Libri > Mitologia greca
Segui la storia  |       
Autore: Anonima Italiana    20/12/2018    5 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Dopo la partenza di Persefone, gli Inferi erano tornati alla loro tranquilla routine. Fin troppo tranquilla.
Un cambiamento significativo però c’era stato: Lord Ade si era rinchiuso nelle proprie stanze, senza voler vedere nessuno o sapere nulla di quanto accadeva nel Regno. Le poche volte che era costretto a uscire,  magari per emettere qualche sentenza, lo faceva i malavoglia e solo se obbligato, per poi tornare a chiudersi nel suo dolore.
Tramite un’ampolla contente le acque del fiume Stige (che permettevano di vedere cosa accadeva sulla Terra), aveva visto Persefone curata e rifocillata dalla madre, guarire e rifiorire come prima. Era stata la sua unica consolazione saperla di nuovo felice e in salute, solo così il suo sacrificio aveva acquistato un senso. Però era comunque troppo doloroso da sopportare, ora che- anche se in maniera non del tutto completa- aveva conosciuto cosa volesse dire non essere più solo.
Quando era ritornato, dopo aver riportato Persefone da Demetra, aveva trovato ad aspettarlo Ecate che lo aveva scrutato in silenzio come sempre, con i suoi occhi penetranti che sapevano vedere nell’animo altrui. L’aveva superata senza dire una parola, completamente disinteressato a quello che poteva avere o non avere visto dentro di lui, per andare a rinchiudersi nelle sue stanze.
Nei giorni seguenti Ecate non aveva fatto nessun tentativo per strapparlo dalla sua apatia: sapeva bene che non sarebbe servito a nulla, che bisognava dare tempo al tempo, e forse tutto sarebbe tornato come prima. Forse, appunto.

- Mia Signora Ecate, cosa possiamo fare per lui?- le chiese Mynthe una volta. Anche lei, Leuce e Acasta sentivano la nostalgia di Persefone, grazie alla quale non solo erano state sottratte dal loro destino negli Inferi, avevano passato del tempo piacevole pure nella loro posizione di sottoposte, perché Persefone era sempre stata gentile con loro. Ade si era completamente dimenticato di loro, e ora le tre ninfe trascorrevano le giornate languendo nella noia più totale.

- Nulla- rispose Ecate.

- Lord Ade sta subendo dentro di sé un’importante trasformazione: ha finalmente imparato cosa vuol dire amare davvero, e che talvolta questo può voler dire compiere sacrifici dolorosi per sé, se necessari al bene della persona amata. E’ una delle cose più importanti che può accadere sia a un mortale che a un Dio, e non a tutti succede. E chissà che non porti anche questo qualcosa di nuovo…- 

 

Inizialmente Ade ebbe un moto di incredulità quando sentì la voce di Persefone che lo chiamava.

“Ade…aiutami…”
Si riscosse immediatamente dal suo torpore: ma come? La sua perduta Regina in quel momento era tornata nel suo ambiente, al sicuro con sua madre e con coloro che le volevano bene. Che diavolo……?!

“Ade….!”
 
No, non si stava sbagliando, era proprio la voce di Persefone: fievole, quasi un sussurro….ma era lei. E lo stava chiamando.

Ade prese l’ampolla contenente le acque magiche, vi guardò dentro….e vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere, per nulla al mondo: il centauro Nesso che aggrediva Persefone, lei che divincolandosi riusciva a scappare attraverso il bosco, lui che la inseguiva avvicinandosi sempre di più, lei che esausta e terrorizzata inciampava e cadeva, ferita…evidentemente era riuscita a ricordarsi dell’anello che lui le aveva donato.

Non perse tempo: afferrato il mantello si trasportò immediatamente laddove Persefone giaceva ferita e priva di sensi. A vederla così, inerme e bisognosa per colpa di quello schifoso   , un moto d’ira si impossessò di lui, ma lo soffocò perché in quel momento la priorità era la fanciulla. Come già aveva fatto altre volte, si chinò su di lei avvolgendola con cura nel mantello, poi la sollevò tra le braccia mormorandole “amore, mio, stai tranquilla, sono qui con te” e in men che non si dica la riportò negli Inferi.

Ai servitori apparve subito chiaro che Lord Ade era uscito improvvisamente dal suo stato di apatia e torpore: mentre sistemava Persefone nella stanza che aveva occupato fino a poco tempo prima, ordinò a Ecate di convocare di nuovo Asclepio, e a un servitore di chiamare immediatamente le tre ancelle della padrona; quando Mynthe, Leuce e Acasta si precipitarono sbalordite nella stanza, raccomandò loro di prendersi cura di Persefone e di seguire alla lettera le istruzioni di Asclepio, che sarebbe arrivato a breve.
Poi tornò nella sua stanza, dove indossò la sua armatura, molto famosa nelle storie che circolavano fra i mortali, poi di nuovo grazie al mantello tornò sulla Terra. Grazie ai suoi poteri divini, non gli fu certo difficile trovare il punto dove tra breve sarebbe passato Nesso; resosi invisibile grazie al suo famoso elmo, non diede quasi tempo al centauro di realizzare cosa stava accadendo. Sfoderando la spada, la infilzò più volte nel suo corpo, straziandolo e facendolo a pezzi con una certa soddisfazione. Una volta finito il tutto, non diede a quei resti nemmeno sepoltura; chi aveva toccato Persefone meritava solo di essere lasciato come pasto per gli avvoltoi. Sporco di sangue, rientrò nel fianco della collina completamente indifferente a quanto lasciava dietro di sé.
 
Tornato nell’ Averno, Ade sentì il peso della stanchezza cadergli improvvisamente addosso. Spogliatosi dell’armatura lasciò ai servi il compito di ripulirla, mentre lui a sua volta faceva la stessa cosa immerso nelle terme  private; poi, una volta rivestitosi, si recò subito nella stanza di Persefone. La fanciulla giaceva profondamente addormentata nel letto: Asclepio aveva risanato le ferite più profonde, e lasciato un unguento apposito da applicarvi sopra. Per il resto aveva ordinato il massimo riposo e  tranquillità . Le tre ancelle l’avevano poi lavata e sistemata con grande cura, attente alle sue ferite e a non svegliarla; Ade si complimentò con loro per il lavoro e le loro attenzioni, poi le congedò.
Una volta rimasto solo, si attardò ancora un poco a guardarla; vedere le ferite e le contusioni sul suo corpo faceva male a lui stesso, ma per fortuna ora Persefone era davvero  al sicuro. Si sdraiò sul letto accanto a lei, prendendola fra le braccia; la giovane non si svegliò ma, pur nella sua incoscienza, dovette percepire il calore e la sicurezza emanati dal corpo do Ade, perché si girò posando la testa nell’incavo del suo braccio, e dopo essersi stretta a lui fece un piccolo sospiro soddisfatto. Il Signore degli Inferi le diede un lieve bacio sulla fronte prima di cadere a sua volta addormentato, tenendo finalmente fra le braccia colei che amava.

(fine decima parte)

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Mitologia greca / Vai alla pagina dell'autore: Anonima Italiana