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Autore: reggina    16/12/2018    3 recensioni
Alcuni uomini sono diventati grandi, in alcuni casi, solo perché avevano accanto questi fiori d'acciaio. Donne che avrebbero preferito essere padrone delle loro vite e invece sono finite a fare le "stepford wives".
Donne vere. Straordinarie. Con i loro pregi e i loro difetti.
Umane. Autentiche.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Indipendenza americana
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“Stiamo costruendo per il futuro, una struttura permanente per la presidenza. E per l’America!”

(Dolley Payne Todd Madison )


24 agosto 1814

È magnifico l’iconico ritratto, a grandezza naturale, di George Washington che campeggia sul muro della Executive Mansion!

Gilbert Stuart lo ha dipinto nel 1796.

È uno dei più belli che Dolley abbia mai contemplato: un Washington sessantaquattrenne, nel suo ultimo anno da Presidente. È in piedi, indossa un vestito di un semplice velluto nero; una mano si appoggia sull’impugnatura della spada, l’altra è estesa e si rivolge alla Sala dell’Assemblea.

Raccomanda l’unione inviolabile tra America e Gran Bretagna


Un utopia in queste ore di terrore e incertezza, durante le quali la stessa indipendenza della Nazione (conquistata con il sangue della generazione precedente) è appesa ad un filo.

Anche James, piccolo e quieto, è stato costretto ad impugnare la spada sul campo di battaglia distante tredici chilometri da Washington.

Da Bladensburg sono giunte notizie disastrose. È stato il panico: molti sono già scappati a piedi, a cavallo, in carrozza…Sparpagliandosi per le campagne.

Dolley no.

La lady di ferro, la donna senza paura, deve tenere le redini del paese senza vacillare.

Non si è mai data per vinta. Non alla febbre gialla le ha ucciso il primo marito e il figlio lasciandola vedova a venticinque anni.

A nessuno sgambetto del destino.

Non si arrenderà nemmeno agli inglesi!


Mezzogiorno è agitato da un vento tiepido e tempestoso. La signora Madison se ne resta chiusa, da sola, in quella che ormai è diventata la sua casa.

La quacchera carismatica e rivoluzionaria incarna, in queste ore drammatiche, il coraggio, la dignità, il patriottismo e la fedeltà assoluta a Washington.

La Executive Mansion è una Casa Nazionale, un simbolo per l’America.

È stata proprio Dolley a volerne, fortemente, la costruzione in quella che era un’area desolata, paludosa e infestata da zanzare.

Lei e James, l’ultimo dei padri fondatori, volevano un posto neutro dove, intorno ad un tavolo e a del buon vino, sarebbe stato più facile far incontrare e discutere politici che mal si sopportavano…

Non sono però bastati la grazia e l’eleganza della first lady a placare un’atmosfera politica violenta e velenosa .


Un boato squarcia questo mercoledì d’agosto.

È una giornata scura e nuvolosa: preludio alla sconfitta .

Due messaggeri esortano Dolley a fuggire…

Ha già messo al sicuro il salvabile: i velluti rossi e l’argenteria, i documenti di rilevanza nazionale, le copie originali della Dichiarazione d’Indipendenza e della Costituzione….Ha seguito, alla lettera, le disposizioni di suo marito che, da sole, trasudano di drammaticità e di disperazione.

Il tempo stringe, gli inglesi sono sempre più vicini.

“Salva quell’immagine se è possibile!”

Istruisce all’improvviso Paul Jennings, un servo afroamericano quindicenne.

Per nessuna ragione al mondo Dolley lascerà al nemico quel pezzo del loro passato, delle loro origini.

Non c’è tempo però per cercare una scala a pioli, per tirare giù il quadro, per rimuovere il ritratto, il telaio e tutto il resto.

“Se non è possibile, la distruggeremo! Non lascerò, in nessun caso, che cada in mano agli inglesi!”

La donna afferra un coltellino, ordina al ragazzino di rompere il telaio, e inizia a rimuovere con cautela la tela che affiderà a due amici di famiglia perché la mettano al sicuro in una fattoria.


Un nuovo boato.

I reparti del generale Ross avanzano al rullo dei tamburi, sotto un enorme Union Jack , nelle loro temute uniformi rosse e nei cappelli sciaccò neri a forma di tubo di stufa.

I vincitori camminano come un solo uomo e le loro baionette brillano nella polvere di Washington.

È una delle giornate più umilianti della storia americana.

Anche la combattiva Dolley si arrende: è il momento di evacuare dalla Executive Mansion , insieme a James.

Non lo sa ma, tra qualche ora, quella che considerava casa sua , sarà data alle fiamme e soltanto un provvidenziale tornado spegnerà il rogo costringendo gli inglesi a tornare alle loro navi.

Lei, invece, diventerà un’eroina nazionale.


***

Executive Mansion o President’s Mansion era il nome ufficiale della Casa Bianca. Prese il nome odierno, infatti, dalla tinteggiatura delle pareti di bianco, dopo la sua ristrutturazione alla fine della guerra.

La battaglia di Blandesburg fu combattuta durante la guerra anglo-americana nell’estate del 1814. Il 24 agosto la capitale, Washington, fu incendiata dagli inglesi.

   
 
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