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Autore: Miryel    22/12/2018    39 recensioni
Nel caldo abbraccio del Natale, due anime si incontrano su un sofà sperando che quella calda atmosfera possa durare per sempre. Due anime fragili, scomposte, integre solo quando sono insieme.
Quella magia così fragile però, non dura per sempre e questo, Tony Stark, lo sa benissimo.
[ Tony x Peter - Xmas Fic - word count: 1096]
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tales About a Spider Kid and an Iron Guy'
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[Starker - Tony x Peter - Xmas Fic - word count: 1096]

 
           


Thanks For the Memories

♥♥♥
 
«One night and one more time. Thanks for the memories even though they weren't so great
He tastes like you, only sweeter. One night, yeah, and one more time
Thanks for the memories, thanks for the memories. 
See, he tastes like you, only sweeter, oh»  

-
Fall Out Boy - Thnks fr th Mmrs

♥♥♥



 

      «È quasi Natale, e puoi chiedermi tutto quello che vuoi! Sul serio, Peter! Tutto quello che desideri. Quest'anno mi sento così, dannatamente generoso!» gli disse con un sorriso obliquo, e si finse modesto. In quel finto buonismo che gli riusciva così bene da sembrare quasi reale.

Tony aveva il braccio intorno alle sue spalle, un bruttissimo maglione di Natale addosso che gli aveva regalato Natasha e che, siccome glielo aveva detto Peter, aveva deciso di indossare pur trovandolo per nulla fascinoso. Lontano dal suo stile sempre impeccabile e dai colori scuri. 

Una volta - tantissimo tempo prima, forse una vita intera - lo avrebbe gettato via senza nemmeno pensarci, ora invece… tutto sembrava aver acquisito un significato totalmente diverso. Le cose più semplici parevano aver capovolto la sua attenzione e messo da parte quel desiderio di ostentare la propria elegante immagine, che era da sempre parte di lui.

Il viso di Peter venne attraversato da un guizzo divertito. Alzò gli occhi al cielo in quella che era la sua espressione più assorta, poi mugugnò in un sussurro. Di tutta risposta, Tony iniziò ad accarezzargli i capelli con una pacata delicatezza, che era diventata quasi abitudinaria. Ormai si ritrovava a compiere gesti come quello con una naturalezza che non gli era mai appartenuta, e che continuava a stupirlo. Una naturalezza che, fino a qualche tempo prima, lo aveva quasi spaventato.

 «Non lo so. A parte zia May, nessuno mi ha mai chiesto cosa desiderassi per Natale. Ned fa di testa sua e… beh, gli altri semplicemente non mi hanno mai regalato niente. Non lo so, Tony. A me va bene tutto. Qualsiasi cosa, anche niente», gli disse Peter, e la sua semplicità era sempre stata anche la sua sincerità. Si era chiuso nelle spalle, aveva arricciato le labbra, aveva stretto le dita intorno alle ginocchia, quasi a disagio, ma il viso era comunque illuminato da una felicità che quasi sembrava irreale.

Forse lo era, chissà…

 «C'è qualche videogioco nuovo che desideri?»

 «Non ho nemmeno la console con cui giocarci, nel caso!» esclamò, e rise poi. 
Dannazione, Tony avrebbe voluto vederlo così spensierato per il resto dei suoi inutili giorni...

 «Aggiudicato. Domani andremo a comprarne una. O tutte. Insomma, quelle che desideri. Non bado a spese, lo sai», gli rispose, e Peter scosse la testa; non smise di ridacchiare nemmeno per un istante. Come un raggio di sole che trafigge il cuore; come una freccia infuocata.

 «Perché so che dirti che non c'è bisogno non servirà a niente?»

 «Perché di fatto è così che va, ragazzino. Prendere o lasciare», rispose lui, quel tono fintamente polemico, e si chinò per lasciargli un bacio a fior di labbra, che con le luci dell'albero addobbato a pochi passi da loro, sembrò più caldo e unico del solito. Era forse quella, la magia del Natale di cui tutti parlavano e a cui Tony non aveva mai dato importanza?

 «Prendo, prendo!» esclamò Peter, e ridacchiò ancora. Poi tornò serio, e alzò lo sguardo. Gli occhi divisi in due dalle folte ciglia che sembravano una corona di rametti appena germogliati, «E tu cosa vorresti, per Natale?»

Le luci dell'albero allora sembrarono spegnersi, Tony le sentì quasi esplodere, una ad una. Il rumore di vetri rotti e di un cuore infranto. Lo stesso suono, la stessa fragilità, la stessa impossibilità nel tornare compatti. L'atmosfera di poco prima si perse nell'aria, e la stanza ad un tratto sembrò buia, sembrò vuota, sembrò l'inferno incandescente in una fredda notte d’inverno.

Non era più Natale. Non più.

Smise di accarezzargli i capelli e inarcò le sopracciglia. Un sorriso ignobile e ferito gli tagliò in due il viso. Tutto riuscì a trasmettere, tranne che felicità. Tutto il resto, persino la morte del cuore, era limpido sul suo volto. Inevitabile nasconderlo. Con Peter era difficile celare persino quelle debolezze, che oltretutto quel ragazzo non meritava nemmeno di vedere.

Tony aprì la bocca, ed esitò un secondo.

 «Vorrei che fossi qui, con me», disse poi, in sussurro. Sì sentì così stupido che gli occhi gli si riempirono di lacrime, che ricacciò lapidario nei meandri del petto sconfitto. Non erano lacrime di tristezza, nemmeno di rabbia, ma di vergogna. 

Peter sospirò impercettibilmente. Sorrise a metà. Sorrise e in realtà non lo fece davvero. Sorrise e finse di farlo.

O forse no.

 «Non posso esserci, lo sai.»

 «Lo so… so che sei frutto della mia immaginazione, ma se sparisci dalla mia testa io sono un uomo finito. So che in verità sono qui da solo, che tu non ci sei, che sei… che tu sei…» si bloccò e non riuscì a dirlo. Non riusciva nemmeno a pensarlo, nemmeno ad immaginarlo. Nemmeno a ricordarlo, poi sospirò con amarezza, col petto che pungeva, come uno spillo incastrato nella carne. «Ma è ciò che desidero. Desidero che tu sia qui… qui con me.»

 «Vorrei essere qui anch'io, lo sai», ammise Peter e Tony sapeva che lo aveva solo immaginato, ma era certo che avrebbe detto così. Lo avrebbe fatto. E, se non fosse sparito insieme a metà dell’universo, sarebbe stato lì con lui, a rendere il Natale non più insignificante, ma importante. Dopo così tanti anni da che non lo era stato più.

Gli baciò le labbra. Gli baciò una guancia, lo zigomo, i capelli. Lui gli strinse le mani intorno al maglione brutto, e gli sorrise. Lo fece, come se non se ne fosse mai andato.

Qualcosa poi fece rumore e Peter si dissolse. Tornò ad essere polvere, per l'ennesima volta. Qualcosa si spaccò nell'atmosfera, e Tony fu costretto a riaprire gli occhi. Era di nuovo in quell'astronave, lontano da casa, lontano dal mondo, lontano dalla vita. Ogni secondo più spacciato, ogni secondo più morto. L'ossigeno aveva iniziato a scarseggiare già da troppo tempo, limitato al punto che la realtà aveva iniziato a frammentarsi, a vorticare tra realtà e finzione, così tanto da non saper più distinguere cosa era vero e cosa non lo era; la sua ragione, sottile come un filo d’argento, stava per spezzarsi, eppure avrebbe voluto poter immaginare quei falsi ricordi per sempre. Fino alla sua inesorabile fine. Finché, in quella realtà alterata Peter era con lui, il resto non aveva più molta importanza. Voleva solo continuare a sognare, e lasciarsi andare con quel filo di pensieri legati ad una vita che non aveva ancora vissuto, e che era persa in desideri ormai infranti, ormai irrealizzabili, impossibili.

Anche se per finta, era pur sempre meglio di niente.

La fine è parte del viaggio.


Fine



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Angolo delle angolate angolose di Miryel:
Prima di tutto vorrei fare dei ringraziamenti doverosissimi, che desidero fare prima di dire qualunque altra cosa.
Ringrazio Nemesis, che mi ha aiutata a trovare non solo il titolo della storia, ma anche la canzone da abbinarvi (santa donna).
Poi grazie a tutti voi, per esserci sempre, per darmi la spinta a non smettere mai.
Ed io poi vi devo delle scuse. Mi dispiace molto, certe storie non andrebbero scritte a Natale ma io... sto così, in questo mood. Sono succede e stanno succedendo troppe cose nella mia vita, e quel trailer non ha aiutato a vedere le cose migliori di quanto potrebbero essere... e ho scritto questa cosa, questa pugnalata, che lo è stata in primis per me... e vi chiedo scusa, spero di non averli rovinati, quei due. 
Ma Tony è lì, disperso nello spazio, con la sola convinzione di potersi aggrappare ad un solo ed unico pensiero; così tanto che quel pensiero ne crea altri, falsi, ma così desiderati da sembrare veri.
Spero possiate comprendere che, malgrado il finale amaro, l'amore c'è. Ed è per questo motivo che fa così male.
Spero che il disegno iniziale e la gif finale vi siano piaciute e... alla prossima, spero con qualcosa di più allegro, spero di riuscirci.
Vi adoro.

Miry

 
   
 
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