Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Diana_96writter    16/12/2018    0 recensioni
Yui, nuova arrivata nella nuova scuola d'elitte, timorosa delle sue grandi capacità in grado di guardare oltre l'immagine che le persone costruiscono, sconvolgerà la vita di molti studenti con il suo modo di essere, compresa quella del Presidente del Consiglio, Izana Wistaria che al suo fianco riscoprirà il volto nascosto dietro la sua maschera. Incompatibili all’inizio metteranno da parte gli scontri per affrontare insieme i problemi che la vita scolastica manderà loro contro, ma anche quelli che con la quotidianità non hanno legami. Scoprendo nell'incompatibilità una complicità che gli permetterà di trarre forza l’uno dall’altro.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L’aria in spiaggia era tesa, aspettavano tutti delle notizie da parte dei due ragazzi che li raggiunsero solo a metà della mattinata: «Vi siete trattenuti un bel po’». Izana prese posto sulla sdraio: «Farsi valere con loro non è facile». Yui sorrise indicandogli il telo che prendeva tutta l’ombra del grande ombrellone e che aspettava di essere occupato: «Non ha in simpatia Séline». Izana scoppiò a ridere: «Dopo aver dirottato un aereo annullando il primo fidanzamento già deciso, non credo la perdonerà mai, sai loro sono stati promessi dai nonni promessi a loro volta, non credo comprendano a pieno il perché abbiamo spezzato la tradizione». Yui si avvicinò appoggiandosi accanto a lui per non stargli addosso: «Ma sono ancora insieme, qualcosa c’è ed è grande». Izana negò osservando il colore dell’ombrellone: «C’è di certo, ma non è la stessa cosa che c’è tra noi, per ora abbiamo destato la loro curiosità, quindi non vi costringeranno ad andare via, ma quest’ultima settimana sarà come essere costantemente osservati da dei giudici». Yui gli sfiorò l’orecchio accarezzando un ciuffo di capelli: «Siamo abituati a vivere nei giudizi, sappiamo sopportarlo abbastanza bene, e non vogliamo tagliarli fuori dalla nostra relazione ma farli diventare nostri complici, giusto?». Izana alzò il braccio prendendole la mano stringendola nella propria: «Esatto». 

Presero posto per la cena dopo essersi cambiati, parlarono tranquillamente di cosa fare il giorno successivo. Lorene stava vagando nella villa alla sua ricerca trovando solo Zen nel salotto a parlare dei dettagli del giorno successivo con Mitsuide mancato alla cena per un colpo di sole e di stanchezza: «Zen». Al richiamo Mitsuide indietreggiò chinando il capo: «Siete agitata, posso fare qualcosa per voi?». Lorene avanzò guardandosi intorno: «Dove posso trovare tuo fratello?». Zen rimase sorpreso dall’assenza nei dintorni e il lieve rumore che ormai era parte della routine lo fece sorridere lievemente: «Lo troverete a tirare con l’arco». Lorene voltò le spalle uscendo dalla stanza per dirigersi nell’area dedita ai suoi allenamenti: «Ancora non ci credo, non ne hai centrato uno!». Alla voce maschile la donna si fermò di colpo, sporgendosi quanto bastava per osservarli: «Te l’ho detto, non è facile come sembra, e quella volta dovevo dimostrare a Margareth come riuscivo a provocarti». Izana sorrise divertito porgendole un'altra freccia: «Sei senza speranza, perché vuoi continuare a provare?». Yui deviò lo sguardo abbassando l’arco: «Perché ci sono ancora tante cose di te che non conosco, e non voglio restarne all’oscuro solo perché non ci riesco». Izana le sorrise avvolgendola in un abbraccio per aiutarla a prendere posizione e mirare: «Non c’è fretta, vuoi sempre fare tutto subito e istantaneamente, ma anche l’attesa è importante, rallenta il respiro e sentila prima di lasciarla andare». Yui lasciò andare un respiro lasciandosi guidare dalle mani più esperte, scoccò la freccia centrando il bersaglio: «Ci sono riuscita». Esultò saltellando sul posto bloccandosi di colpo: «In passato mi avresti esortata a riuscirci da sola». Izana si allontanò per prendere l’altro arco: «L’espressione che assumi quando ci riesci è raggiante, e mi piace vederla splendere, non vorrei che la spegnessi». Yui spense il sorriso lasciandolo mettersi in posizione: «Ultimamente ho notato che tendi a sottolineare il non vorrei o il vorrei, senza usare l’imperativo, ci pensi prima di farlo e mi sembri molto più accondiscendente con me, è ancora per Zack?». Izana scoccò la freccia mancando il centro, mentirle non sarebbe servito: «Tu sei uno spirito libero, ho ammirato come l’hai affrontato, ma anche se seguirò un cammino diverso da quello che i miei genitori progettavano resto comunque di sangue nobile, questo è un mondo governato da precise regole». Yui sorrise cercando di rassicurarlo: «Posso abituarmi a quelle più importanti, se la cosa può procurarti preoccupazioni o problemi». Izana abbassò l’arco sospirando: «Non ne sei consapevole, come immaginavo». Yui si avvicinò perplessa alla frase: «Di solito sono abbastanza consapevole di quella che sono e di quel che sento». Il ragazzo sorrise arreso prendendo la freccia dalle sue mani: «I primi giorni, prima che reagissi, ti sei spenta, mi hai detto che per accontentarlo ti sei annullata, in quei giorni mancavi di vitalità, mi sembravi priva di energie, come se improvvisamente fossi stata rinchiusa in una bolla accettando l’idea di non poterne uscire o addirittura di soffocarci dentro». Yui deviò lo sguardo stringendo la spalla, sorrise appena: «Non te lo nego, vederlo tornare all’improvviso mi ha spaventata, perché come hai detto stavo soffocando in quella bolla, ho avuto paura di non riuscire a liberarmi, però tu non sei come lui, per niente, tu sei un vento, a volte tiepido, a volte gelido, ma sempre piacevole. E se mai quelle regole, che deciderò se seguire, rischieranno di soffocarmi tu sarai il primo a correre in mio soccorso per ridarmi respiro, giusto?».

Izana sussultò al sorriso fiducioso, abbassò lo sguardo giocando con la corda dell’arco: «Ti stai preoccupando per nulla di serio, Izana, mal che vada chiederò aiuto a Zen per scappare». Izana accennò una risata: «Nonostante tutte le mie precauzioni, riesce sempre a farsi male in qualche modo, anche se ultimamente di fughe non ne ha tentate. Perché allora ti sei annullata con lui?». Yui sospirò inducendolo ad abbassare l’arco: «Perché credevo che conformandomi a come mi voleva, come mi volevano, Kioichi compreso, sarebbe stato meglio per tutti, ho soppresso me stessa è una cosa che in diversi modi e casi succede a tutti, anche a te, non ti sei forse soppresso per proteggere Zen?». Izana accennò ad un si riconoscendolo: «Quindi puoi assicurarmi che non succederà?» Yui negò allontanandosi: «Non c’è nulla di sicuro nella nostra esistenza Izana, dall’oggi al domani può tutto svanire, però posso dirti che ti resterò accanto». Il ragazzo ricaricò la freccia: «E se non dovesse funzionare?». Yui sorrise arresa nella speranza che non fosse così: «Ti resterò vicina comunque, come con Obi ti sarò alleata, indipendentemente da come le cose si evolveranno, quel che c’è tra noi non può essere soppresso, è complicità fuori dalle regole comuni e non svanirà neanche se decideremo di darci le spalle, esiste ed è innegabile». Izana sorrise fiero di quella ragazza lasciando andare la freccia in un centro perfetto: «Mi piace questo tuo modo di filosofare». Yui sorrise lasciando l’arco per stringerlo in un abbraccio seducente: «Perché non lo dici chiaramente senza celarlo, una volta sola?». Izana accennò una risata appoggiando la fronte alla sua osservando le perle cianite: «Mi piace il tuo modo di essere, Yui». La ragazza sospirò arresa alla frase inserita per evitarlo di nuovo di dirlo: «Andiamo, non mi sembri timido». Izana negò stingendola: «Nessuna timidezza, ma un semplice ‘mi piaci’ perderebbe di valore detto ad una con un animo poetico come il tuo, perciò sto cercando un modo per dirlo senza lasciare che sfiguri». Yui si sporse in avanti per ringraziarlo della premura con un bacio: «Andiamo al pontile, potremmo vedere qualche stella cadente stanotte». Izana si lasciò prendere per mano e portare fuori dalla villa. Restarono ad osservare le stelle fino a tardi per salire quando erano quasi tutti nel mondo dei sogni.

 
*

Il giorno successivo furono trattenute Margareth ed Eleanor per la questione del fidanzamento sciolto, presto sarebbe toccato alle due ragazze attuali confrontarsi con l’uomo dagli occhi di ghiaccio e la presenza pressante: «Yui, Séline saliamo prima». Salutarono il mare per salire all’ora di pranzo e passare il pomeriggio nella villa, era troppo calda la temperatura per restare a goderne il calore. Dopo le due ore passate per conto proprio, si riunirono tutti nel salone: «Se ballassimo?». Izana negò con un sospiro: «Preferirei entrare in una cella frigorifera a ballare». Séline li invitò ad alzarsi: «Allora, lasciate che vi faccia un regalo, Kioichi». Seguirono i due ragazzi in una seconda sala dove l’anno prima avevano ballato il primo valzer, libera dal mobilio ma adornata da un piano forte e dai divanetti sistemati per l’occasione e un tavolino dove stavano depositando da bere: «Più tardi ci porteranno uno spuntino, venite». Kioichi prese posto al piano mentre Séline schiariva la voce per deliziarli con uno splendido nuovo singolo: «È l’inedito del nuovo album?». Kioichi accennò ad un si in attesa della reazione: «Lo abbiamo appena composto al computer, che ve ne pare?». L’entusiasmo non si trattenne tranquillizzandoli per la presentazione al ritorno  da quell’ultima settimana rimasta: «Izana». Aveva già appreso la richiesta e stava prendendo il posto di Kioichi per accompagnare Yui nelle sue canzoni a cappella che emozionarono tutti i presenti Séline compresa: «Yui appena farai il tuo debutto vorrei duettare con te, hai una voce splendida, mi faresti l’onore?». La ragazza sorrise fiduciosa: «A patto che la canzone la scriva Kioichi». Séline le allungò la mano: «A fare fatto». Izana era rimasto a suonare di accompagnamento: «Era da Natale che non ti sentivo suonare».

 Zen seduto accanto a Shirayuki sorrise commosso: «E dire che non sopportava il piano forte». Kiki si sporse curiosa: «No?». Zen negò avvicinandosi: «No, odiava il maestro di pianoforte, quando è andato via esplodeva dalla felicità, ha chiuso tutti gli spartiti che conosceva con gli esercizi in un baule e si è dilettato a suonare solo raramente per non sprecare i sacrifici fatti». Rimasero ad ascoltarlo suonare una classica sinfonia: «Chi odia uno strumento non può suonarlo così melodiosamente». La voce femminile e concisa non li sorprese: «Non era lo strumento che odiavo, ma il maestro, ogni volta che sbagliavo o uscivo fuori tempo mi costringeva a riprendere l’intero brano dall’inizio e a solfeggiarlo mentre suonavo, non riuscivo a concentrarmi e sbagliavo, li avevo imparati ormai a memoria e riuscivo a suonarli ad occhi chiusi ma se non gli piaceva come lo facevo mi costringeva a ripeterlo sebbene potessi riprenderlo dalla pausa, era davvero soffocante, non sono mai stato così felice di vedere qualcuno lasciare la villa e non tornare più». Lorene sospirò guardandolo suonare accarezzando con dolcezza i tasti accompagnando di nuovo un canto di Séline: «Questa non l’ho mai sentita». Séline sorrise restando ad ascoltare la musica: «Perché il brano non è mio, come Principessa della Francia il mio unico impegno era con il flauto traverso, ma quando l’ho sentito suonare al piano mi sono ripromessa che quando ci saremmo di nuovo incontrati avrei saputo suonare anche io come lui». Izana sorrise nostalgico: «E io la sfidai a suonare una sinfonia di Beethoven, la più complessa per intenderci e che se ci fosse riuscita avremmo composto una canzone insieme, con mia sorpresa neanche due mesi dopo riusciva a destreggiarsi tra le note come una foglia smossa dal vento e fui costretto a comporre l’accompagnamento con lei e a sentirla cantare». Séline accennò una risata accarezzando i tasti non sfiorati: «Con le conoscenze che ho adesso potrei riadattarla per il nuovo cd, riscoprirla mi ha riempito di gioia». Lorene ignorò il clima nostalgico avvicinando Yui incantata: «Yui-san ti prego di seguirmi, vorrei parlarti».

Yui era totalmente persa nella melodia per prestarle ascolto, prese un respiro e senza neanche accorgersene stava cantando sull’improvvisata di Izana che accompagnò la voce a sua volta, quando fermò le dita la guardò sbalordito: «L’hai composta semplicemente ascoltando». Yui rilassò le spalle: «Le sensazioni non possono essere elaborate, sono vere se espresse all’istante, la melodia era così dolce e calda che non ho saputo resistere». Izana sorrise riprendendo a suonare trovando Zen seduto al suo fianco: «Era da tanto che non vi sentivo suonare». Il maggiore accennò ad un si: «Già è passato tanto dall’ultima volta che ci siamo seduti davanti ad un piano». Shirayuki si avvicinò sorpresa: «Avete suonato insieme?». Izana accennò ad un si invitando il fratello a suonare: «Sono stato io a insegnargli a suonare, appena il maestro voltava lo sguardo Zen riusciva a scappare e quando se ne accorgeva, era già uscito dalla villa o si era nascosto per non farsi scoprire a giocare, a leggere o ad allenarsi». Il minore sorrise irritato: «Parlava e basta, non ho quasi sfiorato nota durante le sue lezioni, erano una noia mortale». Kioichi riprese lo spartito del suo lavoro lasciandoli liberi di suonare: «E sei riuscito ad insegnargli a suonare?». Izana accennò una risata: «Solo perché da me non poteva scappare». Zen sospirò guardando il leggio vuoto: «Erano dure, ma suonare insieme mi piaceva, anche se vi divertivate a mettermi in difficoltà». Izana fermò i suoni guardandolo malignamente: «Ti senti pronto ad accettarla?». Zen sussultò ma arricciò le sopracciglia pronto a rispondere alla sfida, ripresero posizione nel silenzio del gruppo e Izana per primo diede l’attacco dopo un quattro sussurrato.

Il ritmo veloce e lieve allo stesso tempo li sorprese, Izana stava avanzando da solo Spring Waltz di Chopin, guardò Zen che prese a suonare su sua indicazione, portarono avanti insieme e a turno la sinfonia, commuovendo anche la madre in loro ascolto, alla tenerezza di quella che sembrava una scena dell’infanzia dei due fratelli seduti a suonare dopo tanto tempo. Di colpo Izana variò compositore con un sorriso beffardo che Zen ignorò seguendolo nella velocità e nell’intensità variando per primo, il sorriso del maggiore incantò anche la donna e quando entrambi smisero di suonare tutti si guardarono curiosi di quella esibizione, Izana corse a spiegare: «Quando gli insegnavo a suonare fremeva dalla voglia di uscire e così gli proposi una sfida, se riusciva a seguirmi al piano fino alla fine di quattro componimenti avrebbe avuto la libertà di andarsene, se non ci fosse riuscito sarebbe rimasto a seguire la lezione». Zen arricciò le sopracciglia tornando a suonare di intrattenimento: «Già, ma a metà del primo componimento scelto cambiavi con uno che appena conoscevo, riuscivi a cambiare brano e autore senza darmi il tempo di capire di chi fosse o in che punto avessi iniziato». Izana accennò una risata facendogli da supporto: «Lo facevamo ogni volta prima di iniziare la lezione, questo lo indusse a studiare da sé tutti gli accordi e i compositori, solo per cercare di vincermi». Yui spalancò gli occhi: «In pratica hai lasciato che trovasse in quella sfida l’interesse per studiare da solo». Izana accennò ad un si: «Era il mio modo di coinvolgerlo, in poco tempo l’idea di riuscire a fare qualcosa meglio di me e di stupirmi o di essere riconosciuto per le sue abilità divenne il mezzo migliore per tenerlo sotto controllo e indurlo a fare anche quello che non voleva, mi bastava metterlo sulla sfida per incastrarlo». Kioichi lo guardò misto tra delusione e ammirazione: «Un subdolo fratello maggiore». Izana negò per rispondere quando fu Zen a rubargli le parole: «Al contrario, un fratello che mi voleva alla sua altezza e che voleva sentirsi fiero di essere riuscito dove tutti gli altri fallivano, un fratello che oggi ammiro ancora di più». Izana sorrise felice di quella ammissione, Yui rilassò le spalle voltandosi verso Lorene in attesa: «Perdonate ero avvolta nella musica, volevate parlare se non erro».

La donna riemerse dalla sinfonia accennando ad un sì e indicandole la via da percorrere, alla chiusura della porta Zen guardò il maggiore rilassato: «Non vi preoccupa il loro confronto solitario?». Izana spense il sorriso rallentando i suoni: «Certo che mi preoccupa, ma lascerò fare a Yui, è brava ad affrontare le persone, sai che chiamerà anche Shirayuki, vero?». Il gruppo si era allontanato per lasciarli suonare e parlare per quanto potessero in modo privato: «Cosa le chiederà?». Izana negò riprendendo i classici compositori: «A Shirayuki probabilmente quello che avrei chiesto io, a Yui temo che cercherà di metterla con le spalle al muro».

Yui avanzò nella sala trovando l’uomo seduto a leggere qualcosa, Lorene rimase ferma al suo fianco in attesa di attenzione: «Lorene, lasciaci soli».  Rimase sorpresa della richiesta, aveva voluto costante la sua presenza con gli altri quattro, senza dir nulla chinò il capo uscendo dalla porta lasciando l’uomo a scrutare la ragazza immobile al centro della stanza: «Hai avuto il coraggio di mirare contro il Marchese della Spagna». Yui sorrise al ricordo di quella battaglia vinta: «Stava minacciando la mia vita e miei amici». L’uomo si alzò avvicinandola lentamente per cercare di indurla al disagio girandole intorno come se la stesse scrutando nei minimi dettagli: «Ad oggi saresti potuta diventare un’ottima risorsa per il paese». Il fascicolo aperto sulla scrivania la indusse a pensare che aveva preso informazioni su di lei e che stava alludendo a quella preparazione militare che ormai non più malediva: «Ho preferito la libertà all’annullamento delle mie emozioni». Claus si fermò sorridendo come se le avesse appena fatto ammettere una colpa: «Questo è un mondo che non concede la libertà». Yui negò irrigidendo le spalle per sostenere la sfida che sarebbe presto arrivata: «La libertà non è preclusa a nessuno, è avere il coraggio di crearla la difficoltà». L’uomo si fermò davanti a lei ad osservarla, Yui alzò lo sguardo senza tirarsi indietro davanti ai due cristalli che brillavano, li fissò per un tempo indefinito prima di avvertire i polmoni dell’uomo gonfiarsi per tornare a parlarle: «Non hai intenzione di distogliere lo sguardo?». Negò appena senza allontanare gli occhi dai suoi: «Non davanti ad una persona che mi sta giudicando basandosi su dei fogli scritti senza conoscermi davvero, tanto meno senza neanche presentarsi». La risposta sembrò sorprenderlo: «Non sai chi io sia?». Yui sorrise, aveva vinto il primo round con quella risposta: «Date per scontato che lo sappia, Claus-sama?». Tornarono a fissarsi e poi quella che era nata come una sfida sfumò nella curiosità: «Non sei adatta per affiancare mio figlio». Yui sorrise divertita mentre osservava le sue spalle allontanarsi da lei per concludere la conversazione: «Queste sono le stesse parole che suo figlio mi ha rivolto quando ho presentato la domanda per il Consiglio Studentesco, vi risponderò come risposi a lui, nessuno nasce adatto a fare quello che fa, lo diventa con il tempo, come lei nessuno nasce pronto ad affrontare quello che gli si porrà davanti si prepara nel tempo, suo figlio ha accettato la sfida e l’ha persa quando l’intera scuola mi ha riconosciuta più adatta di chi c’era prima di me, c’è altro che vuole sapere?». L’uomo accennò un sorriso incuriosito a quella ragazza che sembrava un soldato pronto ad uscire le armi per difendere il suo territorio: «Izana è stato educato da noi personalmente, vorrei sapere cosa mai può aver visto in te per indurlo a mettere in discussione gli insegnamenti ricevuti».

Yui rifiutò di allontanarsi quando fece cenno che poteva andare: «Se stesso». La risposta lo portò a tornare a guardarla in attesa della spiegazione: «Quel che vede in me, è la possibilità di essere libero di essere se tesso». Claus lasciò i fogli prestandole attenzione: «Gli altri nobili mi hanno risposto dicendo che erano qui per saldare la loro amicizia, con della gente comune, tu sembri essere l’anello di congiunzione che lo ha permesso, loro come li hai convinti?». Yui sospirò rilassando le spalle avanzando fino ad un passo dalla scrivania: «Il motivo per cui sono qui va ben oltre l’amicizia, non ne sono forse totalmente consapevoli, ma quel che cercano tutti è un luogo a cui appartenere, un posto che non sia dato dal titolo o dal prestigio, qualcosa che li riconosca come parte di una vita che non li vede solo come un lord o una lady in più nella scala gerarchica del mondo, ma come parte di qualcosa, un posto a cui possono dire di appartenere perché lo hanno scelto e lo hanno creato, hanno trovato persone comuni che non hanno paura di rimproverarli, di sfidarli, di consolarli, di essergli complici anche contro la loro stessa famiglia, per questo sono tutti qui. Quelli che chiamano amici non sono altro che un luogo in cui non devono temere il giudizio della società e dove possono liberarsi delle maschere create dell’educazione nobiliare e lasciarsi andare, un luogo che li riconosce come parte di un’esistenza al di fuori del loro titolo, Signore». Chinò il capo senza aggiungere altro accogliendo l’invito dell’uomo ad uscire. Chiuse la porta prendendo un respiro alla battaglia affrontata, sorrise esausta correndo a cercare gli altri ancora intenti a suonare e a parlare: «Com’è andata?». Alzò le spalle alla preoccupazione di Margareth: «Come doveva andare lo sapremo solo in futuro, è ancora presto che ne dite di un giro in città?».

 
*

 A mattino si ritrovarono seduti a colazione senza i due adulti, solo quando si riunirono davanti all’entrata per uscire si accorsero delle valigie: «Ripartite?». Claus accennò ad un si guardando i due figli sorpresi di vederlo andare via: «Ero tornato per scopi lavorativi, in Europa necessitano della nostra presenza». Lorene scese le scale con un grande sorriso: «Saremo di ritorno alla fine dell’estate per un breve periodo, è stata una gioia rivedervi». Accarezzò con tenerezza le guancie dei due ragazzi affiancando il marito pronto ad andare: «Quando sarà tempo riprenderemo il discorso con calma». Yui avanzò prendendo la mano di Izana contemporaneamente a Shirayuki che strinse quella di Zen, gli sguardi affilati riuscirono a strappare un sorriso all’uomo, il quale riprese il cammino senza aggiungere altro, Lorene accennò una risata avvicinando Yui: «Non so di cosa abbiate discusso ma le tue parole sembrano avergli causato molti dubbi, è rimasto sveglio l’intera nottata brontolando». Yui sorrise rilassata avanzando di un passo: «Alla prossima, Lorene-sama». La donna le strinse la mano fiduciosa: «Vi affido i miei tesori in attesa del nostro prossimo incontro». Lasciò la mano richiamata dall’uomo a partire, salutò con un cenno tutti gli altri uscendo dalla porta: «Significa che…». Shirayuki aprì il viso in un grande sorriso: «Che restiamo!». Strinse Zen tremante, Izana era rimasto perplesso a guardare la porta, strinse la mano di Yui lasciando andare un respiro: «Per ora sembra sia andata bene, per curiosità posso sapere di cosa avete parlato?». Yui gli diede le spalle: «Solo se mi fai preparare una torta al gelato tutta per me». Izana arricciò le sopraciglia guardandola male mentre correva fuori: «Yui!». Kioichi scoppiò a ridere stringendo Séline: «Questo posto mi piace». Séline si lasciò stringere osservando le risate e i sorrisi che li circondavano: «Piace tanto anche a me, l’anno scorso avete organizzato una festa per concludere in bellezza vero?». Kioichi accennò ad un si prendendo la borsa frigo per scendere in spiaggia: «Quest’anno abbiamo anche le casse, possiamo organizzare qualcosa di più».
   
 
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