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Autore: AryaDream    09/12/2018    6 recensioni
Ricordo le nostre notti, quando la luce del mio cellulare illuminava la camera oltre la mezzanotte, incurante del lavoro, degli orari e della sveglia.
Ricordo che era bello parlare con te, anche attraverso lo schermo di un cellulare. Era bello, perché eravamo noi. Noi con la nostra leggerezza, il nostro ridere nel buio per delle scemenze, le nostre foto, le nostre confidenze, i nostri stessi ricordi su cui scherzavamo. Era un’atmosfera magica, che non avevo mai conosciuto
Genere: Generale, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ma è davvero oggi?! Sì, par proprio di sì… Allora auguri. Auguri di cuore. Ma oggi non posso proprio cavarmela così, con due secche parole per te. Oggi è un giorno speciale, diverso da tutti, che ho aspettato da tanto. Non so se tu sia stata mandata dal cielo o da qualche angelo buono, non lo so, però sei arrivata da me, così, all’improvviso, mentre nel mezzo dell’oceano cercavo di tornare a riva, e a riva mi ci hai portata tu. E ti ho conosciuta, come forse non ho mai conosciuto nessuno, ti ho conosciuta anche nei tuoi segreti, in ciò che mi hai tenuto nascosto, e in ciò che passo dopo passo mi hai raccontato di te. Ricordo le nostre notti, quando la luce del mio cellulare illuminava la camera oltre la mezzanotte, incurante del lavoro, degli orari e della sveglia.
Ricordo che era bello parlare con te, anche attraverso lo schermo di un cellulare. Era bello, perché eravamo noi. Noi con la nostra leggerezza, il nostro ridere nel buio per delle scemenze, le nostre foto, le nostre confidenze, i nostri stessi ricordi su cui scherzavamo. Era un’atmosfera magica, che non avevo mai conosciuto. E allora grazie. Grazie perché non ho mai riso così. Grazie perché con te non sono mai solo parole. Grazie perché ogni momento aveva un qualcosa di bello. Sai, a volte mi domando quale destino ci abbia fatte incontrare. Io, con i miei mille difetti, e tu, che passi sopra a più di mille difetti. Ma tu sei stata la prima. La prima e basta. Sei stata la prima che ha provato a capirmi davvero, la prima che ha aperto tutte le sue porte e non le ha mai chiuse prima che io fossi entrata, la prima a guardarmi con quegli occhi, quelli che mi piacciono tanto, quelli senza veste da giudice, quelli leggeri, vivi. Lo so, forse per te è diverso, per te sono io e basta. E ricordo il nostro parlarci, ed il mio essere parte di un qualche cosa, che sinceramente non ho mai capito cosa fosse, ma che sì, era piacevole. Mi hai fatto conoscere il divertimento, ma quello semplice, quello di un pranzo al ristorante cinese e quello di un pomeriggio speso a chiacchierare, quello che da tanto tempo mi mancava. Ed io ho imparato a leggerti, anche quando a stare zitta eri tu, perchè quando vuoi bene ad una persona, di lei ti importa, ti importa sempre, anche quando hai mille altri pensieri per la testa. In te ho trovato l’abbraccio più grande che potessi cercare, quegli abbracci caldi, fatti di parole, di baci a distanza, di un vivere quotidiano che ci ha legate sempre di più. Io ti voglio bene come lo si vuole ad un’amica importante.
Tu hai un dono, ed è quello di mettersi nei panni delle persone. Chi non ti conosce non sa quanto vali. Hai un cuore grande, sai? Eppure lo nascondi, lo tieni chiuso in petto. All’inizio non l’ho mai veduto. Poi ti ho conosciuta, e sì, l’ho visto, l’ho visto bene. Io e te siamo simili in questo, siamo quelle che litigano perché non vogliono ordinare al ristorante, siamo quelle che per decidere dove andare ci mettono delle ore, siamo quelle che se ci ferma uno sconosciuto per strada ci sentiamo in imbarazzo, siamo quelle che si preoccupano di tutto e di niente, ma siamo anche quelle che ridono, ridono mentre il cameriere passa e noi rimaniamo zitte, siamo quelle che girano a vuoto finché
qualcuno non dice di fermarsi, siamo quelle che con coraggio rispondono agli sconosciuti per strada, siamo quelle che si preoccupano e poi si demoliscono le preoccupazioni a vicenda, finendo a ridere.
Sei una persona fantastica, e te lo dico perché lo penso, sei una persona sensibile, una persona che ascolta, una persona che vuole bene. E non lo so che cosa penserai leggendo questa lettera, forse che bastava un semplice “auguri”. Ma no, oggi no. Oggi non bastava un semplice “auguri”. Perché tu mi hai detto tante cose bellissime, tante parole che ogni volta erano come una carezza, e ogni volta era come se fossi lì con me, anche se un ora d’autobus ci separava, e ogni volta ho pensato a come a volte la vita è strana, a volte si scoprono persone che non vediamo, perché magari se ne stanno nell’ombra, ma quando due persone nell’ombra si tengono per mano, la luce le raggiunge, sempre. Forse non ti ho mai detto tante parole, non chiedermi il perché, non lo so nemmeno io. E spesso avrei voluto dirti di più, e magari avrei voluto esserci quando non c’ero, avrei voluto darti quell’abbraccio o sussurrarti quella parola, offrirti due orecchie per ascoltarti, certe volte mi dico anche che avrei voluto incontrarti prima. Ma in fondo siamo qui, nonostante tutti questi magari. E io ti voglio bene. Ed è il tuo compleanno. E quindi ti faccio i miei auguri, i più grandi, sinceri e meritati auguri, da parte mia, da questa me che a voce non avrebbe saputo darti altro che un abbraccio. E questa lettera… beh, questa lettera è per te, ed è il mio regalo a costo zero per il tuo compleanno, perché tu sappia quanto sono grandi, sinceri e meritati i miei auguri.
Grazie di esserci sempre
Ti voglio bene
Buon compleanno.

Note Autrice: Questa storia è dedicata alla mia migliore amica per il suo compleanno.
Lei non è solo un'amica, ma anche una sorella ed è per questo che ho voluto dedicargli questa piccola storia.

 
  
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