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Autore: Eevaa    16/12/2018    7 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 58 - GEMELLO



 
Diverso. Quel posto, del quale echi ed echi di narrazione avevano influenzato il suo modo di pensare, era semplicemente molto diverso da come se l'era immaginato. E, soprattutto, non era poi così dissimile dal luogo dal quale proveniva.
Trunks si guardò intorno, di soppiatto. Non sapeva cosa avrebbe potuto comportare mostrarsi lì e oltretutto non sapeva nemmeno se gli fosse consentito. Quali conseguenze sarebbero capitolate? Non era ancora chiara la dinamica di funzionamento di quel macchinario ma, se sua madre lo aveva nascosto e categorizzato come “utilizzo vietato”, forse non avrebbe dovuto usarlo con tanta leggerezza. Che poi si era trattata davvero di leggerezza? A parer suo non ci sarebbe stata altra scelta. E, in fondo, l'avevano già utilizzata due volte e non era successo proprio un bel niente. Non esattamente lo stesso modello ma una copia simile, ma questi erano minimi dettagli.
Dopo essersi accertato che nessuno lo stesse osservando si diresse verso la grande porta a vetri infrangibili, posizionandosi dritto davanti allo scanner facciale e, dopo aver visto in verde la scritta “accesso consentito” - e come avrebbe potuto essere altrimenti? - si addentrò in quell'ingresso che gli sembrò di conoscere da sempre. Beh, molti dettagli erano differenti, a dirla tutta. Il colore delle pareti, il pavimento, le foto sul comò, l'arredamento ben più antiquato (o quantomeno che andava di moda quando egli era solo un bambino), decisamente ben più polvere sui soprammobili.
Sorrise senza uno specifico perché, poi si avvicinò a un quadretto appeso vicino alla porta del salotto e il suo sguardo cambiò: divenne accigliato, forse sorpreso. Era così strano vedere solo due persone invece che quattro in quel ritratto di famiglia, ed era altrettanto strano che, proprio lì vicino, vi era un'altra foto di una persona che mai si sarebbe aspettato di vedere lì. Allungò il dito verso di essa, sfiorando a malapena il volto di quell'uomo dai capelli neri e un aspetto molto differente da quello che conosceva. Perché Gohan non portava gli occhiali?

«Sei cresciuto, vedo».
Trunks si girò di scatto per mettersi sulla difensiva, con un sobbalzo. Ma di che cosa poteva essere spaventato, del resto? Sapeva che probabilmente lo avrebbe ritrovato lì. Solo che non pensava di vederselo spuntare alle spalle così presto e, soprattutto, con quell'aspetto. Si specchiò in lui con occhi sgranati e il fiato corto, abbassando poi le mani dalla difensiva a una posizione rilassata, lungo i fianchi.
«T-Trunks» soffiò provando quasi divertimento a pronunciare quel nome. Il suo stesso nome. L'uomo di fronte a lui alzò un sopracciglio, senza però muovere un solo muscolo.
«Arrivi dall'epoca che salvai molti anni fa, non è vero?» domandò Mirai Trunks alzando leggermente il mento ricoperto da una folta barba grigia.
«C-credo di sì, le coordinate erano quelle scritte sul foglio degli appunti di mia madre. Mi hanno raccontato molto di te» si apprestò a rispondere il ragazzo dai lunghi capelli lilla, non potendo fare a meno di contemplare quella versione di se stesso una ventina di anni avanti. Beh, se non altro non sarebbe invecchiato affatto male. Capelli grigi raccolti in uno chignon spettinato, la barba curata, poche rughe e una massa muscolare ancora ben definita. Anzi, molto più definita della sua.
«Capisco...» sussurrò Mirai Trunks, guardando fuori dalla finestra con il pensiero rivolto a quell'epoca nel quale era stato mandato più di venticinque anni prima. Quanti ricordi, quante volte aveva ripensato a suo padre - all'unico padre che aveva avuto modo di conoscere, il padre di quel ragazzo (oramai uomo) che si ritrovava davanti, impalato e terrorizzato come un perfetto imbecille. Era solo un bambino quando l'aveva conosciuto, aveva persino lasciato che giocasse con i suoi capelli. Sorrise, poi lo guardò di nuovo con aria triste e una sola domanda per la testa. «Loro... loro sono ancora... vivi?»
Trunks rimase sorpreso, ma effettivamente era una domanda più che legittima.
«Papà sì e anche Bra, ma purtroppo la mamma ci ha lasciati sei anni fa» confessò Trunks, poi ripensò alla fotografia appesa al muro. «Oh, anche Gohan sta bene!»
«Mi dispiace per la mamma. Anche qui è morta oramai vent'anni or sono, il cancro l'ha portata via...» spiegò l'uomo del futuro lasciandosi poi andare a un'espressione stranita. «Ma... ma chi è Bra?»

«Oh, scusami! Bra è mia sorella!» si apprestò ad annunciare Trunks, realizzando solo in quel momento che in quell'epoca Bra non era mai potuta nascere ed esistere. Si diede dello sciocco, ma poi si concentrò per un attimo sul fatto che Mirai Bulma, invece, aveva subito l'esatto destino di sua madre. Probabilmente era scritto nelle pagine della sua vita che sarebbe dovuta andare in quel modo, a prescindere dall'epoca o la dimensione.
Mirai Trunks rise e scosse la testa. Vegeta e Bulma avevano così messo al mondo un altro figlio! Allora suo padre era cambiato per davvero! Ricordò i tempi nei quali aveva avuto l'onore e il privilegio di combattere fianco a fianco con lui e, beh, di certo non si era rivelato il più mite e malleabile degli uomini. Aveva dovuto lottare parecchio per ottenere attenzioni e fiducia da parte sua e, naturalmente, anche alla fine di quella incredibile avventura aveva potuto ammirare solamente il seme del cambiamento in lui piantato. Quanti anni erano passati prima che germogliasse? Cosa era successo al principe dei saiyan? Com'era diventato? La curiosità lo attanagliò, avrebbe voluto chiedere di più, scoprire di più, ma per il momento si fece bastare quella lieta e meravigliosa notizia.
«Una sorella? È incredibile... che bell'epoca che si è andata a creare!» constatò, estremamente felice e compiaciuto. Forse era stato persino lui stesso a dare la possibilità a Vegeta di cambiare sul serio, quando era morto durante lo scontro con Cell. Sicuramente quell'evento gli aveva aperto gli occhi, perlomeno.

«Già, davvero molto bella...» sorrise Trunks ripensando alla sua famiglia, ai suoi amici, a suo figlio... alla sua amata Pan. «Se non fosse...»
L'uomo si interruppe. Ripensò a sua moglie. Cielo, era morta da pochi giorni e già sentiva da morire la sua mancanza, ancora non riusciva a capire come avrebbe fatto senza di lei. Ripensò al motivo per il quale era giunto in quell'epoca, per il quale aveva intrapreso quella strada forse non condivisibile, e in quel momento Mirai Trunks lesse nei suoi occhi un senso di sconfitta che riconobbe. Era il suo stesso sguardo quando era giunto nell'epoca passata a cercare aiuto.
«Siete in pericolo, non è vero?» domandò indiscreto il più anziano, già certo della risposta che il suo gemello del passato gli avrebbe fornito, ed infatti egli annuì. E che cosa avrebbe potuto fare, quell'uomo, se non aiutarlo in qualsiasi modo come i suoi amici di quell'epoca avevano fatto con lui molti anni prima? «Raccontami ogni cosa».



Gli raccontò davvero tutto, Trunks. Gli raccontò tutto di quegli anni che si era perso. Della nascita di Goten, che era diventato il suo migliore amico. Che Gohan si era sposato, aveva avuto una figlia ed era addirittura diventata sua moglie. Mirai Trunks non poté crederci e rise solo al pensiero di suo padre imparentato con “quell'insulso essere di terza classe di Kaarot” (e per fortuna nessuno poteva sapere cosa fosse successo tra quei due!). Gli raccontò di Majin Bu, di Shenron malvagio, del suo viaggio nello spazio, del Super Saiyan di quarto livello, del fatto che Goku se ne fosse partito per quindici anni per una dimensione fino a pochi giorni prima a lui sconosciuta. Gli raccontò della morte di Crilin, Yamcha, Chichi. Gli raccontò di Goten e sua sorella – e provò un gran prurito alle mani solo al ricordo -  della nascita di suo figlio Goku Jr, per la quale Mirai Trunks quasi si commosse. Gli narrò della malattia di Bulma, del desiderio dei suoi genitori di tornare giovani, ma poi della sua morte. Gli raccontò che Goku era tornato ed era stato segretamente nascosto da suo padre, della morte improvvisa della povera Pan e, finalmente, di tutto ciò che Goku gli aveva svelato. E infine, ovviamente, il loro piano di battaglia per difendere Goku e la Terra, che era poi il fine ultimo per il quale aveva deciso di giungere in quell'epoca a chiedere aiuto.
Una probabile battaglia sarebbe infuriata da lì ad una settimana, e i guerrieri schierati dalla parte del bene sarebbero stati pochi, troppo pochi. Anche solo un combattente in più avrebbe fatto la differenza, e Mirai Trunks era decisamente necessario per quella guerra, tuttalpiù che la sua aura – seppur a riposo – emanava un'energia devastante. Che si fosse allenato a lungo in quegli anni?
Inutile dire che l'uomo del futuro accettò senza alcuna remora, senza nemmeno esitare. Iniziarono ad allenarsi il pomeriggio stesso, in attesa di partire per il passato appena la Macchina del Tempo si fosse auto-ricaricata con energia solare (modifica importante apportata da Bulma rispetto al prototipo della macchina del futuro) per il viaggio di ritorno, da lì a qualche giorno. E in quei giorni parlarono, parlarono tanto, si confidarono, si scoprirono così simili eppure così diversi.

Mirai Trunks gli aveva spiegato di come aveva sconfitto nel futuro gli androidi e Cell in pochissimo tempo e, dopo aver finalmente liberato la Terra da tale sventura, le città avevano ripreso a fiorire, a popolarsi. Pur essendo molti anni nel futuro, però, le tecnologie non erano state così sviluppate per via delle catastrofi causate dagli androidi e, proprio per quel motivo, la Città dell'Ovest non era così differente da quella del passato, non c'era un paesaggio così futuristico rispetto al loro.
Gli raccontò di come, dopo la morte della madre, egli si era chiuso in se stesso. Sulla Terra non vi era futuro per lui, era solo e senza un fine. Era diventato così un eremita, aveva deciso di viaggiare nello spazio alla ricerca di una meta, di qualcosa per lui. E lo aveva trovato, oh, eccome se l'aveva trovato! Un piccolo pianeta ai confini della galassia, un pianeta rigoglioso con degli alieni molto simili ai terrestri. Li aveva aiutati nella tecnologia, aveva trovato il modo di procurargli energia solare, era diventato famoso in quel pianeta e tutti lo avevano ammirato e lo avevano accolto con fratellanza. Si era innamorato di una donna autoctona, una ragazza bellissima dalla pelle color amaranto, si erano uniti in una strana cerimonia matrimoniale e avevano continuato insieme a far fiorire quel luogo. A causa della diversità di specie non avevano potuto generare figli, ma avevano vissuto insieme per venti lunghi anni tuttavia, con la prematura morte di lei, egli aveva capito che forse nemmeno il pianeta Uyis avrebbe potuto fornirgli l'esistenza felice che meritava. Così, dopo vent'anni di assenza, era ritornato sulla Terra e si era ritrovato di nuovo solo, giusto qualche settimana prima che Trunks arrivasse a chiedergli aiuto. Era stato davvero fortunato a trovarlo lì, se fosse rimasto sul pianeta Uyis Trunks se ne sarebbe dovuto tornare a casa con le tasche vuote, e invece il destino aveva voluto che si rincontrassero. E cosa aveva da perdere Mirai Trunks, del resto? Non vi era più niente per lui, lì. Niente e nessuno che potesse aiutarlo a rinascere, quando invece nell'epoca passata avrebbe potuto devolvere la sua vita ad aiutare i suoi cari. Suo padre, il suo amato padre.
•••


[Mirai Trunks, fanart realizzata da Giosuè Graci]

«T-Trunks... oh, Trunks, grazie al cielo» soffiò Vegeta riprendendo colore sulle labbra violacee. Gli Dei solo sapevano quanto avrebbe voluto abbracciarlo e, anzi, abbracciarli tutti e due. Suo figlio e suo figlio del futuro, quel ragazzo che l'aveva aiutato a cambiare per davvero. Da quanto tempo non lo vedeva? Quanti anni erano passati? Quaranta? Era quasi vecchio, oramai. Avrebbe voluto stringerli ma si trattenne e, con il suo solito aplomb, si rialzò dalla neve e riprese fiato, ringraziando tutte le stelle che il suo primogenito fosse sano e salvo. E anche Goku, ancora con le lacrime agli occhi, non poté fare a meno di sentirsi grato nei loro confronti per essere arrivati proprio in quel momento a salvare la situazione. Ancora qualche secondo e Vegeta sarebbe morto, morto a causa di quel mostro di Loraymo.
«Due... due Trunks?» commentò Bra, sbalordita, con la bocca ancora spalancata dallo stupore.
«Ti sei... sdoppiato?» ipotizzò Goten continuando a fissare prima uno e poi l'altro, due gemelli dall'aspetto quasi identico.
Anche Loraymo, con il braccio grondante di sangue dopo l'attacco a sorpresa di uno dei due uomini, si era fermato per qualche istante con gli occhi gonfi di rabbia e la bocca digrignata nel più totale sdegno.
«È una storia lunga, ragazzi. Bentornato, amico!» disse Gohan rivolgendosi al più anziano dei due. Era solo un ragazzino quando l'aveva conosciuto, ma erano diventati subito molto complici. Era un vero piacere per lui rivederlo, anche se i più giovani di quel gruppo non avevano la benché minima idea di chi lui fosse. Del resto non erano ancora nati quando c'era stato lo scontro con Cell.
«E questi due seccatori chi diavolo sono?!» grugnì Loraymo lanciando un attacco dell'aura in direzione del più anziano, il quale deviò il colpo senza nemmeno battere ciglio. Il freddo e il gelo emanato dal nemico sembrava che non lo scalfisse più di tanto. Vegeta lo squadrò da capo a piedi, ammirandolo gonfio di orgoglio: era forte, fortissimo. Si era allenato duramente negli anni, si vedeva a colpo d'occhio. Mirai Trunks aveva speso un sacco di energie per difendere gli abitanti del pianeta Uyis dagli attacchi di alieni interessati alle risorse sul loro territorio, alcuni anche piuttosto agguerriti.
«Papà, Goku, perché questi mostri sono già arrivati? Sono cinque giorni in anticipo, dannazione!» fece notare Trunks guardandosi intorno, non accorgendosi fortunatamente delle guance di Gohan che assunsero un colore dal rosso al viola. Era stata quindi una vera fortuna che la Macchina del Tempo si fosse ricaricata così velocemente, altrimenti sarebbero arrivati troppo tardi.
«Ehm... cambio di program-» si limitò a rispondere Goku, interrotto però dalla brusca voce di Vegeta il quale, adirato più che mai, si gettò verso il figlio con aria minacciosa mentre, poco distante, Gohan aveva iniziato a battersi contro Loraymo per tenerlo a bada. 
«Si può sapere perché diavolo non hai detto niente a nessuno, eh? Lo sai quanto siamo stati in pena?» abbaiò Vegeta rivolto a suo figlio. Dopo un primo momento di sollievo, infatti, il principe non aveva potuto fare a meno di notare quanto Trunks fosse stato irresponsabile a partire senza nemmeno avvisare. In un momento come quello, per giunta!
Trunks arrossì dalle dita dei piedi fino alle orecchie, intimidito dalle parole del padre.
«E dai, papà... non sono più un ragazzino» mormorò, con la testa abbassata.
«Questa è proprio bella!» commentò Mirai Trunks incrociando poi lo sguardo compiaciuto e divertito di Goku. Suo padre era cambiato proprio tanto per ammettere davanti al figlio che si fosse preoccupato per lui, e di questo ne fu estremamente lieto seppur divertito. Cielo, quante cose si era perso, quanti miracoli erano avvenuti e lui non ne aveva saputo niente.
«Silenzio tu, noi facciamo i conti dopo. Ah, bentornato» lo zittì Vegeta con un sibilo, tornando a rivolgersi poi a suo figlio (quello vero). «Dopo quello che è successo a Pan avresti dovuto avvertirci, quantomeno».
«Papà ha ragione, razza di scellerato. Non hai pensato a tuo figlio?!» lo ammonì Bra con le braccia incrociate e l'aura strabordante di rabbia.
Mirai Trunks si estraniò dal mondo per qualche istante, visualizzando nella sua interezza quella figura dai corti capelli biondi rivolti verso l'alto. Non ebbe dubbi, e non perché quella donna aveva appena chiamato Vegeta “papà", non perché era chiaramente una Super Saiyan, ma perché vi era così tanta somiglianza tra le loro aure. E, dettaglio ben più visibile ad occhio nudo, fisicamente era l'esatta fotocopia di sua madre. Lei era Bra. Quella donna bellissima era sua sorella e non poté fare a meno di pensare che la vita, in quell'epoca, era stata un vero e proprio miracolo. Si sentì fiero e orgoglioso di averli aiutati molti anni prima, e non avrebbe permesso a quei mostri senza cuore di sradicare la felicità di quel mondo.
«Veramente Goku Jr sapeva tutto» si giustificò Trunks, con le gote ancora scarlatte.
«CHE COSA!?» gridarono all'unisono padre e figlia, schivando poi Gohan, Goten e Loraymo i quali si stavano fronteggiando senza sosta.
Vegeta spalancò la bocca e giunse da solo a un'epifania alla quale non aveva mai ponderato, o quantomeno alla quale non aveva dato così tanto adito.
“Sono cicuro che papà sta bene” aveva detto Goku Jr il giorno in cui Trunks era scomparso nel nulla. Un bambino che aveva perso la madre pochi giorni prima non avrebbe potuto reagire con così tanta indifferenza e sicurezza di fronte alla scomparsa dell'unica figura genitoriale rimasta. Nemmeno se quel bambino era, in parte, anche saiyan.
«Maledetto moccioso» gracchiò Vegeta con un sospiro di sollievo. Quantomeno lui era l'unico a non essersi preoccupato.
«LA RIUNIONE DI FAMIGLIA È FINITA!» urlò Loraymo il quale, con facilità, aveva atterrato momentaneamente i figli di Goku gettandosi poi con rabbia in direzione del principe dei saiyan.
Ma egli, quella volta, non si fece prendere alla sprovvista e, con una nuova fiamma di speranza nel cuore, schivò l'attacco rispondendo al fuoco con il fuoco, facendo poi cenno ai suoi due figli – quello del presente e quello del futuro – di procedere alle danze. E, immediatamente, entrambi si scagliarono contro il nemico con furia e orgoglio.
Finalmente, dopo ore e ore durante le quali il destino sembrava aver giocato contro di loro, la ruota della fortuna sembrò girarsi dalla loro parte. Goku e Vegeta si guardarono e, senza pensarci, annuirono a vicenda. L'arrivo dei due Trunks avrebbe permesso loro di staccarsi da quella battaglia e teletrasportarsi sugli altri pianeti, di andare in missione come Re Kaioh gli aveva chiesto, di mettere la parola fine a quella guerra una volta per tutte. I due saiyan si fissarono a lungo, intensamente, prima di portarsi entrambi due dita sulla fronte nel medesimo momento.
«È giunta l'ora di fare a pezzi qualche drago!»
Continua...



ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno gente :D E' TORNATOOOOOOO! Evvivaaaaa *pépépééééé*! Il mio Trunksone è tornato ed ha portato con sé uno splendido regale. Un Mirai Trunks brizzolato e sexy hypster. Non potevo lasciarlo fuori da questa storia, l'amore mio (per chi non lo sapesse nutro un amore profondo per il ragazzo del futuro. Andate a dare un'occhiata alla mia Dragon Ball GA - Game of Ages se anche voi siete suoi ammiratori)
E, soprattutto, non avrei mai potuto far fare a Trunks una brutta fine. Avevo pensato per un attimo di trasformarlo in una marionetta comandata dai draghi ma NO! No no e no. Troppo poco credibile. Lui è il figlio del principe dei saiyan, non si sarebbe mai lasciato manovrare la mente dai draghi.
Capitolo di passaggio, leggero e credo anche piacevole. Finalmente un sospiro di sollievo per i nostri amici! Ditelo... e ditelo che siete un po' contenti! Dopo tutto sto macello!
Adesso finalmente i nostri eroi potranno andare sui pianeti dei namecciani a far disattivare tutte le sfere del drago! Andrà tutto liscio? MHAUHAHAHA.

Procediamo immediatamente con le Pagelle:
-Trunks: non posso fare a meno di concordare con Vegeta e Bra nel dire che QUESTA STORIA NON E' UN ALBERGO! Va via e non avvisa, lo chiamo e non risponde. In castigo per una settimana!!! Raggiunge la sufficienza solo perché ha avuto la geniale idea di riportarmi il Mirai. Voto 6-
-Mirai Trunks: mi correggo gente. Se fin ora ho sempre dichiarato che il premio "Mai na gioia" lo avrebbe vinto il povero Vegeta, non è stato nulla in confronto alle pene patite da suo figlio del futuro. Epoca distrutta dai cyborg, gli muore l'unica parente rimasta, fa la vita di eremita, finalmente trova una moglie e questa gli muore prematuramente... che vita di merda, eh, scusate! Dargli un voto basso sarebbe sparare sulla croce rossa. Voto 10. Ti amo.
-Vegeta: e smollaglielo un abbraccio, santissimo il cielo! Che sotto quella dura corazza sei più morbido di un muffin. Mi unisco totalmente alla sua protesta e me lo immagino vestito con la cuffietta, le ciabatte e la vestaglia rosa pronto a sculacciare il figlio con il battitappeto. Premio casalinga disperata. Voto 8.
-Goten: ma che sei scemo? Ma se uno è più vecchio e uno più giovane, come fa ad essersi sdoppiato? Kami, sei figlio di tuo padre. Voto 5.
-Loraymo: allora, capiamoci cocco... quando i miei eroi parlano tu devi startene zitto e muto. Le riunioni di famiglia le interrompi a casa tua. Voto 1.


Bueno gente, dopo questo lunghissimo delirio vi saluto e vi aspetto domenica prossima. Vi anticipo già che durante le vacanze di Natale ci scapperà una pubblicazione extrasettimanale :) poi vi informerò meglio.
A presto e grazie a tutti come sempre!
Eevaa
 
  
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