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Autore: Memi J    16/07/2009    1 recensioni
«Hai intenzione di tornarci?» mugugna lui, arrestando i tuoi passi.
«...Ne sei appena venuto via. Da lì».
Non dici nulla. Non rispondi, non batti ciglio. Fissi la maniglia della porta.
«A più tardi» sibili, pigro; dunque, richiudi la porta dietro di te, cercando di non sbatterla.
[Soft IchiRuki][Ispirata alla canzone Dancing with tears in my eyes, degli Avantasia]
Una sottospecie di fiction in occasione del compleanno di Ichigo.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurosaki Ichigo, Renji Abarai
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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She's lost in your head

Dancing with tears in my eyes,
weeping for the memory of a life gone by.
Dancing with tears in my eyes,
Leaving out a memory of a love that dies.


Sono le cinque, eppure il cielo è già sull'orlo dell'imbrunire. Il sole va scomparendo dietro le nubi, che lo imprigionano come se volessero spegnerlo e consumare tutta la sua luce.
La stessa luce che si è spenta negli occhi di Ichigo.
E la stessa luce che lei non avrà più l'occasione di vedere.

Sei sulla strada del ritorno. Una strada che ti appare come vuota e infinita, trapunta ai lati da case che ti paiono deserte. Stai tornando a casa, con la tua auto, eppure ti sembra quasi di camminare.
Non pensi a nulla. La strada, le poche automobili che sfrecciano, i semafori. Invisibili.
Come se non esistessero. Non sei lo stesso Ichigo di sempre. Qualcosa dentro di te si è incrinato, sconvolgendo gli ingranaggi della tua anima. Del tuo cuore. Qualcosa si è spezzato. Qualcosa si è distrutto. Qualcuno è andato perso per sempre.

Fa freddo. È primavera, ma fa freddo. È primavera, ma i fiori sembrano appassire.
È primavera, ma sembra l'inverno più gelido che ti abbia mai travolto.
Ogni colore ha perduto le proprie tonalità luminose, ogni profumo ha perduto la propria fragranza, ogni vita ha perduto la propria essenza.
Niente ormai è più quello che era prima.

Ichigo si è spento. Il suo cuore batte, ma qualcosa si è irrimediabilmente guastato.
Ichigo non ha più voglia di guardare avanti.
Ichigo non ha più voglia di sorridere.
Ichigo non ha più voglia di tornare a casa, perché, a casa, nessuno lo aspetta.
Nessuno.

Una voce mormora parole confuse dall'altro capo dello wireless; parole che senti, ma non recepisci. È la voce di un uomo che, in preda alla desolazione, si aggrappa alla fune della vita di un amico nello sforzo di risollevarsi. Ma alla fine, anche la corda più robusta si spezza. E la tua è sul ciglio di troncarsi.
Renji, voce rotta dai singhiozzi, cerca di trattenere le lacrime: hai quest'impressione.
E fa male. Un male del diavolo.
Come se i frammenti di quella vita andata persa fossero migliaia di pezzi di vetro, che sfregiano la pelle, che lacerano la carne. Come una lama a doppio taglio costantemente premuta sul collo.
Come una mano che stringe, stringe fino a stritolarti. Finché sei ridotto a nient'altro che polvere.

Non pensi a nulla, perché pensare non serve. Lei non tornerà indietro, e lo sai.
Per questo chiudi gli occhi, per un istante, permettendo ad una lacrima di costruirsi un percorso sulla tua guancia, pallida, stanca, pigra. Sorridi, mordendoti il labbro. Un sorriso a cui non riesci a trovare un senso. Sorridi per non piangere. Sorridi per non urlare. Sorridi per non sentirti solo.
Indugi un secondo. Poi, spinto da un groviglio formatosi alla bocca dello stomaco, acceleri.

Quando torni a casa, quella villetta che condividevi con lei, noti sorpreso come la porta d'entrata sia socchiusa: scorgi sul tavolino di cristallo del salotto delle bottiglie quasi vuote, dei piedi scalzi spuntare dietro a un cuscino. Le note della tua canzone preferita raggiungono e paralizzano il tuo udito, così come i tuoi occhi vengono devitalizzati dalla figura di Renji, malamente accomodata e distesa sul divano.
Ubriaco. Come lo è costantemente da quattro giorni. Da quella sera.
«I...Ichigo?» bofonchia in un lamento appena comprensibile, occhi socchiusi.
Resti in silenzio per qualche attimo, sguardo fermo sul bicchiere poggiato sul quel tavolino da caffè. Sospiri, quasi con veemenza, quindi siedi di fronte a lui.
«Stai cercando di dimenticarla?»
«Tu che dici?»
«Bere non serve a niente».
Le tue parole lo lasciano interdetto. Per un momento, cala un gravoso silenzio che sembra stordirvi entrambi; il riflusso di pensieri causato dall'odore dell'alcool svuota completamente la tua mente, e ne risenti con effetti pari ad un lieve disorientamento.
«Non serve, è vero». Sono le sue parole a discostarti dallo stato di catalessi.
«Però» riprende, prima che tu possa chiedere qualcosa come “E allora per quale motivo lo fai?”, «...serve a distrarsi».
Che razza di giustificazione è questa? Probabilmente è ciò che pensi. Ma sai anche che Renji non ha tutti i torti. È impossibile dimenticarsi di lei, sì. E questo tu lo sai meglio di chiunque altro; tu in particolare, sai bene che non potrai mai – non te lo permetteresti neppure – dimenticare il suo sorriso, i suoi occhi celesti, la sua grinta, il suo valore.
Ma ubriacarsi nel tentativo di strappare via la sua immagine con la forza è pleonastico.
Eppure prendi un bicchiere e sorseggi quel liquore di cui fino a quel momento avevi totalmente ignorato l'esistenza. In fondo vuoi solo assecondare il tuo amico.
Renji sorride; lo intravedi appena, sotto il suo braccio muscoloso che, appoggiato sul capo senza la minima delicatezza, gli copre il viso.

Ti accorgi, di nuovo, della musica di sottofondo. La canzone preferita di lei, di Rukia, questa volta.
Ti rendi conto di come Renji stia cercando di ubriacarsi ascoltando le vostre canzoni.
Quelle che insolubilmente vi legano e vi legavano a lei.
Posi il bicchiere, ti alzi, ti dirigi verso l'uscita.
«Hai intenzione di tornarci?» mugugna lui, arrestando i tuoi passi.
«...Ne sei appena venuto via. Da lì».
Non dici nulla. Non rispondi, non batti ciglio. Fissi la maniglia della porta.
«A più tardi» sibili, pigro; dunque, richiudi la porta dietro di te, cercando di non sbatterla.

Non sai perché. Non sai perché, adesso, ti trovi di fronte a quella pietra bianca, così lucida da sembrare uno specchio. Uno specchio che riflette tutto, anima, corpo, pensieri, emozioni.
L'ombra che vi si riflette non è piacevole, pensi. È quella di un uomo torturato dall'angoscia di essere stato privato di ciò che aveva di più caro. Le ginocchia hanno ceduto, ora sei chino su quella pietra smussata e rifinita, liscia quanto lo era la sua pelle. La accarezzi, come se lei potesse sentirti. Sai che non è così, eppure ti va di pensarlo.
Poi il sole tramonta; allora la lapide non riflette più nulla, se non la sua ombra sul prato, trapunto di gocce di rugiada.
E allora ti scopri a pensare a quanto eri felice, con lei.

«Per il mondo forse eri solo una persona. Ma per una persona forse eri il mondo».

It's time and we're in each others' arms.
It's time, but I don't think we really care.










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Happy Birthday! ...In ritardo.

Allora. Lascio stare per il momento il fatto che non mi piace, tanto lo sapete già.
Secondo, avrei dovuto postare ieri questa fic, ma sono stata via (a differenza delle mie aspettative) tutto il giorno,
fino a tardi, e non sono riuscita a postare. Terzo, come ho scritto nell'introduzione, la storia è ispirata
(oserei dire quasi spudoratamente XD) alla canzone Dancing with tears in my eyes degli Avantasia, che
consiglio a tutti di ascoltare <3. Quarto, penso si sia capito che Rukia sia morta. Lo so, nemmeno io lo volevo fare,
ma la canzone dice così. XDDD All'inizio ero partita "uccidendo" Renji, poi ho sconvolto la trama facendo morire Rukia.
(Anche perché la canzone dice "The man on the wireless cries again" ù____ù). XD E va beh.
Per il compleanno di Ichigo avrei voluto scrivere qualcosa di divertente, non so magari una festa a sorpresa o cose così.
Ma non mi è venuto in mente nulla di particolare. XD Piuttosto, anziché scrivere una fiction in proposito, ho preferito
disegnare una Fan Art, quella che vedete nella pagina del mio profilo <3.
Ora vado, dicendo che spero di riuscire ad aggiornare presto anche Turn back the earldom. Sto diventando matta
con l'ottavo capitolo, perché non riesco a scriverlo. Lasciamo perdere, questa crisi passerà, si spera XD.
Bye bye!
   
 
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