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Autore: BluAvis    13/12/2018    6 recensioni
* Dal Testo *
Kaminari sussultò. Non se ne era accorto, Kyoka era arrivata a pochi centimetri da lui. Era vicina, molto vicina. Troppo vicina. Fece per allontanarsi, ma la ragazza gli afferrò un polso e lo tirò verso di sé.
- Vuoi morire, per caso?!
- Shh! Non gridare, idiota! E mantieni la calma. Tu non mi farai niente.
Si era aggrappata a lui, alle sue spalle. La sua presa aveva un che di delicato, ma anche qualcosa di irresistibile. Gli rivolse un sorriso imbarazzato.
- Lo vedi? È facile.
Kaminari fu letteralmente costretto a guardarla dritta negli occhi. Anche lei era insicura, lo capiva dal suo sguardo. Però, ciò non toglieva il fatto che fosse molto più audace di lui. Imbastire quell'eccentrico “allenamento” e poi ritrovarsi in una situazione del genere. Roba da pazzi.
- BluAvis
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soffrire di…
Elettrificazione Precoce
My Hero Academia
 
IERI
Caricabatterie //
Non sono sicuro di aver capito
                                           15:07
 
E quando mai tu capisci qualcosa
15:07   V/
 
Caricabatterie //
No sono serio. Perché?!?
                                  15:07
 
Fai come ti dico e basta! Ci vediamo
davanti le piscine a mezzanotte.
15:08   V/
 
Caricabatterie //
Aizawa ci ammazza… sicuro…
                                        15:08
 
Fatti uscire un po’ di palle! Lo
sto facendo per te!!!
15:08   V/
 
Caricabatterie //
Ok… >.<
                15:08
 
OGGI
Sono già dentro
00:03   V/
 
Caricabatterie //
Asp >.<
Dv ancora mettermi il costume!!
                                          00:11
 
Giuro che me ne vado e ti
lascio qui!!!!!!!!!
00:11   V/
 
Caricabatterie //
Arrivo!
                00:16

 
Kyoka rimaneva seduta a bordo piscina, le braccia incrociate davanti al petto. La brezza notturna si insinuava crudele tra gli spifferi del suo accappatoio, facendola rabbrividire. Il piede destro picchiettava nervosamente a terra, un po’ per il freddo, un po’ per la frustrazione. L’acqua riscaldata emanava un piacevole tepore, ma l’umido presente nell’aria le aveva già increspato i capelli. Avrebbe dato qualsiasi cosa per gettarsi dal trampolino ed immergersi nell’acqua bollente. Tutta colpa di quel cretino di Kaminari. Non era ritardatario solo a lezione, ma anche quando si trattava di sgattaiolare la notte, ignorando il coprifuoco e rischiando la sospensione… o peggio…
Sentì dei passi provenire dall’interno del complesso. Per un attimo, pensò al professor Aizawa e alle sue bende. Fu tentata dall’idea di piantare i lobo-jack nel terreno ed analizzare la fonte del rumore, ma non ce ne fu bisogno. Il ritmo dei passi era troppo affrettato, irregolare e fastidiosamente incauto per essere quello del calmo e razionale sensei. A confermare la sua ipotesi, un ciuffo di capelli biondi fece capolino dalla porta degli spogliatoi maschili.
Le si avvicinò Kaminari, leggermente affannato, con un costume blu elettrico e un vecchio accappatoio bianco. La ragazza non mostrò alcuna pietà.
- Venti minuti di ritardo.
Sibilò tagliente, gli occhi ridotti a delle fessure minacciose.
- Chiedo scusa.
Disse sottovoce Kaminari, grattandosi la nuca con una mano e protraendo l’altra in avanti, sulla difensiva, onde evitare che gli spinotti dell’amica saettassero pericolosamente in direzione del suo collo.
Kyoka sbuffò, indispettita e rassegnata. Ora che si trovavano lì, di notte, da soli, in una piscina tutta per loro, era sopraggiunto il disagio reciproco.
- Allora…
Provò a rompere il ghiaccio Kaminari.
- Spiegami meglio perché siamo qui.
Per tutta risposta, la ragazza si alzò dal bordo sopraelevato sul quale sedesse ed iniziò a sfilare la cintura di stoffa che le cingesse l’accappatoio intorno alla vita.
Lanciò un’altra occhiataccia al compagno, assicurandosi che non guardasse quello spettacolino con occhi perversi, mentre un leggero rossore cominciava già a balenare sui suoi zigomi.
- È solo allenamento.
Disse, la voce incrinata dalla poca convinzione di ciò che stesse dicendo.
- Devi imparare a controllare il tuo Quirk.
 
L’allenamento di nuoto mattutino era terminato con un quarto d’ora d’anticipo. Il professor Aizawa, con grande sorpresa di tutti, aveva concesso agli studenti la possibilità di sfruttare quegli ultimi quindici minuti per svagarsi in piscina. Mina aveva immediatamente proposto una battaglia sulle spalle dei ragazzi, con generale assenso di quest’ultimi. Quando le richieste di Mineta si erano fatte un po’ troppo spinte (del tipo che le ragazze non avrebbero dovuto indossare la parte superiore del costume) la voglia era passata un po’ a tutti, così gli studenti si erano sparsi per la vasca, rilassandosi in diverse attività. Ashido e Hagakure giocavano con un pallone da spiaggia (dove lo avevano rimediato?) Midoriya ed Iida gareggiavano in stile libero, Tsuyu nuotava in disparte (stile a rana, ovviamente) Kirishima e Bakugo ingaggiavano una sorta di scontro in apnea.
Solo tre persone erano rimaste fuori dai giochi, avendo preferito rimanere in disparte e riposarsi. Yaoyorozu rimaneva placidamente prona a bordo piscina, intenta a prendere un po’ di sole (non aveva aperto la cerniera del costume scolastico, Mineta era ancora nelle vicinanze) Jiro ascoltava un po’ di musica e Kaminari restava al suo fianco, lamentandosi dell’allenamento appena sostenuto.
 
Kyoka era completamente assorta nell’ascolto, ma notò ugualmente Mina sbracciarsi in lontananza. Cercava di attirare la sua attenzione. Kyoka scollegò il lobo-jack dall’ipod, in modo da sentire cosa l’amica le stesse urlando.
- Kaminari!!! Forza! Fatti un tuffo! Per una volta che possiamo divertirci!
Jiro realizzò di aver calcolato male. Stava chiamando Kaminari. Quest’ultimo si issò in piedi, stiracchiandosi.
- D’accordo! Arrivo!
Ashido alzò il pollice in segno di assenso, poi gridò in direzione di Kyoka.
- Avanti, asociale! Vieni anche tu!
Sicuramente, la ragazza “asociale” avrebbe preferito rimanere per i fatti suoi ed ascoltare un altro po’ di musica. Lei odiava interrompere una canzone a metà. Per esempio, non sopportava le persone che continuavano a giocherellare con la radio, saltando di stazione in stazione dopo aver ascoltato solo quattro note della canzone corrente. Comunque, le parve maleducato rifiutare.
- Ok, ok, mi butto anche io.
Successe qualcosa di strano. Kaminari, che fino ad un momento prima era pronto ad assecondare le richieste di Ashido, si tirò inaspettatamente indietro.
- Ah… eh… ora che ci penso… non mi sento molto bene. Farei meglio a star qui.
Kyoka lo squadrò, sospettosa, alzando un sopracciglio. Era una coincidenza fin troppo palese per non essere un dato di fatto.
- Ti dà fastidio nuotare insieme a me?
Era una battuta, ovviamente. Una delle tante frecciatine da lanciare al compagno, il suo passatempo preferito oltre a suonare la chitarra. Stranamente, però, Kaminari non diede segno di voler negare quell’osservazione. Aveva messo una specie di broncio, a metà tra l’imbarazzato e l’indispettito. Se non fosse stato per quella strana reazione, Kyoka avrebbe lasciato correre e si sarebbe tuffata in acqua senza di lui, ma qualcosa in quello sguardo sfuggevole la fece impuntare.
- Ma sei serio? È a causa mia? Veramente?
- Non la devi mettere in questo modo.
Borbottò lui, ancora più a disagio.
- È qualcosa di più complicato.
- Del tipo?
Kaminari si grattò la testa con entrambe le mani, visibilmente imbarazzato. Kyoka non lo aveva mai visto così, era fin troppo fuori personaggio. Denki provò ad accampare un discorso generale, sempre evitando di incrociare le iridi violacee della ragazza.
- Il mio Quirk è… particolare. Sono rivestito di elettricità, lo sai.
- E quindi? Questo cosa c’entra?
- Dopo sedici anni ho imparato a controllarla, per evitare di mettere in pericolo le persone che mi tocchino. Ormai non ci faccio più caso, è come respirare, un po’ come se il mio cervello attivasse un salva-vita. Però…
- Però?
- …diciamo che… quando ti sono accanto… faccio un po’ di fatica a controllarmi. Durante la vita di tutti i giorni, è una cosa che passa inosservata, ma in acqua… beh è pericoloso, potrei perdere la concentrazione… e folgorare tutti.
 
Kaminari galleggiava al centro della piscina, da solo. Non aveva ancora immerso la testa, quindi i capelli dorati era asciutti ed intatti. Paradossalmente, l’unica parte del corpo sofferente era proprio il viso, perché tormentato dalla gelida arietta notturna. Ma a conti fatti, la brezza che gli pungeva il viso era l’ultimo dei suoi pensieri. Jiro era ancora a bordo piscina, si era appena tolto l’accappatoio. Non indossava il costume scolastico, ma un grazioso bikini giallo. Kaminari deglutì rumorosamente, osservando le curve dell’esile busto di Jiro, e soffermandosi un secondo di troppo sull’ombelico scoperto.
La ragazza lo guardava sospettosa. Era diventata rossa, ma stava anche tremando.
- Allora? Posso entrare? Guarda che qui si gela.
- Aspetta! Aspetta un secondo!
Kaminari prese un profondo respiro. Chiuse gli occhi, concentrandosi sulla propria Unicità. Fu abbastanza facile, non ci mise molto ad evitare che l’elettricità si incanalasse all’esterno del suo corpo.
- Ehi! Così non vale!
La voce di Jiro lo riscosse da quella trance.
- Come?
- Non serve a niente se chiudi gli occhi! Devi f-farlo mentre m-mi g-guardi.
- Ok…
- P-p-però non g-g-guardare troppo!
- Ma che vuol dire “non guardare troppo”?! Devo guardarti o no?
- Oh insomma, fallo e basta! Sto congelando.
Kaminari piantò gli occhi sulla compagna, cercando di mantenere la calma.
- Ok, vai pure.
Visibilmente sollevata, Kyoka si immerse con cautela, iniziando con il tastare il pelo dell’acqua e sprofondando pian piano fino alle spalle. La mascella, fino a quel momento contratta a causa del freddo, si rilassò al contatto con l’acqua riscaldata della piscina.
 
Kaminari e Jiro rimasero per qualche secondo in silenzio, a ben due corsie di distanza. Kyoka constatò con sollievo di non essere ancora morta fulminata. Era già qualcosa.
- Molto bene. Adesso provo ad avvicinarmi.
Avanzò lentamente, ad ampie bracciate. Kaminari si irrigidì, quasi dimenticò di agitare le gambe per rimanere a galla e sprofondare di conseguenza. Kyoka osservò la difficoltà del ragazzo nel mantenere il sangue freddo, e provò l’istinto di prenderlo in giro. Le ricordava un po’ Midoriya quando si trovasse troppo vicino ad Uraraka.
Ora erano a meno di un metro di distanza, Jirò era abbastanza vicina da notare l’intenso rossore sulle guance di Kaminari, colore sicuramente non causato dalla temperatura dell’acqua. Non c’era da stupirsi, anche lei era piuttosto accaldata.
- Facciamo più vicino?
- Mmmh, ok.
Era come se Kaminari stesse radunando ogni singola briciola di energia del suo corpo. Sarebbe bastato un solo istante, se avesse abbassato la guardia per un solo istante, Jiro sarebbe rimasta folgorata.
- Guardami.
Kaminari sussultò. Non se ne era accorto, Kyoka era arrivata a pochi centimetri da lui. Era vicina, molto vicina. Troppo vicina. Fece per allontanarsi, ma la ragazza gli afferrò un polso e lo tirò verso di sé.
- Vuoi morire, per caso?!
- Shh! Non gridare, idiota! E mantieni la calma. Non mi farai niente.
Si era aggrappata alle sue spalle. Le sua presa aveva un che di delicato, ma anche qualcosa di irresistibile.
Gli rivolse un sorriso imbarazzato.
- Lo vedi? È facile.
Kaminari fu letteralmente costretto a guardarla dritta negli occhi. Anche lei era insicura, lo capiva dal suo sguardo. Però, ciò non toglieva il fatto che fosse molto più audace di lui. Imbastire quell’eccentrico “allenamento” e poi ritrovarsi in una situazione del genere. Roba da pazzi.
- Ok… ok… posso controllarmi… ce la faccio.
- Molto bene. Adesso… beh, sì… aumentiamo un po’ la difficoltà.
Kyoka poggiò le labbra sulla spalla di lui, sull’incavo tra la scapola e il collo. Non era un bacio, aveva semplicemente fatto aderire il viso al suo corpo. Notando con un sospiro di sollievo di essere ancora viva, provò ad abbracciarlo e stringerlo a sé, facendo incontrare i loro petti. Non appena Denki si fece sfuggire un gemito poco convinto, la ragazza lo squadrò malamente.
- Lo so che non sono… granché.
Disse, imbarazzata e anche un po’ risentita. Era alquanto umiliante constatare come i pettorali allenati di Kaminari fossero della stessa grandezza delle sue forme. Denki si morse il labbro inferiore e Kyoka ebbe paura che si stesse trattenendo per non darle ragione. Cioè, era ovvio che avesse ragione, ma sentirselo dire da lui, in quel momento, sarebbe stato mortificante.
- Comunque, ti stai comportando bene, bravo.
- Sì, beh, sto facendo fatica.
Kaminari ricambiò l’abbraccio, sentendo il corpo di lei irrigidirsi per la sorpresa. La sollevò leggermente, aiutato dalla spinta dell’acqua.
 
Ora era solo lui a poggiare con i piedi sul lastricato della piscina, mentre lei ondeggiava leggermente, quasi alla deriva, salvata solo dalla sua presa.
- Ehi, non prendere iniziative… così all’improvviso…
Kyoka muoveva le gambe quasi per inerzia. Non ne avrebbe avuto bisogno, perché stava usando Kaminari un po’ come un salvagente. Inavvertitamente, il suo ginocchio sbatté con qualcosa di… beh… duro. La ragazza spalancò gli occhi. A giudicare dal fiato mozzato, quell’incidente non era passato inosservato neanche a Kaminari. Ora era davvero difficile guardarsi negli occhi, talmente era l’imbarazzo.
- Scusa…
Mormorò lei, premendo ancora di più le labbra sul suo collo e nascondendosi sotto i ciuffi dorati.
- No, tranquilla, non mi hai fatto niente.
Rimasero per qualche secondo in silenzio, sospendendo anche l’allenamento. Kyoka si sentiva in bilico su una lama di rasoio: se fosse caduta a destra, avrebbe continuato ad abbracciarlo, pregando il Signore che la sua elettricità non l’accoppasse; se fosse caduta verso sinistra, beh… fatto trenta, facciamo trentuno.
Accavallò le gambe intorno al suo bacino. Già lei era pesante quanto una piuma, poi in acqua, figuriamoci quanto fosse facile mantenere una posizione del genere. Ancheggiò lievemente, facendo incontrare il suo bikini con il “dosso” creatosi nel costume di lui. Lo sentì trattenere il respiro, ma niente nel suo atteggiamento le suggerì di doversi interrompere. Man a mano che prendeva confidenza, aumentava pressione e velocità. Ormai era inutile nascondersi dietro la scusa di star mettendo alla prova Kaminari. Quei movimenti, la sensazione delle loro intimità che strusciavano sott’acqua, non poteva restare indifferente, non poteva proprio. Sentì il bisogno di affondare le unghie sulla sua schiena, afferrare un lembo della sua pelle con i denti e premere ancora di più.
- Jiro… sto per…
- Come? Di già?
- No, non quello! Il Quirk… il Quirk…
La ragazza fece leva sulle sue spalle e si allontanò quel tanto che bastasse per guardarlo in faccia. Aveva chiuso gli occhi così stretti da sembrar due fessure, si mordeva il labbro con tanta forza da farlo sbiancare. Anche il suo corpo stava reagendo, in preda a strane convulsioni. Il ragazzo agitò la testa a destra e a sinistra, Kyoka interpretò quei gesti come un “esci dalla piscina, cazzo!” e, nel dubbio, si sbracciò in stile libero fino al bordo, issandosi via proprio nel momento in cui Kaminari strillava come un matto. La piscina si illuminò completamente e un rumore di statico saettò attraverso l’acqua.
Jiro fu costretta a coprirsi gli occhi con entrambe le braccia, per evitare di rimaner accecata da quella luce improvvisa. Quando la furia si placò, la ragazza guardò sconcertata ciò che fosse rimasto del suo compagno a centro piscina. Il povero Denki galleggiava a fatica, muovendo in aria i pollici a suon di “Weeeeeeei”.
Kyoka non resistette, non ne era mai stata capace. Sputò tutta l’aria che avesse nei polmoni e cominciò a ridere a squarciagola, incurante del fatto che, da lì a poco, Aizawa sarebbe piombato nello stabilimento, legandoli come dei salami con le sue bende. Non le importava più di tanto, la faccia alla “Saitama” di Denki valeva tutte le ramanzine del mondo.




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Grazie per aver letto fino alla fine! E niente, questa doveva essere una One Shot rossa, rossissima, ma proprio che in quella piscina doveva succedere il finimondo… obbiettivo fallito. Oh, è inutile, quando scrivo di ‘sti due, non riesco ad immaginare niente che non sia un misto di Fluff, Comico e Lobo-Jack che si ficcano sulla cervicale di qualcuno. Ci ho provato a farlo erotico a bestia, lo giuro! Alla fine, non sapevo sinceramente come gestire il tag, quindi ho optato per un arancione onesto. È troppo? È troppo poco? Ditemi voi. Piccolo messaggio per gli “affezionatissimi”: no, questa One Shot non ha rallentato il “lavoro” su Cancer Strike. La Stellazio procede a gonfie vele e presto comincerò a scrivere i capitoli e a pubblicarli (uno ogni cinque giorni? Ce la facciamo? Daje)
Sentitevi liberi di recensire/commentare/criticare la storia, fate come se foste a casa vostra, lettori e lettrici. Detto questo, vi auguro un buon proseguimento. 
E ricordate tutti: PLUS ULTRA!
                                                                                                                                            - BluAvis
   
 
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