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Autore: Anonima Italiana    11/12/2018    7 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Nel frattempo….

Alzandosi dal suo trono di ferro nero, dove per ore aveva esaminato l’operato dei giudici degli Inferi che avevano il compito di giudicare le anime dei defunti e indirizzarle  verso il luogo dove avrebbero trascorso l’eternità , Ade si diresse verso  l’uscita della Sala del Trono inquieto come quando vi era entrato.     
Nonostante il gravoso compito che si era sobbarcato da secoli, la sua mente era ora occupata da qualcosa d’altro, di gradevole e spinoso allo stesso tempo.

Realisticamente, non si era aspettato salti di gioia da parte di Persefone, e nemmeno che lei accettasse di divenire Regina degli Inferi solo perché lui aveva schioccato le dita; ciononostante, aveva comunque sperato che, nel momento in cui avesse visto che era l’uomo del suo incontro, a cui aveva rivolto la parola con gioia e a cui aveva regalato un fiore, ci sarebbe stato almeno un briciolo di curiosità verso di lui come…persona? I mortali avrebbero usato questa espressione, ma non era sicuro potesse adattarsi anche a un immortale…
Certo, rapire una persona non era proprio il massimo come corteggiamento, ma del resto che avrebbe potuto fare? Zeus, Poseidone, Apollo: quando desideravano una donna, loro sì che potevano presentarsi con il loro bell’aspetto e averla senza troppa fatica; ma lui, Ade, bastava solo che pronunciasse il suo nome per bollarlo come “mostro” e scacciarlo via o rifiutarlo senza appello.

 Con questi pensieri, stava camminando nei meandri del suo regno senza una direzione precisa, quando vide due delle ancelle di Persefone intente a chiacchierare fra di loro. Si avvicinò alle due fanciulle e con grande disappunto le apostrofò:

- E’ così che assolvete al compito che vi ho assegnato, invece di lasciarvi nella barca di Caronte?-

Leuce e Acasta subito si inchinarono tremanti, rispondendo:

- Perdonateci, mio Signore…ma è stata la nostra Signora e Padrona Persefone a dirci che per oggi potevamo considerarci libere. Ha deciso di visitare il vostro regno e per farlo ha scelto solo Mynthe come guardiana. Voi avete detto che obbedire a lei era come obbedire a voi quindi…-

Ade interruppe la tremante ninfa e le congedò entrambe con un cenno  della mano. Le due ne approfittarono per squagliarsela il più lontano possibile.

Dunque, Persefone  aveva deciso di uscire dal suo guscio, addirittura di vedere il regno…che si stesse già rassegnando e volesse conoscere la sua nuova casa? Aveva fatto presto a decidersi..forse un po’ troppo presto, pensò Ade. Una parte di lui rimaneva scettica, ma l’altra parte, sotto sotto, voleva lasciare il posto alla…speranza? Per i mortali si chiamava così, ma poteva valere anche per il Signore degli Inferi?
Seguendo il filo dei suoi pensieri, Ade si mise alla ricerca della sua amata per vedere cosa stava combinando.
 


- Mia signora, che fate?! Scappate subito o quel mostro vi divorerà!-

Fu grazie all’urlo della terrorizzata Mynthe che Ade riuscì finalmente a scovare la sua Regina (non ancora tale). Seguendo la voce della ninfa, in men che non si dica arrivò nel luogo dove stavano le due ragazze e rimase interdetto trovandosi davanti una scena che sinceramente non si sarebbe mai aspettato. Mentre Mynthe scappava gridando alla padrona di fare altrettanto, Persefone  senza alcun timore si avvicinava amichevole e sorridente nientemeno che al temibile Cerbero, il cane a tre teste che fungeva come guardiano dell’ Oltretomba.

- Ma che curiosa creatura! Non ne ho mai vista una così sulla Terra!-

- Padrona vi prego allontanatevi! Quel mostro non ci metterà nulla a divorarvi!-

- Mostro?! Divorare?! Non ti pare di essere esagerata, Mynthe? A me sembra una creatura molto simpatica. –

La “simpatica creatura”, inizialmente, ringhiò con ognuna delle tre teste all’indirizzo della giovane Dea, che però non si lasciò intimorire; avvicinatasi, posò sorridendo la sua piccola mano sul nasone della testa in mezzo, mormorando dolcemente al mostro   le stesse paroline che i mortali usavano nei confronti degli animali a cui si affezionavano.  A quel punto Ade assistette sbalordito  alla resa  del terribile Cerbero, terrore di mortali e non,  che si accucciò ai piedi di Persefone come un qualunque  cane, uggiolando contento e scuotendo l’enorme coda di serpente  mentre la giovane con entrambe le mani accarezzava le restanti due teste ai lati di quella in mezzo. 

- Hai visto Mynthe? Che bravo questo cagnolone!- disse girandosi verso l’esterrefatta ancella che la osservava a distanza di sicurezza. Mentre Persefone parlava a Mynthe, Cerbero notò il suo padrone e smise di scodinzolare, rivolgendo le testa centrale verso la sua direzione, attirando così anche l’attenzione delle due fanciulle. Il dio fu così costretto a palesare la propria presenza, avanzando verso il terzetto con aria severa, che non riuscì a mantenere a lungo alla presenza di Persefone, abbigliata con uno degli abiti che lui le aveva messo a disposizione, che le dava veramente l’aria di essere una vera e propria Regina.

- Come siete bella mia Regina- le disse guardandola ammirato - E vedo che avete fatto la conoscenza di Cerbero, colui che ha il compito di sorvegliare l’accesso al mio Regno.

- Non sono affatto la “vostra” Regina. E non mi ha fatto molto piacere vedere questo poverino ridotto in queste condizioni di abbandono.-

- Non è un “povero cagnolino”, è un mastino sanguinario pronto a sbranare chiunque cerchi di violare le regole degli Inferi. Non potrebbe svolgere il suo compito altrimenti. E’ il suo carattere-

- Certo, mi pare ovvio. Come reagireste voi a essere chiamato perennemente “mostro” e vedere tutti quanti che scappano terrorizzati al solo vedervi?-

Veramente è quanto mi succede da secoli, pensò Ade, indispettito oltre che dall’osservazione dal vedere che Cerbero in pochi minuti era stato il destinatario di carezze e attenzioni che, in fondo, avrebbe preferito avere per sé. Decise comunque di non demordere e cercò di cambiare tattica.

- Le tue ancelle mi hanno riferito che hai voluto fare una visita del mio Regno…-

Persefone fece spallucce.
- Non aveva senso continuare a rimanere rintanata in quella stanza a piangere. –

- Sono perfettamente d’accordo. E dimmi…cosa ne pensi di ciò che hai visto?-

A Persefone venne da ridere. Cosa voleva che pensasse del Regno degli Inferi? Ma la domanda era posta in modo gentile, e Ade sembrava davvero interessato alla sua opinione. Non aveva senso quindi rimanere arroccatacon rigidità sulle proprie posizioni.
 
- Non è poi così brutto come l’ho sempre sentito dipinto. Ci sono molti posti tranquilli, e ho visto i Campi Elisi, sono molto belli. Ho visto anche un vasto Giardino che però mi sembrava abbandonato a sé stesso…certo- sospirò- sulla Terra è un’altra cosa-

- Hai sicuramente anche visto che non ci sono vie di fuga: una volta entrati è impossibile uscirne. –

 Persefone sospirò ed ebbe un brivido di freddo: ma come aveva fatto a capire le sue intenzioni? Lei se n’era ben guardata dal farne parola con le tre ninfe. Ma fu colpita dal fatto che Ade, notando che rabbrividiva, si tolse il mantello e lo avvolse sulle sue spalle, indugiando per qualche attimo con le braccia attorno alle sue spalle. Stranamente, la cosa le diede una sensazione di piacere e calore che non aveva mai sentito in vita sua. 
Per la prima volta, alzò il viso verso Ade e gli sorrise.

(fine sesta parte)

 
   
 
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