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Autore: ballerina 89    20/12/2018    2 recensioni
Cosa succede quando il periodo peggiore di tutta la tua vita coincide con quello che dovrebbe essere in assoluto il più bello dell'anno? Pensiamo sempre al Natale come un periodo pieno di felicità e amore... ma se cosi non fosse?
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo giorni di pura agonia ripresero finalmente  in mano la loro vita. Accantonarono il passato e provarono ad iniziare un nuovo percorso. Erano intenzionati a portare a termine nel migliore dei modi il loro progetto di allargare la famiglia e difficilmente si sarebbero fermati. Seguirono alla lettera tutto ciò che Whale consigliò loro: trovarono degli hobby, lui come si poteva immaginare in mare, mentre lei  la palestra, cercarono di non parlare tanto spesso dell'argomento "bambini" in quanto era un forte fattore di stress e sarebbe stato controproducente e non meno importante, ridussero una delle loro attività preferite. Fu un fattore positivo anche se Killian inizialmente storse il naso, ultimamente si erano concentrati tanto sul dovere e poco sul piacere, rallentando i ritmi avrebbero potuto godere a pieno anche dei loro sentimenti. 
La tentazione di scoprire se qualcosa stesse già accadendo dai primi tentativi fu molta ma entrambi in un momento di lucidità concordarono di verificare i risultati solamente una volta al mese onde evitare troppe delusioni. Passarono così i primi trenta giorni, il primo mese senza pianti, tristezze e isterismi. Erano a metà del loro percorso, il mese successivo sarebbero tornati da Whale per capire se le cose fossero cambiate un pochino, ma allo stesso tempo decisero comunque di fare il primo test. Sapevano entrambi che c'era una forte probabilità di non riuscita e credevano, sopratutto Emma, di essere preparati; ma alla realtà dei fatti Emma si rese conto che non era pronta per niente. Il problema in quel momento non era tanto la delusione di non aver concepito ma l'insieme di cose: tutte le sue insicurezze, le paure, il sentirsi responsabile dell'infelicita del suo compagno... tutto qiesto tornò a riempirle la mente.
- Amore... tutto ok? - la richiamò gentilmente Killian vedendola immersa nei suoi pensieri e immaginando che qualcosa di poco positivo stesse attraversando il suo cervello. La ragazza si riprese immediatamente e sfoggiando il suo miglior sorriso guardò suo marito per rincuorarlo.
- Tutto bene, sapevamo già che sarebbe stato un no giusto?
- Guardami un secondo... - le prese il viso tra le mani in modo da incrociare il suo sguardo - Non che non ti creda ma voglio la verità. Se anche  un piccolo pensiero si è insinuato in questa testolina voglio saperlo, non voglio essere lasciato all'oscuro di nulla.
- Davvero Killian, è tutto ok. - lo baciò - Lo avevo messo in conto. Dai non restiamo qui altrimenti le angosce mi saliranno per davvero. Andiamo a cena fuori ti va?
la guardò con occhi pieni d'amore. - Mi stai seriamente chiedendo se mi va? Ma che domande fai... Con te mi va di fare tutto.
***
Dopo quel maledetto risultato i pensieri di Emma tornarono ad essere tristi come le settimane precedenti ma cercò con tutta se stessa di farsi forza e far finta di nulla. In parte avrebbe dovuto farlo per se stessa ma lei in realtà era più preoccupata a far sì che suo marito fosse tranquillo. Non voleva che si accorgesse di nulla, non voleva dargli altri grattacapi oltre a quelli che già aveva. Impiegando tutte le sue forze riuscì a fingere per un mese intero. Certo in tutti quei giorni ebbe parecchi crolli emotivi ma fece modo e maniera di liberarsi da quel dolore solamente quanto Killian non era in casa. La situazione purtroppo degenerò al termine del secondo mese, precisamente dopo l'incontro con Whale. Dai risultati delle ultime visite nulla era cambiato dalla volta precedente.
- Non c'è niente altro che si possa fare? - chiese Killian determinato a non mollare mentre Emma se ne stava con lo sguardo basso a tormentarsi le mani.
- Potrei prescrivere ad Emma una decina di medicinali differenti ma la percentuale di riuscita non cambierebbe perché il suo problema è strutturale, non ormonale. Se fosse stato ormonale a quest'ora con le cure ricevute in questi mesi e dai valori di queste analisi avreste messo in cantiere già due o tre gemelli. Come detto già in precedenza la colpa è da attribuire ai colpi violenti subiti durante le battaglie affrontare e sappiamo che sono stati molti.  Per il resto Emma è una donna sanissima e senza nessun problema. - più lui parlava più lei si sentiva uno schifo, non era semplice da accettare che per compa del suo  essere salvatrice lei e suo marito avrebbero dovuto rinunciare per sempre all'idea di avere una famiglia. Avrebbe voluto lasciare quella stanza nell'immediato ma pur di non destare sospetti ingoio l'ennesimo boccone amaro e stette li in silenzio. Killian percepì che la sua donna stesse per crollare e ebbe paura di dire qualsiasi cosa per non peggiorare la situazione . Lanciò uno sguardo d'aiuto a whale e lui capendo al volo quella silenziosa richiesta  continuò il suo discorso.
- Con questo non vi sto dicendo di rinunciare per sempre, sare un pazzo anche solo a pensarlo. Siete ancora molto giovani e le possibilità anche se son poche ci sono. Continuate con i miei consigli e magari ci aggiorneremo ogni due mesi. - Fu la prima ad alzarsi dei due, strinse la mando al dottor Whale e dopo averlo educatamente ringraziato uscì dallo studio lasciandosi suo marito alle spalle. Sapeva che la parte più difficile sarebbe arrivata adesso: il confronto con lui. Lo aspettò nella sala d'attesa del pronto soccorso e insieme si diressero verso il maggiolino giallo.
- Sai che non potrai restare in silenzio per sempre vero? - disse lui rompendo il ghiaccio.
- Non ho intenzione di restare in silenzio - distolse un secondo lo sguardo dalla strada per guardarlo e accennargli un sorriso. 
- Vinceresti l'oscar come peggior attrice sappilo!  - disse sarcastico - spiegami una cosa: ma perché  invece di fingere non provi semplicemente ad abbassare le tue difese e provi a parlarmi a cuore aperto?
- Non sto fingendo Killian e non sto innalzando nessuna difesa. Va tutto bene, non vivevo certo con l'illusione che avremmo risolto tutto in un paio di mesi. So essere anche io realista!
- Lo so che non lo pensavi e so che avevi messo in conto ogni evenienza, ma una cosa è sapere, l'altra è accettare.
- Te lo ripeto amore: io sto bene!
- E io te lo ripeto: non ci credo... ma so anche che insistere a farti parlare sarebbe inutile quindi ti lascerò affrontare la cosa a modo tuo senza farti pressioni. Quando vorrai parlarmi sarò qui, accanto a te, pronto ad ascoltarti.
- Lo so amore mio e ti ringrazio davvero, ma non ce ne sarà bisogno fisati.
Fidarsi? Mmmh... Killian sapeva bene che non c'era da fidarsi di Emma quando era in quello stato e infatti nenache tre giorni dopo, in piena notte, venne svegliato proprio da lei.
- Killian... Killian per favore svegliati! - gli disse sussurrandogli dolcemente  in un orecchio.
- A... amore che.. che succede - disse controllando la sveglia pensando di essere in ritardo a lavoro. - Sono... sono le quattro del mattino! - rispose mettendosi velocemente sedere. Per svegliarlo in piena notte doveva esserci di sicuro un problema.
- Devo parlarti e devo farlo adesso! - era agitata e le mani le tremavano come quando aveva le visioni, Killian si allarmò all'istante pensando si sentisse poco bene e accese la lampada vicino al suo lato del letto per poterla guardare meglio. I suoi occhi erano rossi e gonfi, aveva di sicuro pianto.
- Tesoro mio.. che hai? - chiese preoccupato non capendo cosa potesse essere successo da ridurla in quelle condizioni, prima di andare a dormire sembrava serena...
- Non ce la faccio più ad andare avanti così Killian...  - si rilassò immediatamente. Non stava poco bene, era semplicemente pronta a parlare.
- Lo sapevo! Lo sapevo  che avresti ceduto prima o poi. - le sorrise dolcemente per poi accoglierla tra le sue accoglienti braccia. - Dimmi: sei finalmente  pronta ad aprirmi il tuo cuore?
Annuì - Voglio andare via Killian! Non posso restare un giorno di più in questo posto. Nessuno in città sa nulla di quello che ci sta succedendo eppure sembra che lo sappiano tutti. Mi fissano, fanno domande... non li sopporto più! Mi sento in gabbia. Io... io voglio solamente starmene un po' per conto mio prima che mi esploda il cervello.
- Tesoro, se ti riferisci ai tuoi genitori o a Regina è vero, hanno capito che c'è qualcosa che non va, non sanno cosa sia di preciso. È normale che facciano domande e si preoccupano, ti vogliono bene. Per quanto riguarda invece la pausa da Storybrooke sono d'accordo con te, magari ci farà bene respirare un'aria diversa e chissà magari ci rigeneremo a tal punto da.... hai capito no? - le diede un bacio.
- Emm... Killian c'è dell'altro. Ecco vedi... io non so come dirtelo...
- Puoi dirmi tutto lo sai! Non devi vergognarti o aver timore di nulla con me. Ti amo.
- Ti ho detto che voglio allontanarmi da Storybrooke per un po' giusto? Beh... voglio farlo da sola! - l'espressione di Colin cambiò all'istante, che la sua più grande paura si stesse avverando? Sperava vivamente che ci fosse una spiegazione plausibile a quella sciocchezza.  - No amore ti prego non guardarmi così non saltare a conclusioni affrettate' io.... io...
- Non è che vuoi lasciarmi vero? - le domandò timoroso.
- Lasciarti? E perché mai? No Killian, Assolutamente no amore mio, non pensarla neanche una cosa del genere.
- E allora perché... perché vuoi allontanarti anche da me?
- Perché voglio elaborare la cosa da sola. Non è facile Killian... non è facile da accettare ne come donna ne come moglie. Saper di non poterti dare un figlio mi sta letteralmente mandando ai pazzi. Anche se cerchi di nasconderlo io riesco a leggere  il tuo sguardo: sei triste amore e io mi sento responsabile per questo. Sono invasa da mille paure tra cui quella che tu mi hai appena esposto: ho paura che tu possa stufarti di questa situazione e.... si insomma ho paura che quando prenderai atto che non potrai avere una famiglia tutta tua ti finirai con il....
- Non finirla nenache la frase. Ma cosa dici... innanzitutto non devi sentirti responsabile di niente.  La colpa non è di certo la tua, non hai mica deciso tu di diventare un'eroina, è stato il destino. È vero a me dispiace la cosa ma quello che più mi lacera il cuore è vederti star male, ecco da cosa è dipeso il mio sguardo triste. E poi siamo sinceri: a me non importa se in futuro avremo un figlio, due, cinquanta o nessuno. Io voglio stare con te amore mio qualunque cosa questo comporti! - la bació senza aspettare che lei rispondesse.
- Davvero? Ne sei sicuro?
- più che sicuro amore mio.
- Non sai che sollievo sentirtelo dire Killian, ma questo non cambia come mi sento in questo momento. Dimmi la verità: a te creerei troppo dispiacere se mi allontanassi da qui per un po'? Non starò via molto: giusto il tempo che serve per non finire in manicomio.
- E quanto tempo sarebbe? Due giorni? Una settimana, un mese?
- Non lo so di preciso, ma di sicuro non sarà un mese. Un mese senza di te sarebbe l'inferno. Prometto che cercherò di far chiarezza nel minor tempo possibile ok? Allora... cosa mi dici?
- Come posso dirti di no? Va bene amore ma per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi e vedi davvero di non star fuori un mese perché sappi ti verrò a riprendere personalmente.
- Grazie! Sei il marito migliore dell'universo!
 
Parti il mattino seguente per Boston accompagnata da Killian il quale, dopo averle chiesto un'infinità di volte se fosse sicura di voler restare da sola e se potesse lui stesso star tranquillo che non avrebbe combinato nessun casino, la salutò e si incamminò nuovamente verso Storybrooke. La casa gli sembrò subito troppo vuota, anche se ultimamente lei non era più così solare e chiacchierona come un tempo la sua assenza si faceva sentire eccome. Avrebbe voluto andarsela a riprendere subito ma poi decise di non farlo, in fondo glielo aveva chiesto lei, le serviva e lui non voleva di certo impedirle di ritrovare un po' di stabilità. Prese la giacca ed uscì: meno stava in quella casa e meno pensava al fatto che lei fosse lontana. Si fermò da Granny e ordino un rum... due... tre... si fece lasciare l'intera bottiglia e andò a sedersi al tavolino più isolato del locale. Non si rese conto di quanto tempo fosse passato ma improvvisamente venne riportato alla realtà da una voce fin troppo familiare.
- Un pirata che si affida al rum non deve passarsela poi tanto bene.
- Regina!!  - la salutò freddamente.
- Come mai sei qui? Tua moglie ti ha forse cacciato di casa?
- Spiritosa! Comunque no, sono venuto semplicemente a schiarirmi le idee.
- Alle undici e mezza di sera??? - solo ad allora si rese conto di quanto tardi fosse. - Di la verità, È successo qualcosa vero?
- No... - bevve direttamente dalla bottiglia - non è successo nulla.
- Quel no è quella bevuta significano altro. Avanti sputa il rospo capitano.
- Senti Regina scusami ma proprio non mi va di parlare ok?  Ci si vede in giro. - senza troppi giri di parole andò via lasciandola meravigliata di quell'atteggiamento. Conosceva Killian da molto tempo ormai, sapeva che uomo era stato un tempo e sapeva i progressi fatti con l'arrivo di Emma. Quell'atteggiamento non faceva parte della sua nuova versione, qualcosa doveva essere successo tra i due... qualcosa di serio. Senza perdere tempo afferrò il telefono e chiamo la sua amica per avere conferma: niente da fare, chiamata rifiutata. Provò qualche minuto dopo nella speranza che prima fosse semplicemente impegnata ma anche questa volta la chiamata non venne accettata. Ormai non vi erano più dubbi: a casa Jones stava davvero succedendo qualcosa.
Non volendo allarmare nessuno senza prima avere delle prove concrete provò a seguire Killian per un paio di giorni. La sua routine era sempre la stessa: al mattino andava a lavoro, tornava a casa per il pranzo dopodiché usciva in mare e tornava in nottata. Di Emma in tutto questo però nessuna traccia. Aspettò ancora qualche giorno nel caso in cui i due avessero semplicemente discusso ma quando al passare di due settimana Emma non si era fatta ancora viva con nessuno, se non per dei messaggi riguardanti Henry, allora Regina decise di prendere in mano la situazione chiamò a rapporto David e Snow raccontando loro cosa sospettava.
- lo sapevo... lo sapevo che nostra figlia ci stava nascondendo qualcosa. Le si leggeva dallo sguardo. - sentenziò Snow arrabbiata che nessuno le avesse creduto. 
- Che ne sai? Magari hanno semplicemente discusso... capita di litigare tra marito e moglie, tu Snow dovresti saperlo bene. Non allarmarti ok?
- Come faccio a non allarmarmi David? Non vedo mia figlia da due settimane, non sento la sua voce da altrettanto tempo. Se non fosse per quei stupidì messaggini a cui risponde solo per farmi contenta penserei quasi che le fosse successo qualcosa.
- Killian non le farebbe mai del male lo sai anche tu questo non è vero?
- Ma qualcosa deve essere successo comunque David e di sicuro anche Killian centra qualcosa! Dobbiamo scoprire cos,è e aiutarla.
- Staresti più tranquilla se magri parlassi con Killian? - la donna annuì prontamente - E così sia allora. Credo proprio che andrò a farmi un giro sulla Jolly Roger... non aspettarmi alzata, potrei averne fino a tardi.
***
Ritrovarsi David a bordo della Jolly Roger per Killian fu una vera sorpresa. Non lo vedeva salire li dai tempi di Neverland.
- David! - disse a mo di saluto - Qual buon vento!
- Credo che tu lo sappia giá Killian...
- già... avanti,vieni a stenderti. - gli indicò uno dei tanti barili che vi erano sul ponte.
- Non voglio girarci attorno quindi ti chiedo solo di essere sincero con me: cosa sta succedendo con Emma? Come mai ha chiuso i contatti con tutti noi? Sapevo che si era presa un' aspettativa a lavoro ma pensavo che avesse in mente di partire per una gita romantica con te! Quando Regina mi ha detto di averti visto al porto da solo sono rimasto meravigliato.
- Non siamo partiti per nessuna gita romantica...
- Questo lo vedo da me... che c'è? Avete per caso litigato?
- Scusami David, non voglio essere scortese ma non ne voglio parlare! Emma sta bene non temere, appena se la sentirà si metterà in contatto con tutti voi e vi rivedrete.
- Non mi basta sapere che sta bene, anche perché nessuno che si reclude in casa può essere considerata una persona che sta bene. Voglio sapere cosa succede Killian! Voglio aiutarla.... aiutarvi. Non devi spiegarmi nei dettagli se non te la senti ma almeno avere un quadro generale della situazione... siamo una famiglia dopotutto!
- Se ti dicessi che io e tua figlia stiamo attraversando un periodo brutto dovuto a delle circostanze che ci sono capitate e che abbiamo semplicemente bisogno di stare un po' per conto nostro tu mi lasceresti in pace? 
- Non so... che circostanze? Avete problemi economici per caso? Possiamo aiutarvi se è questo il problema. Non dovete vergognarvi, capita a tutti. Se volete noi....
- Frena David! Non è questo il problema.
- È un problema di salute allora... Oddio Killian dimmelo sinceramente: Emma ha qualcosa che non va? Perché non sta uscendo più di casa?
- Emma sta bene David tranquillo. Vuole solamente starsene un po' in pace.
- Parlare con sua madre o con Regina pensi che non aiuterebbe?
- David... hai detto che non saresti entrato nel dettaglio...  comunque no, non se la sente di parlare con nessuno. Pensa che ha addirittura deciso di lasciare la città per un po'...  è già.. ecco perché non la state vedendo in questi giorni. Non l'ho reclusa in casa se è quello che stavi pensando. Ha preso questa decisione da sola e non ho potuto non assecondarla.
- Cioè spiegami l'hai lasciata andare viaaaa? - sembrava alterato. - Ma sei diventato scemo?
- Certo che l'ho lasciata andare, aveva bisogno dei suoi spazi che avrei dovuto fare secondo te?
- Provare a farla ragionare sarebbe stata una buona idea!  Tze... Mi sto cominciando a preoccupare seriamente. Non avete litigato ma c'è comunque un problema...
- Lascia stare David... non preoccuparti per noi, staremo bene.
- Killian...  a cosa vi serve la lontananza è? Te lo dico io... a niente. Tu sei sotto un treno e si vede dalla quantità di rum che mi dicono ingurgiti e lei... beh lei senza di te è persa lo sappiamo tutti ormai. Se è  vero che non avete litigato sicuramente starà soffrendo anche per la lontananza da te.
- David lo so, volevo andare anche io con lei ma mi ha chiesto di rispettare i suoi spazi.
- Chi se ne frega Killian! Qualsiasi problema voi abbiate dovete risolverlo insieme, come una coppia! Non c'è niente che non si possa risolvere nella vita. Lei è stata orfana per 28 lunghissimi anni ma alla fine è riuscita a trovare la sua famiglia. Tu sei tornato miracolosamente dal regno dei morti.  Se c'è una soluzione a questo c'è una soluzione per tutto. Ragiona, pensa ad una possibile soluzione, corri a riprendertela e affrontate insieme la cosa. Forse ne uscirete sconfitti, forse avrete la meglio, ma comunque sarete insieme. - quelle parole aprirono la mente si Killian e improvvisamente trovò le risposte a tutto. Perché non ci aveva pensato prima? La soluzione al loro problema era sempre stata sotto il loro naso ma nessuno dei due se ne era accorto. Doveva affrettarsi a raggiungere la sua bella a Boston e mettere le cose in chiaro.
- Grazie David! Parlare con te è stato indispensabile. Andrò da lei stasera stessa! Grazie ancora.
- Bravo ragazzo! E quando l'avrai trovata chiamaci e rassicuraci sul fatto che sia tutto ok. va bene? Ti chiedo solo questo.
- Sarà fatto.
Aspettò che David andasse via dopodiché si mise in marcia e Raggiunse Boston. Rimase davanti la porta che lo separava da sua moglie per oltre 20 minuti. Non l'aveva avvisata di quella improvvisata e sapendo quanto fosse suscettibile in quel periodo aveva paura di una brutta reazione da parte sua. Si fece coraggio e bussò alla sua porta. La ragazza non ci mise molto ad aprire e quando se lo ritrovò davanti rimase di sasso.
- Lo so lo so non sarei dovuto venire, hai ragione e lo capirò se vorrai buttarmi fuori a calci nel sedere, ma ti prego prima fatti abbracciare che mi sei mancata terribilmente.
- Amore... - gli saltò letteralmente addosso baciandolo  - Mi sei mancato da morire anche tu! Speravo in questa tua improvvisata.
- E perché non mi hai chiamato? Non importa, sono  qui adesso e mi dispiace ma non ho nessuna intenzione di lasciarti di nuovo da sola! La vita senza di te è stata un vero inferno. Non lasciarmi mai più ok? E ti prego... dimmi che vuoi tornare a casa.
- Certo che voglio tornare amore, ho fatto una stupidaggine a scappare... mi ero autoconvinta che stando un po' per conto mio la situazione si sarebbe risolta ma la realtà è che mi sono solamente pianta addosso. Sono stata felice che non fossi presente durante la mia caduta in basso è vero, ma per il resto avrei preferito averti qui con me.
- Sei una capocciona... avevi paura di ferirmi e sei scappata. Quando lo capirai che voglio affrontare tutto quello che ci capiterà bello o brutto che sia insieme? Lo abbiamo promesso entrambi tesoro: "fin che morte non ci separi" e io sono assolutamente intenzionato a mantenere fede alla mia promessa.
- Anche se non potrò mai... - riecco quello sguardo triste.
- Si! In qualsiasi circostanza! - confermo dandole un tenero bacio. - Ora che ho risposto alla tua domanda ho anche io una domanda da farti. Ho avuto una chiacchierata con tuo padre, tranquilla non ho spifferato nulla, ma attraverso alcune parole mi ha aperto la mente e ora sono qui a chiederti una cosa. Devi essere sincera perché ne vade tutto il nostro futuro. Io la domanda me la sono già posta ma ora la pongo anche a te: ma tu, vuoi fare un figlio o vuoi fare la mamma? Perché se vuoi fare un figlio sbrighiamoci  a tornare a casa e impieghiamo tutte le nostre forze per riuscire a farlo, se invece vuoi fare la mamma beh non credo che tu abbia impedimenti nel diventarlo di nuovo.
- Killian...
- Aspetta, rispondimi prima a questo: qual è la cosa che più desideravi da bambina?
Ci pensò un momento - Desideravo che i miei genitori tornassero a prendermi.
- Si... ma quando hai capito che questo non sarebbe accaduto cosa hai desiderato?
- Che qualcuno mi accogliesse con se per diventare una vera famiglia. Credo di aver sempre voluto una mamma e un papà.
- Non avrai avuto una mamma e un papà a quei tempi ma adesso puoi essere quella mamma e prenderti cura di un bambino che nella sua vita è stato penalizzato.
Rimase a bocca aperta -  Mi... mi stai forse chiedendo se sono disposta ad adottare un bambino? Mi stai davvero chiedendo questo? - era sconvolta, non se lo sarebbe mai immaginato da lui.
- Perché no! Come sai benissimo anche tu i figli non sono di chi li fa, ma di chi li cresce. Io te lo posso dire con certezza. Non ho figli miei ad oggi ma sono comunque un papà. Che non sia scritto nero su bianco non importa conosco il tuo marmocchio dalla tenera età di 11 anni. Mi considero a tutti gli effetti suo padre e lui posso assicurarti che mi considera tale. Abbiamo avuto un discorsetto tra uomini qualche tempo fa ecco perché lo so.  Ho un'altro esempio lampante: Regina. Ha adottato Henry, lo ha cresciuto e anche quando sei tornata nella sua vita lui ha continuato a considerarla tale. Con tutto il male che ha fatto nella sua vita lui non l'ha comunque rinnegata.
- Lo so...
- Capisci cosa intendo? Nel mondo ci sono migliaia di bambini che cercano due genitori che vogliano prendersi cura di loro, quindi se vuoi fare la mamma questa potrebbe essere una soluzione. Se poi invece vuoi fare un figlio, che è diverso da fare la mamma, allora posso solo dirti proviamoci. - iniziò a piangere come una fontana tanto che Killian pensò di averla offesa o ferita in qualche modo. - Ei... che ti succede ora? Ho forse detto qualcosa di sbagliato? Oddio Emma io non volevo io.... - non riuscì a terminare  la frase perché le labbra di lei andarono a zittirlo. Lo baciò come non faceva da molto tempo ormai e Killian in cuor suo si tranquillizzo un poco. - Mi spieghi perché stai piangendo così? - disse staccando a fatica le labbra da lei.
- Sono... felice! Quello che hai detto.... io.... oddio non trovo nenache le parole. - prese un respiro profondo - tu saresti pronto ad un passo del genere?
- La risposta che mi sono dato è che voglio fare il papà!
- E io voglio fare la mamma. - sorrisero.
- Questo significa che....
- Che possiamo metterci in lista per l'adozione! si abbracciarono, un piccolo arcobaleno era finalmente spuntato dopo mesi di pura tempesta. Senza rendermene conto sigillarono quel l'accordo con l'ennesimo bacio dopodiché tra una coccola e l'altra si ritrovarono in camera da letto a fare l'amore. Quella fu la prima notte, dopo un intero anno,  in cui non  pensarono alla possibilità di mettere in cantiere un bambino; pensarono solamente all'amore che provavano l'uno per l'altra.
  
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