Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Shora    21/12/2018    1 recensioni
Marinette ha diciotto anni ed ha un solo nemico, il ragazzo più bello della scuola: Adrien Agreste. Tutto sembra andare per il meglio, ma quando sua nonna si ammala, i suoi genitori sono costretti ad andare in Cina, affidandola alla famiglia di Alya. Sarà proprio la sua migliore amica a dare una scossa alla sua vita, esagerando solo un po', ad un semplice gioco come obbligo o verità.
--------------------
Tutto si svolge in una realtà alternativa dove i due protagonisti non hanno mai ricevuto i loro Kwami.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo due:
La mattina venni svegliata da un insistente bussare alla porta e ad una voce che gridava continuamente il nome di Adrien. Mi rigirai nelle coperte con un lamento, aprendo prima un occhio e poi un altro e la prima cosa che vidi fu un bel naso in primo piano. Ma che cosa…? Adrien!  Oddio… feci correre lo sguardo al mio polso sinistro. Non era un sogno ero veramente ammanettata a lui. Stavo per gridare dall’esasperazione quando la persona fuori dalla porta ricominciò a parlare.
-Adrien tutto bene? Posso entrare?- diedi una gomitata poco gentile nello stomaco, al ragazzo addormento accanto a me.
-Ma che cosa vuoi?- mi chiese, in maniera poco carina. Feci per aprire bocca, ma il misterioso interlocutore mi precedette.
-Sto per aprire la porta.-
-Cazzo Natalie.- Adrien scattò a sedere, poi mi spinse giù dal letto.
-Solo un attimo.- gridò lui. Mi guardò impanicato. –Svelta, sotto il letto.- annuii e strisciai nello stretto spazio. Quando fantomatica la Natalie (di cui vidi solo le scarpe nere con il tacchetto) aprì la porta, Adrien era inginocchiato ai piedi del letto.
-Cosa sta facendo lì per terra?- domandò la donna.
“Gli da del lei?” pensai stranita.
-Stavo solo cercando delle scarpe che non trovavo ieri sera.- passò qualche secondo di silenzio.
-Comunque volevo informala che la colazione è pronta.- disse lei.
-Oh, non ho molta fame, credo non scenderò a mangiare.-
-Vuole che gliela porti in camera?-
-Non grazie, non serve.-
“Non serve? Ma sto morendo di fame!” pensai arrabbiata. Tirai il polso sinistro così forte che Adrien diede una testata al mogano pregiato del suo letto. Lo sentii imprecare e provai una certa soddisfazione.
-Magari non è una idea così cattiva…- disse poi.
-Come vuole.- credo che Natalie facesse finta di niente, ma si stava sicuramente chiedendo perché Adrien avesse volontariamente una testata al letto. Avrei tanto voluto scoppiare a ridere. Una volta che la porta si fu chiusa venni brutalmente trascinata fuori dal mio nascondiglio. Mi alzai in piedi e mi spolverai il mio vestito blu, ora tutto pieno di pieghe.
-Prego, non c’è di che.- dissi, mentre mi toglievo un rotolino di polvere dalla spalla. Lui mi fissò come in genere si guardano le persone rinchiuse al manicomio.
-Di cosa per l’esattezza? Parli della testata che mi hai fatto dare?-
-Non cretino, del fatto che ti ho svegliato, in modo che questa Natalie (che poi chi sarebbe?), non ci vedesse a letto insieme!- mi guardò disgustato.
-Ti prego non usare quel termine.- alzai gli occhi al cielo alla milionesima dimostrazione del suo infantilismo.
-Sai cosa intendo.- Lo chignon, ormai disfatto, mi crollava tutto da un lato della testa. Mi sfilai la forcina e i capelli mi ricaddero sulle spalle, solleticandomi il collo.
-E comunque non sarebbe stata la prima volta che Natalie, che per tua informazione è la segretaria di mio padre, mi avrebbe trovato a letto con una ragazza, solo che saremmo stati meno vestiti entrambi.- la frase, anche senza motivo, mi ferii. Con quante ragazze era andato a letto Adrien Agreste? Mi riteneva davvero così brutta da non rientrare nella categorie delle “fattibili”? E soprattutto perché pensavo ad una cosa del genere? Forse perché quel cretino si ostinava a girare senza maglietta o camicia.
-Ti dispiace metterti qualcosa addosso?- dissi cercando di dargli le spalle incrociando la braccia al petto, con il risultato di trovarmelo ancora più vicino. Maledetta catenina troppo corta.
-Cosa c’è Dupein-Cheng? Troppo hot per te?- mi sussurrò in un orecchio, facilmente raggiungibile visto che si trovava proprio dietro di me.
-Cosa?- mi voltai, indignata creando più distanza possibile tra me e lui. Cioè mezzo metro. Si finse imbarazzato.
-Ops, scusa. Probabilmente sei ancora vergine e non sei abituata a vedere un ragazzo senza maglietta.- diventati rossa per la rabbia.
-Punto primo: che io sia vergine o no, questi non sono affari tuoi. Punto secondo: Non credo che tu sia “hot” senza maglietta, ma semplicemente ridicolo.- feci un sorrisetto soddisfatto, pensando di averlo lasciato senza parole. Inaspettatamente lui tirò il polso destro verso di se e io mi ritrovai pericolosamente vicino a lui.
-Posso diventarlo se vuoi.- mi sussurrò con una voce stranamente seducente, che su uno come lui non avrei mai pensato di sentire.
-Ehmm…- che esordio convincente. Complimenti a me. All’improvviso scoppiò in una fragorosa risata e mi allontanò con una spintarella.
-Dio Dupein-Cheng sei davvero una santarellina!- Volevo rispondergli per le rime, ma ripresero a bussare alla porta e prima che qualcuno potesse parlare, mi gettò (esatto gettò) all’interno del suo armadio, chiudendo le ante e facendomi sprofondare nel buio, infranto solo da una sottile lama di luce. Non potei fare a meno di respirare l’intenso e buon profumo e che alleggiava lì dentro. Doveva essere… lavanda? Sentii la voce ovatta di qualcuno che non era Natalie. Stava dicendo qualcosa a proposito di una vassoio. Mi vergogno a dirlo, ma in quel momento avevo davvero la bava alla bocca. Aspettai impazientemente che quella persona se ne andasse. Quando sentii la porta chiudersi schizzai fuori dal mio nascondiglio, soprattutto per mangiare, ma anche per evitare che lui mi sorprendesse ad annusare i suoi vestiti peggio di una cocainomane senza dose. Lo costrinsi a sedersi e cominciai a mangiare. Come è buono il sapore del cibo quando hai fame! Finalmente in silenzio e in pace, potei concedermi una accurata scansione della stanza di Adrien. La sera prima era buio e non avevo visto gran che. La cosa che mi sorprese più della immense vetrate e della sua, discutibile dal punto di vista musicale, enorme collezione di dischi fu il bellissimo e lucido pianoforte a coda che vidi in un angolo della sua stanza. Non riuscivo a credere che quello spaccone potesse suonare uno strumento delicato come quello.
-Potrei anche darti una dimostrazione se non fossi ammanettato a te. Sono piuttosto bravo, sai?-
-Non mi dire, cadono tutte hai tuoi piedi, con una semplice scusa come questa?-
-Mi pareva che tu fossi piuttosto interessata al mio pianoforte.- lo ero eccome.
-Figurati te lo sarai sognato.- lui non disse nulla.

-Sai Dupein-Cheng, dovresti cambiarti.- mi disse Adrien mentre era sdraiato sul letto, mentre io da seduta, stavo cercando di leggere. Dico cercando perché ogni volta che cercavo di girare pagina mister Simpaticone, tirava la manetta per impedirmelo.
-Perché dovrei farlo? Tu sei il primo senza maglietta.- dissi senza alzare gli occhi dalla pagina
-Sì, ma sai, io non ho uno strappo sulla coscia che lascia poco spazio all’immaginazione.- Impietrita lo sentii sollevarsi sui gomiti e con la coda dell’occhio lo vidi sogghignare.
-Certo che bianche… non hai un minimo di inventiva.- saltai su dal letto come una molla e anche se sperai con tutta la mia anima che fosse uno scherzo, lo stappo c’era e le mie mutandine di pizzo bianco spiccavano, come il sangue sulla neve. Me lo coprii con la mano libera. Lui scoppiò a ridere.
-Ma ho già visto tutto quello che mi interessava.- di slancio presi uno dei tanti cuscini sul suo letto e glielo lanciai in faccia.
-Dammi una mano piuttosto.-
“Cretino” aggiunsi mentalmente. Lo strattonai fino ad arrivare ad uno dei miei sacchetti con i vestiti di ricambio. Frugai freneticamente con una mano fino a tirare fuori un vestito bianco con la stampa in azzurrino di alcuni fiori. Esultai.
-Come pensi di mettertelo, visto che siamo ammanettati?- feci un sorrisino e gli indicai la cerniera dorata sul lato sinistro.
-Questo vestito l’ho fatto io. Ha solo una spallina sulla destra e una cerniera in modo che possa mettermelo comunque.-
-Ammirevole davvero.- disse anche se la sua faccia di ammirato non aveva niente.
-Ma la mia domanda era riferita al fatto che sei vestita e questo se non sbaglio, la cerniera non ce l’ha.- in effetti…
-Ma per tua fortuna ho sempre una soluzione.- fulmineo afferrò un paio di forbici dal tavolino lì accanto. Capii subito cosa voleva fare.
-No!- gridai. Ero così fiera dal mio vestito blu, quello strappo si poteva rapare. Ma lui non mi ascoltò e mi tagliò la manica e tutto il lato destro, facendo in modo che il vestito mi scivolasse via di dosso come un fazzoletto usato. Rimasi in intimo di fronte a lui.
-Ecco fatto.- disse lui, soddisfatto.
-Hai idea di quanto tempo ci avevo impiegato a cucirlo?!-
-Tanto era già rotto.- disse lui stringendosi nelle spalle.
-Poteva essere riparato!- ringhiai.
-Dupein-Cheng, non riesco a prenderti sul serio, finché non ti vesti.-
-Perché? Non riusciresti a controllarti?- lo sfottei. Lui assottigliò gli occhi.
-Tu non hai nemmeno idea di cosa posso fare.- okaaaaay, quella risposta mi bastava. Mi rivolsi al vestito bianco e lo indossai, tirando su con una certa fatica la cerniera.
-Grazie dell’aiuto.- dissi.
-Figurati.- rispose lui. Guardai tristemente il mio vecchio vestito per terra. Mi dispiaceva così tanto. A strapparmi dalle mie riflessioni fu la vibrazione del mio telefono. Il nome di Alya lampeggiava sullo schermo. Con il cuore in gola risposi.
-Pronto?-
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Shora