Un altro Natale era giunto
e nel piccolo fiocco di neve che cadeva dal cielo trapunto di stelle, una musica lieve si spandeva nell’aria leggera creando una lieta atmosfera.
Il Grinch allora, irritato, decise che per l’occasione avrebbe anche lui festeggiato punendo quelle anime buone: egli avrebbe rubato i regali
ai bimbi e agli adulti ignari.
Chiamò a sé il solo amico, un piccolo cane randagio, sporco, spelacchiato e avvizzito che nulla avea di malvagio. «Dobbiam lavorar di gran lena, in paese ci andrem dopo cena.»
Frattanto che saldava il sellino sulla slitta che fungea da calesse sentì un tonfo al camino… Babbo Natale non poteva essere: tutti sanno che non esiste, perciò a Natale l’adulto è triste!
Ne spuntò fuori un omone,
un orco alto e assi grosso ma… strano… non era marrone e nemmeno vestiva di rosso. Verdi aveva il volto e le mani, Alché il Grinch sussultò: Siamo uguali!
«Se la smettessi di ruzzolare potresti dirmi, di grazia, chi sei? Ti addentri nel mio casolare e or saranno pur fatti miei!» «Hai ragione, ti chiedo scusa,» disse quello reggendo la mascella contusa.
«Mi chiamo Shrek e il regno in cui vivo è lontaaaano lontaaano lontaaano, non potevo accettare lo sdegno di tenermi con Fiona per mano in questo giorno per lei “speciale”: voleva festeggiare il Natale!!»
«Oh!» al Grinch brillarono gli occhi, «Ho capito bene? Lo odi come me?» «Il Natale? Certo! A noi orchi non piacciono dolci, biscotti e il tè…» «I bastoncini di zucchero, che crudeltà! Potremmo metterci in società.»
«Aspettate! Aprite la porta oh gente. Su, fatemi entrare a scaldare le povere ossa dopo quel gelo abissale. Pure io odio a morte il Natale E quel vociar… come di zanzare.»
Costui era un vecchio gobbuto Anch’egli di un colore strano, una mummia per quanto era smunto gli tremavano sguardo e ogni mano. «Parlavate di truffare la gente? Posso aiutarvi, ho un’idea “eccellente”.
Sono Burns, non avevo pensato a presentarmi, io ho una centrale,» «colui che brucia è il significato?» «Esattamente, ma non del nucleare. Trovo perfetto per me il mio cognome…» E il Grinch colse l’idea: l’inceneritore!
«Dobbiamo però agire in fretta che qui c’è già troppa gente, l’ammucchiata di doni ci aspetta e il pensiero di voci sgomente. “Dove sono i miei pacchettini?” Già immagino urlare i bambini.»
«Un momento, non ho più benzina!» Gli altri lo guardarono sbieco. «Me ne ricordo solo stamattina, ci serve trovare un rimedio.» «Bau! Bau!» «Il mio amico dice che il mago della pozione ha grande un lago.»
«Beh, se va bene per carburante procuriamoci orsù la mistura. Che ci aiuti nel piano esultante di disfare l’allegra natura della festa più buona che c’è, anche se sfideremo il Re.»
«Quale Re?» lo guardarono basiti
«Quello di Molto Molto Lontano. Perché sembravate intristiti? Nessuno di noi è così umano.» «Harry Potter si chiama: Al Grifon d’Oro dobbiam recarci. E che sia solo!»
Mentre Grinch e il cane guidavano e Burns dava le direttive i due uomini verdi pensavano ch’era meglio mai più iniziative. Per essere sicuri di evitare strilla lesti rubaron tutta la burrobirra.
«Siete certi che sia di Silente? È avvelenata, ha un sapore strano.» «No, è di Malfoy Draco, il serpente.» Questo scherzo fece fallire il piano ed impararono che finisce sempre male chi non crede nello spirito del Natale.