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Autore: Morgothip    11/12/2018    4 recensioni
Dopo una serie di saluti ed auguri la principessa venne lasciata libera di girare per la sala, i tavoli erano ancora pieni di pietanze, dovuto al fatto che la maggior parte degli invitati erano intenti a godersi un ballo.
A dire il vero l'unico motivo per cui Fine aveva notato che persone stessero ballando era perché stava ispezionando minuziosamente ogni angolo — ma non riuscì ad incrociare gli occhi blu.
La Regina della Luna era presente ed era piuttosto sicura di aver anche intravisto Milky con le 12 principessine, ma...
...lui?
[...]
"E' strano non vederti ad un tavolo mentre ti abbufi", una pacca sulla spalla la risvegliò dallo stato di trance in cui era entrata.
Fu quasi sicura di aver perso due o tre battiti all'udire quella voce così calma ma, allo stesso tempo, profonda come quella stessa notte.
"Pensavo non saresti venuto in realtà" ammise in tutta sincerità Fine, mentre ancora non riusciva a girarsi ad incrociare gli occhi del Principe della Luna.
"Sottovaluti il tempo che ho da perdere di recente, principessa!"
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A ship prompt/AU.
Redmoon: "If I touch you, you'll disappear."
Oneshot. 



 



Il tempo che stava passando Fine a torturarsi il labbro inferiore, mordicchiandoselo, era proporzionale all'ansia che pesava sul suo povero cuore quella sera. 
"Andrà tutto bene" era ciò che continuava a ripetersi, come un disco rotto — eventualmente pensava sarebbe crollata anche lei; ciononostante l'unica premessa di quella festa era riuscire a sopravvivere e non inciampare per più di cinque volte.
Lungi da me avvisare che ciò non era esattamente la specialità della nostra principessa dagli occhi cremisi ma che, in qualche modo, Camelot aveva prontamente messo in lista tutto ciò che per Fine era da evitare — in modo da non cadere in banali figure. 
Le dita affusolate della principessa caddero sulla gonna gonfia del vestito, nonostante gli anni i suoi gusti in fatto di abiti non erano cambiati davvero molto, né per lei né per la sorella; rosso una, blu l'altra — era ormai il segno indelebile che si portavano dietro da anni, a partire dalle cose più piccole: capelli, accessori, occhi... persino i loro modi di fare potevano essere quasi contraddistinti dal colore assegnatole alla nascita. 
Fine sospirò frustrata, non era il momento di filosofeggiare sul significato dei colori e su quanto possa il tutto aver influito nella sua vita; anche se — doveroso aggiungere, invadenza a parte — la principessa più goffa del Sistema Solare era incredibilmente attratta dal blu e da ogni sua sfaccettatura. 
Che ciò fosse influito dal fatto che un suo grande ed eterno amore era correlato a quel tipo di colore? Fine pensò di non averci mai dato troppo peso, ma l'essenza stessa di ciò che differenziava Shade era proprio quella sfumatura di blu che lo accompagnava da quando aveva fatto la conoscenza delle gemelle. 
Si chiese qualcosa — una domanda un po' stupida, forse superficiale, ma che finì per rimbombarle in testa: se a Shade fosse appartenuto un colore differente, anche ciò che faceva battere il cuore della gemella rossa sarebbe stato differente? 

 
Ci fu un secondo sospiro.

 

"In ogni caso non è importante" finì per borbottare tra sé e sé Fine, alzandosi dalla sedia su cui era seduta da probabilmente più di un'ora — restare ferma in un posto le dava i crampi alle gambe, sapeva benissimo quanto fosse iperattiva.

Sentì qualcuno bussare insistentemente alla porta, doveva essere Camelot anche perché, guardando l'orario, in realtà Fine era già in ritardo. 

"Principessa Fine, la festa è già iniziata da un buon quarto d'ora, sua sorella è già in sala col principe Bright, non dovrebbe raggiungerla?" 
Il tono della balia era estremamente calmo, in contrasto con i suoi soliti atteggiamenti — che fosse evidente che la sua principessa non fosse nelle migliori delle condizioni? Questo Fine non poteva saperlo in ogni caso; tutto ciò che le rimaneva da fare in quella situazione era annuire e apprestarsi con gli ultimi ritocchi.
"Ritocchi" era una grande parola in realtà — a dire il vero l'unica cosa da fare era assicurarsi di riuscire a camminare come si deve senza farsi male, non era ancora molto abituata ai tacchi, nonostante ormai fossero tutto ciò che indossava da un po' di tempo a questa parte; essere una diciottenne era davvero frustrante. 
La gemella rossa seguì Camelot per il corridoio, mentre quest'ultima le ricordava i "sì" ed i "no" di questa festa, sembrava quasi ci tenesse più la sua balia che lei — non poté far altro che accennare un sorriso (molto tirato) all'impegno che ci stava mettendo. 

Camelot si allontanò da Fine per qualche minuto — quest'ultima venne lasciata davanti all'enorme portone che portava alla sala principale. 


 
Ci fu un terzo sospiro, seguito dall'ennesimo morso al labbro inferiore.

 

Fine continuava a ripetersi frasi d'incoraggiamento, era solo l'ennesima festa di compleanno, eppure...

—sapeva bene che questa volta non se la sarebbe cavata con un semplice "non sono pronta", ai suoi genitori. 

Le due guardie che erano appostate agli estremi della porta si accinsero ad aprirla, Fine suppose che l'annuncio del suo arrivo era stato fatto. 
Una volta aperto il salone la principessa fu quasi accecata dalla luce che proveniva da esso, costringendola a portare una mano davanti agli occhi — forse era ancora un po' assonnata. 
Dopo aver riacquistato un minimo la vista e coscienza di ciò che la circondasse, alzò di poco la gonna, in modo da poter guardare i suoi passi per non inciampare e, a passo veloce, entrò in sala.

Si sentirono svariati applausi e gli occhi di tutti erano rivolti alla seconda festeggiata, la quale fece un inchino, non al picco della grazia, ma accettabile abbastanza da non destare vergogna. 
Dopo una serie di saluti ed auguri la principessa venne lasciata libera di girare per la sala, i tavoli erano ancora pieni di pietanze, dovuto al fatto che la maggior parte degli invitati erano intenti a godersi un ballo. 
A dire il vero l'unico motivo per cui Fine aveva notato che persone stessero ballando era perché stava ispezionando minuziosamente ogni angolo — ma non riuscì ad incrociare gli occhi blu. 
La Regina della Luna era presente ed era piuttosto sicura di aver anche intravisto Milky con le 12 principessine, ma...
...lui?
Era stato invitato, questo era certo ed era piuttosto sicura si sarebbe presentato, magari non per lei — ma voleva lo facesse.
"E' strano non vederti ad un tavolo mentre ti abbuffi", una pacca sulla spalla la risvegliò dallo stato di trance in cui era entrata. 
Fu quasi sicura di aver perso due o tre battiti all'udire quella voce così calma ma, allo stesso tempo, profonda come quella stessa notte. 
"Pensavo non saresti venuto in realtà" ammise in tutta sincerità Fine, mentre ancora non riusciva a girarsi ad incrociare gli occhi del Principe della Luna. 
"Sottovaluti il tempo che ho da perdere di recente, principessa!" 
Quel tono arrogante e puntiglioso era una delle cose che Fine più amava, seppur le duolesse enormemente ammetterlo.
"Mi è concesso di augurare buon compleanno alla festeggiata?"
"Ma Rein è a ballare con Bright!"
Fine sentì Shade sbuffare, poté quasi immaginare il cobalto che corrucciava la fronte, incrociando le braccia e emanando la sua solita aura infastidita.
"Sei sempre la stessa stupida di sempre, certe cose non cambiano nemmeno con la maggiore età, eh?"
"A chi hai dato della st—"

Oh.

Aveva perso.
"Finalmente ti sei girata, Fine."
Prima che potesse accorgersene, il corpo della principessa aveva iniziato a muoversi secondo le sue emozioni e non più secondo ciò che gli dettava Fine ed in questo momento era faccia a faccia con Shade.
"N-Non c'era bisogno di chiamarmi stupida!" 
Finì per balbettare, causando ad una risata del principe — risata che cercò di trattenere per essere rispettoso nei confronti della festeggiata; tristemente, fallì in modo piuttosto misero. 
Il rossore e broncio di Fine si trasformarono ben presto anch'essi in una risata soffocata, non voleva dargli mica la soddisfazione! 
"Non sembrava ti stessi divertendo, mi fa piacere vedere d'esser riuscito a strapparti un sorriso."
"Huh?" 
A quel sussulto di Fine, Shade si era già dissolto nel nulla, così come era apparso. 
Lo aveva notato? Da quanto la stava effettivamente osservando? Perché la stava osservando in primo luogo? Perché la stretta al cuore si faceva sempre più soffocante?
Erano tutte domande a cui la principessa non sapeva darsi risposta, non importava quanto ci potesse pensare su; erano una moltitudine di domande a cui solo la persona indirizzata poteva rispondere. 
Era sempre così.
Shade era sempre stato uno spirito libero, poteva essere lì in quel momento e sparire il secondo dopo e, pensandoci, forse era anche questa una delle cose che attraeva Fine a lui, quasi fosse una calamita. Il blu è destinato alla notte ed un colore così solare come il rosso lo avrebbe solo lasciato scappar via al loro primo incrocio — ah, ora ricordava; si susseguirono a pellicole le scene in cui il principe del regno della Luna era attratto irrimediabilmente dall'azzurro impacciato e coraggioso che emanava Rein, stava ricordando. Un gioco di sguardi, di sfiorarsi — un gioco a cui giocarono a lungo e di cui Fine non faceva parte. Il soffitto immenso e lontano da lei, per qualche motivo le sembrò molto più vicino, vicino a schiacciarla, a farla piccola, voleva stringerla in una morsa dolorosa assieme a quelle quattro mura che la circondavano.
Il borbottio generale tacque.
La sala era piena, ma Fine era rimasta coi suoi pensieri — erano rimasti lei e il suo abito rosso, che stava stropicciando tra le mani. "Rosso" le si colorò la mente di quel colore e di esso vennero anche tappezzati i muri, il pavimento... persino il soffitto che le faceva mancare il respiro aveva assunto toni cremisi.



 
Ci fu un quarto sospiro, seguito da una stretta alla gola.


 

Scosse la testa, portando l'indice e il medio alla gola, sfiorandola appena, come a confermare che tutto fosse messo a posto — lei era ancora lì, in piedi, a quell'angolo della sala; si sentiva fuoriposto, quasi a stonare col resto che la circondava. 
Fine portò la mano — la quale era precedentemente chiusa a pugno — all'altezza del petto, osservandone il palmo cereo, si domandava se mai il destino avesse in serbo per lei un futuro in cui Shade vi era presente.
Era un amore adolescenziale, sapeva benissimo di star esagerando, ma c'è da dire che era la sua prima volta — un'ingenua, dolce e infantile prima volta, le emozioni facevano come pareva a loro e, a lei, nessuno aveva mai chiesto nemmeno il permesso.
Decise di uscire, l'atmosfera si stava facendo fin troppo opprimente per i suoi gusti. 

Era una notte di luna piena. 
Il gazebo aveva una delle viste migliori, specie per osservare un bel cielo stellato — gli occhi scarlatti della principessa brillavano già di luce propria, ma alla vista della luna presero un bagliore totalmente diverso dal solito; il pianeta di Shade sembrava immergersi nelle pupille della giovane, un immenso oceano cremiso con una "soffice" luce bianca nel bel mezzo. 
"E' grazie a voi se è in grado di brillare a quel modo."
L'ennesimo sobbalzo, l'ennesimo colpo al cuore e l'ennesimo tono rauco avevano riempito quei secondi. 
Fine non si voltò, lasciò cadere le braccia sulla panchina e rimase con lo sguardo fisso al cielo — scosse però la testa, in segno di negazione.
"E' merito di tutti noi, ci siamo impegnati tutti fino alla fine, siete stati tutti la nostra forza" Fine ne era certa, era sempre stata sicura del fatto che senza tutti i loro amici, avrebbero fallito in partenza con la salvezza dei Pianeti. 

Gli occhi sbarrati furono seguiti da un sussulto.
Delle braccia forti ed ornate dal vestito dorato andarono a cingere il collo della principessa, la distanza era stata annullata e poteva sentire il respiro di Shade stuzzicarle l'orecchio.
"Shade, io—"
"Cosa ti fa paura? Non lo capisco davvero" la stretta si fece più forte, Fine portò la mano destra sulle braccia del cobalto, sfiorandole appena.
"Non brillo d'azzurro, Shade— è come se..." le morirono le parole in gola, si leccò le labbra ormai secche e socchiuse gli occhi, in preda all'ansia e alla paura — tenne comunque lo sguardo alto, tenne comunque gli occhi alla luna. 
"Ho sempre avuto paura. Ho avuto ed ho ancora paura. Sono terrorizzata, Shade; anzi, terrorizzata è probabilmente un eufemismo. E' come se..." questa volta portò entrambe le mani sulle braccia che la cingevano e vi ci sprofondò dentro, soffocando le sue stesse parole.
"Ero interessato a tua sorella" ammise senza mezzi termini, lasciando un po' la presa — le labbra di Fine si strinsero. 
"Ma fa parte del passato, ormai sei a conoscenza dei miei sentimenti per te, già da un bel po', direi" asserì, col suo solito tono saccente. "Ogni volta..."
L'allentarsi della presa, permise a Fine di rigirarsi tra le braccia di Shade, per guardarlo faccia a faccia. 
"Ogni volta che cerco di sfiorarti è come se tu cercassi intenzionalmente di sparire dalla mia vista — e la cosa mi fa imbestialire" il principe lo ammise, probabilmente più a se stesso che a quel rosso accesso che teneva tra le sue braccia.
"E so bene, so meglio di chiunque altro che anche tu mi ami — che anche tu bruci del mio stesso amore."
Poteva mentire? Non ne era in grado, non a Shade.
"Non posso essere il blu che brami, Shade. Non sono coraggiosa, scaccio la notte e sono una fonte continua di problemi — non so cucinare, sono impacciata, un'irrimediabile imbranata, eppure..." Fine si fece piccola piccola. Strinse le mani sul petto, tenendole strette l'una all'altra e chiuse gli occhi arrossati dalle lacrime. "Eppure continuo ad essere invidiosa di Rein! Le hai dedicato il tuo primo amore, le hai dedicato così tanto... mi sento pure dispiaciuta del fatto che lei non ti abbia ricambiato! Perché io voglio solo il meglio per te, Shade. Ed io sento di non essere il meglio..." 
Il cobalto rimase senza parole — non aveva idea del fatto che Fine si fosse riempita di così tanti complessi crescendo con l'età, però dopotutto... 
Decise di sfiorarle le labbra, non vi era malizia in ciò che stava facendo, era qualcosa di infantile e genuino — molto in contrasto con la personalità del principe.
"Non mi interessa il "meglio" di cui parli, Fine. Per me sei già il meglio da ormai tantissimo tempo — te lo ripeterò tutte le volte che vuoi" lasciò la presa, per stringerle le mani subito dopo. "Alza il capo, principessa, il mio primo amore non doveva essere mica l'unico. E sono abbastanza sicuro del fatto che non riuscirà mai ad essere il più forte — ero un ragazzino, un ragazzino che vedendoti crescere ha capito che ero molto più interessato in una noiosa, petulante e fastidiosa ragazzina dai capelli cremisi.
Il contrasto è molto più interessante di un miscuglio fatto dalle stesse sfumature di colori, non trovi?"
Ah—
Sapeva sempre come coglierla di sorpresa.
Nonostante tutto, nonostante tutte le paranoie... sapeva sempre come farla brillare.
Perché si sa.
Shade era la Luna.

"Se mi tocchi continuerò a scomparire... finché non capirò a pieno ciò che provi per me, non... voglio essere un rimpiazzo di mia sorella! E..." arrossì prima di riaprire bocca e chinò il capo. "Mi farebbe piacere se fossi tu quello a rincorrere me stavolta." Sbatté le palpebre timidamente, per poi aggiungere: "Ed oltretutto non avevo mai capito che ora io ti piacessi! Non so raccogliere gli hints!"
"Se ti tocco scomparirai, eh?" Le cinse i fianchi, sfiorandole il naso col suo.
"Allora farò in modo di riprenderti ogni volta, sono una persona molto testarda, vedi."
"L-Lo so!" Gonfiò le guance, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
"Mi fa piacere che io sia finalmente riuscito a strapparti un sorriso."
Ah—
Deja-vù.
Ma...

Era vero. 
Shade la stava osservando da ormai tanto tempo.
Non le aveva mai tolto gli occhi di dosso.

Perché per quanto Fine potesse evitare il suo sguardo e scomparire alla vista, lui l'avrebbe sempre ricercata nei meandri più reconditi del suo cuore.
   
 
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