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Autore: Soniabruni    17/12/2018    4 recensioni
Il primo capitolo inizia al porto di New York, siamo nel 1920. In un bar Albert e Terence sorseggiano un caffè in attesa di qualcuno che sta rientrando dall’Europa… qualcuno cui entrambi tengono molto.
Chi è questa persona è cosa ci è andata a fare oltreoceano magari quando la guerra la faceva da padrone in quei territori?
Credo non sia difficile rispondere, più complicato sarà accettare il motivo di quella scelta.
Susanna Marlowe è morta da un anno ma… ma Terence non è solo!!! nooooo!!!! Terence, che hai fatto!!!!!
La situazione appare molto complicata sin dall’inizio e man mano che si cercherà di fare chiarezza parrà diventarlo ancora di più, ma questa persona così vicina a Terence sarà la chiave per Candy per far pace con presente e passato. Quindi non mi giudicate troppo in fretta! Abbiate pazienza perché riusciremo a scoprire ciò che lega completamene il terzo nuovo soggetto ai nostri beniamini solo nell’ultimo capitolo dello scritto.
I primi tre capitoli servono ad inquadrare la situazione, la storia comincia a svilupparsi dal quarto e poi correrà via veloce con un inaspettato risvolto...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ROSE…

Candy corse via più veloce che poteva, si fermò tra le braccia di Alexander che era di turno quella notte e che aveva appena parcheggiato la sua auto.
Era sconvolta… Emily… Emily… Emily… e quel giocattolo infernale…
Cosa c’entrava quella bambola con lei? Sembrava tutto un gioco disgustoso e crudele, ed era stato proprio il padrone del suo cuore ad orchestrarlo tutto.
La guardò e lei non seppe fare altro che stringersi forte a lui, aveva bisogno di sentirsi protetta da qualcuno di cui si fidava.

“Dio del cielo, Candy, sei sconvolta… che ti è successo?”

Sentiva ancora le labbra bruciare per il contatto con quelle di Terence, il suo Terry bugiardo che l’aveva ingannata nel peggiore dei modi e che aveva avuto l’ardire di rubargli un bacio una seconda volta.
Voleva cancellare tutto… tutti i dolci ricordi di lui, tutte le menzogne, tutto il dolore…
Lo sguardo cadde di nuovo sulla cicatrice dell’amico, le si strinse il cuore pensando al sentimento puro e vero che il giovane provava e che lei non era mai riuscita a ricambiare in nome di un qualcosa che aveva appena avuto riprova non fosse mai esistito; avvertì un desiderio irrefrenabile di dare una svolta decisa alla sua vita.

“Alexander… baciami, baciami, ti prego…”
Il medico incollò le sue labbra a quelle di lei e la attirò ancora più forte a sé, era da tempo che aspettava di farle sentire quanto profondi erano i suoi sentimenti.

Poi la lasciò piangere finché non si fu calmata.
“Amore mio, mi dici perché sei in queste condizioni?”

“Ho appena finito di fare i conti con il mio passato, come mi hai suggerito tu di fare, e ho capito finalmente di aver sbagliato tutto, di aver buttato via la mia vita per qualcuno che non lo meritava e non mi corrispondeva. Sono stata una stupida, ho mitizzato un rapporto che non c’è mai stato, che ho nutrito solo nel mio cuore e adesso voglio voltare pagina, con te… se tu mi vuoi ancora…”

“Candy… ti amo, lo sai! Ma non sono uno sciocco, so perfettamente che mi sei affezionata ma non ricambi i miei sentimenti, ma il fatto che tu abbia guardato il tuo male mi fa ben sperare. Permettimi di corteggiarti come un uomo fa con una donna, fammi avvicinare a te. Abbiamo molte cose in comune e io saprò rispettare i tuoi tempi se tu ti impegni con sincerità con me, che ne dici?”

“Dico che è l’unica cosa che voglio, tu sei meraviglioso e sincero e io imparerò ad amarti come meriti, è quello che desidero di più”.

Alexander non aveva capito bene come la situazione fosse volta all’improvviso a suo vantaggio, ma i suoi sentimenti erano veri e lui non aveva alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire quella donna meravigliosa che aveva atteso per lungo tempo. L’avrebbe amata e protetta con tutto se stesso, era l’unica cosa che contasse davvero nella vita.

La settimana successiva la nuova coppia volle presentarsi al capo della famiglia Andrew per definire i dettagli del fidanzamento; Alex non voleva correre ma nemmeno che nell’ambiente di lavoro si spettegolasse alle spalle di una brava ragazza come Candy, quindi aveva chiesto e ottenuto da lei il permesso di essere ufficialmente il suo ragazzo, d’altronde le intenzioni di entrambi erano più che serie.
Albert non poté fare altro che acconsentire al volere della sua protetta, in fondo era una donna matura e il prescelto una brava persona, non avrebbe mai negato il suo consenso a quell’unione anche se non approvava.

Non cercò però di evitare di farle notare il suo disappunto:
“Candy, sei un’adulta e non ho intenzione di importi né negarti nulla ma sappi che la tua decisione non mi trova d’accordo. So bene che non ami quell’uomo, conosco il tuo cuore. Sono sicuro che questa decisione sia frutto della tua irrisolta situazione con Terence”.

“Una irrisolta situazione dici? Credi che sia una bambina? Credi che accetterei di sposare qualcuno solo per uno sciocco mancato chiarimento? Io voglio solo trovare la mia strada accanto a qualcuno che mi ama davvero, credo di meritarlo… sono stanca di soffrire, voglio una vita anche io!”

“Non fraintendermi, so perfettamente che non sei una stupida ragazzina! Hai tutti i diritti e le ragioni ma non troverai ciò che cerchi accanto ad un uomo che non vuoi davvero. Sarà una vita a metà e poi… Terence ti ama davvero, fidati di me almeno! Perché ti ostini a non guardare in faccia questa realtà?”

“Ti avevo già pregato di non parlarmi più di lui! Ma tu… lo sai che Charlotte non è la figlia di Susanna? Che l’ha avuta da un’altra donna? E lui sarebbe l’uomo giusto per me secondo te?”

“Ti assicuro che conosco a menadito la storia di quella bambina sei tu che…”

“Adesso BASTA! Ti sono molto grata per tutto quello che hai fatto per me ma non ti permetto di andare avanti ulteriormente! Ti chiedo solo di volermi bene e appoggiarmi come hai sempre fatto indipendentemente da Terence che VOGLIO fuori dalla mia vita per sempre.
Se gli Andrew non approvano l’uomo che ho scelto, rinuncerò al loro nome. Sai che ti voglio un bene dell’anima, non costringermi ad allontanarmi da te” portò le mani al volto per nascondere le lacrime e Albert la abbracciò forte.

“Piccola, sei impazzita? Io voglio solo il meglio per te e avrai sempre il mio appoggio, capito? cerco solo di proteggerti da ulteriori delusioni”.

***

Nei giorni successivi Candy evitò accuratamente di farsi trovare nella stanza di Charlotte quando arrivava Terence; nel giro di un paio di settimane la piccola sarebbe stata dimessa e così anche il problema di incrociare LUI per i corridoi sarebbe stato eliminato.

Il giovane attore soffriva in silenzio l’allontanamento da Candy, le parole che lei aveva usato l’avevano colpito duramente; inoltre aveva sentito le sue colleghe chiacchierare circa il fidanzamento di lei con il dottore, non gli restava che arrendersi nuovamente al destino.
Inutile dire che era un’anima in pena, sentiva la testa scoppiare al solo pensiero del suo angelo biondo tra le braccia di un altro, più di una volta era stato tentato di lasciarsi andare e il solo pensiero di Charlie l’aveva trattenuto…

***

“Papy… mi racconti la storia della mia Giulietta Tuttelentiggini per cortesia?”

“Di nuovo piccola? L’avrò fatto mille volte, non ti sei ancora stancata di sentirla?”

“Ti prego! Ancora una volta, ti pregoooo….”

Non poteva dirle di no, le sorrise dolcemente e ricominciò quella malinconica narrazione.
Vide le palpebre della bimba farsi sempre più pesanti, lei adorava farsi cullare dalla voce del padre e quel racconto le faceva sentire vicina la sua mamma. Quella, seppur intrisa di tristezza, era la favola più bella che mai potesse avere.
Terence la vide abbandonarsi a Morfeo, le rimboccò le coperte e le posò un delicato bacio sulla fronte.
La guardò un attimo ancora prima di tornare a casa. Era così indifesa e stringeva forte la sua bambolina tra le braccia come fosse il suo angelo custode… e forse lo era davvero…
...
Quella bambolina...

La sua mente materializzò, come avesse vissuto tutto il giorno prima, il viso di Emily stremato dalla difficile gravidanza che stava volgendo al termine.


La ricordò sorridente, mentre gli prendeva le misure per un vestito di scena, il giorno in cui gli aveva rivelato di essere in dolce attesa; poi la rivide nella sua umile e fredda stanzetta illuminata da una tiepida candela intenta a cucire quanto riusciva per preparare il corredino del bimbo in arrivo.
Aveva dovuto lasciare il suo lavoro di sarta al teatro.
Gli occhi enormi cerchiati di nero, il viso tristemente scavato, la tosse talmente forte da toglierle il respiro e torturarle il petto; erano settimane che non le dava tregua.

“Ti ho portato una coperta di lana e del cibo caldo. Riposati un po’, non serve che lavori coì tanto, ci sono io con te e non ti lascerò da sola, te l’ho detto in mille occasioni” quante volte aveva pronunciato quelle parole!

“Sto male Terence, sto male e ho tanta paura. Come farò? Non so come potrò fare a lavorare quando sarà nato… io…” continuava a ripetere quella povera ragazza pallida come un cencio.

“Devi rilassarti, non c’è davvero bisogno che ti spezzi la schiena in questo modo, io sono qui”.

“Rose, la sorella minore di mia madre, mi diceva sempre che gli angeli non per forza hanno le ali, e tu sei uno di loro…”
Terence l’aveva guardata con infinita tenerezza… anche lui l’aveva incontrata una di quelle creature celesti una volta, non l’avrebbe mai potuta dimenticare.

“Tieni, ho fatto questa, ti piace?” e gli aveva messo tra le mani una bambolina di pezza che lei stessa aveva cucito.
“E’ per il bambino… io sono sicura che sarà una femminuccia.
Quando ero piccina ne avevo una uguale, l’aveva confezionata Rose per me; lei si è occupata di me dopo la morte dei miei genitori, prima che finissi in orfanotrofio. Avevo quattro anni quando è sparita, ma ricordo perfettamente i suoi lunghi e ricci capelli biondi che risplendevano alla luce del sole quasi abbagliandomi e i suoi enormi e luminosi occhi verdi, non sono mai riuscita a dimenticarmi con quanto amore mi guardasse sempre.
Sembrava irreale da quanto era bella, aveva un mare di lentiggini che parevano danzare ogni volta che arricciava il naso o faceva qualche smorfia per farmi sorridere.

Non avevo più pensato a lei ma stranamente l’ho sognata la scorsa notte; brillava come una stella e teneva una bambina bionda tale quale a lei tra le braccia, la piccola sorrideva con le manine avvinghiate a quella lunga chioma di seta dorata.


Rose guardava la sua creaturina con occhi adoranti e pieni d’amore, poi mi ha rivolto uno sguardo preoccupato…
Chissà perché mi sono ricordata di lei proprio adesso!

Ti parrà strano ma non avevo mai realizzato sino ad ora che fosse incinta; quel giorno lei piangeva e chiamava Thomas mentre le contrazioni non le davano tregua.
Mi cercava con gli occhi e allungava la sua mano verso di me, ma non mi hanno permesso di starle accanto.
Ad un certo punto non ho più sentito nulla e poi…
... se chiudo gli occhi riesco ancora a vedere l’assistente sociale che mi strattona per portarmi via e qualcuno avvolto in un mantello e nascosto tra il berretto e mille giri di sciarpa che esce di soppiatto con un fagotto insanguinato tra le braccia…
Nessuno volle spiegarmi cosa fosse accaduto”.

“Thomas… era suo marito?” le chiese Terence incuriosito.

“Era di certo il padre del suo bambino, un giovanotto di ricca famiglia con la passione della recitazione, si erano conosciuti dietro le quinte.
Sua madre fece il diavolo a quattro per ottenere il licenziamento di Rose quando si accorse dell’interesse per lei del figlio, bussammo e supplicammo alla porta di tutte le sartorie della città in cerca di un nuovo lavoro ma nessuno fu disposto ad assumerla.
Finimmo nei dintorni di Chicago a confezionare fiori di carta per i teatri. Lei ci metteva tutto l’amore del mondo, diceva che forse alcuni sarebbero serviti a rendere omaggio al talento del suo Thomas.
Lo amava con tutta l’anima, lo ha aspettato e pianto tanto. Ho imbucato un paio di lettere per lui ma credo non abbia mai risposto”.

Un altro attacco di tosse, la giovane donna era distrutta ormai!
“C’è una piccola tasca sulla schiena della bambolina, ci ho nascosto dentro un biglietto; è un messaggio augurale per la mia creatura, lo stesso che Rose aveva lasciato nella mia”.

Terence era rimasto profondamente colpito da quella storia, la descrizione che Emily aveva fatto di quella infelice ragazza gli aveva inesorabilmente ricordato Candy per svariati motivi, la sua Candy, il suo angelo, il suo unico vero grande amore…. quanto le mancava!
“Emy, sarai una mammina meravigliosa, riposati adesso, ok? Promettimi di riguardarti, sei debolissima e ormai manca poco”.

“E tu assicurami che sarai qui quando giungerà l’ora, posso contare solo su di te“.

L’indomani la piccola era venuta alla luce e qualche ora dopo, mentre la neve cadeva fitta e la bimba piangeva inconsolabile tra le braccia della levatrice, Emily ne n’era andata per sempre…

Terence le aveva chiuso delicatamente gli occhi mentre il nome della sua creatura le moriva sulle labbra.
Adesso per lui era chiaro cosa fosse accaduto anche a Rose…
Quel sogno premonitore! Aveva voluto scacciare quel presentimento il giorno prima ma alla fine si era avverato. Emily lo sapeva, per questo aveva tanto insistito che lui fosse presente a quell’evento.

“Ci penso io a Charlotte, riposa tranquilla…” era riuscito a sussurrare mentre le stringeva la mano per l’ultima volta.

   
 
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