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Autore: Elena Des    16/12/2018    0 recensioni
Amsterdam, 1942. Rah'el Amì è una ragazza ebrea 15enne trasferitesi nella città all'età di 7 anni. Le leggi razziali entrano in vigore anche in Olanda e Rah'el è costretta a seguire tali leggi, andare in una scuola ebrea ed essere discriminata da coloro non ebrei. Stringe amicizia con Yaacov Mazloun ma i tedeschi bussano a tutte le porte di ebrei per portarli ai campi di concentramento. Per Rah'el inizierà l'inferno ma qualcuno riuscirà a renderlo più piacevole.
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Dal capitolo 11:
-Cosa abbiamo fatto di male? Cosa ho fatto di male?
-Sei ebrea
-Non l'ho scelto io
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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Il mattino seguente Yaacov viene a suonare a casa mia. Apro la porta ed esco fuori

-Buongiorno!- esclama

Io gli sorrido. Non so come comportarmi. Devo dirgli la verità? Che non riesco a provare ciò che prova lui?
Parliamo come ogni giorno delle cose quotidiane ma arrivati al punto dove ci incontrammo per la prima volta lui inizia:- ieri...

-Yaacov... io... non penso di provare ciò che tu provi per me...

-Non mi ami?- mi chiede

-No, mi dispiace... non te l'ho detto ieri perchè mi hai preso alla sprovvista e stanotte ci ho pensato... io.. mi dispiace, rimaniamo amici Yaacov, per favore, non prendertela...- mi scuso io

Lui annuisce e dice:- va bene, Rah'el, però ora andiamo a scuola, ok?

Gli sorrido e come ogni giorno andiamo verso la scuola parlando e divertendoci

La sera mangiamo la cena e andiamo a dormire. Che bello, mi piace stare qui. Guardo il cielo prima di addormentarmi e cadere nel sonno

Sento bussare la porta. Apro gli occhi. Bussano ancora. Mi alzo. Bussano per la terza volta con decisione. In strada si sentono delle grida, forse di soldati tedeschi. Scosto leggermente la tenda e noto tutti i nostri vicini che escono velocemente dalle proprie case con qualche valigia mentre i soldati gridano qualcosa. Agitata chiamo subito la mia famiglia 

-Mamma! Papà!- esclamio io prendendo per mano Dvona- andate sul retro, dai!

-E tu, Rah'el?

-Non preoccupatevi per me, andate! E non vi fate scoprire! Stanno i tedeschi! Vogliono prenderci!

I miei mi salutano abbracciandomi piangendo e a malincuore vanno via. Ora bussano insistentemente

-Butto giù la porta!!- grida un soldato

-No!- esclamo io aprendo la porta

Il soldato mi guarda e si ferma un attimo, poi entra con forza

-Sei un ebrea?- annuisco mentre le lacrime mi pungono gli occhi e subito continua- ci sono persone con te?

-No... nessuno...

Il giovane soldato mi guarda e fa l'ispezione della casa. Il mio cane abbaia ed io gli faccio cenno di zittirsi. Il tedesco va nelle camere da letto trovando le lenzuola disfatte

-Perchè tutte le lenzuola di ogni letto di questa casa sono disfatte?- chiede il soldato

Mi invento la prima cosa che mi passa per la testa:- Non sono state toccate da tanto tempo perchè non entro più in questa stanza da quando i miei... vi prego! Risparmiatemi! Sono solo una povera ragazza ebrea sola! Sono sola! Abbiate pietà!- cerco di non piangere ma è più forte di me. Mi inginocochio piangendo con le mani davanti agli occhi

-Non piangere!- mi ordina

Mi fermo piano e rimangono solo i singhiozzi. Chiedo solo una cosa:- volete uccidrmi? Se volete fatelo subito! Non voglio aspettare!

Il soldato mi guarda ed io aspetto il colpo dell'arma da fuoco ma il ragazzo esce dalla stanza sorpassandomi. Possibile che mi abbia davvero risparmiata?

-Vi posso dare qualsiasi cosa!- esclamo come ringraziamento

-Nasconditi

Io lo guardo e corro sotto il letto. Ricordo come se fosse ieri quando giocavo a nascondino. Era sempre questo il mio posto e nessuno mi notava. Com'ero piccola allora...

Sento ancora le urla in strada. Spero solo che i miei stiano bene. Ripenso al soldato che mi ha risparmiata. Quel soldato dai capelli biondi e gli occhi di un blu intenso. Non pensavo davvero che facesse un simil gesto di bontà.
Aspetto attimi che sembrano infiniti fin quando le urla spariscono. Non esco però fuori perchè per la stanchezza miaddormento sul pavimento pregando che i miei, H'Anna e Yaacov stiano bene.
   
 
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