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Autore: MrEvilside    16/07/2009    5 recensioni
Aveva preso in mano anni di ricerca, di collaborazione, di amicizia, e se li era portati via. Non aveva provato rimorso nel distruggere quei dolci ricordi; non si era sentito in colpa nel tradirli in quel modo.
Semplicemente, senza dire una parola, era scappato.
[Dal I capitolo]
[.III^ classificata a parimerito al Contest Al Parco per Caso... indetto da Amrlide e Vincitrice del Premio Intreccio.]
Genere: Malinconico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Orochimaru, Tsunade
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Saeko no Danna, Il sole, la pioggia, la neve
L’intreccio di questa storia è favoloso, sia tra le tre condizioni atmosferiche simboleggianti i sentimenti e i caratteri dei tre Sannin sia tra i ricordi e il presente. L’uso inverso dei tempi verbali rende proprio un bell’effetto: il presente per i ricordi li rende più “presenti” e fermi, rispetto all’azione in movimento, il cambiamento, per cui sono stati usati dei tempi passati.
La costante del luogo è una sicurezza nell’amicizia dei tre protagonisti ed è bello come ognuno ne evidenzi a modo suo un particolare momento nei propri ricordi, anche se nessuno dei tre sembra considerarlo di più del “luogo in cui si incontrano”. Speciale sì, ma non così incisivo.

- Grammatica: 10 punti
- Stile: 10 punti
- Importanza del "parco": 8 punti
- Originalità: 9 punti
- Giudizio Personale: 5 punti
- Bonus immagine: -
Punteggio: 42

*°*

Il Sole, la Pioggia e la Neve

[Diciotto anni, maturità.]
– Il Sole –

I raggi del sole donano alla figura severa e spigolosa una nota di dolcezza, colorando i capelli corvini d’arancio e la lattea pelle d’ambra.
Eppure Orochimaru, lo sguardo completamente assorto nella lettura del libro che poggia sulle sue gambe accavallate, sembra quasi voler sfuggire a quel chiarore. Appare addirittura disturbato dall’astro che lo illumina, con la fronte così corrugata.
Jiraiya, osservandolo, sa che non lo capirà mai.
Poiché lui il sole lo adora; poiché lui vive di luce, e non potrebbe farne a meno.
Come tutti gli abitanti della terra, d’altronde.
Tranne quel genio compostamente seduto sulla panchina del parco che, come in ogni occasione dove riesce sempre a dimostrare il suo intelletto superiore, fa eccezione.
-Orochimaru è fonte di così grande interesse per te, Jiraiya?-.
Il ragazzo sussulta, strappato violentemente alle sue riflessioni; poi si volta in direzione della giovane dai capelli biondi che, con le mani posate sulla sua spalla e il mento sul dorso di esse, ricambia la sua occhiataccia inviperita piegando le labbra carnose in un sorriso beffardo.
-Oppure si sta domandando cosa possa significare la parola studio.- interviene Orochimaru, la bocca sottile incurvata in un lieve sogghigno, senza nemmeno alzare gli occhi dal libro di testo. -Mi sorprende il solo fatto che sia uscito dall’asilo-.
Stretto fra i due fuochi, Jiraiya si produce in una smorfia furente. -Ne riparleremo quando diventerò un grande scienziato e uno scrittore di successo.- rimanda la sfida a denti stretti, incrociando le braccia al petto e atteggiandosi a essere superiore.
Tsunade ride al solo immaginarlo. -Ti ci vedo, sai, a vincere il Nobel… per la stupidità, però.- si premura di puntualizzare, velenosa.
-E tu per la… racchiezza.- ribatte il ragazzo, furibondo, dopo l’esitazione di un istante passato a cercare il termine adatto. Senza successo, purtroppo.
-Oh, Jiraiya, la ricchezza del tuo vocabolario mi sorprende.- lo deride prontamente Orochimaru, pungente. -Parlo sul serio. Racchiezza? Poetico, oserei dire-.
Ormai il compagno è passato dal roseo della tranquillità al paonazzo della furia omicida. Apre la bocca svariate volte, alla ricerca di risposte argute, ma ogni volta la richiude senza concludere nulla. Infine si ritrova costretto a cedere ad un volgare e ben poco arguto: -Siete davvero insopportabili.- mentre sprofonda sempre più nella panchina.
-Te ne puoi anche andare, sai. Non sentiremo la tua mancanza.- gli ricorda Tsunade, pacata, indicandogli il sentiero che conduce all’esterno del parco.
Il sentiero che lo libererà da quegli amici davvero insopportabili.
Il sentiero che, se percorso, gli causerà in automatico la sconfitta.
E perdere quella battaglia che perdura da anni, da quando si sono conosciuti, non se lo può certo permettere.
Perciò, risollevandosi un poco, rivolge ai due un sorriso strafottente.
-Penso proprio che resterò, invece. Se ne avete voglia, potete andarvene voi.- replica in tono di sfida. -Oh, e non temete: credo che riuscirò ad evitare di piangere-.
-Come ti pare.- scrolla le spalle Orochimaru, tornando a immergersi nella lettura.
-Sei sempre il solito, Jiraiya.- si limita a sospirare Tsunade, con un sorriso a metà tra il divertito e il rassegnato.
Entrambi sono stati certi che sarebbe rimasto.
Non è così facile offuscare la luce del sole.

[Pietosa Ignoranza celata dal Sole]

-Jiraiya…-.
La donna lo chiamò in un sussurro preoccupato.
Come se, alzando la voce, avesse potuto far diventare realtà quello che sperava con tutto il cuore fosse semplicemente un sospetto, una stupida paura.
L’uomo la raggiunse e, da sopra la sua spalla, vide quanto aveva scoperto.
Purtroppo, non era soltanto un sospetto.
-Dobbiamo trovarlo.- annunciò, convinto, prendendola per mano. -E in fretta-.
Entrambi sapevano perfettamente che avrebbe potuto essere già troppo tardi.
Uscirono di fretta dal laboratorio, nella mente ancora l’immagine del tavolo dove, appena la sera prima, c’era stata una fiala che ora era sparita.
Orochimaru l’aveva rubata.
Aveva preso in mano anni di ricerca, di collaborazione, di amicizia, e se li era portati via. Non aveva provato rimorso nel distruggere quei dolci ricordi; non si era sentito in colpa nel tradirli in quel modo.
Semplicemente, senza dire una parola, era scappato.
E loro non avevano mai sospettato – mai voluto sospettare, in realtà – nulla di quello che la mente dell’amico stava tramando.


Sono arrivata terza, ho vinto il premio Intreccio e ho ricevuto una segnalazione poiché ho inviato per prima lo scritto. *.*
Wow, sono proprio contenta.
In realtà non c'è una vera e propria classifica, ma le prime tre - tanto per essere pignole xD - la giudicia le ha segnalate.
Per il resto, saluto tutti i partecipanti e ringrazio Amrlide per la gentilezza e la rapidità [16 aveva detto, 16 è stato u.u].
Passando alla fanfiction: le parti al presente sono i ricordi del passato, quelle al passato remoto ciò che sta accadendo. Come spiegato alla giudice, volevo dare più rilevanza ai ricordi che alle azioni in corso di svolgimento, come se volessero restare aggrappati a quanto sono stati, e non a quanto sono.
Le parole tra il passato e il presente rappresentano un difetto del personaggio rappresentato, che è abilmente celato oppure del quale tutti lo accusano ma che lui non vuole capire - o accettare - di avere. Il difetto che li porterà alla progressiva separazione.
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo della mia prima raccolta comico [???] - malinconica.
Yay.

Saeko no Danna, il Giullare
  
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