Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Diana_96writter    11/12/2018    0 recensioni
Yui, nuova arrivata nella nuova scuola d'elitte, timorosa delle sue grandi capacità in grado di guardare oltre l'immagine che le persone costruiscono, sconvolgerà la vita di molti studenti con il suo modo di essere, compresa quella del Presidente del Consiglio, Izana Wistaria che al suo fianco riscoprirà il volto nascosto dietro la sua maschera. Incompatibili all’inizio metteranno da parte gli scontri per affrontare insieme i problemi che la vita scolastica manderà loro contro, ma anche quelli che con la quotidianità non hanno legami. Scoprendo nell'incompatibilità una complicità che gli permetterà di trarre forza l’uno dall’altro.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aveva passato la notte avvolto nel sonno, quando un lieve rumore e una presenza troppo vicina lo costrinsero a reagire prima di mettere a fuoco se fosse pericolosa, lo schianto lo risvegliò dal sonno e corse ad aiutarla a rimettersi in piedi preoccupato che avesse fatto del male a chi non voleva. Scesero insieme a raggiungere gli altri in attesa: «Yui perché quella fasciatura?» La ragazza deviò lo sguardo mentre Obi chinava il capo scusandosi: «È stata colpa mia, mi dispiace». Izana avanzò messo in allarme: «Come?». Obi rialzò il viso preoccupato: «Si è avvicinata mentre dormivo, ho reagito istintivamente e…». Yui incrociò le braccia sorpresa dell’attacco: «Mi sono ritrovata schiantata contro l’armadio». Kioichi arricciò le sopracciglia: «E che ci facevi in camera sua?!». Yui alzò le spalle indietreggiando: «Volevo svegliarlo, non pensavo si accorgesse di me, Izana non riesce a percepirmi quando entro in camera, non mi aspettavo reagisse». Kioichi si voltò verso il ragazzo a braccia incrociate: «Non la percepisci?». Negò sospirando: «In modo relativo, quando mi accorgo di lei è già a suo agio». Zen rimase sorpreso: «Hai un’ottima percezione di quel che ti circonda, mi sorprende che tu non riesca a percepirla». Izana accennò ad un si altrettanto sorpreso: «Forse sono troppo rilassato per riuscirci». Obi alzò la mano per richiamare l’attenzione: «Al contrario penso sia perché sei preoccupato, non è raro che quando i pensieri sono occupati o costantemente sforzati la percezione degli spazi e delle presenze diminuisca». Yui accennò ad un si concorde: «Ma succede solo con me, non hai di che preoccuparti, facciamo quella gara che ne dici?». Izana accennò ad un si dirigendosi verso la piscina, dove passarono l’intera mattinata: «Mi par di capire che la piscina ti è molto più gradita del mare». Izana sorrise rientrando in acqua: «La preferisco al mare».

A metà del pomeriggio decisero di tornare dentro a cambiarsi per uscire la sera e andare nel ristorare thailandese adocchiato il giorno prima, presero posto alla grande tavolata a disposizione degustando le specialità di un luogo diverso. Una volta fuori rimasero a girare per la città: «Shirayuki sei pensierosa, qualcosa non va?». La ragazza negò avvicinandolo: «C’era una spezia che mi ricorda qualcosa, ma non so cosa». Si intrattennero in una serata tranquilla tutti insieme prima di rientrare stanchi e storditi alla villa. Si salutarono con la buona notte per stendersi sul letto e cedere ad un sonno fuori dal comune.

“I genitori di Izana erano appena arrivati e si stavano presentando al gruppo in loro attesa, sembravano gentili e per niente dallo sguardo affilato come credeva, degustarono un tè insieme ad Izana e Zen quando ci fu un’esplosione a distruggere la pace, la villa fu avvolta dalle fiamme e cercando di correre fuori si ritrovarono bloccati da Luisa, stringeva nella mano un detonatore con un sorriso sinistro sul volto, il pavimento cedette sotto i loro piedi facendoli sprofondare nel vuoto, le pareti iniziarono a stringersi rubandole l’aria fino a schiacciarla”.

Yui si svegliò di colpo tremante e sudata, si guardò intorno era tutto nella calma più totale, sospirò appoggiandosi di nuovo sul cuscino ma fu preda di un altro incubo, balzò di nuovo seduta rifiutando di tornare a dormire, sconvolta da quelle sensazioni così reali provate sulla pelle e sulla mente, si cambiò velocemente uscendo nel corridoio per scendere a bere qualcosa di fresco, la sensazione non la lasciò andare e tornò di sopra, aprì la stanza avanzando silenziosa: «Izana?». Chiamò evitando di spaventarlo ma con sua sorpresa il ragazzo era sveglio: «Hai sbagliato stanza». Yui si strinse nelle spalle: «Posso restare qui con te, per un po’?». Rimase sorpreso alla richiesta e sospirò pensando a Kioichi: «Solo un po’». Yui salì sul letto stringendosi al cuscino: «Grazie». Passò poco prima che un altro incubo distruggesse il suo sonno, arricciò le sopracciglia quando anche Izana si svegliò preso dal panico: «Un incubo?». Accennò ad un si scosso da quello che aveva provato: «Si…devo…». Yui si strinse nelle spalle: «Continuo a fare incubi uno dietro l’altro, sono così reali da fare paura». Izana sospirò alzandosi prendendole la mano: «Usciamo a prendere un po’ d’aria». Per la via che portava alle scale trovarono Obi appoggiato alla ringhiera: «Perché sei ancora sveglio?». Negò accennando una risata per nulla divertita: «Qualche incubo che non mi lascia dormire». Yui strinse la mano di Izana preoccupata: «Controlliamo anche gli altri». Scesero di sotto per prendere dell’acqua trovando Zen e Mitsuide svegli con la stessa idea: «Aniue». Izana si avvicinò preoccupato: «Incubi?». Zen accennò ad un si stringendosi nelle spalle: «Ogni volta che mi riaddormento, sono diversi, ma terribilmente reali». Izana sospirò, non sembrava essere una coincidenza: «Obi va a controllare Kioichi, Zen va da Shirayuki, io vado da Margareth, voi due restate qui e preparare qualcosa di fresco per tutti, qualcosa che ci tenga svegli».

In poco meno di qualche minuto si ritrovarono tutti svegli a guardarsi preoccupati, tutti con la comune versione sugli incubi che li tormentavano ogni volta che gli occhi erano chiusi, decisero di tenere accese le luci per cercare di capire cosa stesse succedendo, il tè freddo aveva fatto effetto e le palpebre riuscivano a non chiudersi involontariamente: «Insomma cosa sta succedendo? Tutti che non riusciamo a dormire per degli incubi non può essere una coincidenza». La porta in apertura li richiamò tutti a prestare attenzione e alla difensiva: «Siamo nel cuore della notte!». La voce femminile gli rispose con malo tono: «Lasceremo le valigie qui, devo sapere se stanno bene». Izana sussultò spiazzato: «Madre». La donna si voltò di colpo osservandolo sorpreso nel corridoio: «Madre?». Zen lo avvicinò altrettanto sorpreso: «Cosa ci fate qui?». La donna li avvicinò velocemente stringendoli in un abbraccio preoccupato: «Per fortuna state bene». Izana guardò Zen perplesso: «Cosa ti avevo detto? Tutta questa corsa solo per un incubo?». I due sguardi cristallini si incontrarono dopo tanto tempo: «Padre, ben arrivati». L’uomo sospirò decidendo di rimandare i discorsi di famiglia: «Perdona se ci presentiamo nel cuore della notte, tua madre era preoccupata che potesse capitarvi qualcosa dopo aver fatto un incubo». Margareth stringe la mano sul petto: «Anche voi siete stata preda di un incubo, Lorene-sama?».

La donna si voltò di nuovo per avvicinarla: «Margareth sono lieta di vedervi, Séline-sama anche voi qui?». Séline sorrise appena: «È una lunga storia, abbiamo preparato del tè, ne volete?». Izana sospirò guardandosi intorno alla ricerca della ragazza: «Dov’è Yui?». Chiese a Kioichi assonnato: «È svanita un attimo fa dicendo che doveva controllare una cosa». Obi la riportò davanti ad Izana impedendole di correre fuori: «Credo sia delirante». Yui si liberò dalla presa: «Non può essere una coincidenza, è qui sono certa che quella vipera è qui, devo trovarla». Izana intercettò lo sguardo: «Yui, di che stai parlando?». La ragazza continuò a tentare di aggirare Obi: «Deve essere così, ci sono i tuoi genitori, poi c’erano le bombe, la villa che bruciava, e Luisa è stata lei ne sono certa, e devo trovare un modo per uscire da li!». Izana le afferrò le spalle cercando di calmarla: «Yui, Luisa non è qui, non ci sono bombe, né fiamme, nulla di tutto quel che stai immaginando è reale, era solo un incubo». Yui gli strinse le mani: «Anche i tuoi genitori sono un incubo?». Izana si bloccò di colpo alla domanda, Zen cercò di trattenere la risata ai due adulti che la stavano guardando perplessi: «No, loro sono reali…». Yui riprese ad agitarsi: «Se sono reali loro, può essere reale anche tutto il resto, e io…devo…devo…farvi uscire…perché poi le pareti…le pareti si stringono e poi…». La carezza sulla nuca sembrò risvegliarla dal trans: «Sta calma, le pareti non si stringeranno, svegliati Yui, ci servi lucida». Alzò lo guardò verso il maggiore e si arrese alla dolcezza della carezza, Izana rimase sorpreso dalla calma ritrovata da quel semplice gesto di Kioichi: «Tende a drammatizzare, nella sua mente ci sono sempre problemi di sicurezza nazionale da risolvere, però è strano che siamo tutti vittime di incubi così reali». Yui aveva ripreso lucidità e si era allontanata dalla stanza per accendere la tv nel salotto: «Non siamo gli unici».

La seguirono per osservare le notizie del telegiornale notturno che comunicava caos in tutto il mondo: «Pronto?».
«Yui, dove sei?».
«Sull’isola in vacanza, papà che sta succedendo?».
«Non lo so speravo potessi illuminarmi, qui la situazione ci sta sfuggendo di mano, sono tutti fuori controllo».
«I dettagli, siamo vittime di questi incubi anche noi».
«Posso inviarteli per e-mail tra qualche minuto, voi state bene, al sicuro?».
«Sì, siamo nella villa, ti scrivo l’indirizzo a cui mandarli, la mia casella postale è da svuotare, ci aggiorniamo».

Si voltò verso il gruppo rimasto a leggere le notizie: «Izana, prendo il computer e l’e-mail, devo capire che sta succedendo, gli incubi sono di forte impatto emotivo, così reali da far emergere vere preoccupazioni, se non capiamo la situazione si farà pericolosa, la psiche della gente che non riesce a dormire diventerà instabile, devo trovare la causa, intanto fate una lista di tutto quel che avete fatto oggi, tutti quanti, se siamo vittime anche noi ci sarà un denominatore comune». Avanzò verso le scale senza aspettare una risposta: «Aspetta, come accedi alla mia e-mail?». Yui alzò il braccio come a salutarlo: «Conosco la password». Izana sospirò alzando lo sguardo al cielo: «Certo, ha capito da dove derivasse quella del cellulare, cosa vuoi che sia una password per il suo super cervello?». Kioichi accennò una risata alla sfuriata silenziosa: «Dormire è sconsigliato, Séline andiamo in cucina prepariamo qualcosa da mangiare, gli zuccheri ci aiuteranno a restare svegli». Accennò ad un si seguendolo verso la cucina vuota mettendo ordine negli ingredienti, cercando una ricetta che potevano preparare per tutti in poco tempo.  Tutte le liste, compresa quella dei due genitori, furono consegnate ad Izana che dopo aver preso il piatto con i dolci raggiunse Yui nella sua stanza: «Come procede?». Negò rileggendo le informazioni: «Non come dovrebbe, ho chiesto anche a papà di prelevare un campione di persone più lucide e di fargli redigere una lista di quel che avevano fatto nella giornata». Izana le porse i fogli e il dolce: «Queste sono le nostre». Yui gli diede un’occhiata arresa: «Non c’è nulla che le colleghi a quelle dei tuoi genitori, li ha fatti Kioichi?». Accennò ad un si prendendo posto al suo fianco: «Con Séline». Yui addentò il fresco dolciume aprendo la nuova e-mail da parte del padre, leggendo qualcosa che subito le saltò all’occhio: «Possibile?».Izana osservò le liste trovando il suo dubbio: «Possibile». Yui si alzò invitandolo ad uscire: «Dobbiamo controllare, andiamo».

Scese di nuovo dove tutti aspettavano di avere notizie su cosa fare in quella notte insonne: «Shirayuki, hai notato qualcosa quando siamo usciti dal ristorante?». La ragazza sussultò riemergendo dai pensieri persi nella stanchezza: «Nulla di particolare». Zen la affiancò suggerendole il ricordo: «Si invece, continuavi a dire che c’era un sapore strano». Shirayuki si illuminò sporgendosi verso di lei: «È vero, c’era qualcosa che pizzicava quando siamo usciti, non so bene cosa fosse, ma credo si tratti di una spezia». Yui arricciò le sopracciglia: «Ok, tutti qui, ascoltatemi, voglio che rimaniate svegli, cercate di distarvi, più proviamo a dormire più gli incubi distruggeranno la nostra psiche, non uscite dalla villa finché non avremo capito come comportarci, Shirayuki tieni il telefono a portata di mano per comunicare con me, Kioichi va a prendere il portatile di Izana e resta in costante contatto con papà, Obi tu vieni con noi». Il ragazzo si voltò di colpo perplesso: «Dove esattamente?». Yui legò i capelli pronta all’azione, si era cambiata prima di leggere l’e-mail ed era pronta ad uscire: «Scendiamo in città, andiamo nel ristorante thailandese di prima, è aperto 24 ore su 24, Izana la macchina lunga non è l’unica che c’è vero?». Negò perplesso su cosa volesse fare al ristorante: «No, ce n’è una più piccola e più abbordabile per il paese, non avrai mica intenzione di guidare in questo caos?». Yui sorrise sistemando le ciocche dei capelli che ricadevano sul viso, indicando poi Obi al suo fianco: «Sarà lui a guidare, nessuno di noi ha la patente, Obi si, una patente internazionale dico bene?». Obi sussultò arrendendosi allo sguardo di Izana: «Si ce l’ho». Yui sorrise indicando la via verso il garage che proteggeva le due macchine, ignorando i due adulti che cercavano di inquadrarla: «Andiamo allora, ci teniamo in contatto per telefono».

Prese dal portachiavi quelle della macchina più piccola, quattro posti e modesta, lanciandole ad Obi e lasciando ad Izana il posto davanti: «Come sapevi della sua patente?». Yui sorrise controllando la situazione con il cellulare: «Mi ha accompagnato a  Siviglia in auto, se la sua età si aggira intorno alla tua era logico che per guidare avesse bisogno di una patente speciale e internazionale, conducendo operazioni solo al di fuori del governo ma per il governo delle nazioni». Obi accennò una risata sigillando le labbra sui suoi ruoli già intravisti dalla ragazza: «Impressionante, Lady». Yui gli fece segno di seguire le sue indicazioni per evitare le stradine della città pericolose più per le persone in delirio che per la loro inagibilità: «Obi, di guardia alla macchina, Izana andiamo». Scesero correndo nel locale, Yui si sporse al bancone chiedendo di parlare con il direttore in carica, dopo uno sguardo gelido di Izana la donna accompagnò i due ragazzi all’ufficio del direttore: «Cosa succede?». Yui prese posto scrivendo su un foglietto quel che voleva sapere: «Voglio leggere gli ingredienti di questo piatto». L’uomo accennò una risata negando: «Le ricette sono segrete». Yui chiuse la porta con fuori la donna riavvicinandosi: «Sa di quel che sta succedendo lì fuori?». L’uomo sospirò alzando lo sguardo al cielo: «Quella che chiamano la notte degli incubi?». Yui accennò ad un si: «C’è la possibilità che la causa si trovi all’interno delle sue ricette, mio padre è un capitano della polizia e io sono un consulente esterno autorizzato a collaborare ufficialmente e ufficiosamente ai casi che richiedono un consulente, se vuole controllare chiami questo numero e digiti il codice che le detterò, in caso contrario sarò costretta a dire che non ha voluto collaborare, questa di cui fa parte è una catena alimentare sparsa in tutto il mondo, cosa succederebbe se si sapesse che la polizia la indaga per il disastro che c’è lì fuori e lei si rifiuta di collaborare?». Con le spalle al muro fu costretto ad arrendersi e a consegnarle il ricettario. Yui si concentrò solo sul piatto che aveva preso quella sera, scattò una foto e la inviò a Shirayuki in attesa.

La ragazza stava sforzandosi di ricordare cosa fosse quel sapore pungente che aveva riconosciuto, scattò alla luce del cellulare, visionò il messaggio leggendo gli ingredienti: «Eccola». Aprì la chiamata aspettando che Yui rispondesse: «C’è?». Shirayuki accennò ad un si scossa: «La salvia, è possibile che sia stata usata quella chiamata divinorum, è la pianta con una sostanza psicoattiva naturale più potente di tutte le altre, veniva usata dagli sciamanti per indursi in una specie di trans per ottenere visioni sul futuro, comunemente non differenzia dalla normale salvia tranne per il colore del fiore che crescendo si macchia di blu. I suoi effetti sono molto potenti e agiscono sulla psiche della gente, non c’è dubbio che sia questa la causa, ma di solito l’effetto non dura a lungo, potrebbe esserci un passo nella preparazione che ne amplifica l’efficacia e la indirizza a rendere psicologicamente reali le paure o le preoccupazioni». Yui sospirò rasserenata, avevano trovato la causa: «C’è un modo per annullarne l’effetto?». Shirayuki prese un foglio scrivendo quel di cui aveva bisogno: «Posso preparare una tisana che avrà l’effetto di un sonnifero annullando quello della salvia». Yui sorrise rassicurata: «Invia la ricetta anche a mio padre, chiedi aiuto a Kioichi». Chiuse la chiamata leggendo la preparazione: «Perché avete deciso di usare la salvia?». L’uomo la guardò perplesso: «La usiamo spesso per coprire i sapori troppo tipici che ai clienti non sempre piacciono». Yui incrociò le braccia non convinta: «L’avete sempre usata?». Al cenno positivo ringraziò l’uomo lasciando la stanza, Izana era rimasto in silenzio a farle da supporto ma era visibilmente stanco.

Al loro ritorno alla villa, la trovarono immersa nel silenzio notturno, erano rimasti nella sala pranzo solo Shirayuki e Kioichi in loro attesa: «Sembra abbia funzionato». Shirayuki prese un bicchiere mentre Kioichi porgeva gli ultimi rimasti ai tre appena rientrati: «Vi consiglio di berla in camera, l’effetto sonnifero è quasi istantaneo». Yui sorrise prendendo il bicchiere in attesa di notizie: «Ho comunicato a papà quel che hai scoperto e anche la ricetta per preparare la tisana e la situazione sembra essersi calmata, vorrebbe i dettagli domani appena puoi». Yui accennò ad un si salendo di sopra assieme ad Izana.

 
*

Il mattino seguente era seduta al tavolo dove era rimasto il computer in attesa di risposta per chiamare, aveva ricontrollato tutto diverse volte e c’era qualcosa che non quadrava: «A lavoro di prima mattina?». Prese la tazza senza distogliere lo sguardo: «Sei l’ultima persona da cui potrei accettare rimproveri per il lavoro, signor Principe». Izana sorrise assaporando l’odore del caffè ancora caldo: «Come va?». Yui negò bevendo il cappuccino, al primo sorso si rese conto che i domestici non erano ancora attivi: «Lo hai preparato tu?». Izana accennò ad un si: «Alzarsi presto per studiare o lavorare lo ha reso necessario, qualche obiezione?». Yui si strinse nelle spalle con un tenero sorriso sul volto: «Nessuna».

Appena il padre rispose all’e-mail prese il cellulare per chiamarlo, mentre ancora intontiti dal sonno gli ospiti prendevano posto a tavola: «Papà?».
«Hai fatto un ottimo lavoro su quella salvia, cosa non ti convince?».
«Il thailandese è presente in città e nel mondo da diversi anni, non sono convinta che non abbiano mai avuto problemi simili, e poi metà del mondo che mangia thailandese, tutti in una notte? Ti sembra credibile?».
«A tal proposito sembra che ci fosse uno speciale evento mondiale e che i ristoranti festeggiassero l’apertura della centesima struttura».
«Quella che c’è qui».
«Il motivo dell’afflusso di gente potrebbe essere questo, ma non trovo credibile che la salvia abbia avuto un effetto così devastante solo ieri».
«Il direttore e il capocuoco confermano che usano quasi sempre la salvia nei loro piatti anche se nel menù non viene riportata la sua presenza, considerando l’evento potrebbero aver acquistato più salvia in via straordinaria, fa un controllo sui fornitori penso ci sia sotto qualcosa di più di un incidente».
«Ti terrò aggiornata».
«Grazie».

Izana rimase a guardarla ordinando ai domestici al lavoro di preparare una cospicua colazione per tutti: «Non pensi sia stato un incidente». Yui negò spegnendo il portatile per renderlo al proprietario: «No, penso sia stata una strategia per tagliare la catena fuori dal mercato, se la salvia fosse sempre stata la stessa ci sarebbero stati più casi isolati simili, ma che sia successo tutto in una notte smentisce l’incidente, beh almeno non dobbiamo preoccuparci di chiudere gli occhi, quella tisana è stata un miracoloso sonnifero». La colazione ridiede a tutti le forze per tornare a godersi il mare e l’estate: «Il caso non ci riguarda più, possiamo passare ad altro». Si alzò Kioichi per primo felice che per loro fosse risolto: «Convengo, e sarebbe il caso di avanzare delle spiegazioni». Il tono formale lo portò ad abbandonare l’idea di uscire presto,Yui fu l’unica a restare seduta: «Spiegazioni in merito a cosa, madre?». La donna rimase composta a guardare il maggiore: «Su quel che sta accadendo, ero vivida della convinzione che fosse un ritrovo per i promessi, e invece ritrovo il viso della Principessa della Francia e di sconosciuti non autorizzati». Izana sospirò cercando il punto da cui iniziare con le cattive notizie per i due genitori: «Siete fuori strada Lorene-sama». Gli occhi chiari mirarono Séline affiancata da Margareth: «Siamo qui per uno scopo comune, passare del tempo tra amici». Lorene sussultò sorpresa: «Amici?». Margareth accennò ad un si: «È stata una decisione comune». L’uomo avanzò alle spalle della moglie, la stanza sembrò sigillarsi e impose alle due ragazze di non giustificare chi doveva giustificarsi: «Lasciar presenziare alla vostra convivenza degli sconosciuti?». Izana irrigidì le spalle al rimprovero, era ora di chiarire: «In merito a questo, Margareth ed Eleanor non sono qui in veste di fidanzate, abbiamo sciolto comunemente il fidanzamento». L’uomo sussultò guardandolo di colpo: «Avete? Entrambi?». Izana accennò ad un si restando in posizione quando la madre avanzò scioccata: «Da Zen avrei potuto sospettarlo, ma Izana confidavo che lo avresti dissuaso da mali propositi, sono sorpresa di te, perché mai?».

Zen avanzò al fianco del maggiore intento a non tirarsi indietro ed essere semplicemente spettatore: «Perché nel corso del tempo abbiamo entrambi trovato qualcosa che va ben oltre un titolo, l’amore». Quella risposta annuvolò entrambi i genitori, Izana sospirò alla reazione scontata, mettere in guardia il fratello dal non pronunciare quella frase non era servito a nulla: «Se la vostra spiegazione è questa, temo che il vostro soggiorno sia giunto al termine, Izana mi auguro che riprenderai la via che sembrate aver smarrito entrambi». Il sospiro non era stato una resta, ma più un prendere coraggio per negare quell’ordine celato: «Ho rispetto per voi e per quel che siete seppure non ci sia un sentimento profondo alla base del vostro rapporto, ma ho progetti diversi dai vostri per il mio, per il nostro futuro, non intendo tornare indietro ma andare avanti». Lorene era sorpresa quanto sconvolta, ma non persa d’animo: «Il matrimonio era ormai quasi ultimato, è fondamentale per nobili della vostra età essere già promessi, non ci sarebbe stato tanto impegno nella vostra infanzia altrimenti». L’uomo spostò lo sguardo dai due decisi ragazzi verso Yui tranquillamente seduta: «La ragazza a cui stringi la spalla immagino centri qualcosa con questo improvviso cambiamento di prospettiva». Yui sorrise lievemente mentre Izana rispondeva deviando lo sguardo: «Direi che ne è la totale artefice». Arricciò le sopracciglia colpendolo con una gomitata sul fianco: «E questo cosa significherebbe?». Izana arricciò le sopracciglia cercando di contenersi al colpo subito: «Era proprio necessario colpirmi?». Lorene avanzò preoccupata alla smorfia di dolore: «Izana, ero fiduciosa che avessi accettato l’idea del matrimonio, manca poco al diploma, siamo ancora in tempo per rimediare». Negò riprendendo respiro e contegno: «Non l’ho mai accettata, ho già preso contatti con l’università e completato la maggior parte dei documenti ad essa relati…». Yui balzò in piedi di colpo spaventandoli: «Aspetta, aspetta, il matrimonio era programmato dopo il diploma?». Izana la squadrò malamente: «Ti avevo detto che sarebbero partiti subito i preparativi una volta presieduto al ballo in Spagna». Yui allontanò la sedia: «Infatti partiti, un matrimonio non si organizza in due giorni, non credevi fosse il caso di dirmi che era previsto dopo il diploma?!». Kioichi sospirò alzando lo guardo al cielo: «Ci risiamo». Izana si voltò verso di lei, forse aveva compreso forse invece no, ma le resse il gioco: «Era praticamente organizzato da quando il fidanzamento è stato reso ufficiale». Yui scompigliò i capelli sorpresa dal poco tempo rimasto: «Pensavo dovessi aspettare la maggior età di Margareth per sposarla, ma che razza di priorità avete in questo mondo!». Izana sospirò per calmare la situazione: «Non far finta di nulla, le persone non le ascolti, fai solo quello che ti pare senza pensarci, sei fatta così!».

Yui incrociò le braccia ma prima che potesse ribattere Zen fece valere la sua presenza: «Dovete inventare le cose per mettervi a litigare? Fate la finita una volta tanto!». Sospirò riprendendo la calma che aveva sorpreso anche il maggiore intento a lasciarsi trasportare: «Detto questo, in questa stanza noi vogliamo scegliere con chi passare il resto della vita, che sia una Principessa». Indicò Séline appoggiata tranquillamente a Kioichi: «O qualcuno a cui il titolo non importa». Strinse la mano di Shirayuki tirandola a sé, la ragazza cercò di nascondersi nella sua spalla allo sguardo degli adulti: «Claus-sama siamo anche noi concordi e siamo a sostegno di Yui-san per Izana-sama, e Shirayuki-san per Zen-sama». Margareth aveva cercato di alleggerire la tensione ma l’uomo era rimasto immobile: «Izana, Zen conferirete con noi in privato in merito alla questione». Izana sospirò legando a Yui i capelli ottenendo di ricambio solo una smorfia: «Andate in spiaggia, vi raggiungeremo dopo». Yui abbassò lo sguardo lasciandoli andare e seguendo gli altri verso l’esterno, Zen sorrise a Shirayuki invitandola ad andare.
   
 
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