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Autore: trullitrulli    16/07/2009    2 recensioni
Nell'universo di Mirai no Trunks Vegeta non è mai morto, Bulma invece se ne è andata in seguito ad un incidente con i Cyborg relegando al padre il compito di prendersi cura di Trunks [...]-Bulma è morta!- sbottava – questo è quel che saprai da me-
-Ma tu la conoscevi bene!- insisteva.
-No, io non la conoscevo affatto-[...]
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Era uno spettacolo desolante, pareti scrostate di intonaco e crepate in profondità da un lato all’altro, dal pavimento al soffitto.
La Capsule Corporation era stata colpita al cuore, nel profondo, nel punto in cui avveniva la magia, dove i miracoli di quell’azienda prendevano forma.
Tutto ciò non solo in maniera metaforica.
Avevano distrutto il cuore dell’edificio, le basi, ed anche il presidente.
Bulma Brief era un genio.
Era l’anima della società ed il segreto del suo successo, insieme al padre.
L’unico quadrato della stanza rimasto integro era una porta in acciaio, spessa all’incirca cinque centimetri.
Bulma aveva contato sul fatto che, se i 17 e 18 non si fossero scomodati e, di persona, non avessero aperto la porta blindata, nessun crollo sarebbe stato in grado di distruggerla.
Ed infatti era ancora integra al suo posto dopo tanti anni e tanta decadenza.
Infilato in una fessura, c’era un foglietto di carta sporco.
Gohan lo sfilò delicatamente, lo aprì e lo stirò con la mano, trattandolo con cura e riguardo. Era un messaggio di Bulma.
Terminato di leggere Gohan lo passo a Trunks, triste.

 

Per un mondo in cui mio figlio possa vivere.
Se non ci sarò più qualcun altro ci sarà al posto mio, a finirla.
Qui sotto appongo le mie ultime volontà.
Ti prego.
Dì al mio Trunks e a Vegeta che li amo. Chiunque tu sia.

 
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Quella era la grafia di sua madre, scarabocchiata di fretta, alcune parole si erano sciolte con l’umidità, e l’inchiostro era rovinato.
Per Trunks fu una pugnalata.
Sua madre moriva una seconda volta.
Sollevò gli occhi dal foglietto, non riusciva a mettere a fuoco nulla.
Oltre le lacrime vide Gohan che riprendeva il biglietto dalle sue dita e lo piegava.
Dunque si erano amati…
Per lo meno ora era certo che sua madre avesse amato Vegeta.
-Posso…posso averlo?-
Gohan lo fissò per un istante, assorto, aprì e spianò il foglio, lesse velocemente tutto il messaggio. Trunks vide che borbottava, forse leggendo sempre lo stesso rigo, poi qualcosa gli attraversò la testa.
Gohan si diede una botta in fronte, pieno di euforia, gli tremavano le mani.
Gettò il foglietto nelle mani di Trunks e cominciò ad armeggiare con l’apertura della cassaforte.
Un monitor e dei tasti intatti chiedevano una password.

 
000111

-Sono la cosa più complicata e assurda che abbia mai visto-
Gohan si grattava la testa finendo di sorseggiare del caffè, gli occhi gli bruciavano, era sicuro di essere diventato semicieco, e da due ore stava lottando contro le palpebre, pesanti come mattoni, che volevano chiuderglisi.
Si sfregò gli occhi col pollice e l’indice per recuperare lucidità mentale.
-Sono certa che ne verrai a capo tesoro-
Chichi, in vestaglia, si era svegliata quando Gohan, la testa gonfia di caffè a tenerlo sveglio, aveva dato un calcio ad un mobile in anticamera ed uno dei piedi di legno che lo reggeva si era disintegrato sul colpo. Il mobile si era rovesciato. Un vaso si era rotto. La lampada del soffitto era traballata e la lampadina al suo interno esplosa.
La casa era stata travolta da una violenza involontaria, dalla scarica di energia liberata da Gohan, mezzo addormentato e molto irritato.
Ora Gohan si stava facendo venire la gobba chino sugli appunti ed i progetti di Bulma.
-Va a dormire tesoro, prima di farti venire un esaurimento. Non abbiamo un’altra casa- disse paziente Chichi accarezzandogli una spalla.
-Se ora mi addormento- ribatté debolmente Gohan, dandosi un lieve schiaffo e poggiando la tazza di caffè con la faccia di MrSatan sopra –cadrò in uno stato avanzato di coma vegetativo, sono troppo stanco- Fletté la schiena sulla sedia e si stiracchiò facendo scrocchiare tutte le articolazioni delle spalle e del collo.
-Dormici su-
-Va bene. ‘Notte-
-Buona notte-
Tempo. Aveva bisogno di più tempo.


In una grotta, nello stesso momento…

Era rimasto molto a lungo a fissarsi sulla parete l’ombra che il fuoco  faceva contorcere un po’ ad ogni guizzo che scoppiava.
Suo padre non passava le sue sere in modo diverso.
Non guardava la parete per una ragione precisa o per un momento di stordimento catalettico, semplicemente perché gli stava davanti, e basta.
Da quando era finito il tempo di intavolare conversazioni col padre, inutilmente poiché ogni tentativo cadeva sempre allo stesso modo, e con lo stesso scambio di battute, non aveva proprio un bel niente da fare alla fine della giornata, sebbene a volte ci riprovasse a parlare.
L’occhio continuava a cadergli su Vegeta contro la sua volontà.
Decise che, quella notte, sarebbe stata una di quelle volte.
-Papà?-
-Dormi-
-Ma…-
-Dormi-
-Papà!-
A questo punto Vegeta dovette fare ciò che, forse, secondo la sua logica di maestro o padre, considerava un'altra sconfitta personale: alzare una palpebra e prestare attenzione.
Tra loro, pretesi da Vegeta, c’erano un margine di discussione nullo ed un margine di obbedienza da parte di Trunks totale, a cui il figlio era impegnato a mantenersi fedele, per non irritarlo.
-Volevo sapere…ehm- l’espressione di Vegeta non incoraggiava il confronto e non lo metteva a suo agio.
-Insomma, come è morta mamma?- avrebbe voluto fargli altre domande, ma aveva deciso che questa l’avrebbe irritato di meno.
Vegeta rimase a fissarlo, Trunks sentì il suo sguardo fin nelle ossa, ed i suoi occhi sembrarono una barriera inattaccabile priva di brecce per riconoscere indizi buoni o cattivi.
-Le hanno fatto esplodere la testa- lo disse con la stessa indifferenza con cui si parla del tempo, senza cambiare espressione -decapitata-
Trunks non ebbe voglia di chiedersi come facesse a saperlo, e - finito di sentirsi turbato dalla sua immaginazione- il disinteresse con cui suo padre gliel’aveva detto gli fece pensare sempre più al biglietto che aveva in tasca, a con quanto amore Bulma doveva aver pensato a lui ed a Vegeta l’ultima volta, e a quanto a quest’ultimo non gliene fosse importato mai granché. Vegeta non si smentiva mai.
Da lui aveva potuto, ed avrebbe potuto ancora avere tutti gli insegnamenti di un guerriero, di un maestro, ed il loro rapporto si sarebbe potuto fermare rigidamente lì. Sperava negli insegnamenti e nelle attenzioni di un padre, ma veramente aveva smesso di crederci.
Eppure Vegeta era un essere affascinante -al di là del fatto che fosse suo padre e che ancora lo conoscesse poco o niente, poichè lui aveva sempre voluto così- anche solo per quel contegno che si dava, per il necessario distacco del principe dei Sayan, per l’assenza di sentimenti, o (se in realtà si sbagliava e ne aveva) per quanto poco di ciò che sentiva desse a vedere.
Per quanto sembrasse non avere cuore però, non era forse l’esistenza stessa di Trunks la prova che avesse amato qualcuno?
O era stato semplicemente un rapporto come un altro? Sua madre era stata una donnaccia qualsiasi per lui? Come ne aveva già avute? Come un guerriero aveva bisogno di averne?
E allora perché l’universo non pullulava di figli di Vegeta? O forse lui non gliene aveva mai parlato?
E se aveva amato Bulma, poteva esserci una qualche remota possibilità che volesse del bene anche a lui? Solo un padre può elargire amore paterno. E in questo senso l’affetto gli era particolarmente mancato.
Da Gohan aveva avuto quello di un fratello. Chichi gli aveva riservato un po’ di quello materno, quel tanto che gli serviva per farsi almeno un idea di cosa fosse.
Accanto a Vegeta era rimasto comunque un punto interrogativo in attesa di considerarlo padre o maestro, o tutti e due.

  
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