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Autore: SkyDream    22/12/2018    3 recensioni
Natsu e Lucy sono cresciuti, lentamente si stanno accorgendo di come i loro corpi e i loro spiriti si stiano cercando quasi con disperazione. Proprio quando sembra che tra i due sia sbocciato qualcosa, però, l'ennesima catastrofe minaccia di abbattersi su Magnolia e sulle gilde più potenti.
Non solo Natsu dovrà sacrificare sè stesso, ma capirà quanto un legame d'amore possa unire o distruggere tutto. L'affetto, quel sentimento che aveva sempre visto come la forza che muoveva tutto, gli si ritorcerà contro.
-Dal capitolo 1-
Lucy, qualche giorno dopo, pensò che quella mattina, se avesse saputo come sarebbero andate le cose, si sarebbe permessa di piangere almeno un po’.
Avrebbe chiesto a Natsu di stringerla forte
Perché non dimenticasse mai
Il calore dei suoi abbracci.
[Completa]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7
 

 

«Non agitarti, sarà solo per un breve periodo!».
Evergreen stava seduta accanto alla finestra con una tazza calda in mano, guardava il sole scomparire dietro le montagne e non si preoccupava affatto di quello che le stava accadendo intorno.
«Elfman, tua moglie parla di nuovo da sola. Non credi sia il caso di portarla da un dottore?» urlò Laxus mentre portava dentro degli scatoloni e li poggiava sul tavolo della cucina.
La donna, ancora seduta e immersa in chissà quali pensieri, sorseggiò il contenuto della tazza e rimase a fissare il vuoto: «Solo per un breve periodo.» ripetè con un sorrisetto mentre accarezzava la pancia.
«Tranquillo, il dottore ha detto che non deve stressarsi per evitare che nasca prematuro. Siamo tutti un po’ ansiosi per questo nuovo arrivato, specialmente ora che la gilda è ridotta ad un cumulo di cenere.» spiegò Elfman entrando dalla porta con altri scatoloni impilati.
«Menomale che lei non deve stressarsi, mi è toccato prenderla in braccio e trascinarla di peso fino a casa per evitare che Lord Eyeless se la portasse via! Oltretutto ha scalciato tutto il tempo perché tu eri rimasto lì dentro.» Laxus sospirò e portò gli occhi al cielo mentre continuava a fare avanti e indietro per portare tutta la roba dentro casa.
«Non so davvero come ringraziarti per quello che hai fatto! Sono rimasto a dare una mano a Mirajane contro uno dei suoi scagnozzi, se non fosse stato per Fried che mi ha avvertito del tuo gesto, sarei senz’altro entrato nel panico.» disse l’altro dandogli una mano.
«Figurati, state già facendo tanto volendo dare alloggio a molti membri della gilda che sono rimasti senza il dormitorio. Fortuna che avete una casa così grande!» Laxus si fermò un momento a guardare Magnolia, era a pezzi dopo l’attacco di quel folle.
«E’ il minimo che possa fare. Anche Gajeel e Levi si sono proposti di dare alloggio a chi sopporterà il pianto notturno delle loro pesti, Gray e Lluvia hanno messo a disposizione il loro unico divano e Lucy ci ha fortunatamente privato di quello sconsiderato».
Laxus sorrise incrociando le braccia al petto e rivolgendo lo sguardo al suo amico.
«Come no! Nessuno si sarebbe preso in casa quello sputa fuoco di Salamander. Speriamo non riduca in cenere anche la stanza di Lucy».
***
«Sei un folle!» Lucy continuava a urlare per le strade deserte di Magnolia, inondata ora dai teneri colori del tramonto. Natsu camminava poco più avanti con Happy che gli vorticava sulla testa come una piccola nuvola.
Non la stava nemmeno ad ascoltare.
«Ti prego, Natsu, fermati! Capisco ciò che provi ma non posso lasciarti andare da solo, è una follia, lo capisci?».
Natsu guardava di fronte a sé, deciso e con i pugni stretti. Non voleva ascoltare le sue parole, forse perché ben comprendeva quanto fossero veritiere.
Era pur vero, però, che non riusciva mai a resistere a lungo quando la sentiva supplicare così, con il cuore in mano.
«Lucy, perché dici che sono solo?» Natsu si era voltato all’improvviso, guardandola in quegli occhi lucidi che poco prima gli avevano sorriso quando avevano constatato che lui stesse bene.
«Perché ti sei ostinato a voler andare da solo alla Blue Pegasus? Non stai andando da Hibiki per prendere informazioni su Lord Eyeless per poi tornare alla gilda, tu stai andando alla Blue Pegasus perché dopo vuoi raggiungere quel pazzo da solo! Non ce la farai mai, finirai per farti male di nuovo e, Natsu, non posso permettertelo!».
Lucy aveva il tono disperato, aveva proteso le mani quasi a volergli stringere le braccia ma non lo aveva fatto, aveva finito per prendersi gli avambracci e stringersi da sola in un abbraccio che sentiva, sempre di più, il bisogno di ricevere.
«Perché dici che sono solo?» ripetè Natsu avvicinandosi così tanto da farle sentire il calore del suo corpo.
Lucy sollevò lo sguardo incontrando il suo, non resistette e con le dita gli carezzò la guancia lì dove la cicatrice lo deturpava. Natsu provò un brivido che cercò di reprimere.
«Perché dici che sono solo se tu sei con me, Lucy? Non sono solo se vorrai lottare al mio fianco».
«Io sarò sempre al tuo fianco. Quando mi hai promesso che saremmo rimasti per sempre insieme, quel giuramento l’ho fatto anche io.» gli sussurrò con un filo di voce senza smettere di carezzargli la guancia.
«E’ l’ennesima bugia, Lucy?» le rispose, con una punta di  dolore e acidità che non le aveva mai riservato.
La ragazza allontanò in fretta le dita, quasi si fosse scottata all’udire di quelle parole. Provò un vasto senso di angoscia e si sentì talmente fuori luogo da provare l’impulso di scappare.
«Natsu, non ti ho mentito! Non lo farei mai, lo sai!» Lucy fece qualche passo indietro, spaventata dal volto serio del suo nakama.
In tutti quegli anni non le aveva mai, una sola volta, rivolto quello sguardo deluso e amareggiato.
«Quando ieri sera ti ho chiesto se almeno tu mi credi quando ti dico che ho sentito il mio corpo ridursi in pezzi e morire, tu mi hai voltato le spalle. Speravo che questa mattina riuscissi a dirmi quello che è successo davvero e dopo quello strano potere che ho utilizzato oggi, è ovvio che qualcosa deve essere successo. Anche Erza se n’è accorta e mi ha detto di parlarne con te, ma tu abbassi gli occhi, Lucy. Credevo che fossi mia complice, invece oggi non hai nemmeno lottato accanto a me, né mi hai dato spiegazioni».
C’era una tale delusione e frustrazione nella sua voce, che Lucy non potè non sentirsi ferita da quelle parole.
Lo amava, stava rischiando di morire per poterlo fare vivere e lui stava buttando in aria quella possibilità. Ma, soprattutto, le si stava ritorcendo contro.
Quel sentimento che entrambi provavano, li stavano riducendo in cenere.
«Non ti ho mentito nemmeno per un momento, Natsu.» Lucy si asciugò le lacrime prima di continuare «Ho solo cercato di evitare le spiegazioni, perché so già come reagirai e non potevo permettere che lo scoprissi, non prima della fine di tutta questa storia».
Natsu si stupì, quella confessione sembrava sincera e perfino Happy, che aveva cercato di stare in disparte per evitare di dare fastidio, aveva alzato le orecchie per sentire meglio.
«Cosa mi è successo, Lucy?» chiese con un tono carico d’ansia.
«Sei morto, Natsu. Io ed Happy ti abbiamo trovato in fin di vita avvolto in un telo nero dentro il laboratorio. Quando ti abbiamo portato alla gilda il Master ti ha poggiato il velo funebre addosso e ha detto che presto il calore del tuo fuoco ti avrebbe del tutto abbandonato». Lucy si fermò a prendere fiato, ma l’impazienza del mago ebbe la meglio.
«E poi? Cosa è successo?».
«Ho chiesto udienza al Re degli Spiriti Stellari, si possono formare legami anche tra noi esseri umani, con la differenza che la magia condivisa non è solo quella per la lotta, ma anche quella che ci tiene in vita. Natsu, tu eri morto e ti ho donato parte della mia vita affinchè tu restassi al mio fianco».
Quella rivelazione lo lasciò totalmente stravolto. Natsu abbassò il capo vergognandosi delle parole irruente e acide che le aveva rivolto poco prima.
Lucy, a sua volta, colse quel momento per cercare i suoi occhi e chiedere conferma. Aveva davvero capito la pericolosità di quel legame?
«Natsu» la sua voce era tremante «Se tu o io esageriamo durante la lotta, la magia non basterà più per tenere in vita entrambi e moriremo».
Natsu le si avventò contro con una tale irruenza che Lucy chiuse gli occhi e si parò il viso convinta che la stesse per colpire. Poi sentì qualcosa di rapido muoversi contro il suo viso, quando aprì gli occhi si ritrovò stretta tra le braccia del suo nakama e con il viso contro il suo petto che si alzava e abbassava impaziente.
«Si può sapere perché hai fatto una pazzia simile?» le chiese continuando a respirare velocemente, colto dal panico.
«Perché preferisco vivere un altro giorno lottando al tuo fianco, piuttosto che averti trovato morto lontano dalle mie braccia». La veridicità di quelle parole furono come un colpo ben assestato allo stomaco, Natsu quasi si piegò su di sé come se davvero avesse provato in un momento tutto il dolore che doveva aver sostenuto da sola in quei giorni.
«Lucy» le disse con un filo di voce prendendo il suo viso tra le mani e guardando colei con cui aveva passato ogni sorta d’avventura «E’ la cosa più folle e sconsiderata che tu abbia mai fatto».
La ragazza annuì col capo senza distogliere gli occhi dai suoi, Natsu la guardava con disperazione, come se solo in quel momento avesse compreso l’urgenza di Lucy di farlo tornare indietro, di non andare a lottare da solo.
Una vampata di fuoco un po’ più forte e sarebbero morti entrambi.
«C’è un modo per interrompere questo legame?» chiese ancora con le mani sul suo viso.
«Sì, ma non chiedermi di farlo.» gli rispose portando le dita sulle sue, Natsu abbassò gli occhi non sapendo cosa fare.
«Natsu» stavolta fu Happy a parlare, seppur ancora a debita distanza «Dobbiamo prima risolvere la faccenda di Lord Eyeless, dopo parleremo col Master e sono sicuro che troveremo una soluzione».
Il ragazzo annuì lasciando andare il viso di Lucy che era ora colorato dalle ombre della sera. Ripresero il loro cammino senza dire una parola e senza lasciarsi la mano nemmeno per un momento.
 
«Pare che il Lord sia fermo qui da qualche ora. Ho fatto delle rapide ricerche e mandato Eve alla Love&Lucky per delle informazioni: esiste davvero un modo per inglobare più di una lacrima».
Hibiki continuava a pigiare velocemente i tasti su una finestra proiettata, le informazioni si riflettevano sul vetro degli occhiali che era stato costretto a mettere da qualche anno.
Di tanto in tanto dava uno sguardo a Lucy, ancora aggrappata al bicipite di Natsu con le dita tremanti. Quella mattina non aveva potuto spazzolarsi i capelli ed era rimasta con la prima felpa che le era capitata a mano, senza preoccuparsi del suo aspetto e cercando di darsi da fare per rimettere in sesto la gilda.
Hibiki era rimasto molto colpito da questo suo lato così sincero e indiscreto, la faceva sembrare talmente umana che era impossibile - a detta sua - non trovarla comunque irresistibile.
«Lord Eyeless deve trovarsi nella zona ovest di Magnolia, oltre i boschi. Eve ha scoperto che per inglobare la Lacrima serve un enorme dispendio di energia da parte di chi l’acquista. Per ironia della sorte, se il Lord era provato dalla battaglia potrebbe essere addirittura più debole di quello che si pensa». Hibiki si sollevò dalla sedia e stirò le braccia verso l’alto prima di chiamare i suoi compagni per prepararsi ad andare.
 «Verrete anche voi con noi?» Lucy era così sorpresa che si separò dal braccio di Natsu. Hibiki le sorrise raggiante facendole segno di scendere al piano inferiore.
«Credevate che avremmo lasciato tutto il divertimento a voi della Fairy Tail?» rise scendendo le scale, Eve e Ren fecero un cenno di saluto agli altri due maghi ed uscirono dalla gilda per andare a prendere una carrozza magica.
«Prendete questa e avvertite i vostri amici della posizione di quel folle, dite loro che ci incontreremo direttamente lì. Non fate venire né Laxus né Gajeel, avere due Dragon Slayer è troppo pericoloso, se dovesse riuscire ad assorbire il loro potere sarebbe un disastro». Hibiki si sedette sul cassone e infilò il bracciale magico per farlo partire.
Lucy utilizzò la Lacrima-visione per contattare Gajeel e dirgli di far venire solo i maghi che erano effettivamente in grado di lottare. Si sentì ipocrita, ma ingoiò il magone che le si era formato in gola e salì sulla carrozza insieme al suo nakama.
«Sta’ tranquilla, Lucy, andrà tutto bene» le disse mentre si sedeva accanto a lei.
Già, “andrà tutto bene”. La stessa frase che gli aveva detto lei in quella loro unica notte senza inibizioni; la stessa frase che gli aveva ripetuto quando quel maledetto proiettile gli aveva centrato il braccio indebolendolo.
“Andrà tutto bene”.
Ora che ci pensava, suonava quasi come una maledizione.
 
La Fairy Tail era geograficamente più vicina alla montagna rispetto alla Blue Pegasus, con il risultato che arrivarono prima.
Mirajane, Fried ed Erza sull’altro calesse.
Gray, avvolto nella sua giacca bianca, era poggiato al muro con le braccia incrociate al petto e il viso scuro. Lucy si avvicinò a lui, chiedendogli dove fosse Lluvia.
«L’ho addormentata con una medicina, è rimasta a casa con Wendy e Romeo; sarà meglio per me che torni tutto intero se non voglio beccarmi una bella strigliata».
Gray cercò di sorridere, ma sentiva come se il suo intero corpo fosse fatto di duro ghiaccio. Da quando aveva appreso della morte di Lyon, quella mattina, non era riuscito a sollevare gli occhi da terra se non per guardare il volto di Lluvia che, in silenzio, lo aveva portato a casa e lo aveva fatto riposare tra le sue braccia.
Gray si era sentito un criminale quando le aveva portato quella tazza di tè caldo sciogliendoci dentro un sedativo.
Lluvia lo aveva guardato con gli occhi pieni d’amore, come sempre, invitandolo a stare ancora un po’ con lei prima di scendere nuovamente alla gilda.
E lui lo aveva fatto: l’aveva fatta addormentare sul suo petto per poi chiedere a Wendy di mettersi nel letto con lei e scappare alla gilda per raggiungere Lord Eyeless e vendicare Lyon.
Non poteva permettere che a Lluvia succedesse la stessa cosa, non si era mai perdonato per quella cicatrice che ora le deturpava il fianco e che, ogni notte, sfiorava con le dita prima di addormentarsi.
«Natsu» Gray rivolse lo sguardo al suo amico, che accanto a sé era rimasto a stringergli il braccio, senza parlare. «Non ho intenzione di trattenermi e di fare il solletico a Senza Faccia. Voglio vederlo morire davanti i miei occhi. Non risparmiare la tua rabbia».
Natsu e Gray si scambiarono un’occhiata ed entrarono nel covo dietro la montagna. Tutti e tre ebbero la sensazione di essere già stati lì dentro, probabilmente il laboratorio dove erano finiti l’ultima volta era più vasto di quello che credevano.
«Quante persone credi che siano morte?» Hibiki si rivolse a Lucy che, a testa alta, camminava in prima fila mordendosi le labbra.
«Troppe, Hibiki, sono morti troppi maghi. Fossero anche solo i tre che abbiamo scoperto, sono comunque troppi».
Dentro la galleria del covo qualcuno era seduto a terra e guardava verso i maghi senza andargli in contro.
«Erza Scarlett, mi avevi promesso che non avresti rischiato la tua vita inutilmente.» disse il ragazzo spazzolandosi i capelli con una mano. Erza sorrise appena e, controluce, vide le labbra tese di Gerard che mostravano i denti bianchi.
«Se non fossi venuta a lottare in prima linea, avrei rischiato comunque di morire, ma nel sonno.» gli rispose avvicinandosi e porgendogli la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi. Gerard accettò di buon grado e finì per aprire la fila mentre i maghi si inoltravano ancora di più nelle segrete di quel laboratorio.
«Quando ho saputo che alcuni maghi erano stati rapiti e uccisi, non ho potuto fare a meno di raggiungerti, Erza.» le disse il ragazzo mentre estraeva la spada che portava al fianco destro.
«Sono contenta che tu sia qui, davvero».
 
Quando i maghi spalancarono il grande portone che li avrebbe portati alla sala principale, Natsu sentì un brivido attraversargli la schiena al ricordo delle torture che era stato costretto a subire.
Ricordava perfettamente la sensazione che precedeva la morte e quella che la annunciava a gran voce. Ricordava di non aver più sentito alcun rumore né calore provenire dal suo corpo.
Poi, come una delle mille scosse che aveva ricevuto per potergli estirpare il potere del fuoco, qualcosa lo colpì alla testa. La visione di quella stanza lo stava scuotendo emotivamente più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
«Natsu!» Lucy poggiò una mano sulla sua, costringendolo a voltarsi. Il mago vide dapprima solo i suoi capelli biondi ciondolare sulla felpa, poi i grandi occhi scuri che lo guardavano preoccupati:«Stai bene?».
Natsu capì perché quella scossa gli aveva provocato una fitta alla testa: quando stava per morire l’aveva chiamata per nome per dirle di fuggire e di non restare lì.
Capì che l’idea di saperla pervasa da quelle scosse mortali era ben più spaventosa della morte stessa.
«Lu’».
«Scappa, Lu’».
«Lu’, vai via di qui».
Una risata sguaiata lo distrasse dai suoi ricordi - forse per fortuna - vide Lord Eyeless avvicinarsi a loro con una grande fiamma rossa attorno al suo corpo.
«Hai una notevole potenza, Natsu Dragneel!» esclamò mostrando a tutti, in modo alquanto teatrale, i poteri che aveva appena conseguito.
Portò una mano alla maschera bianca che aveva sul volto, portava ancora i segni della colluttazione di quella mattina e quando la tirò via tutti lanciarono una sonora esclamazione.
Il viso di Lord Eyeless era umano solo per metà. Una parte del viso spigoloso era ispida di barba e rivelava dei soffici capelli scuri.
L’altra parte della faccia era interamente coperta di squame rosse, perfino l’occhio si era allungato nell’inconfondibile forma di una pupilla di drago.
Ora che Lucy ci faceva caso, quello che aveva davanti era l’uomo che le aveva commissionato il compito di recuperare la collana viola.
Si ricordò delle parole strane che le aveva rivolto con lo stesso sorriso sghembo che mostrava in quel momento.
«Inglobare queste lacrime ha un piccolo effetto collaterale, si finisce per fondersi con essa, soprattutto quando si tratta di una lacrima di Dragon Slayer.» spiegò l’uomo avvicinandosi ancor di più e lanciando una fiammata di avvertimento nella loro direzione, Erza la parò con una delle sue spade magiche, rivelando un requiep fulmineo: indossava le bende attorno al petto e i grandi pantaloni scuri.
I capelli scarlatti erano sollevati sul capo dove ora a proteggerla vi era la grande spada che aveva evocato.
«Gran bella dimostrazione, Lord, ma non pensare che resteremo qui impalati a guardare mentre prendi fuoco».
Gerard non potè evitare di sorridere mentre la sua ragazza, seppur spaventata, cercava di dar voce al suo orgoglio.
Della stessa opinione non era Gray, senza togliersi la giacca si scagliò contro il nemico congelandolo fino a metà busto e tentando di colpirlo. L’altro sciolse il suo ghiaccio senza fatica ritraendosi e lanciandogli contro una grossa vampata.
In pochi attimi fu il panico: i maghi meno potenti cominciarono a correre e a impiegare piccole magie per poterlo distrarre, era pur sempre da solo e l’elevata differenza numerica avrebbe giocato a loro vantaggio; Gray costruì interi muri di ghiaccio per riparare Erza e permetterle il requiep ogni volta che le serviva, era in perfetta simbiosi con Gerard con il quale riusciva a combinare attacchi più potenti.
Hibiki rimase di lato - con Happy che lo assisteva appollaiato su una spalla -  continuava a studiare gli attacchi del nemico battendo i tasti del suo ologramma come se fosse posseduto.
«Deve esserci un modo, deve esserci un modo.» continuava a ripetere sottovoce.
Lucy e Natsu si buttarono nella mischia mentre la maga chiamava a sé Loki e Virgo.
Natsu non era riuscito a dire nemmeno una parola, d’altronde non era mai stato bravo nemmeno con i propri sentimenti, ma quello che provava in quel momento poteva solo definirsi odio: odio per averlo - letteralmente - ucciso; odio per avergli rubato i poteri e per essersi definito un dragon slayer; odio perfino per aver distrutto la gilda.
Ma, soprattutto, lo odiava per il destino a cui aveva condannato Lucy.
«Natsu!» la ragazza urlò il suo nome mentre lui schivava una ventata di fuoco e si gettava sopra di lei per proteggerla.
Si assicurò che stesse bene e la prese per un polso cominciando a correre.
«Sei il mago più potente, Dragneel, eppure c’è qualcosa nel tuo cuore che ti rende debole. Colpiscimi, hai forse finito le tue fiamme, eh Natsu?» lo provocò Lord Eyeless notando che il suo principale rivale non si stava affatto facendo avanti.
Quando tutti si erano ormai abituati a schivare le sue fiamme, il Lord ricordò ai maghi che non possedeva dentro di sé una lacrima, ma ben due.
Tutta la stanza cominciò a riempirsi del disgustoso muco verde che quella mattina aveva bloccato a terra gran parte della gilda.
Eve, Gray e Ren rimasero incollati a terra, esausti dal calore e dalla potenza del fuoco che li aveva travolti. Dopo qualche minuto anche Erza e Gerard sembravano esausti, seppur tenessero in pugno la loro spada.
Mirajane e Fried tenevano duro anche se col fiato corto.
«Natsu, che diamine ti prende?!» urlò la maga degli Spiriti Stellari mentre il suo amico le si parava davanti con un braccio proteso.
«A quale sorte mi hai condannato, Lucy.» sospirò con dolore voltando lo sguardo da tutt’altra parte. Lord Eyeless rideva di loro e continuava a lanciare bombe di sostanza verde che Natsu schivava portando con sé la sua nakama. Finirono a terra appena in tempo.
Un’altra vampata fece atterrare anche gli ultimi maghi rimasti in piedi. Lucy sentì che stava per piangere e, ancora sul pavimento e con Natsu sopra a farle da scudo, lo afferrò per la sciarpa strattonandolo.
«Si può sapere cosa ti è preso? Siamo qui per fermarlo prima che uccida altri nostri compagni, come puoi accettarlo? Natsu!». Lucy stava letteralmente urlando senza smettere di tirare la sciarpa nemmeno un momento.
Natsu le fermò i polsi e la guardò rivelando gli occhi lucidi. Doveva essersi ferito alla testa perché un rivolo di sangue gli stava macchiando la guancia.
«Mi spieghi come dovrei fermarlo?».
Il mago le strinse i polsi ancora di più, sentiva il sangue ribollire forte dentro le vene ma non poteva dargli ascolto. Non sapendo cosa stavano condividendo.
«Ho promesso che ti avrei protetta, Lucy, come posso proteggerti se so che il mio potere potrebbe ridurti in cenere?» le urlò con il tono esasperato, disperato, con cui prima le aveva chiesto di interrompere il legame che li univa.
«Lucy, taglia questo legame e scappa. Ti prego.» le chiese ancora guardandole il viso candido e segnato solo da piccoli graffi che si era procurata quella mattina.
«Mi stai chiedendo di lasciarti morire, ora che sei qui con me, e di non aiutare i nostri compagni che sapevano a cosa stavano andando in contro?» Lucy si adirò così tanto, seppur piangendo, che finì con l’alzarsi in piedi e afferrare la Fleuve d'étoiles che portava attaccata ai pantaloni «Nemmeno ti riconosco! Dov’è finito il figlio di Dragneel che sarebbe stato disposto a tutto pur di proteggere la gilda?».
Lord Eyeless se la rise alla grossa gustandosi quel bel teatrino con la lingua biforcuta tra le labbra.
Quando vide Lucy alzarsi in piedi, non resistette all’impulso di stuzzicarli un po’ e lanciò contro di loro l’ennesima sfera verde.
Poi accaddero tre cose contemporaneamente: Lucy con un colpo di frusta spazzò via il colpo del nemico; Hibiki urlò loro di puntare all’occhio e Natsu afferrò la mano della sua amica evocando un Unison Raid.
La lotta fu sanguinosa: Natsu riportò una lunga ferita sull’avambraccio e sul bicipite, lì dove spiccava il simbolo rosso della gilda; Lucy vide i vestiti macchiati di rosso, ma non potè fermarsi nemmeno un momento per constatare i danni.
Furono atterrati entrambi, avevano il fiato corto e videro l’ennesima bomba di muco verso di loro.
«Altairis!» urlò Gerard parandosi di fronte a loro. Un enorme buco nero risucchiò tutto per poi rilasciare un fascio di luce oscura.
Tutti i membri delle gilde cercarono di riparare gli occhi, ma perfino Lord Eyeless rimase per un momento senza vedere nulla.
Gray si alzò in piedi, ancora furioso per non aver potuto dar alito alla sua vendetta e bloccò il nemico in un fascio di ghiaccio resistente.
Natsu ne approfittò per scattare, sentiva che la magia era agli sgoccioli ma non poteva fare altro. D’altronde Lucy aveva ragione: aveva avuto l’opportunità di vivere una seconda vita, e come la prima l’avrebbe consacrata in virtù dei propri amici.
Sentì il proprio corpo scaldarsi e le ossa fondersi, la smorfia di dolore che gli storceva il viso gli tramutò la pelle in squame e si ritrovò letteralmente ad ardere.
Lucy non ebbe il tempo di pensare alla fatica che la lotta e il dispendio di energia le stavano procurando, guardava il suo nakama avvolto da potenti fiamme rosse disseminate di scintille azzurre.
Natsu urlò talmente forte che la sua voce divenne in un istante il ruggito di un drago vero e proprio.
Quando si scagliò contro Lord Eyeless cercò di svuotare la mente. Di non pensare a Lucy che dietro di sé era ancora sdraiata a terra e lo guardava.
Natsu colpì il nemico proprio sull’occhio che Hibiki gli aveva rivelato - l’enorme dispendio di energia aveva reso fisicamente più debole quella parte del corpo - riuscendo a farlo sanguinare e a gettarlo sul pavimento in preda alle urla di dolore.
Rotolò su sé stesso appena in tempo per notare la stanza farsi buia. Si voltò verso dietro e vide Lucy, con le lacrime che le rigavano il volto per lo sforzo, evocare un Urano Metria.
Sentì il proprio corpo schiacciato contro il muro, dolori atroci gli pervasero le ossa e poi fu il silenzio.
Di Lord Eyeless non era rimasto nient’altro che un corpo martoriato. Il laboratorio cominciò a incrinarsi su sé stesso, sarebbe presto caduto in pezzi e i meno feriti cercarono di aiutare i propri amici a rimettersi in piedi.
Hibiki, che aveva riportato solo qualche graffio, prese Lucy tra le braccia per poi cominciare a correre. Happy colse Natsu per la sciarpa appena in tempo, i primi calcinacci sfondarono parte del pavimento e in pochi attimi del malvagio covo non restò più nulla.
Quando il polverone si diradò, Gray contò i presenti e, con un sospiro di sollievo, constatò che erano riusciti a scappare tutti quanti.
«Lucy, tutto bene?» chiese Natsu quasi senza voce, gli bruciavano i polmoni ed era sicuro di non essere stato pestato così tanto da avere le costole incrinate.
Lucy non aprì bocca ma annuì con un mezzo sorriso, le palpebre si stavano abbassando sempre di più.
«Lucy Heartphilia, che cosa hai fatto?!».
L’esclamazione di Gerard fece voltare tutti. Il mago si inchinò di fronte alla ragazza, ancora tra le braccia di Hibiki, e le prese il polso tra le mani esaminandolo sotto una tenue luce che aveva evocato.
«Questo è un legame magico! Non riuscivo a spiegarmi perché Natsu fosse vivo nonostante gli avessero sottratto i poteri, ma questo spiega tutto. Non sopravvivrete a lungo se non si fa qualcosa!» Gerard guardò nel panico attorno a sé, non poteva permettere che qualcun altro morisse senza che lui potesse fare niente.
Non riusciva a pensare e si ricordò di respirare solo quando Erza gli posò le mani sulle spalle.
«Questo può essere utile?» chiese Happy svolazzando da fuori le macerie, era diventato totalmente grigio di polvere ma in compenso stringeva una Lacrima scoppiettante:«L’ho vista uscire dal corpo di Lord Eyeless nel momento in cui Lucy l’ha colpito».
Gerard strinse la Lacrima tra le mani e cercò di ricordare quell’incantesimo che, in un passato lontano, gli era stato insegnato.
«Lucy, so come far tornare i poteri a Natsu ma devi rompere il legame prima. Non posso dargli altra magia se è ancora legato a te.» Gerard prese il viso della ragazza, era impallidita e ormai respirava a stento.
«Ti prego rompi il legame.» le chiese Natsu, esasperato, afferrandole il braccio e avvicinandosi alla ragazza. Cercò i suoi occhi nel buio e li trovò socchiusi, stanchi.
All’improvviso Lucy si sollevò, seppur a stento e con entrambe le mani afferrò il bavero della giacca di Natsu e la sua sciarpa, tirandolo a sé.
Nessun mago di mosse, tutti rimasero col fiato sospeso mentre la ragazza poggiava le sue labbra su quelle dell’altro.
Natsu si stupì di quel gesto, era totalmente inaspettato, ma lo ricambiò con altrettanto sentimento portando una mano sul volto sanguinante della ragazza.
Lucy stava piangendo, poteva sentirlo dalle lacrime che gli sfiorarono la bocca, e ancora a fior di labbra pronunciò la loro sentenza.
«Vinculum stellarum». E Lucy e Natsu caddero entrambi a terra privi di magia.
 
Prima di sprofondare nell’incoscienza
Lucy si disse che potevano succedere solo due cose, adesso.
Si sarebbe svegliata da sola
Oppure con lui accanto.
Non poteva immaginare, che la realtà sarebbe stata un po’ diversa.

Angolo autrice: Mi dispiace avervi tediato con un capitolo così lungo, ma a spezzarlo in due settimane avrebbe perso, a parer mio.
Sabato prossimo arriverà il capitolo o l'epilogo finale, dove ho intenzione di focalizzarmi su tutti i personaggi, anche quelli che - poveracci - ci hanno rimesso le penne.
Il capitolo è in fase di revisione, perchè l'ho scritto e pubblicato di fretta, quindi se ci sono errori segnalate pure!
Bene, cosa ne pensate, arrivati a questo punto?

Fatemi sapere!
P.s. il Banner è un mio disegno, fatto apposta per l'occasione ^^"

A sabato prossimo!

 
   
 
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