Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Lia Joestar    10/12/2018    0 recensioni
Anche se Okuyasu e Josuke sono convintissimi di essersi conosciuti solo all'età di sedici anni, in realtà il loro primo incontro risaliva a molti anni prima, quando loro erano solo dei bambini...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Josuke Higashikata, Okuyasu Nijimura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non è mai divertente trascinare un bambino agitato, che urla e fa capricci per le strade di Morio, soprattutto se ci si sta dirigendo in uno studio medico. Era solo metà mattina e Tomoko era già esausta: sentire i continui pianti del suo bambino è snervante per qualunque genitore. Alla fine Tomoko si bloccò, diede una sculacciata a Josuke e lo sgridò:"Insomma, la fai finita? Piangere non servirà a nulla, perciò smettila e cammina senza più capricci, intesi?" Josuke smise di urlare, ma era comunque terrorizzato: dover andare a fare un vaccino era un incubo per molti bambini. Tomoko, ci teneva che il figlio stesse bene, però, soprattutto dopo gli eventi dell'anno passato, quel febbrone inspiegabile che lo costrinse parecchio tempo in ospedale... Così si era decisa a far fare il vaccino a Josuke, anche su consiglio del medico. Allo studio Tomoko vide tanti genitori, tutti con la sua stessa espressione. Allo stesso modo, al piccolo Josuke sembrò di vedere la stessa paura che provava lui sul viso di tutti gli altri bimbi che stavano lì. Andarono a sedersi su una grande poltrona nella sala d'aspetto, di fronte alla quale Tomoko notò una famigliola formata da un uomo e due bambini, il minore sembrava avere la stessa età di Josuke, ed era terrorizzato. Urlava e batteva i piedi per terra, non c'era modo di calmarlo. Josuke appoggiò la testa sulle gambe della madre e lei iniziò ad accarezzarlo dolcemente. Lo prese in braccio e gli sussurrò:"Non c'è bisogno di fare come quel bimbo... Non è niente, è solo una punturina. E poi ti aiuta a non ammalarti più, non sei contento?" Josuke si strinse al petto della madre e continuò a osservare quel bambino di fronte a loro. "Perché non vai a rassicurarlo un po'? Giocate insieme, sono sicura che smetterà di piangere." Josuke scese e si piazzò di fronte a lui, salutandolo con la mano. "Vuoi vedere il mio Gameboy?" Gli chiese. Il bambino smise subito di piangere e annuì. Tomoko sorrise e diede a Josuke la console che teneva in borsa, e i due bambini si sedettero vicini, giocando assieme senza chiacchierare più di tanto. La madre invece alzò lo sguardo verso quelli che dovevano essere il fratello e il padre del piccolo. Fece un cenno con la testa per salutarli ma entrambi distolsero lo sguardo, con un'espressione quasi infastidita. "Accidenti... Che carattere." Pensò Tomoko tornando a guardare suo figlio e il nuovo amico:"Perché non vi presentate?" Chiese. "Io mi chiamo Okuyasu Nijimura." Disse il bambino. "Io sono Josuke". Rispose lui, riprendendo subito a giocare. In quel momento un'infermiera annunciò il turno dei Nijimura. Di nuovo il bambino si spaventò e ricominciò a piangere, al pensiero di un'iniezione. Tomoko si sarebbe aspettata che il padre lo avesse preso in braccio e rassicurato, invece lo sgridò fin troppo severamente, arrivando persino a insultarlo e a dargli uno schiaffo sulla faccia. L'altro bambino era calmo, si comportava come se nulla fosse. Semplicemente seguì il padre nello studio. Sicuramente Tomoko sarebbe voluta intervenire, quell'uomo aveva esagerato decisamente. Sì, è vero, un bambino come Okuyasu era a dir poco insopportabile, ma era comunque piccolo e aveva soltanto molta paura. Perché non rassicurarlo almeno un po'? "Povero piccolo..." sussurrò la donna riprendendosi il figlio in braccio. I pianti non cessarono, ed erano così forti che si sentivano dalla sala d'attesa. Dopo dieci minuti quella famiglia uscì, e ancora Okuyasu piangeva. A Tomoko si spezzò il cuore a vederlo così. "Benissimo! Andiamocene ora, ne ho abbastanza!" Gridò l'uomo, adirato. "Aspetti!" Lo bloccò un'infermiera:"Dovrebbe aspettare cinque minuti, e vedere se c'è qualche effetto collaterale dovuto al vaccino, per sicurezza." L'uomo sbuffò, poi si rivolse ai bambini:"Io vado a comprare alcune cose, non ho tempo da perdere non azzardatevi a muovervi da qui, intesi?!"
   
 
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