fu letteralmente investita da gufi però si lasciò comunque sfuggire un verso di sconforto.
«Goldstein, eccoti finalmente! Abbiamo trovato qualcosa» le disse Theseus con urgenza, facendole segno di avvicinarsi.
I due Scamander e Wolf erano attorno ad una scrivania su cui era stesa una cartina di Parigi «Ci sono stati degli avvistamenti in Francia, più precisamente a Parigi. Wolf è stato contattato questa notte dagli Auror francesi, ci aspettano tra mezz’ora via passaporta. Goldstein, Wolf, voi andrete a Parigi d’accordo? Mi raccomando, bacchette alla mano e occhi sempre aperti»
«Noi cosa facciamo?» chiese Newt, nervoso.
«Dobbiamo avvertire Dumbledore; prepara il baule, Newt, si torna ad Hogwarts»

 
  
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