Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: swimmila    16/12/2018    7 recensioni
I legami di sangue sono bizze del caso.
Un legame nel sangue è un incontro di anime.
A Louise….
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un dito assorto in polvere d’anni
Pensieri arruffati in concentrici solchi
Bordi sfumati in cui gettare disagio
Lo sguardo nel nulla, la mente vagante.
Nella soffitta polverosa Rosalie saliva di sera a lasciare le sozzure del giorno, come un rituale purificatore prima della benedizione del sonno. Vi andava dopo aver messo a letto sua madre consunta e sentito Jeanne proseguire di notte il suo delirio diurno. Sedeva sfinita sulle assi imporrate di umori e di sensi. Di busse e singhiozzi. Ammoine e silenzi.
Da un’eco lontana le giungevano le voci di due sorelle distanti. Due risate distinte. Due bambine diverse. Due infanzie divise in un malessere silente.
 
 
L’aveva sempre sentito
ch’era diversa da loro.
Ma ad un senso sfumato
risponde un cuore confuso.
Se non fosse stato per le fattezze del Generale, spudorate sul suo viso; se non fosse stata la sesta e ultima colpa, Oscar avrebbe pensato di essere stata adottata. E in certi momenti l’aveva sperato. Che altrimenti non trovava il motivo. Non v’era ragione.
Che non era la spada a punzecchiare merletti.
Non v’era scissura fra spille e galloni.
E poi era arrivato André. Dalle profondità scistose del tempo, risalite col candore onnipotente dei bambini, aveva bucato la superficie embricata del suo sperso sentire, e lei non si era più sentita sola. E lei aveva capito.
Che il suo
era un canto perduto in un coro guidato.
 
 
I boccoli biondi sudavano chini su abiti lindi.
Lo specchio assisteva impotente a un castano indolente.
Rosalie si spezzava fino a tardi la schiena per consegnare in tempo i vestiti stirati. Erano in tre, a casa, ma era come se fosse da sola. Sua madre giaceva da giorni malata nel letto. Sua sorella si trastullava da sempre in aride ciance.
La frusta lacerò l’aria e trovò il sangue che inseguiva.
I boccoli biondi, impazziti di orrore in una fuga sbarrata,
ricadevano rossi sulla schiena striata.
Dal vetro, un mandante castano assisteva tranquillo
a un legame di sangue nel sangue troncato.
 
 
Nella mente sobbalzi
Nelle ruote sussulti
Da fuori una voce
Nel cuore singulti.
La notte vegliava sul suo senso di colpa.
Gli occhi della ragazzina che quel pomeriggio si era quasi buttata sotto le ruote della loro carrozza le erano rimasti stampigliati nell’anima.
Non poteva essere più diversa da lei, quel mucchietto di ossa di stracci vestito. Eppure qualcosa la portava a quel viso emaciato, a quel pianto dirotto, quella voce bambina.
Nessun’estranea le aveva mai imposto un tale rimorso.
Nessuna sorella le si era mai impressa a quel modo nei sensi.
Il suo profondo disagio era qualcosa di innato,
un fastidio infiltrante intriso del sangue di un legame forzato.
 
 
Una fermezza sul polso guidava morbida il suo sguardo smarrito.
Azzurra e affilata la lama strappò un senso di vuoto, squarciò un’ascosa inquietudine e infine fece a pezzi un’estranea.
Rosalie guardò la donna in cui, al buio, aveva creduto di riconoscere l’assassina di sua madre e negli occhi le si confusero tosto i contorni del mondo.
Divenuta gentile, la forza sul polso la trascinò decisa nella sua nuova vita. Al suo incalzato passaggio le pareti, occhieggiando da muri mai visti, si schiudevano s’un calore di casa.
 
 
Cadde il silenzio
ma il tonfo arrivò dopo qualche minuto
che all’inizio sembrava un rifiato
e non già l’usuale ritrovo
di anime mute.
Il tintinnio dei bicchieri riportò il suono nella stanza e il sollievo nei sospiri. André fu l’occasione colta al volo da un imbarazzo tenuto nascosto sotto gonne rigonfie. Fu baluginante gratitudine in turchese uniforme.
Rosalie e il suo primo Natale a palazzo Jarjayes fu per quelle sorelle una seconda possibilità per rintuzzare una conversazione soffocata dai drappeggi.
Rosalie e il suo primo Natale a palazzo Jarjayes fu per Oscar una seconda opportunità. E la sua prima sorella.
 
 
I riccioli d’oro caldo colato
seguivano chini una lettura spedita.
L’educazione di Rosalie era stata la prima cosa di cui Oscar si era preoccupata dopo averla accolta nel palazzo di famiglia. Nei ritagli di tempo le piaceva seguirla personalmente. Rosalie le dava grandi soddisfazioni. Imparava in fretta ciò che le piaceva e apprendeva diligente il resto che doveva.
La spada attraversò l’aria e trovò il sangue che cercava.
Oscar giaceva a terra
i riccioli, d’un oro ancora caldo,
colati attorno ad un respiro svenuto.
Rosalie rivisse con orrore una scena già stata: per terra un affetto adottivo; un urlo artigliato nell’aria; in gola incagliato il terrore.
Sua madre era morta.
Sua sorella, altrove risorta.
Ora,
una sorella insperata
un legame inatteso
attendeva riverso
d’esser di nuovo reciso.
Da un vetro in corsa, un destino propizio fugò sgherri e spavento.
L’affetto per terra
restò sollievo svenuto e panico spento.
 
 
L’oceano spruzzava gioia da ogni singola goccia.
Il vento smorzava nell’aria gli ardori del sole.
Rosalie si sentiva felice. Versava tè fumante in porcellana d’oro smaltata e godeva in silenzio, il cuore gonfio di pace, dei pensieri lontani di Oscar e del cuore profondo di André. Qualcosa di grande li legava, Rosalie lo vedeva, oltre lo sguardo distante di lei e l’allegria forzata di lui. Qualcosa che lei non chiedeva di sapere. Perché il loro era un dialogo d’anime.
L’oceano piangeva infuriato e sgomento.
Il sole asciugava lacrime e vento.
Rosalie si sentiva inquieta e a disagio.
Erano sole, sulla distesa di sabbia,
sorelle di sangue ed estranee di cuore.
Boccoli biondi
protesi verso un viso lontano
sospesi nell’aria in una carezza o un richiamo.
La chioma castana si ritraeva impaurita.
Cercava rancore in quegli occhi smielati
qualcosa che lei sapesse affrontare.
Ma un’anima paga,
come quella lì innanzi
era un nemico
che non sapeva sfidare.
 
 
La tesa del cappello nascondeva ampia il rossore degli occhi.
Le pianelle di raso pestavano al ritmo di un cuore ammencito.
Rosalie bruciava di dolore e di ragioni nascoste.
Ora capiva, ora spiegava
il suo disagio continuo nella famiglia adottiva.
Rinnegata dal sangue,
si era negata nell’anima
a una sorella intimata.
Ma nel buio del suo spirito all’ultimo limite,
nel chiarore materiale all’uscita di un vicolo,
un sangue lontano l’aveva accostata.
Non esistono addii
fra due anime unite
solo spazi distesi
in cui sentirsi legate.
 
 
La notte grondava tristezza struggente.

Rosalie se n’era andata improvvisa com’era arrivata.
Un arcobaleno bramato in un cielo in attesa.
Freschezza soffiata su disagio cocente.
Per nessuna sorella Oscar aveva mai sofferto il distacco di un legame ammorsato nelle bizze del caso.
Ma Rosalie
non era caso.
Era pienezza esatta dalla sua forma di vuoto. Era un dono scartato da spine di rovo.
Era anima fusa in sangue slegato.
Poche vite potevano vantare un tale privilegio. E lei,
ne aveva addirittura avuti due.

La notte scolò di tristezza schiarita.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: swimmila