Serie TV > I Medici
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    13/12/2018    9 recensioni
Per vostra grande sfortuna, le mie grinfie e i miei deliri sono arrivati anche su questa serie TV! Sì, voglio sottolineare che mi sono ispirata totalmente alla serie TV e che non voglio minimamente mancare di rispetto ai personaggi storici, però la mia "sindrome da lieto fine" è arrivata a tanto che ho deciso di... fare in modo che la Congiura dei Pazzi non ci sia proprio stata! Come ho fatto ad arrivare a tanto? Beh, con una storia a metà tra la parodia e la commedia, in cui ho inserito un nuovo personaggio, Antonio Orsini, completamente inventato, un ragazzo sensibile, allegro e generoso che si impegnerà totalmente per riconciliare Medici e Pazzi... e ci riuscirà, perché nelle mie storie un lieto fine lo devono avere proprio tutti (e chi lo ha detto che i cattivi non hanno un lieto fine? Con me sì!). Ah, il mio prestavolto per Antonio Orsini è il Romeo del musical Ama e cambia il mondo.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono ad autori, registi, sceneggiatori e produttori della serie TV I Medici 2.
Genere: Angst, Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Medici Abby's Version'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo secondo

Antonio tornò a Palazzo Medici euforico e felice e si trovò in mezzo a tanta allegria: Lorenzo e la sua famiglia festeggiavano per l’approvazione del trattato con Milano.

“Antonio, vieni a festeggiare con noi!” lo invitò Giuliano.

Il ragazzo si avvicinò tutto sorridente agli amici che lo abbracciarono e gli batterono pacche affettuose sulle spalle.

“Ci hai portato fortuna al Consiglio dei Priori” gli disse Lorenzo. “D’ora in poi ti inviteremo sempre ad assistere alle riunioni!”

“Ma dove ti eri cacciato? Ti abbiamo cercato dappertutto, pensavamo ti fossi perso! Dove sei stato?” gli domandò Giuliano.

“Oh, no, scusatemi, mi dispiace che vi siate preoccupati per me, che sciocco, avrei dovuto avvisarvi” rispose Antonio, rammaricato. “Sono andato a parlare con Messer Pazzi e…”

“Che cosa hai fatto?” trasecolò Lorenzo.

“Era l’occasione che aspettavo per fare la sua conoscenza” spiegò candidamente il giovane.

“E l’hai preso proprio nel suo momento migliore, immagino” commentò Giuliano, ironico. “Ma perché volevi proprio parlare con lui?”

“Dovevo spiegargli che l’approvazione del trattato è una buona cosa per tutti e poi anche insistere perché partecipasse al matrimonio di Guglielmo e Bianca” disse Antonio, molto fiero di sé.

“Ma… perché?” chiese Giuliano, sconvolto. Evidentemente per lui l’eventuale assenza di Jacopo Pazzi alla festa per le nozze della sorella non era qualcosa che gli toglieva il sonno…

“E immagino che ti sia stato a sentire…” fece Lorenzo, ridacchiando. “E’ già molto che tu sia tornato tutto intero. Ma che ti è passato per la testa? E poi… beh, alla fine credo che tu abbia fatto la cosa giusta, ma spiegami un po’, è tua abitudine invitare la gente a casa d’altri?”

Antonio rimase di sasso, arrossì, poi cercò di rispondere, confuso, tra le risate dei due fratelli.

“Io… no, mi dispiace, non volevo passarti avanti, Lorenzo, però ho pensato che sarebbe stato meglio… che sarebbe stata un’opportunità per…”

“Ma dai, sto scherzando, non te la prendere così. Adesso anche tu fai parte della famiglia e questa è anche casa tua” lo rassicurò il giovane Medici. “Però adesso sono davvero curioso: cosa ti ha risposto Jacopo quando lo hai invitato al matrimonio?”

“Ha detto che forse verrà” ribatté Antonio, tranquillizzato. “Sì, me l’ha fatta un po’ pesare… ma credo che alla fine l’invito gli abbia fatto piacere. Sono sicuro che si senta solo e che sia molto dispiaciuto che i suoi nipoti non gli parlino…”

“Oh, poverino, mi viene da piangere!” fece Giuliano, sarcastico.

“Ha detto davvero che verrà al matrimonio?” ripeté invece Lorenzo, il ritratto stesso della sorpresa. Se Antonio gli avesse raccontato di aver camminato sulle acque dell’Arno sarebbe rimasto meno sbalordito…

“Ma sì, cioè, in realtà ha detto forse, ma credo che volesse dire sì” ribadì convinto il giovane. “Penso che avesse davvero bisogno di parlare con qualcuno che lo stesse ad ascoltare. All’inizio era arrabbiato, però poi, quando me ne sono andato, sembrava più sereno. Il matrimonio sarà un’occasione per spiegarvi e per riconciliarvi, festeggiando tutti insieme.”

E come no?, pensò Lorenzo.

“E’ questo che hai detto a lui?” chiese invece Giuliano, incredulo. Lui e il fratello si scambiarono una serie di sguardi allibiti.

“Sì, è questo che gli ho detto e penso che lo abbia capito, visto che ha deciso di presenziare alla festa di nozze” affermò Antonio, trionfante.

“Se sarà davvero così, penserò che sei in grado di fare miracoli, Antonio!” scherzò Lorenzo, ancora molto scettico. Non voleva infrangere le grandi speranze dell’amico, ma riteneva piuttosto che, se Jacopo Pazzi aveva deciso così, era perché intendeva trarne qualche vantaggio personale.

Tuttavia preferì non dire altro e la cosa, per il momento, finì lì.

Il giorno delle nozze di Guglielmo e Bianca, però, Jacopo Pazzi non si fece vivo… almeno non subito.

Mentre gli sposi si scambiavano le promesse nuziali e poi, durante il grande e festoso banchetto, Antonio continuava a guardarsi intorno, al contempo speranzoso e deluso.

Com’era che la cosa aveva iniziato a farsi tanto personale?

“Ehi, Antonio, sei sulle nuvole, oggi? Siamo a un matrimonio, non a un funerale!” lo prese bonariamente in giro Giuliano.

“Giuliano, lascialo in pace, dovresti cercare di coinvolgerlo nella festa invece di burlarti di lui” intervenne Lorenzo. “E tu, Antonio, non prendertela così tanto, in fondo lo sapevi che Jacopo Pazzi non sarebbe venuto, mi sbaglio per caso?”

A Lorenzo dispiaceva vedere l’amico così malinconico, ma pensava anche che dovesse imparare per esperienza personale che tipo fosse veramente Jacopo Pazzi. Antonio era un ottimista, voleva vedere il buono in tutti, voleva che ci fossero pace e amicizia intorno a lui, che diritto aveva di disilluderlo? Era una ricchezza essere tanto sensibili, anche se poi si stava male… D’altra parte, certe persone erano davvero una causa persa e Antonio avrebbe dovuto impararlo da sé. Prima o poi lo avrebbe capito.

“Aveva detto forse” rispose il giovane, a bassa voce, “e poi Francesco è venuto, no?”

“Perché probabilmente Francesco è ancora recuperabile” replicò Giuliano, con molto pragmatismo. “Dai, adesso vieni con noi, non vorrai perderti il ballo.”

“Magari tra poco” disse Antonio, sforzandosi di sorridere.

Lorenzo e Giuliano si scambiarono uno sguardo e decisero di lasciarlo in pace. Lorenzo, in particolare, aveva visto proprio Francesco e pensava di approfittare di quel momento per una chiacchierata a quattr’occhi: evidentemente la propensione di Antonio a coinvolgere i Pazzi aveva contagiato anche lui!

Antonio, invece, si allontanò dai saloni più rumorosi e affollati per starsene un po’ da solo a pensare. Si sentiva più triste di quanto sarebbe stato logico aspettarsi e non capiva perché. Certo, aveva sperato che il matrimonio di Guglielmo e Bianca fosse l’occasione migliore per riunire le due famiglie, per dimenticare i vecchi rancori e, in effetti, sembrava che almeno Francesco ne avesse approfittato. Sarebbe dovuto essere… soddisfatto a metà, ecco. E invece perché si sentiva così strano?

Mentre passeggiava nell’atrio di Palazzo Medici, chiedendosi per quale inspiegabile motivo si sentisse così vuoto e triste, venne raggiunto dalla sorella Clarice.

“Antonio, cosa ci fai qui da solo?”

Cosa poteva rispondere? Che era sceso nell’atrio sperando di vedere arrivare Jacopo Pazzi? Clarice non avrebbe capito e, a dirla tutta, non si capiva più nemmeno lui.

“Potrei chiedere lo stesso a te, sorellina. Perché non stai danzando con tuo marito?” le chiese, tanto per cambiare argomento.

Clarice strinse le labbra, rattristata e innervosita.

Forse perché mio marito al momento sta danzando con la sua amante, pensò, ma non volle dirlo ad Antonio che sembrava già abbastanza in crisi per conto suo.

“In realtà volevo parlarti di una cosa che mi è venuta in mente, magari puoi dirmi se ti sembra sensata o se è un’assurdità” iniziò a dire Clarice. “Mi è capitato di vedere Francesco Pazzi che parlava con Novella Foscari e mi è sembrato che fossero piuttosto presi l’uno dall’altra.”

La notizia fece molto piacere ad Antonio, che per qualche momento mise da parte i propri tormenti interiori non meglio chiariti.

“Pensi a un matrimonio tra loro? Questo legherebbe anche Francesco alla famiglia Medici, favorendo l’alleanza con Venezia!” esclamò, molto compiaciuto.

“Allora sei d’accordo con me? Potrebbe essere un matrimonio d’amore e, allo stesso tempo, porterebbe vantaggi a entrambe le famiglie, unendole ancora di più” spiegò la giovane. Doveva essere una caratteristica dei giovani Orsini quella di puntare sulla pace e l’armonia tra Medici e Pazzi…

Antonio, entusiasta, strinse le mani della sorella nelle sue.

“Hai avuto un’ottima idea, Clarice, sono fiero di te!” disse. “Pensi di dirlo subito a Lorenzo o…”

“Non ancora. Credo che Lorenzo speri che sia suo fratello Giuliano a sposare Novella, ma lui non sembra affatto interessato. Magari gliene parlerò in seguito. Bene, sono veramente felice che tu approvi la mia idea, adesso penso che dovrò tornare alla festa. Vieni con me?”

Antonio si guardò intorno, perplesso.

“Io… credo che aspetterò ancora qualche minuto. Vai pure avanti, io arrivo tra poco” rispose. Non voleva deludere Clarice, ma proprio non aveva voglia di tornare in mezzo a balli e festeggiamenti, non era nello stato d’animo adatto.

Fratello e sorella si salutarono, quindi Clarice ritornò nel salone delle feste… e Antonio rimase nell’atrio del palazzo, a camminare su e giù continuando a chiedersi perché mai se la prendesse tanto per l’assenza di Jacopo Pazzi. L’idea di Clarice era stata meravigliosa, anche Francesco si sarebbe legato alla famiglia Medici, due su tre poteva essere un buon risultato, non doveva essere troppo insoddisfatto, la riuscita della missione di unire Medici e Pazzi pareva sempre più vicina…

E allora perché si sentiva così malinconico?

Poi, improvvisamente, una voce lo riscosse, facendolo sobbalzare.

“Giovane Orsini, dev’essere davvero noioso il matrimonio a cui mi hai invitato, se nemmeno tu partecipi ai festeggiamenti” disse Jacopo Pazzi, che, a quanto pareva, aveva un talento innato per le entrate a sensazione.

Ogni tristezza svanì dal cuore di Antonio, che si illuminò tutto.

“Benvenuto, Messer Pazzi!” lo salutò, felice. “Credevo che non sareste più arrivato, ormai. Non avete assistito alla cerimonia nuziale e non avete presenziato al banchetto, ma credo che i festeggiamenti si protrarranno fino a notte inoltrata, per cui, se volete seguirmi…”

“Pensavi che non sarei venuto, però eri qui nell’atrio del palazzo ad aspettare il mio arrivo” insinuò l’uomo, con un sorrisetto.

Con suo immenso stupore, Antonio si rese conto che era esattamente quello che aveva fatto: non era sceso nell’atrio per caso, se avesse voluto restare solo si sarebbe potuto rifugiare in una qualsiasi delle tante stanze di Palazzo Medici. Invece era andato proprio lì, sperando contro ogni speranza che Jacopo Pazzi si degnasse di presenziare al matrimonio… e non aveva avuto pace finché non era giunto per davvero!

Piuttosto confuso e turbato sotto lo sguardo divertito di Jacopo, il ragazzo non trovò di meglio che ripetere la sua offerta di accompagnarlo nel salone dei festeggiamenti.

“Avevate detto forse, Messer Pazzi, così io vi ho atteso” replicò, senza rendersi conto di mettersi in una situazione ancor più imbarazzante. “Sono sicuro che i vostri nipoti saranno lieti di vedervi, e anche Lorenzo vi accoglierà molto volentieri.”

“Le tue certezze sono ammirevoli, giovane Orsini, sebbene assolutamente campate in aria. Sai bene che i miei nipoti non mi parlano e che i Medici mi disprezzano e mi calunniano” rispose Jacopo Pazzi, seguendo tuttavia quel ragazzo che trovava sempre il modo di spiazzarlo.

“I vecchi rancori con la famiglia Medici sono storia passata, da oggi cambierà tutto e sarete un’unica, grande famiglia” annunciò il giovane con una travolgente convinzione. “E per quanto riguarda i vostri nipoti… beh, siete stato voi a dire che Guglielmo non era più un vostro familiare. Basterà che andiate a congratularvi con lui per le sue nozze e vi riconcilierete immediatamente!”

Jacopo scrollò il capo, ma era più divertito che irritato.

“Il mondo come lo vedi tu è molto semplice, giovane Orsini, peccato che la vita vera non lo sia altrettanto” ribatté.

“Oh, adesso lo diventerà” rispose Antonio in tono rassicurante. “Pensate, questo matrimonio ha unito le vostre famiglie e, quindi, voi non avete più soltanto due nipoti, ma anche una nipote acquisita. E, chissà, magari presto nasceranno degli altri nipotini!”

“Dei Medici!” sottolineò Jacopo Pazzi.

“Davvero? Non so come funziona a Firenze, ma a Roma è il padre a dare il nome ai figli” disse Antonio, sorpreso dalle parole dell’uomo. “Certo, avranno anche il privilegio di essere per metà Medici, ma il nome sarà quello della vostra famiglia.”

“Hai dimenticato che Guglielmo non è più un Pazzi, ragazzino?”

“Con tutto il rispetto, questo è ciò che avete detto voi” rilevò il ragazzo, con un invidiabile sangue freddo. “Potete anche disconoscere vostro nipote, diseredarlo e cacciarlo dal vostro palazzo, ma non potete togliergli il nome che porta. Per cui, sono lieto di annunciarvi che, comunque la vogliate pensare, il nome della vostra famiglia è destinato a durare per molto, molto tempo.”

Antonio aveva un modo tutto suo di mettere le cose sotto la loro luce migliore…

Fu così che il giovane fece il suo ingresso nel salone dei festeggiamenti al fianco di Jacopo Pazzi… causando un momentaneo sbigottimento tra i molteplici invitati. Per un lungo istante ci fu un silenzio di tomba e sguardi allibiti tra i presenti, poi per fortuna Lorenzo ebbe l’illuminazione di appoggiare l’iniziativa di Antonio, fingendo allegramente di essere stato lui in persona a insistere affinché l’uomo intervenisse al matrimonio.

“Messer Pazzi, sono davvero felice di vedervi qui in questa lieta occasione” esclamò, andandogli incontro con calore. Se fossero esistiti già allora, Lorenzo Medici avrebbe senza dubbio vinto il premio Oscar come miglior attore… “Prego, accomodatevi e festeggiate con noi. O volete prima salutare i vostri nipoti?”

E così, con molta buona volontà e tanto disagio serpeggiante, i festeggiamenti per le nozze di Guglielmo e Bianca ripresero e continuarono per tutta la notte.

L’unico a divertirsi davvero, da quel momento in poi, fu proprio Antonio; Giuliano, di tanto in tanto, lo guardava e poi si rivolgeva a chiunque avesse intorno in quel momento.

“Se non lo vedessi con i miei occhi non ci crederei ma, a quanto pare, Antonio ci è riuscito davvero” diceva.

Con quella serata, le cose parvero prendere una piega un tantino diversa e, comunque, Lorenzo ne fu davvero contento, perché, pur non arrivando alle vette di ottimismo dell’amico e cognato Antonio, era anche lui convinto che una tregua tra Medici e Pazzi avrebbe contribuito al bene di Firenze.

Forse la situazione si poteva ancora aggiustare e tutti ne avrebbero ricavato vantaggi.

Fine secondo capitolo

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Medici / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras