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Autore: MagiaOscura    12/12/2018    1 recensioni
Tutti conoscono Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks ma nessuno sa come crebbero le tre sorelle e che tipo di rapporti avevano tra di loro. In questa storia vorrei descrivere la mia visione sul legame che le legava.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Le cose per Narcissa Black erano migliorate decisamente. Bellatrix la trattava con affetto, forse fin troppo e stessa cosa facevano i suoi genitori: ricoprivano l’ultimogenita di così tante attenzioni come mai in vita sua.
“Io mi chiedo fino a che punto voi Black possiate essere perversi…sostituire una figlia con l’altra dopo averla sottoposta a maledizione cruciatus per divertire il cugino…che schifo” disse Abraxas sputando col massimo disprezzo.
Erano giunte vacanze estive. Narcissa aveva superato il G.U.F.O col massimo dei voti e come premio ottenne dai genitori di passare le vacanze estive:
“Mi raccomando però  Cissy…niente smancerie. Le lasciamo per dopo il matrimonio quelle” si raccomandò Druella Black alla figlia.
“E dimmi…tua sorella ancora sopporta quel manicomio?” chiese Abraxas Malfoy mangiando uno dei tanti dolci preparati dagli elfi domestici.
“Per poco…vuole scappare dal nato babbano. Non so cosa sia peggio signor Malfoy”
“Da un lato quei disturbati, dall’altro una volgare relazione con uno schifoso nato babbano. Non ti invidio, Narcissa”
Il signor Malfoy continuò a leggere il giornale per informarsi su eventuali morti di babbani e nati babbani e poco dopo arrivò la signora Malfoy che sorrise a Narcissa. La ragazza sembrava voler chiedere qualcosa ai genitori di Lucius ma non sembrava avere il coraggio di parlare.
“Tu devi dire qualcosa” disse Lucius Malfoy che aveva appena finito di nutrire i pavoni. Abraxas Malfoy abbassò il giornale e squadrò attentamente la ragazza, guardandola  negli occhi.
“Sputa il rospo. Ti facciamo così tanta paura?” borbottò l’uomo.
“Io…bhe…scusate la mia arroganza…”
“Non ti preoccupare cara…sei di famiglia, puoi dirci tutto” disse Elladora Malfoy alla ragazza per farle coraggio.
“Quando mia sorella sarà rinnegata vorrei chiedervi un aiuto per permetterle di vivere dignitosamente. Nella nostra famiglia se si viene diseredati si fa la fame”
Abraxas Malfoy  sbatté  ripetutamente le palpebre  mentre Lucius e Elladora Malfoy guardarono meravigliati la ragazza.
“Ricapitoliamo…tu disprezzi il nato babbano con cui è fidanza tua sorella”
“Sì signore”
“E vuoi che ti aiutiamo”                                                                      
“Sì signore”
L’uomo guardò prima verso sua moglie e poi, dopo un cenno di approvazione verso il figlio.
“Lucius…conosci dei posti per nascondere il suo cadavere?”
“Sì papà…basta trasfigurarlo in qualcosa di minuscolo e seppellirlo”
“Si…signore – parlò Narcissa, scioccata per la tranquillità – io non voglio che quel nato babbano venga ucciso…insomma mi piacerebbe ma poi lei mi odierebbe per tutta la vita”
“Ah no…e che cosa???” chiese stupito Abraxas  guardando con sguardo meravigliato Narcissa.
“A…a…aiuto economico…piccolo. Il necessario per vivere”
“Diecimila galeoni bastano?”
Narcissa Black spalancò la bocca, guardando fissa negli occhi l’uomo che nel frattempo stava facendo un cruciverba sulla Gazzetta del Profeta.
“Allora?”
“Signor Malfoy…lei è molto generoso. Certo che bastano, anche troppi”
“In famiglia non abbiamo mai avuto problemi di debiti o di miseria…non siamo mica come i Black o i Weasley” disse Abraxas Malfoy ridendo insieme alla moglie e al figlio di gusto. La stessa Narcissa si fece contagiare dalla risata, abbandonando il contegno che l’aveva sempre contraddistinta.
Dopo la merenda Narcissa andò a passeggiare negli immensi giardini di Villa Malfoy  da sola dato che Lucius stava provvedendo a sistemare il guardaroba. La ragazza si abbandonò ai pensieri e cominciò ad immaginare la vita una volta diventata una Malfoy e non poté non sorridere al solo pensiero dello sfarzo a cui erano abituati . I suoi pensieri andarono anche a Bellatrix e a Sirius e pensò a come avrebbe potuto chiedere al signor Malfoy di ucciderli per vendicarsi di anni di prese in giro. La ragazza sospirò soddisfatta di come la sua vita era migliorata rispetto a qualche anno prima, quando Bellatrix arrivò a usare contro di lei la Maledizione Cruciatus per divertire Sirius. Narcissa sarebbe stata riaccompagnata a casa da Lucius che decise di rendere felice la fidanzata e di passare qualche ora con lei a Villa Black.
Ma non immaginava neanche lontanamente cosa la attendeva al rientro a casa, un qualcosa di vicino all’apocalisse: Andromeda, stanca di nascondersi vuotò il sacco, contravvenendo agli accordi con la sorella di aspettare il diploma. Troppo difficile per la ragazza passare le vacanze segregata a casa soprattutto in quel periodo che non aveva Narcissa farle compagnia.
Le conseguenze furono tremende per la ragazza visto che decise di farlo dopo l’ennesima lite coi genitori: quel giorno erano da loro in visita Bellatrix diventata Lestrange, Rodolphus e Rabastan Lestrange.
“TU! ABOMINIO CHE NON SEI ALTRO, DISONORE DEI NOSTRI GENITORI E DELLA NOSTRA FAMIGLIA!” urlò Bellatrix con tutta la rabbia che aveva in corpo contro la sorella  che tuttavia mantenne il sangue freddo necessario per non spaventarsi.
“GUARDA NOSTRA MADRE!!! E’ SVENUTA!!! MALEDETTA!!!”
“La vita è mia Bellatrix…sono io che devo scegl…”
“LA VITA NON E’ TUA NEL MOMENTO IN CUI DECIDI DI ACCOPPIARTI CON UNO SCHIFOSO SANGUE MARCIO!!!”
Andromeda fece per aprire la bocca per rispondere alla sorella ma fu colpita da un pugno sulle labbra da Rodolphus Lestrange e cadde a terra a causa della forza. L’uomo era il quadruplo più grosso della ragazza.
“Osi rispondere a mia moglie???” ruggì l’uomo guardando con disprezzo la cognata.
Andromeda provò a rialzarsi ma il piede di Rabastan Lestrange le schiacciò violentemente il cranio sul pavimento.
“Bella…che ne dici della Maledizione Cruciatus? Non vedo l’ora di provarla su qualcuno” disse il più piccolo dei Lestrange guardando sadicamente la ragazza che piangeva a causa del dolore.
“No…sei ancora minorenne, ti scoprirebbero subito i cani del Ministero. Puoi fare con le mani” rispose Bellatrix al cognato che non si fece attendere.  Afferrò con tutta la forza la chioma di capelli castani di Andromeda e sbatté il suo viso sul pavimento, rompendole il naso.
“Pad…padre…ma…dre” disse Andromeda balbettando impotente mentre Rabastan Lestrange continuava a schiacciarle con forza il cranio.
“Osi chiamarci così dopo quello che hai fatto? Osi chiamarci padre e madre dopo averci disonorati in questo modo???” arrivò Cygnus Black che aveva sentito i lamenti della figlia.
“Ai…aiut…aiutatemi”
L’uomo non si lasciò toccare per nulla dalle suppliche della figlia, la guardò col massimo disprezzo possibile e si spostò da davanti la figlia di mezzo, dando a Bellatrix carta bianca sul destino della ragazza.
“Ho un’idea…padre, mi presti il tuo pugnale di famiglia?”
“Cosa vuoi fare, ucciderla? No, non è degna neanche di essere uccisa da un Black questa traditrice” disse sprezzante l’uomo mentre Andromeda osservava la scena terrorizzata, senza poter nemmeno scappare a causa del piede di Rabastan Lestrange che le schiacciava il capo.
“No padre…diciamo vorrei fare in modo che si ricordi per sempre del suo oltraggio nei nostri confronti” rispose Bellatrix guardando sadicamente la sorella.
“E va bene…ma non voglio morti. Dovrà andarsene sulle sue gambe questa traditrice. Adesso torno da Druella per vedere se ha bisogno di qualcosa”
“Padre…padre…ti prego no…ti prego…fermala”
“Inutile i tuoi lamenti sorellina…reggetele gambe e braccia voi due”
Bellatrix si posizionò sulla schiena della sorella e premette col ginocchio, poi col coltello le strappò l’abito e cominciò ad incidere sulla sua schiena. Le urla della ragazza furono disumane e neanche le risate malefiche dei fratelli Lestrange e di Bellatrix riuscirono a coprirle.
“ANDROMEDA!”
Tra le grida nessuno sentì arrivare Narcissa insieme a Lucius Malfoy. La ragazza corse immediatamente verso la sorella mentre Malfoy osservò impietrito il pavimento sporco di sangue.
“CHE COSA FAI!? TOGLITI!!!” urlò Narcissa spingendo via Bellatrix da Andromeda che non aveva neanche la forza di reagire e piangeva soltanto.
“La signorina qui presente – cominciò Bellatrix a parlare indicando piena d’odio con un dito Andromeda – scriveva lettere di amore al sangue marcio e ha confessato a tutti noi che ci furono baci e anche altro. La sto punendo in rappresentanza di nostra madre che è svenuta. Adesso: togliti”
Bellatrix provò a spingere via Narcissa senza successo. La minore delle sorelle Black, nonostante il fisico decisamente gracile si interpose con decisione tra i Lestrange e Andromeda.
“Tu la ucciderai cosi…guarda che cosa le hai fatto!” ruggì Narcissa notando la schiena dilaniata di Andromeda.
“Era quello che volevo farle e neanche ho finito, spostati o farai la sua stessa fine”
“NO”
“L’hai voluto tu: Rodolphus e Rab…”
Bellatrix fu interrotta da Lucius Malfoy che puntò la bacchetta contro i Lestrange provando a farsi coraggio.
“TU! OSI PUNTARE LA BACCHETTA CONTRO DI ME NELLA MIA STESSA CASA???” urlò Bellatrix estraendo anche lei così come il marito e il cognato la propria bacchetta.
“Si…se l’incolumità…di Narcissa è minacciata…o…oso” balbettò Lucius con la fronte cosparsa di sudore a causa della paura.
“QUESTA NON VE LA PERDONO…AVADA…” urlò Bellatrix venendo tuttavia interrotta dalla voce imperiosa di Cygnus Black.
“BELLATRIX! HO DETTO NIENTE MORTI E TU MINACCI DI UCCIDERE NARCISSA E LUCIUS?”
 “Padre, si sono intromessi e mi hanno minaccia: nella mia stessa casa”
“Padre, è tua figlia…è mia sorella” disse Narcissa col volto rigato dalle lacrime, provando a difendere Andromeda che si rimise seduta, reggendosi il vestito.
“Lo era Narcissa. Da questo preciso istante ho due figlie mentre tu hai solo una sorella. E tu: fuori!” ruggì l’uomo rivolto contro Andromeda indicandole la porta d’uscita.
Andromeda Black si rialzò faticosamente e senza dire nulla a nessuno si avviò reggendosi il vestito strappato e uscì, lasciando dietro di sé gocce di sangue che scorrevano sulla sua schiena. Narcissa non poté fare a meno di leggere con orrore cosa Bellatrix le incise sulla carne: Traditrice, meretrice,  disonore dei nostri genitori, maledetta e tante altre parole irripetibili. Fu l’ultima volta che a Villa Black si parlò di Andromeda Black visto che come consuetudine tutti i membri che non si adeguavano ai dettami puristi della famiglia venivano rinnegati e stessa sorte toccò a Andromeda.
“Cissy, Lucius…siete arrivati!” disse Druella che sentì la voce della figlia minore.
“Druella…non dovresti stare in piedi, sei ancora provata”
“Cygnus, non ti preoccupare. Cissy…ho un regalo per te: una stanza ancora più grande”
Narcissa restò interdetta e capì velocemente che la stanza alla quale si riferiva la genitrice era quella di Andromeda, molto più grande della sua e arredata in modo impeccabile.
“Cosa c’è…non sei contenta?” chiese la donna accarezzando la guancia della figlia.
“No…madre…sono soltanto sorpresa da così tanta generosità…grazie. Posso andare a vederla meglio insieme a Lucius?” chiese la ragazza ai genitori facendo un cenno a Lucius Malfoy che sembrava paralizzato per la paura.
“Ce…certo. Vai pure, vedrai come ti piacerà”
Narcissa afferrò per il braccio Lucius e lo trascinò verso la sua nuova stanza, quella che una volta apparteneva ad Andromeda e chiuse la porta a chiave.
“Maledetta stupida egoista, lo sapevo che sarebbe finita così!” gridò Narcissa dando un calcio al letto.
“Narc…issa…quelli sono…matti” balbettò Lucius ancora spaventato dalla scena a cui aveva assistito. Il ragazzo si avvicinò alla fidanzata che guardava con gli occhi rigati dalle lacrime fuori dalla finestra.
“Posso fare qualcosa per te?”
“Lucius ti prego, vai e cercala. Aiutala” disse Narcissa al ragazzo guardandolo dritto negli occhi.
“Io…co…”
“Vai e cercala, non sarà andata lontano. Anzi, andiamo insieme” 
“Ma non è rischioso con quei matti per te? Potrebbero fare lo stesso a te”
“Fidati, so come mentirgli. Andiamo subito giù…vuoi aiutarmi?”
Lucius Malfoy guardò con indecisione Narcissa e tentennò un momento ma poi, dopo aver guardato il suo viso distrutto dalla disperazione acconsentì anche se a malincuore perché pur considerando i Black matti da legare disprezzava matrimoni con nati babbani.
“Andiamo, non perdiamo tempo allora”
Lucius Malfoy procedette a passo svelto fuori dalla stanza per scendere in soggiorno dove erano riuniti i Black e Narcissa dovette quasi correre per restare al passo del ragazzo.
I Black si erano calmati e Andromeda era come se non fosse mai esistita a Villa Black. I signori Black parlavano tranquillamente con Bellatrix e i fratelli Lestrange.
“E’ un peccato che Narcissa sia occupata, Rabastan. Ci sarebbe piaciuto avere come genero anche te però…”
“Oh non si preoccupi signora Black, posso essere anche amico di famiglia se lei vuole”
“Già lo sei, ragazzo, già lo sei” disse Cygnus Black.
“Madre e padre, se per voi va bene io e Lucius vorremmo fare una passeggiata”
“Ma siete appena arrivati, cari” disse la signora Black.
“Dove?” intervenne sospettosa Bellatrix.
“Queste domande le farai ai tuoi figli, Bellatrix” rispose seccamente Lucius Malfoy alla quasi cognata, approfittando del buon umore dei signori Black.
“Tranquilla Bella, dovresti rilassarti. Permesso accordato anche se ci sarebbe piaciuto essere in vostra compagnia. Ti è piaciuta la tua nuova stanza, Cissy?” chiese la signora Black a Narcissa.
“Oh…si madre. Bellissima, non ho parole per ringraziarti e mostrarti la mia gratitudine” rispose la ragazza cercando di sembrare il più possibile grata agli occhi dei familiari.
“Guardala Druella, si è anche commossa. Non sapevamo che tu fossi così emotiva” disse Cygnus Black notando gli occhi lucidi della figlia.
“Si…commossa. Si, mi sono commossa padre”
“Andate, andate e poche smancerie…ci fidiamo” disse Druella Black
Lucius Malfoy baciò la mano alla signora Black e fece un timido inchino al signor Black prima di uscire insieme a Narcissa.
“Lucius, grazie. Non dimenticherò mai cosa stai facendo per me”
“E non lo dovrai fare, sto venendo meno all’educazione che mi hanno impartito i miei genitori per te, solo perché non voglio vederti distrutta per colpa di quella…di quella, insomma di tua
   
 
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