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Autore: Soniabruni    16/12/2018    4 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 LO SCONTRO


Erano le dieci di sera oramai, Candy, dopo aver aiutato Alexander, sorseggiava come d’abitudine in sua compagnia una tazza di caffè.

“Grazie per esserti fermata, il tuo turno era finito! Sarai stremata” disse il giovane medico.

“È tutto a posto, non ti preoccupare, quando il dovere chiama...”

L’infermiera sembrava tranquilla, l’atmosfera era rilassata e confidenziale, il giovane uomo prese il coraggio a due mani per far luce su qualcosa che gli ronzava fastidiosamente in testa da qualche settimana.
“E... che mi dici invece del piacere? Intendo il piacere di condividere qualcosa con un compagno? Ci sarà mai posto per questo nella tua vita?”

“Alexander ti prego, ne abbiamo già parlato! Tu sei meraviglioso ma... io non sono pronta per lasciarmi il passato alle spalle e non voglio ingannare nessuno”.

“Sicura di non essere pronta? Sai non ho potuto evitare di notare l’intesa che si è creata tra te e il padre di Charlotte... “

“Dio! Ti prego! Sono solo affezionata alla bimba, non c’è nulla di male in questo, o no?” cercò di tagliare corto Candy.

“Se lo dici tu! Per lui ti assicuro che le cose non stanno in questi termini, credo di saper riconoscere un uomo che si trova nelle mie medesime condizioni”.
Il medico voleva sapere; la ragazza di cui era perdutamente innamorato aveva sempre mantenuto una posizione decisa sui suoi sentimenti e gli era sembrato strano vederla così disponibile verso quello sconosciuto, per quanto affascinante potesse essere.
Lei non era certo il tipo da farsi ammaliare dall’aspetto esteriore o dalla posizione sociale.

Candy adesso aveva davvero perso le staffe!
Passasse Albert… ma che ora ci si mettesse anche Alexander a ficcare il naso sul suo cuore per farlo sanguinare di continuo, proprio no.
Cominciò a parlare visibilmente infastidita.
“Ti chiedo la cortesia di non toccare più questi argomenti con me! Quello che sente il mio cuore è solo affar mio e quello che eventualmente prova il signor Graham fatto suo, non tuo.
L’amicizia che c’è tra noi non ti dà il diritto di arrivare a tanto!”

Era la prima volta che la vedeva così alterata…
“Candy... perdonami, sono un vero idiota! Ma ti voglio bene davvero, al di là dei miei personali sentimenti io... credo davvero che tu dovresti sforzarti per fare questo salto. Hai superato mille avversità e una di queste si chiama addirittura guerra, meriti il meglio dalla vita ed è davvero tempo che guardi in faccia il passato per poi lasciartelo alle spalle.

Puoi portarmi pure rancore per ciò che ti ho detto se questo ti far star meglio ma, al di là di quel che provo per te, voglio che tu sia felice.
Sei sicura che quello che è stato meriti tanto dolore e sacrificio?”


La giovane donna profondamente turbata era in piedi dinanzi a lui, a stento riuscì a dirgli:
“Ti ringrazio ma... non parliamone più, promettimelo!”
prima di scappare a casa a riposare, semmai fosse riuscita a farlo in quelle condizioni.

L’emergenza era riuscita a farle momentaneamente accantonare l’incontro di qualche ora prima con Terence e Alexander era stato talmente bravo da ricondurre tutto al punto di partenza se non peggio, ma in fondo aveva ragione da vendere!
Aveva idealizzato il suo rapporto con Terry mentre evidentemente per lui era stato solo un amore giovanile, e si era annientata in nome di quel mito che non lo meritava affatto.

Cercò con tutte le sue forze di evitare il giovane attore nei giorni successivi, non voleva affrontare di nuovo alcun discorso con lui, non aveva alcuna voglia di sentire spiegazioni inutili. Per lei era evidente in che termini le cose fossero sempre state tra loro due, chi avesse amato davvero e chi no...

 

***


Quel pomeriggio vide Charlotte in corridoio mentre guardava malinconicamente fuori dalla finestra.
Aveva la fronte corrucciata e cercava di trattenere le lacrime; non riuscì a non avvicinarla, era smarrita...

“Piccola! Cosa hanno questi occhioni tristi? Aspetti tuo padre? Vedrai che non tarda!”

“Non aspettavo papà ma te...
Ti ho fatto qualcosa? Perché non sei più venuta nella mia stanza? Perché non mi guardi più? Perché non mi sorridi più?
Tu… tu sei come Susanna!”

Candy sentì le ginocchia tremare...
Perché Charlotte parlava in quel modo di sua madre? E poi... perché l’aveva chiamata col suo nome di battesimo?
Cercò di scusarsi accampando mille scuse legate ad impegni di lavoro e accompagnò la bimba singhiozzante nella sua stanza.

“Coraggio! Starò qui con te finché non arriva tuo padre, ti va?
Ti leggo qualcosa? Disegnamo insieme?”

“Sìììììì, un disegno!

Si accorse di una bambolina sul letto, parzialmente nascosta dal lenzuolo… aveva lunghi capelli realizzati con ciuffi di lana gialla raccolti in due simpatici ed alti codini, due enormi occhi verdi e un mare di lentiggini disegnate su un buffissimo naso all’insù.


Charlotte notò l’interesse della giovane donna e allungò orgogliosa verso di lei il suo prezioso giocattolo perché potesse vederlo meglio.
“Ti piace? si chiama Giulietta, la principessa tuttelentiggini, l’ha cucita la mia mamma per me, ce l’ho da quando sono nata; il nome lo ha scelto il mio papà”.

Candy dovette sedersi…
Cercò di deviare il dardo che ingenuamente quella bimba le aveva indirizzato dritto al petto con un incerto e tremante:
“Allora? questo disegno? Cosa facciamo?”

“Oh sì! Voglio disegnare la mia mamma, mi aiuti?
Io non l’ho mai vista ma papà dice sempre che aveva un sorriso dolcissimo. Lo dice anche del tuo lo sai?”


La bionda infermiera era profondamente turbata ma non poteva dire di no, afferrò una matita e si voltò verso la bimba che la guardava con gli occhioni lucidi ed emozionati.
Come sarebbe che non aveva mai visto la madre? Avrebbe a breve compiuto quattro anni e Susanna era passata a miglior vita l’autunno precedente a quanto ne sapeva lei!

Susanna? Doveva tratteggiare Susanna???

“Allora dimmi! Come vuoi che disegni i capelli della tua mamma piccolina?
Lisci, biondi e… raccolti o sciolti?”

“Noooo Candy! La mia mamma ha i capelli giusto giusto come i miei, scuri come il caffè e ondulati, gli occhi nocciola e un sorriso dolce come quello di una fata.
Me lo ha detto il mio papà... e lui non mente mai”

“E dimmi! Quale è il nome della tua mamma?”

“Emily! Si chiamava Emily, era bellissima lo sai? Papy tiene una sua foto nel taccuino”.


La giovane si sentì sprofondare mentre la porta si apriva e il sorriso e la voce di velluto di Terence riempivano la stanza.

La bimba gli saltò letteralmente al collo.
“Papaaaaaa!!!! Finalmente!
Fai vedere a Candice la foto della mamma? Quella che hai sempre con te? Ti pregoooooo! Così possiamo fare un bel ritratto!”

Il sorriso sparì subitamente dal viso dell’attore che, con mani tremanti ed estrema cura, estrasse quel piccolo foglietto logoro dal suo portafogli...
“Eccola... tesoro! Forse dovresti tenerla tu, che ne dici? Ma conservala con dedizione, è l’unica che abbiamo...”

Si girò verso l’infermiera e lesse il disgusto e mille domande sul suo volto...

“Candy io...”

“Ti prego... taci!” sussurrò lei in tono glaciale.
“Piccola, ora che c’è il tuo papà, io torno al mio lavoro, finiamo domani, ok?”

Sentiva gli occhi pungere, l’intero suo corpo era scosso dai tremendi battiti del suo cuore; doveva correre via veloce altrimenti sarebbe scoppiata in lacrime davanti a quella bambina innocente...

Terence la inseguì, non poteva lasciarla andare via senza spiegazioni a quel punto; riuscì ad afferrarle un braccio per fermarla.

“Per Dio Candy! Fermati! Fammi parlare, sono giorni che cerco di farlo e tu non fai altro che evitarmi!”

Lei si voltò mostrandogli il suo viso trasfigurato, gli occhi lucidi reggevano con raggelante fierezza lo sguardo supplichevole di lui.
“Emily dunque! Non Susanna!” gli vomitò addosso tutto il suo disprezzo con quelle poche parole.

“Emily è morta di parto e Susanna ha accettato la bambina pur di farsi sposare... “cominciò a spiegare l’attore, cercando disperatamente le parole più giuste per proseguire, o almeno per farsi ascoltare.

“Come hai potuto comportarti così? Tradirla in quel modo e poi imporle una figlia non sua?
E poi mi dici di aver passato anni d’inferno accanto a Susanna! immagino come saranno stati i suoi accanto ad un traditore come te! Sei... sei… disgustoso!”

“Per Dio Candy... che stai…? Guardami! Guardami negli occhi ti prego!
Sei l’unica donna che abbia mai amat...”

Non riuscì a finire perché la ragazza cominciò a inveire astiosamente contro di lui.
“Non dirlo! Neanche per scherzo! Tu non sai cosa vuol dire amare...
Io... ho seppellito il mio cuore per te, per il tuo senso del dovere e tu?
E tu ti sei gettato tra le braccia della prima che hai trovato!
Non potevi amare me per via di Susanna ma... Emily? Emily sei riuscito ad amarla invece!

Perché? Perché mi hai invitata a New York se non ti importava davvero di me? Perché mi hai fatto così male? Io ti adoravo e avrei fatto qualsiasi cosa per te!”

Gridava e piangeva disperatamente mentre lui la stringeva sulle spalle e la trafiggeva con quegli occhi profondi cercando il momento opportuno per prendere parola e spiegare la sua verità...
Ma Candy non si fermava e lui non riuscì a fare altro che chiuderle la bocca con un bacio sperando di interrompere tutta quell’assurdità e trasmetterle quello che stava provando in quel momento.
La strinse forte, con un braccio le cingeva la vita e con l’altra mano le reggeva la nuca mentre catturava quelle labbra che sognava da un’eternità di assaggiare nuovamente; la baciò con passione ma lei lo respinse e reagì stampandogli sul viso un sonoro ceffone.

“Tu fai sempre così vero? Sai prendere solo con l’inganno, sei un mascalzone! Ti odio con tutte le mie forze!”

“E invece io ti amo maledizione e stavolta mi devi ascoltare!”

“Sei il solito bruto! Io non ti DEVO un bel niente e non ascolterò nulla! Dici di amarmi? Allora dimostramelo una volta almeno!
Amami abbastanza da lasciarmi vivere la mia vita lontano da te! Ti chiedo solo questo!”


Terence sentì un pugnale freddo conficcarsi nel suo cuore e la lasciò scappare via...
In fondo aveva tutte le ragioni, lui non aveva mai combattuto per quell’amore, aveva una figlia e ora cosa poteva mai pretendere da lei?
Aveva sbagliato tutto, non avrebbe mai dovuto permettersi di farsi sopraffare così dai sentimenti, avrebbe dovuto mantenere le distanze da lei come si era ripromesso… invece…
Invece si era comportato nuovamente come il meschino e indegno uomo che era sempre stato.

   
 
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