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Autore: _Sarettola_    16/07/2009    3 recensioni
Lo zio dei gemelli più famosi del nostro secolo è un inventore un po' strambo: armadi che vestono le persone senza che esse muovano un dito, robot programmati per svolgere i lavori domestici che poi alla fine non funzionano mai; finchè l'invenzine del secolo: LA MACCHINA DEL TEMPO! Ma come sempre qualcosa non va e i gemelli dovranno fare i conti con problemi vecchi migliaia di anni o forse anche di più.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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durch die zeit

Rieccomi qui cari i miei lettori, con una nuova e frizzante storia, che spero piaccia come le precedenti;

a dire la verità la ff non è proprio nuova di zecca, diciamo che l'idea e almeno il primo capitolo sono pronti da circa un anno, ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicare...ok, finito di fare le presentazioni, è meglio che non vi trattenga oltre e vi lasci alla lettura della storia...mi raccomando leggete e recensite numerosi

Besitos a todo el mundo!

_Sarettola_

 

 

 

Durch die Zeit

I due ragazzi bussarono alla porta di casa del loro zio preferito, si chiamava Hans Kaulitz ed era il fratello strambo del loro padre naturale. Fin da quando erano piccoli i gemelli, facevano visita allo zio, quando quest’ultimo aveva una nuova invenzione da mostrare, che puntualmente, però non funzionava; comunque sia, ogni volta che i ragazzi lo vedevano passavano delle belle ore, lontano dalla vita di tutti i giorni, dallo stress lavorativo e dal mondo…

-eccoli qui…i miei nipotini famosi preferiti!!- li salutò il vecchio che venne ad aprire: era un uomo bassotto, ben piazzato coi capelli scuri striati di grigio come la folte barba e i baffoni –venite, venite- li invitò facendo loro segno di entrare in casa.

-allora zio- iniziò Bill dando una pacca sulle spalle del parente –che ci proponi oggi?-

-vedrai giovanotto, è la mia migliore invenzione! – rispose concitato l’uomo che anche in quella occasione indossava un camice da laboratorio, iniziando a scendere le scale.

Come sempre lo zio manteneva il silenzio durante la discesa perché, come diceva sempre lui, creava la suspense necessaria…un tipo decisamente strano.

- eccoci - sussurrò quasi, mentre con la solita chiave d’ottone, apriva il lucchetto posto alla porta bianca – susù! – li incitò spalancando la porta e guidandoli attraverso vecchie invenzioni.

- non le hai ancora buttate?- commentò scherzosamente il gemello coi rasta sentendosi poi richiamato.

- vedi caro il mio Tomy, loro sono come figli miei…tu butteresti mai i tuoi figli?- e alla faccia del nipote rispose dolcemente – no, certo che no…nessuno è così crudele…-

I due gemelli si guardarono torvi e seguirono lo zio che li condusse fino ad una campana di vetro che sfiorava il soffitto e la cui estremità era collegata ad una consolle carica di bottoni, regolatori e manovelle.

- vi presento…- esordì l’inventore, lasciando la frase ancora una volta in sospeso, per creare un po’ di tensione, cosa che, però non faceva più effetto su Bill e Tom - …la macchina del tempo! -

I due giovani musicisti trattennero a stento le risa, ma si avvicinarono comunque all’invenzione, lasciando trasparire dai loro occhi un pizzico di curiosità.

- e funziona?- chiese il cantante alla chioma leonina, osservando scettico la campana di vetro spessa almeno una ventina di centimetri.

- non lo so: l’ho finita giusto questa notte e non ho ancora avuto modo di provarla-

Alle parole dello zio, i due nipoti arretrarono titubanti: ormai conoscevano fin troppo bene il parente e sapevano che, quand’era così, la conclusione era sempre la solita e anche in quel caso non si fece attendere più di tanto.

- che ne dite provarla insieme?- suggerì il fratello del loro padre biologico; il che significava che loro avrebbero fatto le cavie, come quella volta che lo zio aveva "costruito" il vestipronto: un armadio in cui, una volta entrato, ti vestiva secondo il tuo stile…solo che quella volta Tom era uscito con un sopracciglio sanguinante e Bill con un livido sul collo.

- va bene…- risposero in fine i due ragazzi lasciando trapelare dalla voce la loro incertezza più assoluta, che però lo zio non recipì, anzi più euforico che mai, spinse i nipoti sotto la campana di vetro e poi si portò al computer dove iniziò a trafficare con le bottoni e manovelle varie.

- noi siamo pronti zio…più o meno…-

All’affermazione del biondo il vecchio premette un pulsante fuxia, grosso come un pugno, azionando così la macchina del tempo. Si sentì un piccolo fischio dopodiché la consolle esplose, facendo volare per aria alcuni bottoni e ingranaggi.

- ZIO!- esclamarono i gemelli ancora intrappolati nella campana di vetro che si aprì poco dopo.

Hans Kaulitz era ancora seduto per terra con una mano si teneva la testa, segno che era intontito per la caduta.

Bill e Tom fecerono uno scatto verso il parente oltrepassando il contorno del cerchio tracciato per terra per delimitare la pedana, ma qualcosa non andò per il verso giusto: il loro primo passo non toccò nemmeno il pavimento che i due fratelli si ritrovarono a fluttuare nel nulla cosmico.

CONTINUA…

  
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