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Autore: Anonima Italiana    22/12/2018    5 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Negli Inferi il tempo scorre molto più lentamente rispetto al mondo mortale; soprattutto, non essendoci il sole, le giornate non sono scandite dai suoi ritmi naturali e dalla sua luce. Perciò i ritmi di quel mondo sono un po’ lasciati al caso, o ai ritmi naturali dei suoi abitanti.
Fu impossibile quindi per Ade stabilire quante ore aveva dormito quando si svegliò; ma non gli importva, per lui che era immortale lo scorrere del tempo era una banalità relativa
Quello che importava in quel momento, era avere Persefone tra le braccia, sana e salva. Non si mosse nemmeno per paura di svegliarla, e passò alcuni minuti così, a rimirarla mentre dormiva. Poi arrivò il momento tanto desiderato: Persefone fece qualche piccolo movimento contro di lui, per poi aprire gli occhi.
La giovane girò un attimo lo sguardo attorno alla stanza, per cercare di mettere a fuoco dove si trovava; poi una volta capito dov’era…si rese conto di essere tra le braccia del Signore degli Inferi. Alzò quindi il viso e gli sorrise.

- Ade…sei tu…ma cosa….?-

- Sono io, mia Regina, e per fortuna sono riuscito a sentire il tuo grido di aiuto e a venire in tuo soccorso- Alla giovane venne improvvisamente in mente l’aggressione subita dal centauro ed ebbe un moto di paura, strigendosi ad Ade.

- Non temere Persefone, ci ho pensato io. Quell’essere immondo non darà più fastidio né a te né a nessun’altro-

Queste parole e il tono di voce con cui erano state pronunciate diedero un brivido a Persefone che si stirnse di nuovo ad Ade guardandolo negli occhi, in cui quel momento scorse il riflesso fiammeggiante che ben conosceva. Ma sapeva di non doverne avere paura per sé, e che anzi lei avrebbe beneficiato solo della parte positiva di quella forza.
Improvvisamente, sorrise ad Ade e posò una mano sulla sua guancia, accarezzandola. Ade chiuse gli occhi rabbrividendo a sua volta dalla gioia e dal piacere, e girando lievemente il viso baciò il palmo della piccola mano di Persefone con ardore.

- Grazie, mio signore-

- Non ho fatto nulla per cui tu mi debba ringraziare. Occuparmi della mia amata Regina per me è solo una gioia- rispose lui.

- Ade…io…voglio rimanere qui-

Per un momento il Signore dell’Oltretomba credette di avere capito male.

- Sai cosa ti succederebbe in breve tempo se ti privassi della luce del sole. Me l’ha detto Asclepio, è stata quella la causa della tua malattia, poco tempo fa. Credimi, nessuno più di me desidera che tu rimanga qui. Ma non a prezzo della tua vita.

- Ade…dico sul serio….voglio rimanere qui con te. Essere per davvero la tua Regina. Mi sei mancato così tanto…Ti prego, non dirmi di no- disse Persefone fissandolo negli occhi.

Il cuore di Ade cominciò a battere a mille: possibile che il suo desiderio si stesse realizzando, e addirittura che fosse Persefone stessa a desiderarlo?
La giovane Dea gli lesse negli occhi i suoi dubbi e, decisa a fugarli, cominciò ad accarezzargli il viso avvicinandosi poi con il suo e posando le proprie labbra su quelle di lui, premendole e assaporando la bocca dell’altro. A questo punto, lasciarsi andare per Ade fu la cosa più naturale del mondo: stringendo a sé Persefone rispose al bacio riversandovi tutta la passione finora trattenuta. Per la prima vlta nella sua vita secolare, sentiva di sapere cosa voleva dire essere felice… 
 


Grazie alle costanti cure ricevute, Persefone cominciò a riprendersi in pochi giorni. Dopo quella prima volta, Ade aveva voluto essere sicuro che la decisione della giovane non fosse dovuta a un momento di debolezza temporanea; finchè era rimasta a letto nella sua stanza, ogni giorno era andato a trovarla, e avevano parlato della situazione  che si era creata. Come prima cosa, Ade aveva fatto presente a Persefone che non avrebbe più potuto vedere sua madre, perlomeno non come prima: non si può andare e venire dall’Oltretomba a piacimento, a meno di non essere una delle sue divinità, cosa che Persefone sarebbe diventata comunque col tempo.
Ma la giovane Dea era convinta che sua madre avrebbe accettato la sua decisione, dopo aver visto che lei era felice. Certo…ci sarebbe voluto molto tempo e molto sforzo. Ma per quanto la fanciulla volesse bene a sua madre, ora era decisa a vivere la propria vita, e non quella che Demetra aveva deciso per lei.

Appena Persefone si fu rimessa in forze, Ade la portò al cospetto di Ecate per presentargliela. Persefone sapeva che la Dea della magia e degli incantesimi era una personalità molto potente nell’Oltretomba, ed era molto emozionata per l’incontro. Appena si incontrarono la giovane Dea della Primavera fece un profondo inchino:

- Dea Ecate, sono così onorata di fare la vostra conoscenza…- 

L’altra le si avvicinò tendendole una mano, per farla rialzare.

- Regina Persefone, la gioia nell’incontrarvi è la mia. Non inchinatevi, voi tra poco sarete la Regina e saranno gli altri a doversi inchinare a voi.-

Ecate scrutava la bellissima fanciulla che aveva davanti, e che era riuscita a compiere il miracolo di far conoscere l’Amore al Dio dell’Oltretomba. Percepì immediatamente la potenza non ancora espressa che Persefone covava dentro di sé e capì che era la Regina ideale per quel regno.

- Regina Persefone, riesco a vedere un grande futuro per voi. Un futuro di gioia e di potenza- le disse imponendole le mani sul campo in segno di approvazione.

Ade assisteva in disparte all’incontro, compiaciuto di come si stava svolgendo. Non erano molte le altre divinità che aveva in simpatia, ancora meno quelle che stimava. Ecate era una di queste.

Finito l’incontro, presero congedo e Persefone, ancora emozionata, comprese che la sua nuova vita stava davvero cominciando: si stava preparando ufficialmente a divenire la Regina degli Inferi.

(fine undicesima parte)


 
   
 
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